ANTISEMITISMO
SEMITA
Discendendente di SEM.
I SEMITI costituiscono uno dei raggruppamenti etnici e linguistici dell'umanità; in origine costituirono, forse con i Camiti, un gruppo camito - semitico ed erano stanziati in Arabia; di qua, in successive migrazioni, alcune delle quali in epoca storica, si diffusero nel'Asia anteriore, nell'Africa settentrionale e orientale e in Europa. Ai SEMITI si devono alcune delle maggiori civiltà del mondo antico (assiro babilonese, fenicia, ebraica), e medioevale (araba).
Le lingue SEMITICHE caratterizzate dalle radici tricosonatiche si dividono nei seguenti gruppi (alcuni estinti):
assiro - babilonese o accadico
cananeo ( cananeo antico; ebraico; fenicio)
aramaico
arabo
etiopico
Ad eccezione degli ebrei e di notevoli gruppi cristiani della Siria - Palestina e dell'Etiopia, attualmente i SEMITI praticano come religione l'islamismo.
(dal "Dizionario Enciclopedico Universale - Sanoni - pag. 1995)
I SEMITI sono popoli che parlano le lingue semitiche; il gruppo comprende gli Arabi, gli Aramei, gli Ebrei e molti Etiopi. IN senso biblico, i SEMITI sono i popoli la cui ascendenza si può far risalire a Sem, il figlio maggiore di Noè. Le antiche popolazioni SEMITICHE erano pastori nomadi che, vari secoli prima dell'era cristiana, migrarono in gran numero dall'Arabia alla Mesopotamia, alle coste del Mediterraneo e al delta del Nilo. Gli Ebrei e altri SEMITI si insediarono in villaggi della Giudea nel Sud della Palestina.
Gli attuali popoli di lingua SEMITICA hanno caratteri fisici, psicologici, culturali e sociologici, altrettanto vari che i popoli di lingua indoeuropea. I più importanti di questi popoli sono oggi gli Arabi e gli Ebrei. Essi sono diversi per molti rispetti, e hanno assorbito numerosi caratteri europei attraverso secoli di migrazioni e scambi. Ciononostante l'origine delle lingue SEMITICHE e le molte affinità esistenti fra la storia dell'Islam e quella del giudaismo, riflettono la comune radice storica dei due popoli.
(Tratto da "Enciclopedia Italiana Grolier" - Vol. 17 - pag 293)
CONSIDERAZIONI
Chi siano i SEMITI non lo dice, come si è potuto appurare, una fonte razzista ma ben due testi differenti che sottolineano provenienza e discendenza di quel popolo.
Quando gli ebrei si definiscono SEMITI, (da qui il conio della parola razzista "antisemita") si commette quindi un errore di identità.
I SEMITI in realtà, come abbiamo letto sopra, sono il risultato dell'unione di diversi popoli tra loro stessi nel corso dei secoli.
Aramei, Arabi, Etiopi ed Ebrei hanno, nel tempo, formato la "razza" SEMITA. Nel formarla non si discute che abbiano partecipato anche gli ebrei ma non solo loro.
La patria potestà degli ebrei quindi sulla razza SEMITA non può derivare dalla discendenza materiale, fisica e sanguigna in quanto è incontrovertibile il dato di fatto che testimonia scientificamente l'amalgama dei DNA dei diversi popoli ma, deriva piuttosto dalla discendenza biblica (SEMITI; ovvero figli di SEM che era figlio di Noè, quindi discendente dell'Altissimo e per conseguenza creatore del "Popolo Eletto")
Anche qui,così come abbiamo visto nel capitolo del sionismo, il gioco del "passaparola" dà modo di ottenere un eccesso a favore degli ebrei.
Dove quindi l'intelligenza, la cultura, le scoperte dell'uomo sono riuscite a mettere in luce i lati oscuri, chiarendo concetti prima sconosciuti, è intervenuta, per volere più degli ebrei (i sionisti) che per volere di Dio, il mistero delle "Sacre Scritture" a difesa dell'eterno popolo Eletto.
Le basi sulle quali si deve ritenere valida l'avvenuta elezione suprema di tale popolo da parte di Dio ( concetto che il sionismo porta avanti con cieca ostinazione), ad essere eterno intermediario tra i popoli della Terra e il loro Creatore spesso cadono in palese contraddizione con i fatti appena esposti e quando questo succede interviene la Bibbia che diventa il rifugio dell'ostinazione sionista.
Di contraddizioni se ne trovano in numero smisurato nel Vecchio Testamento soprattutto quando si narra delle discendenze di Abramo e di altri profeti i quali, in bocca ai sionisti diventerebbero la rappresentazione della perfetta, pura ed assoluta discendenza della razza ebraica mentre, in realtà si legge che tali discendenze derivano dall'unione di uomini e donne di diversi popoli nel corso dei secoli passati.
Ma queste "particolarità" ben lo sanno i sionisti i quali se ne guardano bene dal divulgare tali dati.
Tanto meno c'è l'interesse della Chiesa di informare i popoli sulle verità bibliche in quanto mai tale Stato metterebbe a rischio il proprio potere negando le false affermazioni dei potenti sionisti.
Contraddire tali concetti inoltre metterebbe in discussione, o la veridicità della Bibbia, o la veridicità della scelta di Dio nei confronti del popolo di Israele. In ambedue i casi si andrebbero a toccare i pilastri di due religioni potentissime che si mantengono una appoggiata all'altra in una reciproca e rispettosa complicità.
Nel corso dei secoli qualche papa si è azzardato a distaccarsi dall'abbraccio degli ebrei, ma le conseguenze politiche ed economiche hanno indotto i papi successivi a riabbracciare tesi e concetti in antitesi tra loro al fine di ripristinare una forma accettabile di quieto vivere.
L'ANTISEMITISMO quindi è il derivato di questa concezione che abbiamo appena analizzato. Quindi non si è ANTISEMITI nel senso somatico del termine (in questo caso l'aggettivo "razzista" avrebbe motivo di essere gridato con orrore), ma lo si è in senso biblico. Ed allora dove sta il razzismo?
Si è razzisti quando non si crede a qualche passo della Bibbia o quando si fanno notare certe contraddizioni presenti nel Testo Sacro?
Oppure si è razzisti quando non si accettano i principi e le regole di una religione per accettare quelle di un'altra o, semplicemente non accettando nessuna religione al mondo?
Se questo è razzismo allora i cristiani sono razzisti verso i musulmani i quali lo sono verso i buddisti che lo sarebbero verso gli ebrei che, a loro volta lo sarebbero verso altre religioni, per poi cambiare le parti in un crescendo caotico di razzismo collettivo e fanatico.
La realtà dei fatti è ben diversa. Il sionismo cerca di accreditarsi la parte della super razza eludendo, attraverso l'impostazione della Bibbia e l'imposizione di Essa, le realtà scientifiche che contraddicono alcuni concetti religiosi, (come può essere proprio la discendenza SEMITICA intesa come identificazione del solo popolo ebreo.)
Essere ANTISEMITI, non vuol dire essere razzisti contro gli ebrei, ma vorrebbe dire esserlo anche verso gli Arabi, gli Aramei e gli Etiopi che nulla hanno a che fare con il concetto sionista di Israele.
Errata è, quindi, la definizione di ANTISEMITA, quando si vuole indicare qualcuno avverso alla presenza degli ebrei o comunque ostile verso di essi.
La definizione però non può essere abbandonata tanto facilmente dalla politica sionista in quanto essa ha voluto suggellare la parte religiosa (figli di SEM) con la discendenza materiale (SEMITI).
Pertanto rinnegare la discendenza genealogica comporterebbe la revisione di tutto il concetto di discendenza biblica mettendo in discussione punti e programmi politici che da diversi secoli a questa parte hanno fatto del sionismo una roccaforte religiosa, politica ed oggi anche militare.
http://www.nuovo-ordine-nazionale.or...semitismo.html