Concorso esterno in associazione mafiosa. È questa l'accusa che ha portato in carcere lunedì mattina, oltre che all'ex sindaco di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione ed il suo vice Rosario Schiavone, anche il sindaco di Rosarno, sempre in Calabria, Carlo Martelli. Il comune di Gioia Tauro era stato sciolto per gravi infiltrazioni mafiose nello scorso mese di maggio, dopo che la commissione d'accesso inviata dal prefetto di Reggio Calabria aveva scoperto legami troppo stretti con la consorteria mafiosa della piana di Gioia Tauro.
In sostanza, l'accusa sulla base della quale il consiglio comunale è stato scioltoa maggio e la giunta costretta alle dimissioni riguardavano le agevolazioni concesse all'avvocato Gioacchino Piromalli,giuà condannato per appartenenza al potente clan mafioso un tempo guidato dal boss Giuseppe Piromalli.
La commissione Antimafia già nell'ottobre dello scorso anno, aveva già evidenziato la costituzione di una "supercosca" che consorziava i clan Molé e Promalli e tutti quelli della Piana di Gioa Tauro per impadronirsi degli appalti e degli affari legati agli investimenti per la ristrutturazione del porto di Gioa Tauro, uno dei più importanti per il traffico commerciale dell'intero Mediterraneo.
Insieme ai sindaci di Gioia Tauro e di Rosarno sono finiti in manette, nelle stessa operazione della Dda, anche i due Gioacchino Piromalli, zio e nipote, considerati i nuovi e indiscussi capi dell'omonima cosca di Gioa Tauro.
Dal Torrione, in carica fino al maggio scorso, a capo di una giunta di sei assessori, è stato eletto nelle fila dell'Udc a capo di una coalizione di centrodestra. Il suo braccio destro Schiavone proviene da An. La coalizione di centrosinsistra uscita perdente dalle urne era capitanata dal candidato dell'Udeur Luppino.
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