Tutto torna

Fonte: Marco Mensurati e Corrado Zunino. "La Repubblica"

24.10.2008

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Del calcio che s'imbosca, abbassa la schiena, trattiene il fiato, lascia passare la bufera per ripresentarsi identico a prima non appena il vento cambia direzione, Nello De Nicola è il rappresentante plastico. Lui, nella Roma di Mezzaroma, diventò autista, tuttofare e confidente di Luciano Moggi, addetto alle relazioni con gli ultras e gestore dei biglietti gratuiti. Moggi lo portò, senza badare al curriculum, anche alle giovanili della Juventus. Bene, lo scorso 6 ottobre De Nicola è tornato - d'amblè - a fare il direttore generale dell'Ascoli. È stato rapido e sorprendente il suo ritorno alla corte del presidente Benigni, un anno fa il divorzio fu al limite del contatto fisico. Il problema è che in una serie B alla canna del gas e con un Ascoli calcio che da maggio non paga gli stipendi, Benigni ha preferito rendere operativo un contratto - quello con De Nicola, appunto - che costava e non fruttava. Lui ha risposto alla chance offerta al solito modo. Affidando al figlio procuratore Claudio il pezzo pregiato della scuderia, l'esterno offensivo Guberti: o i De Nicola lo vendono a gennaio (risanando le casse dell'Ascoli e il conto famiglia) o il calciatore a giugno saluta a parametro zero.

È l'ultimo ritorno del vecchio calcio, quello del tuttofare del boss. Ora manca solo lui, l'originale, Lucianone preso tra i fuochi dei processi penali. Moggi il capostipite di Calciopoli, e il capobanda per la procura di Napoli, ha 5 anni più 14 mesi di squalifica sportiva sulle spalle ma non smette di consigliare il calcio. Al Palermo, Moggi, ha portato il direttore sportivo Walter Sabatini. E Aldo Spinelli presidente del Livorno se ha un dubbio alza il telefono e lo chiama, per essere poi multato. Uno dei problemi è che la giustizia sportiva della Federcalcio dopo 26 mesi non si è ancora espressa sulla proposta di radiazione avanzata a processo: attende, prudente, il giudizio del Consiglio di Stato.

In questo avvio di stagione 2008-2009 che ha visto prosciolto dall'accusa di frode sportiva l'ex presidente federale Franco Carraro e registra il ritorno in Rai a contratto del giornalista principe di Calciopoli, l'Aldo Biscardi che utilizzava il moviolone a misura della Juventus, si avverte una nuova spinta propulsiva al ritorno delle vecchie facce del calcio. Sta per rientrare in Italia e al campionato, questione di settimane, l'ormai ex latitante Luciano Gaucci, fuggito a Santo Domingo dopo aver fatto fallire il Perugia. Gaucci, che ha attutito i toni contro il banchiere Cesare Geronzi, usufruirà della possibilità di patteggiare la pena (tre anni) per la sua bancarotta. Eviterà il carcere e ha già fatto contattare sia il Latina che il Pescara appena rilevato dal gruppo Soglia. Già, a Pescara c'è lo storico segretario del vecchio Perugia, Ivano Ercoli, la sua avanguardia. Il patteggiamento riguarderà anche i due figli: Alessandro e Riccardo (un anno e 8 mesi a testa). Già, lo squalificato Alessandro Gaucci la scorsa estate ha portato all'Udinese un giovane calciatore brasiliano.

Il direttore generale del club friulano è Pietro Leonardi, romano, dirigente che nella grande tela moggiana ci stava appoggiandosi a Franco Zavaglia, già amministratore della Gea World. Oggi Leonardi s'infuria di fronte agli accostamenti, ma una settimana fa al processo Gea ha dovuto spiegare i metodi delle "acquisizioni Moggi" e nel grande libro delle intercettazioni di Calciopoli una dozzina di capitoli sono dedicati a lui: Leonardi tramava con Zavaglia per partecipare allo sfondamento del gruppo Moggi nella Roma calcio. "Tienimi un posticino", chiedeva ridendo.

Il vecchio calcio è tra noi e Angelo Maria Fabiani resta ds di una Salernitana ai vertici della serie B nonostante abbia preso 4 anni di squalifica per le intercettazioni bis. Ne sa di mercato, conosce le zone buie degli spogliatoi, tanto basta alla proprietà. Enrico Preziosi è presidente del Genoa in piena titolarità con 5 anni (e proposta di radiazione) di inibizione. E acquattato negli uffici di via Roma c'è l'uomo-chiave della combine con il Venezia che costò ai rossoblù la serie C, Stefano Capozucca: squalificato ma sempre all'erta. In questo calcio dove ogni domenica scendono in campo due arbitri e due guardalinee sotto processo a Napoli (lunedì ci sarà il rito abbreviato), il ras dell'Aia siciliana, Tullio Lanese, è pronto a dire: "La bufera è passata, torno anch'io". Quattro mesi, poi gli scade la squalifica.