Possiamo discutere su Locke, il cui giusnaturalismo "puzza" un pò, ma Toqueville penso sia da ascrivere al pensiero conservatore pre-rivoluzione marxista...
ma dai ragazzi, non scherziamo. Tirar la giacchetta a quei due pensatori mi sembra ridicolo. Posso capire che certi correnti del conservatorismo liberale vedano in questi teorici della moderna liberaldemocrazia un caposaldo, ma da qui a farli diventare parte integrante del pensiero conservatore ce ne corre, e parecchio.
Cari amici Conservatori, e cari lettori del Forum Conservatorismo,
è con grande soddisfazione che vedo pubblicato lo Statuto del Circolo "Il Conservatore". Da subito mi sono riconosciuto nei contenuti e nelle finalità di questa associazione, che rappresenta un importante traguardo per tutto il Forum e per la Destra Conservatrice di POL.
Dopo un periodo incerto e cupo, possiamo finalmente ritrovaci e lavorare insieme per il successo di un importante esperimento culturale, a beneficio nostro e di tutti coloro che avranno la pazienza di seguirci, ed auspicabilmente di intervenire per favorire una sana discussione.
"Il Conservatore" ha tutte le potenzialità per conseguire l'obbiettivo di una informazione storica e culturale sul Conservatorismo nelle sue varie componenti e sfaccettature, attraverso la pubblicazione di analisi globali e di approfondimenti su temi particolari.
Rivolgo i miei complimenti innanzitutto a Florian, che si è adoperato anima e corpo per il varo dell'iniziativa, e per tutti coloro che hanno già sottoscritto lo Statuto.
Insieme faremo grandi cose!
Grande iniziativa e complimenti.
Buon lavoro adesso a tutti.
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A fool and his money can throw one hell of a party.
Ma infatti, Von Braun, un circolo conservatore "fusionista", come Il Conservatore si propone di essere, deve fornire rappresentanza intellettuale ed ideale anche a pensatori del conservatorismo-liberale come Tocqueville e Locke.
Non ci vedo nulla di strano nel loro inserimento nel pantheon conservatore.
www.interamala.it - Visitatelo che ci tengo
Eppure secondo me costituiscono un punto di riferimento imprescindibile per una analisi complessiva del Conservatorismo. Non sono i "padri fondatori" per eccellenza, ovviamente, ma un contributo esiste senz'altro.
Sul problema più generale del rapporto fra Conservatorismo e democrazia/libertà, porto sempre l'esempio dei Conservatori inglesi, i quali hanno saputo ampiamente dimostrare che una convivenza, se non una condivisione dei due termini è possibile. E' lecito, naturalmente, sottolineare che il pensiero consevatore abbraccia i principi dell'autorità e della gerarchia.
ma per carità, tutto è possibile, tocqueville e locke sono stati grandi pensatori e hanno scritto delle bellissime opere, per certi versi profetiche, ma io proprio non ce la faccio a connotarli come "conservatori", e sinceramente non so chi altri a livello teorico li identifichi immediatamente come tali.
Ma io non metto in discussione l'esistenza nella complessità del pensiero conservatore di correnti liberaldemocratiche, specie nell'accezione inglese con la quale si identifica un regime politico che incorpora componenti monarchiche aristocratiche popolari e relativa separazione di poteri. Rimango solo interdetto dal fatto di veder riportati come "dogmi" assoluti l'aderenza a certi principi da parte di un conservatore.
Sottolineo questo passaggio del nostro manifesto:
Il Conservatore si rifà alla “Grande Tradizione” del conservatorismo liberale di estrazione anglosassone, distinta da quelle forme di conservatorismo “nazionale” che in Europa sono state veicolo di economie socialiste e di politiche protezionistiche, nell’ambito di stati autocratici o totalitari.
Riguardo ai "dogmi": il Conservatore sa di dover vivere il proprio tempo e che bisogna "cambiare mantenendo". Tutto qui, caro Von Braun. Noi non "riveriamo" Locke, che tra l'altro non è stato nemmeno inserito nel nostro "pantheon". Tuttavia non possiamo disconoscerlo.