JESSE JACKSON, L'AMERICA DI OBAMA NON SARA' FILO-ISRAELIANA

(AGI) - Washington, 15 ott. - Un'invettiva anti israeliana del reverendo Jesse Jackson ha messo in imbarazzo il Partito democratico. Secondo il conservatore "New York Post" il leader nero ha dichiarato che quando Barack Obama diventera' presidente l'America si liberera' dell'influenza "sionista", che per "decenni" ha condizionato la politica statunitense.
L'intervento ha fornito il destro alla campagna di John McCain per rilanciare l'accusa a Obama di essere "amico di Hamas e del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad". Parlando al World Policy Forum, a Evian, in Francia, Jackson ha previsto con Obama alla Casa Bianca "cambiamenti fondamentali" nella politica estera americana a partire dal Medio Oriente, dove si porra' fine "a decenni in cui sono stati anteposti gli interessi di Israele". Lo staff di Obama e' stato costretto a prendere le distanze con decisione da Jackson, che, hanno sottolineato, " non e' un consigliere Obama e dunque non puo' interpretare le posizioni di Barack Obama su Israele e le sue scelte di politica estera". Tra l'altro Jackson deve essersi distratto: ai primi di giugno, dopo aver conquistato la nomination, Obama per accreditarsi come grande amico di Israele al meeting annuale dell'associazione degli ebrei americani manifesto' tutto il suo appoggio incondizionato - e anche oltre - allo Stato ebraico. Il senatore dell'Illinois si spinse a sposare acriticamente la posizione israeliana su, "Gerusalemme, la capitale una e indivisibile di Israele".

http://www.agi.it/news/notizie/20081...11329-art.html