No, i numeri vengono da un voluminoso documento della commissione europea distribuito pochi giorni fa, e da cui risulta che l'Italia sarebbe penalizzata con circa 18 miliardi di euro l'anno fino al 2020;
Poi, stasera, in collegamento da Bruxelles, una tizia ha spiegato che esiste un margine di flessibilità per cui se ad esempio una azienda italiana va a produrre all'estero, in un paese a credito di emissioni, può contrattare col paese ospita una aliquota delle mancate emissioni e metterle a vantaggio dell'Italia, e in questo modo si potrebbe arrivare a pagare "solo" la metà di penali, circa 9 miliardi di euro l'anno.
Purchè si vada a delocalizzare all'estero, che è poi il fine ultimo della strategia della commissione europea: azzerare il comparto produttivo europeo.
Noi il protocollo di Kyoto non lo possiamo rispettare perchè:
- non abbiamo le centrali nucleari che sono a emissione zero, e quindi produciamo l'energia elettrica solo coi fossili.
- le grandi industrie italiane si autoproducono l'energia con centrali a petrolio.
Chi ha firmato in pompa magna il protocollo (Prodi e Pecoraro) sapendo di non poterlo rispettare a meno di ammazzare il comparto industriale, causare un tracollo economico e centinaia di migliaia di disoccupati era un pazzo furioso.
E sono ancora pazzi furiosi, perchè stasera ho sentito Realacci (ministro ombra) che come esempi per risolvere la questione portava i lampioni a basso consumo.
I lampioni!
Allora o Realacci è in malafede e persegue la nostra rovina oppure sono ancora pazzi furiosi.