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  1. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da Donald Visualizza Messaggio
    Fallimento del Liberismo , nazionalizzazioni..
    Ma quale Liberismo c'è mai stato da noi ?
    Quello che tu proponi è un film ampiamente visto , purtroppo , nei 60 anni della prima repubblica , dove l'intervento dello stato si è caratterizzato da un lato per l'invasività dall'altro per i suoi disastrosi risultati , in primo luogo il terzo debito pubblico al mondo.
    Mi sembra un modo semplicistico di vedere le cose.
    Si invoca lo stato , come il deux ex machina alla fine della commedia greca , come il signor Godot che viene e risolve tutti i problemi.
    Chissà perchè , ci si dimentica sempre che lo stato è fatto di persone , e quelle che caratterizzano quello italiano sono spesso dei falliti della politica e del sindacato , che sono pposti lì a titolo di compensazione di altre cariche date ad altri.
    Abbiamo per troppo tempo assitito ai balletti di cariche lottizzate per poter avere anche un briciolo di fiducia nelle classi dirigenti dello stato.
    IO mi auguro che questa crisi si risolva e finisca presto , perchè con la scusa di essa tutta quella massa di gente che vive nella pancia dei partiti e dei sindacati vede nella crisi stessa un pretesto per potere di nuovo entrare e avere cariche e poltrone nelle aziende che dovessero essere nazionalizzate.
    Nopn dimentichiamoci che praticamente tutti i partiti italiani sono statalisti ed interventisti in economia.
    Il Liberalismo , e ancora di meno il Liberismo , non è nella cultura della classe politica italiana.
    Per cui tutti , e non solo i soliti Tremonti , ma persino Berlusconi , non vedono l'ora per buttarsi in una nuova avventura di statalismo , clientelismo di massa , con corollario di lottizzazione e occupazione partitocratica e sindacatocratica di tutto il possibile occupabile e lottizzabile.....
    Eh si , mala tempora currunt ......
    Prima vorrei che qualcuno si rendesse conto che questa crisi è partita proprio dall'eccessivo liberismo dello stato e della amministrazione più liberista della storia e del mondo.
    Poi ringraziamo il cielo di avere degli stati che al momento giusto (un po' tardi ad ire il vero!) sono intervenuti a ristabilire la calma.

    In un sistema come lo vorreste a quest'ora, senza alcuna possibilità di nessuno d'intervenire il crollo del mercato sarebbe stato rovinoso.

    Solo dei pazzi scatenati ideologizzati possono ancora ricercare il liberismo.

    Se qualcuno negli States si presentasse alle elezioni proponendo ancora liberalizzazioni non raggiungerebbe neanche i decimali di consenso.

    Anche loro, primi a sostenere il liberismo, si sono resi conto del fatto che non si può lasciare il mercato senza controlli, altrimenti si lascia libero spazio a speculazioni, a titoli tossici.

    Saluti

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da zarath Visualizza Messaggio
    forse non ti sei accorto che questa crisi non e' una peculiarita' italiana

    Appunto..

    La spesa pubblica è sempre cresciuta in maniera costante in tutti i paesi più avanzati negli ultimi 40 anni.

    Dov'è il liberalismo? Boh.

  3. #23
    Ottircsi
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    Citazione Originariamente Scritto da Immanuel Visualizza Messaggio
    Appunto..

    La spesa pubblica è sempre cresciuta in maniera costante in tutti i paesi più avanzati negli ultimi 40 anni.

    Dov'è il liberalismo? Boh.

    da noi e' cresciuta molto di piu' che altrove. se veramente si dovranno fare interventi con denaro pubblico i primi ad essere in difficolta' saremo noi.

    avendo sprecato in tempi di vacche grasse, quando arrivano le vacche magre non sapremo che pesci pigliare.

    se non caricare ulteriormente le generazioni successive del costo di vivere al di sopra delle nostre possibilita'.

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da il Pasquino Visualizza Messaggio
    Prima vorrei che qualcuno si rendesse conto che questa crisi è partita proprio dall'eccessivo liberismo dello stato e della amministrazione più liberista della storia e del mondo.
    Poi ringraziamo il cielo di avere degli stati che al momento giusto (un po' tardi ad ire il vero!) sono intervenuti a ristabilire la calma.

    In un sistema come lo vorreste a quest'ora, senza alcuna possibilità di nessuno d'intervenire il crollo del mercato sarebbe stato rovinoso.

    Solo dei pazzi scatenati ideologizzati possono ancora ricercare il liberismo.

    Se qualcuno negli States si presentasse alle elezioni proponendo ancora liberalizzazioni non raggiungerebbe neanche i decimali di consenso.

    Anche loro, primi a sostenere il liberismo, si sono resi conto del fatto che non si può lasciare il mercato senza controlli, altrimenti si lascia libero spazio a speculazioni, a titoli tossici.

    Saluti
    "...eccessivo liberismo dello stato e amministrazione più liberista della storia e del mondo..."
    Ma stai parlando dell'Italia ?
    Ma stai scherzando ? Se proprio vuoi raccontare barzellette , raccontale spiritose almeno.......
    Qui mi sembra che ci sia una ambiguità nei termini , e in modo particolare sul termine " liberista".
    Un paese è liberista quando il suo meccanismo economico è poco sogetto a vincoli di natura pubblica , legale o amministrativa.
    Sono ad esempio liberisti gli USA , dove se ad esempio uno vuole aprire un negozio , non deve chiedere 40 autorizzazioni a destra e sinistra.
    Il contrario di Liberista è Dirigista , nel senso di una economia dove sono rileventi i vincoli giuridici ed amministrativi.
    Allora , Pasquino , secondo te , l'Italia sotto questo punto di vista , è Liberista o Dirigista ?
    Domanda retorica ed ovvia.....
    Quindi vedi che l'argomento è un altro , vale a dire non Liberismo vs Dirigismo , ma statalismo contro privatismo.
    Vale a dire qui si dovrebbe discettare se è attualmente corretto , necessario e utile che lo Stato entri nelle imprese , Banche o industrie (nella rassegna stampa di stamattina di RR ad esempio si citavano diversi articoli che parlavano , indovina di chi , ma sì , di FIAT) , oppure che le stesse imprese rimangano gestite da manager privati.
    Allora , la nazionalizzazione , o socializzazione di un'impresa , o di un settore produttivo , può venire fatta per motivi che possono essere i più vari.
    Per motivi ideologici (vedi paesi comunisti) ; perchè un paese che produce solo materie prime , vuole avere il controllo su queste (vedi paesi petroliferi );perchè un settore , o un'impresa è molto grande e coinvolge con la sua attività intere regioni , e magari entra in crisi.In questo caso lo stato gestisce l'impresa in vista del risanamento.
    Oppure , come in Francia nel 1971 , perchè si vuole creare delle imprese molto grandi , delle multinazinali , in grado di tenere il passo con quelle di altri paesi , ma qui si deve tenere conto dell'eccellenza dei "grand commis" Francesi , che da noi non ci sono.
    Oppure , come in certi paesi del terzo mondo , perchè non esiste un'industria nazionale in un certo settore e non esiste una classe imprenditoriale nè capitali privati , e allora in questo caso solo lo stato è in grado in quei paesi di esercitare da un lato la funzione di capitalista , dall'altra quella di imprenditore.
    Ti pare che attualmente , in Italia , ci sia una di queste condizioni ?
    Tanto per dire , si era parlato di Unicredit nelle scorse settimane.
    Ma la banca in questione è solida , chi la gestisce (Profumo) è uno dei più brillanti manager internazionali , è solo oggetto di manovre ribassiste in vista di una sua acquisizione per una pipa di tabacco (sono stati fatti i nomi di alcune banche...)
    O FIAT , anche qui l'azienda va bene , ha fatto ottimi modelli , e almeno fino a qualche mese fa Marchionne , altro manager a livelli di eccellenza internazionale , si vantava che l'azienda guadagnava 5 milioni di euro al giorno...
    Mi sai spiegare le ragioni per cui lo stato dovrebbe entrare in queste imprese ?
    Poi , con quali capitali , visto che ciò significherebbe aumentare ulteriormente il debito pubblico ?
    E poi , mettendoci chi a gestirle , al posto degli attuali amministratori , li vedi gli uomini designati da partiti e sindacati alla guida di quelle imprese ?
    Follia , pura follia.

  5. #25
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    Guardate che il modello di lottizzazioni nei cda delle banche italiane è tuttora presente.....le varie Intesa- San Paolo, Unicredit, Generali attraverso oscure partecipazioni azionarie, con il placet della politica, imbrigliano il mercato cristallizzando ultradecennali posizioni di privilegi.....e qualora andasse knock-out una sola di queste di imprese ci sarebbe un'apocalittica reazione a catena che coinvolgerà la quasi totalità delle imprese italiane proprio a causa di tali incroci azionari.....

    A questo punto propongo il sistema da me delineato in cui gli amministratori saranno scelti in base a criteri oggettivi prescindendo da nomine politiche......insomma andrà studiato un meccanismo di selezioni della nuova classe dirigente finanziaria più imparziale....

  6. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da dies irae Visualizza Messaggio

    8) rendere pienamente operativa la class-action in difesa dei risparmiatori.
    per come e' pensata ad oggi, non serve a niente

    - devono estendere la legittimazione a costituirsi in causa a tutti i comitati anche spontanei che si possono formare (e non solamente alle 12 associazioni di tutela dei consumatori registrate presso il ministero del welfare)

    - se non inseriscono i danni punitivi (cosa al giorno d'oggi impossibile, stante il sistema risarcitorio contrattuale/extracontrattuale italiano), la class action e' solamente un litisconsorzio (una causa plurisoggettiva) senza possibilità di "pressioni" nei confronti delle imprese..

  7. #27
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    Sul tuo secondo punto sono d'accordo, mentre sul primo non tanto. L'albo dell'associazione dei consumatori consente un filtro in modo da non intentare una caterva di azioni temerarie, pericolose per l'efficienza della macchina della giustizia italiana.

 

 
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