Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 21

Discussione: Fascismo E Futurismo

  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    12 Aug 2008
    Località
    Firenze
    Messaggi
    185
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Fascismo E Futurismo

    Più che un’ideologia politica il movimento futurista tenta di costruirsi un nuovo comportamento di vita aperto verso il linguaggio moderno, verso la tecnologia, verso le manifestazioni artistiche d’avanguardia, indipendentemente dall’affiancamento al potere politico reggente.
    Sebbene Marinetti , nel suo inneggiare all’intervento ed alla guerra abbia finito per trovarsi schierato su posizioni evidentemente rivolte a destra, futurismo e fascismo vengono troppo spesso considerati sinonimi senza che siano stata effettuata un’indagine accurata dei rapporti tra i due diversi movimenti.

    Il futurismo conteneva nella sua teoria alcune basi teoriche ( per esempio la volontà di volgersi Verso il nuovo, di eliminare tutte le vecchie regole imposte da una cultura passatista, di modificare e rinnovare per mezzo della guerra ‘ sola igiene del mondo’ che si prestavano allo sfruttamento politico.

    Tuttavia, specie nel primo periodo, mancano le personalità futuriste di rilievo all’interno del partito fascista: il movimento futurista non aveva nessuna intenzione di rinunciare alle proprie espressioni per sottomettersi a un regime autoritario. Non è la voglia di potere che spinge i futuristi a ribellarsi alle regole del passato, ma il desiderio di creare una società nuova , aperta al modernismo, proiettata in una corsa verso il futuro, sostenuta da un inesauribile dinamismo.



    Il futurismo tenta “una rivolta dell’azione sulla contemplazione, della estemporaneità sulla riflessione, dell’anarchia sulla società”.” Per fare questo, Marinetti si rivolge ai giovani indicando nella tecnologia il mezzo per ottenere il cambiamento. Nei primi anni del dopoguerra, Martinetti cerca, nei suoi scritti di sottrarsi all’attività politicanprendendo le distanze dallo stesso Mussolini.
    Quest’ultimo era considerato dai futuristi, anche prima dello scontro bellico, un personaggio transitorio, utile solo per effettuare lo”svecchiamento” della società.

    E’ importante sottolineare a fondo le diversità tra il futurismo ed il regime fascista, anche se non devono essere sottovalutate le concessioni e i riconoscimenti che Martinetti finisce per accettare da Mussolini e che naturalmente, contribuiscono a rinsaldare il rapporto fascismo-futurismo.

    La volontà di non rafforzare il binomio continua fino al 1924, quando Martinetti , a Bologna, dichiara che il fascismo deve tornare alle sue vecchie radici e promuovere una “Italia disinteressata, ardita, antisocialista, anticlericale, antimonarchica”. Successivamente al 1925, anche se Martinetti continua una difesa dell’arte e dell’individuo, l’accostamento tra il futurismo e fascismo, appare via via sempre più evidente.

    Nel 1930, Marinetti sarà insignito da Mussolini con il titolo di Accademico d’Italia.

  2. #2
    Nuova Destra Sociale - Viterbo
    Data Registrazione
    07 Aug 2008
    Località
    Viterbo
    Messaggi
    137
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Il movimento futurista nasce il 20 Febbraio 1909, grazie al poeta e scrittore Filippo Tommaso Martinetti che pubblicò quel giorno sul "Figaro" il Manifesto del Futurismo dove sintetizzava in undici punti i principi del nuovo movimento. L' adesione al futurismo coinvolse molte delle giovani leve di artisti.
    Tra essi, uno dei maggiori esponenti fu Umberto Boccioni, al quale si affiancarono Balla, Severini e Carrà.

    Il futurismo nonostante il limite di essere un movimento solo italiano contribuì alla nascita del Cubofuturismo, del Suprematismo e del Costruttivismo.
    La pittura futurista presenta molte analogie con il Cubismo, ma anche qualche notevole differenza.
    Il Cubismo vedeva l'oggetto dalle varie prospettive e poi le ricomponeva in un'unica rappresentazione. Il futurismo invece interseca cose diverse tra loro.
    Ma ciò che distingue i due movimenti fu soprattutto il diverso valore attribuito al tempo: osservando le opere dei cubisti si ha l'impressione di un tempo
    lento, fatto di osservazione, riflessione e meditazione; il futurismo ha invece il culto della velocità, del dinamismo che agita tutto e deforma l'immagine delle cose.

    Un altro elemento caratteristico del movimento futurista fu il culto della modernità.
    Un lungo, spesso filo lega il movimento artistico e politico futurista alle vicende del fascismo italiano:
    " Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, le belle idee per cui si muore".
    Nel 1909 Marinetti lanciò il primo proclama politico ispirato al Nazionalismo. Un altro elemento politico fu la guerra al parlamentarismo: "Quasi tutti i parlamenti d' Europa - scrisse Martinetti - non sono che pollai rumorosi e fogne".
    Lo stesso Mussolini ammise che i futuristi avevano manifestato prima di lui intenti rivoluzionari e interventisti.
    Nel 1920 i futuristi uscirono dal movimento fascista.

  3. #3
    Nuova Destra Sociale
    Data Registrazione
    08 Aug 2008
    Località
    Ronciglione
    Messaggi
    137
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    marinetti filippo tommaso
    Futurismo e Fascismo
    (a cura di Benedetto Brugia)

    Al mio caro
    e grande amico
    Benito Mussolini
    «I futuristi sono
    i mistici dell'azione»
    I Teosofi

    Ad ogni uomo,
    ogni giorno un mestiere diverso!
    Inegualismo e Artecrazia
    (pubblicato dal «Resto del Carlino» il 1° novembre 1922)

    Sull'intricatissimo groviglio dei problemi sociali e politici che agitano il mondo, volli consultare il Mare, mio consigliere preferito.
    Prima gli parlai dall'alto, ritto al parapetto di una terrazza navigante, quasi aerea tanto strapiomba a picco sulla risacca turbolenta.
    Dominavo il mio consigliere: un mare ad arco azzurro immenso equivalente ad un terzo della circonferenza terrestre. Agavi, cactus, palme e camerus si sporgevano con me per abbracciare la distesa marina solcata da scie, deserto solcato da carovaniere.
    Il mare mi rispose partorendo motoscafi veloci simili a ferri da stirare fra trine liquide e onde ricamate. Piroscafi irti di gru metalliche come moli staccati e viaggianti. Vele pezzenti che mendicavano il vento. Barche da pesca gambute di remi sudati e stillanti.
    Poco soddisfatto da queste risposte sibilline, scesi fra le rocce e mi tuffai nella schiuma friggente del mare, come il pensiero di un ubriaco in una coppa d'asti spumante.
    Giù a capofitto conobbi l'inegualismo dei pesci dei granchi delle meduse delle alghe, le gare artistiche dei raggi e dei riflessi, le altalene infantili dei risucchi, le pompe instancabili dell'acqua sulle vene e sui muscoli del mio corpo guizzante, e tutti gli odori ardori aspri freschi amari che rissano coll'acredine zuccherina vellutatissima dei fichi cotti dal sole.
    Il vento eccita il mio palato, e nuotando pregusto a bocca aperta il grappolo splendido d'un veliero vele gonfie sull'orizzonte. Nuoto. S'ingrandisce. Nuoto più in fretta. Giganteggia il veliero dominando con una solennità di cattedrale il comunismo di onde che forma l'arco marino.
    Apparente comunismo di poche idee-leggi che pesano sul torturato torturante stiracchiamento di mille mille mille nuove idee nasciture.
    Raggiungo il veliero e mi arrampico sull'albero maestro oscillante. Fra le vele più alte, acrobatico mozzo, curo gli anelli di rame, la carrucole gementi e le pieghe della tela ruvida. Guardo dall'alto il popolo delle vele gonfie: mammelle di balie, pance impazzite, mazzi di paracadute. Ambizioni, idropisie, gravidanze?
    Non so. Me ne infischio e fischio su questo maremoto, terremoto di vele, cupole di mille religioni crollanti.
    Un fulmine, gotico monaco di bragia, s'inginocchia davanti a loro sul mare.
    Ma i venti lo beffeggiano giuocando con le vele tonde palle d'avorio del più squilibrato biliardo verde.
    Io canto, come un mozzo spensierato:
    Abbasso l’eguaglianza!
    Abbasso la giustizia!
    Abbasso la fraternità!
    Sono sgualdrine, o Libertà,
    Piantale e sali con me!
    Non scenderò per pulire il ponte. Le onde lo spazzano e lavano meglio di me. Ho ben altro da fare!
    Non sento fraternità per le onde. Nessuna giustizia fra di noi! Sono un semplice mozzo, è vero; ma provi il capitano — se vuole — a comandarmi di ammainare le più alte vele. Mettono in pericolo l'equilibrio della nave, lo so! Io le voglio larghe e gonfie! Gioia, gioia, gioia di rullare a destra, a sinistra, pericolando, giù, giù!
    Abbasso l’eguaglianza! Infatti, non sono l'eguale di nessuno. Tipo unico. Modello inimitabile. Non copiatemi, voi. Nuvole plagiarie! Basta! conosco tutte le vostre forme. Sono tutte da me catalogate. Originalità! Fantasia!
    Abbasso la giustizia! Sono il solo giudice distratto dello smisurato tribunale marino. Volete forse che io condanni le onde schiave dei Venti, o i Venti che le spadroneggiano? No, no. Oscillo sull'albero come l'Ingiustizia.
    Ecco ho già sedotto i Venti grondanti e salati. Sbraitano spruzzando di ritornelli entusiasti la mia canzone.
    Io canto:
    Abbasso l’eguaglianza!
    Abbasso la giustizia!
    Abbasso la fraternità!
    Sono sgualdrine, o Libertà,
    Piantale e sali con me!
    I Venti rispondono:
    Viva l’eleganza!
    Viva l’originalità!
    Viva l’esagerazione!
    Io canto:
    Abbasso la democrazia!
    Abbasso il suffragio
    universale!
    Abbasso la quantità!
    Sono sgualdrine, o Libertà!
    Piantale e sali con me!
    I Venti rispondono:
    Viva la sproporzione!
    Viva la qualità!
    Viva la poesia rara!
    Io canto:
    Abbasso la politica!
    Abbasso il parlamento!
    Abbasso il comunismo!
    Sono sgualdrine, o Libertà!
    Piantale e sali con me!
    I Venti rispondono:
    Gloria alle Differenze! Viva la Distinzione! Essere tipico! Unico! Il più forte! Il più veloce! Il più colorato! Record di fuoco! Record di colore! Record d'entusiasmo!
    Io incendierei le vele per gareggiare coi fuochi scarlatti del tramonto.
    Il tramonto è un pittore pazzo, lo so, lo so!
    E il mare è la sua pazza tavolozza, lo so, lo so!
    Il tramonto finge dipinge illude, lo so, lo so!
    Viva l'Arte che illude, differenzia valorizza il mondo! Arte, unica ricchezza, unica regina d'ogni Varietà! Unica divinità!
    Morte al genere comune! Morte alla monotonìa! Varietà, varietà, varietà! Viva l'Inegualismo, succo divino della Terra, arancia che io, mozzo bambino sospeso all'unico gancio della vela più alta, lancio lancio lancio alle Stelle bambine.
    Intanto i Venti laceravano le vele a brandelli, e con destrezza di mulinelli le mutavano in carta, cosicché volarono, innumerevoli giornali stampati in rosso a lettere cubitali.
    Si leggessero finalmente così da un polo all'altro le nuove verità:
    Aumentate le ineguaglianze umane.
    Scatenate dovunque e esasperate l'originalità individuale.
    Differenziate valorizzate sproporzionate ogni cosa.
    Imponete la varietà nel lavoro.
    Ad ogni uomo, ogni giorno un mestiere diverso.
    Liberate i lavoratori dalla massacrante monotonìa dell'identico lavoro grigio e dell'identica domenica vinosa.
    L'umanità agonizza di quotidianismo uguagliatore.
    L'Inegualismo solo può, moltiplicando contrasti, chiaroscuri, volumi, estro, calore, e colore, salvare l'Arte, l'Amore, la Poesia, la Plastica, l'Architettura, la Musica, e l'indispensabile Piacere di Vivere.
    Distruggete, annientate la politica, che opaca ogni corpo. È una lebbra-colera-sifilide tenacissima!
    Isolate presto tutti gl'infetti!
    Bruciate e seppellite le vecchie idee logore sudice di Uguaglianza, Giustizia, Fraternità, Comunismo, Internazionalismo.
    Imponente dovunque l'Inegualismo, per liberare ogni parte dal tutto opaco massiccio pesante!
    Il veliero oscillava portando la sua velatura cartiera redazione, e i Venti diffondevano in cerchio, a tutta velocità, l'Inegualismo dinamico che consegnerà il mondo alla futura prossima immancabile Artecrazia.

  4. #4
    Kim Il Sung
    Ospite

    Predefinito Fiume Futurista


    [Fiume futurista]Il nostro bolscevismo
    Intanto, il bolscevismo non concide affatto col pussismo italiano. Prendendo la Russia come modello tipico di rivoluzione sociale, si vede anzitutto che il bolscevismo è stato un movimento, non tanto grettamente espropriatore, quanto rinnovatore, perché ha voluto ricostruire in base a ideali vasti e profoni l’edificio sociale, assurdamente sbilenco sotto il decrepito regime czarista.
    Inoltre il bolscevismo russo, animato da un potente soffio di misticismo, non si è mosso con quei criterii di pacifismo codardo, che fanno dei cortei proletarii italiani altrettante processioni d’innocenti agnellini[…]. Il popolo russo ha saputo anche difendere la sua rivoluzione, e gli eserciti di Lenin si sono battuti spesso, vittoriosamente, contro i bianchi paladini della reazione.
    […]
    Il Soviet (altra parola spauracchio per i mosci borghesi di tutti gli Stati) è un prodotto così ragionevole e così utile dei nuovi tempi, ed è già così diffuso, sotto la forma sindacale, negli ambienti amministrativi e industriali, che non si capisce perché non debba entrare senz’altro nella vita politica e militare.
    […]
    Tra Fiume e Mosca c’è forse un oceano di tenebre. Ma indiscutibilmente Fiume e Mosca sono due rive luminose. Bisogna al più presto, gettare un ponte fra queste due rive.
    Mario Carli, Il nostro bolscevismo, in «La Testa di Ferro», 15 febbraio 1920


    Lenin sta a Carlo Marx, come la realtà sta al sogno.
    […]
    Lenin –fino a prova contraria- è un vittorioso. Ha impostato il giovane stato creato da luialle aristocratiche e barbute potenze d’Europa e d’America. Ha aderito a una pace che gli è stata offerta, e ora s’accinge a stringere contratti commerciali con gli Stati che hanno bisogno dei «suoi» mercati.
    Noi, ancora una volta, possiamo spiegare sdegnosamente il cagliume ufficialsocialista d’Italia, e tendere una mano con simpatia e speranza alla coraggiosa Repubblica orientale, che ha pagato generosamente di persona la sua furiosa volontà di rinnovamento e al suo Capo geniale e sereno che attende con sorridente ironia i diplomatici podragosi della vecchia Europa.
    Mario Carli, Il piccolo padre del bolscevismo, in «La Testa di Ferro», 7 marzo 1920


    Due sole figure di Eroi, nel senso Carlyliano della parola, ha fatto risaltare la guerra anonima, pesante e geniale: D’Annunzo e Lenin[…]. Né Lenin ci appare oggi come un principe di dissolvimento che incarni un ideale puramente negativo, una ribellione negativa, ma come un ricostruttore gigantesco. Nulla in lui di dogmatico […]. Egli ci appare oggi come sotto un aspetto ben diverso da quello che ce lo dipinsero i giornali interessati, borghesi e proletari.
    Non è da Lenin che dobbiamo difendere il nostro individualismo, ma bensì dalla coalizione dei plutocrati occidentali[…]- Questi sono oggi i nemici, e non il gigante di Mosca, al quale anzi di avvicina idealmente la lotta comune contro il comune nemico, contro i pigmei scaventatori d’oro. Poi si vedrà.
    Alessandro Forti, Fiume e il bolscevismo, in «La Testa di Ferro», 18 aprile 1920


    Intanto chiamateci pure “bolscevichi". Credo che nel nostro spirito, munito di ogni confort, ci sia posto anche per il bolscevismo[…] Gabriele D’Annunzio oggi è chiamato “compagno” dai proletari di Fiume, come ieri fu chiamato “caporale” dagli Arditi e “sergente” dai bersaglieri.
    Mario Carli, Prima tappa del fiumanesimo. La Lega di Fiume, in «La Testa di Ferro», 18 aprile 1920

  5. #5
    Kim Il Sung
    Ospite

    Predefinito La rivoluzione futurista

    "L'Ordine Nuovo", 1921

    I futuristi hanno svolto questo compito nel campo della cultura borghese: hanno distrutto, distrutto, distrutto, senza preoccuparsi se le nuove creazioni, prodotte dalla loro attività, fossero nel complesso un’opera superiore a quella distrutta: hanno avuto fiducia in se stessi, nella foga delle energie giovani, hanno avuto la concezione netta e chiara che l’epoca nostra, l’epoca della grande industria, della grande città operaia, della vita intensa e tumultuosa, doveva avere nuove forme, di arte, di filosofia, di costume, di linguaggio: hanno avuto questa concezione nettamente rivoluzionaria, assolutamente marxista, quando i socialisti non si occupavano neppure lontanamente di simile questione, quando i socialisti certamente non avevano una concezione altrettanto precisa nel campo della politica e dell’economia, quando i socialisti si sarebbero spaventati (e si vede dallo spavento attuale di molti di essi) al pensiero che bisognava spezzare la macchina del potere borghese nello Stato e nella fabbrica. I futuristi, nel loro campo, nel campo della cultura, sono rivoluzionari; in questo campo, come opera creativa, è probabile che la classe operaia non riuscirà per molto tempo a fare di più di quanto hanno fatto i futuristi: quando sostenevano i futuristi, i gruppi operai dimostravano di non spaventarsi della distruzione, sicuri di potere, essi operai, fare poesia, pittura, dramma, come i futuristi, questi operai sostenevano la storicità, la possibilità di una cultura proletaria, creata dagli operai stessi.
    A. Gramsci, Socialismo e fascismo. L’Ordine Nuovo (1921-1922), Einaudi, Torino 1966

  6. #6
    email non funzionante
    Data Registrazione
    12 Aug 2008
    Località
    Firenze
    Messaggi
    185
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Intrecci con futurismo ed anarchia

    Una lettura utile ad una più completa comprensione degli influssi avuti dall'impresa di Fiume nei campi artistico e politico è data dal libro Alla Festa della Rivoluzione di Claudia Salaris, una fra i maggiori studiosi del futurismo.
    Premesso che in quel periodo esisteva anche un futurismo di sinistra o filo-anarchico (rappresentato nella sua espressione più alta da Renzo Novatore[15]), tale tipo di impostazione futuristica era ben radicata sia nella Liguria - particolarmente nella provincia della Spezia - sia nelle Marche.
    Aderivano al movimento anche donne rilevanti dal punto di vista artistico come Gianna Manzini (1896-1974), figlia di un militante anarchico.
    Nella vicenda Fiumana è possibile individuare l'intreccio con la forma artistica del futurismo, fermo restando il fatto che il movimento fu poi fagocitato dal fascismo cessando - a parere di molti - la sua funzione artistico-propulsiva.
    Fondamentali per l'analisi dell'atmosfera del momento fiumano sono anche gli articoli dei giornali del periodo che mettono soprattutto in evidenza Testa di Ferro Mario Carli e i manifesti della associazione Yoga di Guido Keller. Carli è personaggio di grande interesse in quanto interpreta il doppio ruolo di artista e politico: futurista fra i firmatari del manifesto dei futuristi, capitano degli Arditi (nel quale riesce ad arruolarsi pur essendo stato respinto ad una prima visita per motivi oculistici), filo-bolscevico a Fiume, golpista di sinistra ante-litteram, rientrò poi nel fascismo su posizioni di fronda spezzando dopo l'attacco squadristico alla camera del Lavoro di Milano il legame preferenziale formatosi fra Arditi e Mussolini con il suo articolo Arditi non gendarmi. Supportò poi la scissione degli associazione nazionale Arditi d'Italia da cui nacque il Fronte Unito Arditi del Popolo.
    Nel 1922 Argo Secondari, fondatore degli Arditi del Popolo, in un'intervista ad un emissario di Antonio Gramsci ritenne che il D'annunzio (il Comandante come lo chiamano in quel periodo) stesse organizzando la battaglia contro i fascisti e nella vicenda di Parma la Lega Proletaria Filippo Corridoni, che combatteva i fascisti alleata con il Fronte Unito Arditi del Popolo, mostrava una foto con dedica del D'annunzio nella sede (Pino Cacucci in Oltretorrente):
    « Ovvero si può dire che l'Impresa Fiumana fu anche, ed ovviamente non solo, il crogiolo da cui poterono fuoriuscire e/o rivendicarne una certa continuità ideale (quella legata alla Carta del Carnaro) le più formazioni militarmente meglio organizzate, delle Formazioni di difesa proletaria che furono ben presto riconosciute ed accettate e nelle cui fila confluirono molti militanti del movimento anarchico. »
    La maggioranza numerica era tuttavia di militanti del partito comunista che non avevano obbedito agli ordini contrari, in tal senso, di Amedeo Bordiga ed avevano invece seguito il parere favorevole dell'Internazionale esplicitato da Nikolai_Bucharin nel suo incontro con Ruggero Grieco.

  7. #7
    Nuova Destra Sociale
    Data Registrazione
    03 Aug 2008
    Località
    Viterbo
    Messaggi
    293
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    « E non è anche vero che tu, adesso, più che mai, o diversamente esiliato, un poco ti affidi a me? »(Gianna Manzini: Ritratto in piedi)



    Gianna Manzini con il suo gattino
    Gianna Manzini (Pistoia, 24 marzo 1896Roma, 31 agosto 1974) è stata una scrittrice italiana.
    Indice

    [nascondi]


    Biografia [modifica]

    Nasce a Pistoia il 24 marzo 1896, da una agiata famiglia della borghesia locale, i genitori dopo alcuni anni decidono di separarsi a causa di contrasti tra le idee anarchiche del padre e il perbenismo conservatore della madre. La separazione dei genitori, lascia nell'animo sensibile della bambina un segno indelebile che viene ancora più acuito,quando dopo alcuni anni, già giovane donna, nel suo animo s'instaurano sensi di colpa e il rimorso, per non essere stata vicina al padre, quando per avere partecipato ad alcune cospirazioni al regime fascista instaurato da poco, consigliato da Mussolini in persona, di ritirarsi in volontario esilio in un piccolo paese di montagna, nell’Appennino Pistoiese Cutigliano, dopo alcuni anni di confino nel 1925, muore in seguito ad una premeditata aggressione fascista.

    Dopo la separazione dei genitori,con la mamma all'inizio dell'autunno del 1914 si sposta a Firenze, per completare gli studi, città di cui rimane colpita ed entusiasta, si iscrive e frequenta con grande profitto i corsi di Letteratura all' università di Firenze partecipando al vivace dibattito culturale nato tra la fine della Prima guerra mondiale e l'insorgere del Fascismo. Mentre sta preparando la tesi di laurea ,sulle opere ascetiche di Pietro l'Aretino,conosce Bruno Fallaci,responsabile della terza pagina del quotidiano la Nazione è il classico colpo di fulmine , non perdono tempo e nei giorni di Natale del 1920 si sposano.Il quotidiano nella edizione serale nell'estate dello stesso anno aveva già pubblicato un racconto ,il primo di una lunga serie nei quali si notano in modo sempre più evidente la qualità e le ragioni della sua prosa.
    Nel 1928 pubblica il suo primo romanzo Tempo innamorato accolto come una ventata di novità dalla critica , recensito da Emilio Cecchi ,si merita anche l'attenzione di Andrè Gide Valery Larbaud. Incomincia a collaborare alla rivista letteraria Solaria, e in questo ambiente colto e attento alle nuove proposte conosce Arturo Loria, Alessandro Bonsanti , Prezzolini, De Robertis e il giovane Montale che a proposito del primo libro della Manzini scrive "ha fatto già molto e molto ancora può fare per il romanzo italiano "
    Nel 1930 è l'unica donna scelta da Enrico Falqui e da Elio Vittorini per l'antologia Scrittori Nuovi, ma con il successo e l'apertura verso la narrativa europea arriva la crisi coniugale , nel 1933 si separa definitvamente dal marito ,lascia la tanto amata Firenze , da un taglio al suo passato e insieme ad Enrico Falqui si trasferisce Roma .La città in un primo momento gli si dìimostra ostile, la relazione amorosa tempestosa, trova con il tempo un equilibrio sentimentale e il luogo dove mettere definitivamente le radici.
    Nell'immediato dopoguerra proprio con Falqui fonda la rivista Prosa l'avventura editoriale durerà poco, la rivista svolgeva un ruolo di primo piano nel dibattito spinoso sulla narrativa,ospitando gli scritti diVirginia Woolf, Thomas Mann ,Jean Paul Sartre e Paul Valéry.
    In concomitanza con il suo impegno letterario incomincia per la Manzini a Roma anche una frivola e lunga attività di cronista di moda, prima sul quotidiano Giornale d'Italia,poi su il settimanale Oggi, e più tardi sulla rivista La Fiera Letteraria tiene una rubrica fissa che firma con gli pseudonimi di Pamela e Vanessa,scrive articoli scanzonati , pensieri estrosi , distrazioni che concede ad un impegno sempre stato tirranico e assoluto .
    Dopo la stesura tormentata e lunga del racconto Lettera all'Editore nel 1945 che segna il punto più alto dei suo lirismo estetico , alcuni anni più tardi,nel 1953, conosce il giovane Pasolini il quale la sottrae ad una narrattiva alquanto provinciale,prepara un nuovo romanzo La Sparviera che nel 1956 si aggiudica il prestigioso Premio Viareggio. La vicenda nel romanzo si dipana ,senza soffermarsi troppo in intrusioni memoriali, così compiaciute nei racconti degli anni quaranta, la storia della malattia polmonare che aveva contratto da bambina e che la perseguiterà fino alla morte. Gli spettri dell'infanzia tornano nell'ultimo romanzo Ritratto in piedi(1971), con il quale vince il Premio Campiello e una notorietà tardiva,e l'ultimo volume di racconti Sulla soglia che viene pubblicato nel 1973. Muore a Roma, sola ,pochi mesi dopo la scomparsa del suo convivente e grande amore Enrico Falqui il 31 agosto 1974.

    La tematica [modifica]

    La prosa della Manzini, come la definiva già al suo esordio il critico Emilio Cecchi "complicata e un po' abbagliante" ha sempre cercato di costruire il racconto secondo angolature e piani diversi, per il continuo spostamento la narrazione assume delle volte un ritmo affannoso, prezionismi lessicali, metaforici e lo stile diventa spesso acrobazia. Il critico Giacomo Debenedetti scrisse "certamente la Manzini è riuscita e riesce a pronunciare parole che, fino all'attimo precedente, avevamo creduto inpronunciabili [.....]in tal modo [...] ci può descrivere un visibile che anche noi dovremmo vedere, ma da soli non vedremo mai".
    Nei suoi due ultimi libri oltre che la notorietà e la fama sono per la scrittrice un ritorno doloroso alle origini; il ricordo del padre amatissimo, i sensi di colpa , ripresi dopo un oblio di ben sessantanni, necessari per sviscerare tutto il suo vissuto, la dolorosa vicenda di un padre ricco che lascia tutto anche la famiglia per correre dietro ad un ideale e ad un destino tragico, e una madre ricca borghese conservatrice e reazionaria, è uno scontro di scelte diverse e inconciliabili .
    La Manzini si rivela un'intellettuale raffinata, autrice di frammenti lirici e sperimentatrice di forme aperte del testo. Il suo è un percorso originale e innovativo, che si pone al di là delle tendenze letterarie, spesso precorrendo i tempi con tecniche nuove e personalissime.
    La sua opera, è stata da subito apprezzata dalla critica e da grandi intellettuali, sebbene sia rimasta per troppo tempo confinata all'interno di un pubblico ristretto. Oggi sembra che possa finalmente essere illuminata da una nuova rilettura delle sue opere anche grazie allo straordinario apporto del suo archivio personale, capace di aprire nuove prospettive di ricerca sui suoi testi

  8. #8
    email non funzionante
    Data Registrazione
    12 Aug 2008
    Località
    Firenze
    Messaggi
    185
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Kim Il Sung Visualizza Messaggio
    "L'Ordine Nuovo", 1921

    I futuristi hanno svolto questo compito nel campo della cultura borghese: hanno distrutto, distrutto, distrutto, senza preoccuparsi se le nuove creazioni, prodotte dalla loro attività, fossero nel complesso un’opera superiore a quella distrutta: hanno avuto fiducia in se stessi, nella foga delle energie giovani, hanno avuto la concezione netta e chiara che l’epoca nostra, l’epoca della grande industria, della grande città operaia, della vita intensa e tumultuosa, doveva avere nuove forme, di arte, di filosofia, di costume, di linguaggio: hanno avuto questa concezione nettamente rivoluzionaria, assolutamente marxista, quando i socialisti non si occupavano neppure lontanamente di simile questione, quando i socialisti certamente non avevano una concezione altrettanto precisa nel campo della politica e dell’economia, quando i socialisti si sarebbero spaventati (e si vede dallo spavento attuale di molti di essi) al pensiero che bisognava spezzare la macchina del potere borghese nello Stato e nella fabbrica. I futuristi, nel loro campo, nel campo della cultura, sono rivoluzionari; in questo campo, come opera creativa, è probabile che la classe operaia non riuscirà per molto tempo a fare di più di quanto hanno fatto i futuristi: quando sostenevano i futuristi, i gruppi operai dimostravano di non spaventarsi della distruzione, sicuri di potere, essi operai, fare poesia, pittura, dramma, come i futuristi, questi operai sostenevano la storicità, la possibilità di una cultura proletaria, creata dagli operai stessi.
    A. Gramsci, Socialismo e fascismo. L’Ordine Nuovo (1921-1922), Einaudi, Torino 1966




    "Questo foglio esce per rispondere a un bisogno profondamente sentito dai gruppi socialisti di una palestra di discussioni, studi e ricerche intorno ai problemi della vita nazionale ed internazionale (...).
    OCCORRE alla propaganda parolaia, che ripete stancamente, con sfiducia mal celata dalla sonorità e dall'audacia tutta esteriore delle frasi, SOSTITUIRE LA PROPAGANDA DEL PROGRAMMA SOCIALISTA, di quel complesso cioè di soluzioni ai grandi problemi sociali che solo possono conciliarsi e vivificarsi in un tutto armonico e compatto nell'ideologia socialista. VOGLIAMO che in tutta la propaganda socialista cioè si faccia seguire sempre la critica della società capitalistica, del falso ordine borghese coll'ordine nuovo comunista (...).
    La borghesia e con essa l'organismo sociale rassodatosi dopo la rivoluzione francese sono esausti, nell'impossibilità di trovare in sé sia i materiali che le capacità direttive della ricostruzione (...). OCCORRE LAVORARE SU UN TERRENO NUOVO, vergine, in cui i germi dell'avvenire trovino l'humus propizio, in cui l'umanità possa rinnovarsi e risorgere; OCCORRE che una classe nuova al potere, provata duramente ma nello stesso tempo rafforzata dalla guerra, sappia per impulso proprio assumersi l'eroica impresa di portare sulle sue spalle il torbido e suggestivo domani.
    In questa classe, IL PROLETARIATO, è riposto l'avvenire del mondo; tutte le speranze, tutte le possibilità. La visione profetica di Marx, che aveva annunciato ai lavoratori la loro missione, si attua ora, giorno per giorno, man mano che la borghesia si dimostra inetta a salvare l'umanità dall'incendio ch'essa stessa ha appiccato, e man mano che la vita sociale gravita sempre più attorno al suo centro naturale e stabile: il proletariato".
    (Nell'immagine: La testata del primo numero (1 maggio1919) de "L'Ordine Nuovo" diretto da Antonio Gramsci)

  9. #9
    Nuova Destra Sociale - Viterbo
    Data Registrazione
    07 Aug 2008
    Località
    Viterbo
    Messaggi
    137
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Manifesto del futurismo






    La prima pagina del giornale francese Le Figaro del 20 febbraio 1909 con il Manifesto del Futurismo (evidenziato in giallo)


    Il Manifesto del Futurismo (vedi testo in Futurismo), pubblicato su Le Figaro di Parigi il 20 febbraio 1909 fu scritto da Filippo Tommaso Marinetti e rilasciato in forma declamatoria per fornire una raccolta concisa di pensieri, convinzioni e intenzioni dei Futuristi. Può essere interessante leggere questo testo perché, nella sintesi degli articoli, permette una comprensione più nitida dell'evoluzione culturale in Italia all'inizio del XX secolo, che avrebbe, nel giro di pochi anni, contribuito al successo del Fascismo.
    Le relazioni tra Futurismo e Fascismo non sono generalmente ammesse, ma la violenza estrema di questo manifesto può aiutare a spiegare perché il Fascismo ebbe l'opportunità di usare con successo il suo stile ed il suo aspetto tipicamente nazionalista.
    Ciò che fu il limite della letteratura italiana alla fine dell'Ottocento, la sua mancanza di contenuti forti, il suo quieto e passivo laissez faire, venne immediatamente combattuto dai Futuristi (vedi art. 1, 2, 3) e la loro reazione comprese l'uso dell'eccesso, che provò l'esistenza di una sopravvissuta e dinamica classe intellettuale italiana.
    Nel periodo in cui l'industria cresceva d'importanza in tutta Europa, i Futuristi sentivano il bisogno di confermare che l'Italia è presente, ha un'industria, ha il potere di prendere parte a questa nuova esperienza, saprà trovare l'essenza superiore del progresso, attraverso i suoi simboli: l'automobile e la sua velocità (vedi art. 4).
    Inoltre, i Futuristi confermarono che la letteratura non sarebbe stata sorpassata dal progresso. Avrebbe assorbito il progresso nella sua evoluzione e avrebbe dimostrato che il progresso era quello che era perché l'Uomo lo avrebbe usato per lasciar esplodere sinceramente la sua natura, che è fatta di istinto. L'Uomo reagisce contro la forza potenzialmente soverchiante del progresso, e grida forte la sua centralità. L'Uomo userà la velocità, non il contrario (vedi art. 5 e 6).
    La poesia, la voce dello spirito, aiuterà l'Uomo nel permettere alla sua anima di essere parte di tutto questo (vedi art. 6 e 7), indicando un nuovo concetto di bellezza che si rifarà all'istinto umano per la lotta.
    Il senso della storia non può essere lasciato da parte: questo è un momento speciale, molte cose stanno per cambiare in nuove forme e nuovi contenuti, ma l'Uomo sara in grado di passare attraverso questi cambiamenti, (vedi art. 8) portando con se ciò che gli deriva dall'inizio della civilizzazione.
    Uno degli articoli più particolari è l'articolo 9, nel quale la guerra viene definita come una specie di bisogno per lo spirito umano, una purificazione che permette e favorisce l'idealismo. Alcuni hanno detto che questa definizione data dai Futuristi avrà in seguito influenzato i movimenti di massa che pochi anni dopo daranno consistenza al totalitarismo, principalmente in Italia, Germania e, in forma differente, in Russia.
    La pesante provocazione inclusa nell'articolo 10 è una logica conseguenza di tutto quanto detto sopra.
    Si deve notare che questo manifesto apparve molto prima che avvenisse uno qualsiasi dei fatti dirompenti del secolo XX, che immediatamente vengono richiamati alla memoria come potenziale significato concreto di questo testo. E molti di essi non potevano neanche essere immaginati. La Rivoluzione Russa è la prima di queste rivoluzioni "descritte" dall' articolo 11, ma che avvenne diversi anni dopo

  10. #10
    FORZA NUOVA
    Data Registrazione
    01 Dec 2007
    Località
    Affianco ai miei fratelli
    Messaggi
    2,104
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    il Futurismo è l'ultima espressione del genio romano e italiano, non è un caso che il Fascismo migliore fu futurista

 

 
Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Il Net.Futurismo.
    Di Villanoviano nel forum La Filosofia e il Pensiero Occidentale
    Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 03-03-14, 21:55
  2. Futurismo!
    Di Nicki (POL) nel forum Destra Radicale
    Risposte: 7
    Ultimo Messaggio: 10-05-08, 22:35
  3. FuTuRisMo!
    Di Antimodernità! nel forum Destra Radicale
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 28-01-08, 19:20
  4. Futurismo tra Fascismo e Bolscevismo
    Di Rodolfo (POL) nel forum Destra Radicale
    Risposte: 9
    Ultimo Messaggio: 04-05-05, 22:03

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito