qualche giorno fa sul Corriere della sera un articolo faceva il resoconto dei brigatisti condannati negli anni '80 rimasti in carcere: su 7000 (settemila!), poco più di 500.
probabilmente è l'ignoranza in materia che ti rende convinto che le carceri siano colme dei classici ''ladri di mele'': il rubagalline in carcere non può finirci, così come non può finirci il consumatore di droghe, perché per le condanne sotto i 3 anni (4 se si è tossicodipendenti), in virtù della legge simeone, in carcere non si finisce punto.
certo, se il consumatore di droga compie una rapina con sequestro di persona o un'estorsione o si affilia alla mafia, qualche anno (o magari qualche mese) se lo fa...
e questo cosa c'entra? ma hai letto quello che ho scritto?
tu parlavi di consumatori di droga e rubagalline che riempiono le galere, e io ti ho informato dell'esistenza di una legge, la simeone saraceni, che fa sì che per i reati minori, praticamente, non si finisca mai in carcere; poi ce n'è un'altra, la gozzini, che fa sì che per i reati più gravi si esca dopo pochissimo, vedi Maso e i brigatisti; insomma, ti ho chiarito che la tua convinzione era falsa.
poi che i magistrati siano impegnati in processi per consumo di stupefacenti e taccheggio (i ''tacchinatori'' sarebbero i taccheggiatori, presumo) non ha nulla a che vedere con chi finisce o no dentro.
Nel 1995 destra e sinistra (eccetto la Lega e qualche verde sciolto) riformano la custodia cautelare: più difficile il carcere preventivo che poi, in Italia, è l'unico che si sconta. Nel '98 destra e sinistra varano la legge Simeone-Saraceni (il primo è di An, il secondo Ds): un capolavoro che allarga le maglie della Gozzini, che consente al condannato fino a 3 anni di carcere di uscire in affidamento al servizio sociale e fino a 2 anni di restare ai domiciliari. Ora il condannato ha pure la pena sospesa finché la polizia non riesce a notificargli la condanna di persona, brevi manu. Se il tipo si fa trovare, ha 30 giorni per chiedere l'affidamento (o altra pena alternativa) al giudice di sorveglianza, che impiegherà 3-4 anni a rispondergli; nel frattempo il condannato resta libero. Quando poi il giudice riesce finalmente a rispondere e magari decide di mandarlo dentro, la polizia deve rintracciarlo una seconda volta e consegnargli, sempre brevi manu, il provvedimento. Se il condannato non è proprio un demente, gli basta sparire dalla circolazione perché la pena resti sospesa sine die. E, dopo qualche anno, cada in prescrizione. Il messaggio della Simeone-Saraceni è altamente educativo: la miglior difesa è la fuga. Così decine di migliaia di condanne restano ineseguite perché il delinquente, preavvertito della possibilità di finire dentro, non si fa più trovare. Geniale.
http://vivamarcotravaglio.splinder.com/tag/saraceni
E allora ? che cacchio vuol dire ? sta attento che adesso un tossico in quanto tale è esentato dal carcere anche se delinque.
Poi non preoccuparti che il 99 % di quelli che stanno al fresco se lo meritano.....non ci solo solo ladri di galline e mafiosi , c'è anche una delinquenza di mezzo che è bene sconti le pena in galera.