Milioni di anziani ormai alla fame. E i fondi pensione vanno a fondo
di Sante Moretti
su Liberazione del 22/10/2008
Siamo alla recessione. Il costo della vita (inflazione) aumenterà, mentre scendono i consumi
Nel 2008 in Italia non ci sarà una crescita economica. Siamo alla recessione. Il costo della vita (inflazione) aumenterà più del 4% ed i prodotti alimentari ed energetici più del 6%.
Sono diminuiti i consumi di alcuni prodotti alimentari: pasta , pane, latte, frutta, ortaggi.
I periodi di ferie o di vacanze sono stati più brevi e in molti vi hanno rinunciato tanto che nei luoghi di villeggiatura si è registrato un calo delle presenze. Diverse municipalità stanno riducendo le prestazioni sociali, i servizi e sostegni economici ai meno abbienti. Non risultano in calo invece i profitti e le rendite anche se i mercati finanziari sono colpiti da un vero e proprio terremoto.
Il Governo ignora quella che è una vera emergenza sociale e cioè l'impoverimento dei lavoratori dipendenti, dei pensionati, delle famiglie numerose. In questi primi mesi il Governo ha garantito al premier l'immunità, varato leggi che limitano la libertà ed i diritti degli ultimi e di conseguenza i diritti soggettivi di tutti. Ha approvato una manovra finanziaria basata sugli interessi delle imprese che ignora i salari e le pensioni. Nell'autunno, lo ha annunciato il premier, il Governo cambierà il sistema giudiziario e realizzerà il federalismo partendo da quello fiscale.
Il corpo sociale maggiormente colpito è quello dei pensionati. Gli anziani superano il 25% della popolazione e vivono in una condizione sempre più precaria.
I livelli delle pensioni (media generale) non superano i 1.000 euro al mese. Più di 5 milioni,oltre il 25%, percepisce tra i 300 de i 500 euro al mese; un altro 50% non raggiunge i 1.300 euro. Le donne ricevono assegni mediamente inferiori del 20% di quelli degli uomini.
L'aumento del costo della vita sta impoverendo sempre di più questi uomini e donne che dopo aver lavorato e prodotto ricchezze e profitti per una vita si trovano in crescente difficoltà economica e con un futuro sempre più incerto. Non solo, continuano ad essere additati tra i primi responsabili della crisi economica in quanto peserebbero eccessivamente sul bilancio dello Stato. Una menzogna spudorata!

La scala mobile
L'abolizione della scala mobile è stata un disastro per i salari e le pensioni.
Per le pensioni è rimasto in vita un meccanismo che prevede una rivalutazione percentuale delle pensioni e degli assegni sociali con un anno di ritardo e sulla base del rilevamento Istat dell'aumento dei prezzi di un certo numero di prodotti (paniere).
Le conseguenze sono che negli ultimi 10 anni gli importi delle pensioni perdono la capacità di acquisto tra il 2 ed il 3% ogni anno in quanto il paniere dell'Istat non rileva l'effettiva inflazione ed ignora che la tipologia dei consumi è diversa in ragione dell'età e del ceto sociale. Gli alimentari, le medicine ed i servizi sociali hanno un peso rilevante per gli anziani. L'aumento delle pensioni per il costo della vita è stato di circa il 2% ogni anno, ma il 2% su una pensione di 500 euro al mese è di 10 euro mentre per una di 5000 euro è di 100 euro: è evidente l'iniquità.
Negli anni si allarga la forbice tra l'importo della pensione percepita ed i salari in quanto le pensioni sono collegate ai salari e da più di 20 anni non sono state rivalutate.

Dal diritto alla carità
Le misure assunte o adombrate dal Governo sembrano ignorare che in questo 2008 i più colpiti dall'aumento dei prezzi sono milioni di anziani e che sempre più numerosi precipitano nella povertà. Il Governo si è inventato (come in America) la CARD, cioè una tessera per i poveri, da utilizzare in alcuni esercizi commerciali e per pagare le utenze. Tale tessera, del valore di 400 euro annui sarà distribuita ad un milione di anziani in base all'età ed al reddito (quali?) ed il suo onere sostenuto non solo dallo Stato ma anche da donazioni. Hanno tentato contemporaneamente di cancellare l'istituto della pensione o assegno sociale percepito da 800.000 anziani totalmente privi di redditi ma non ci sono riusciti . Sono invece riusciti ad escludere da questo beneficio gli immigrati anche se regolari e residenti in Italia.
Siamo di fronte ad una emergenza sociale. Si impone un aumento generalizzato delle pensioni di importo inferiore ai 2.000 euro al mese e il raddoppio degli attuali minimi e portare gli attuali minimi di 400/500 euro a 700/800. Va poi istituito un sistema di rivalutazione automatico che copra il reale aumento del costo della vita nella stessa misura per tutti i pensionati e che mantenga l'importo della pensione legata all'andamento dei salari.

Pensioni integrative
La previdenza integrativa voluta dai sindacati, dai padroni e dai mercati finanziari per giustificare il taglio delle pensioni pubbliche è in crisi.
Quel 25% di lavoratori e lavoratrici che è stato convinto od obbligato a conferire ai fondi il TFR registra con sgomento che il rendimento (al netto delle imposte e calcolando tutti i benefici) è stato nel 2007 l'1,6% mentre la resa del TFR lasciato in azienda è stata il 3,1%. Nel 2008, fino ad agosto, i fondi pensione di categoria hanno perso il 3%. Mentre il TFR ha reso il 4,1% ed è difficile prevedere quello che succederà in futuro di fronte al terremoto che sta sconvolgendo i mercati finanziari.
E' noto che alcune linee di investimento attivate dai fondi hanno perso il 15%.
E' necessario rivendicare il diritto, per chi ha aderito i fondi, di poter cessare di versarvi il TFR.
Sarebbe auspicabile un intervento del Governo, che è così generoso con le banche e con le imprese per garantire l'integrità del TFR versato ai fondi.

In vista nuovi tagli
E' noto che diversi parlamentari del Centro-Destra ed esperti del Ministero del Lavoro stanno studiando interventi tesi ad aumentare l'età per il diritto alla pensione ed in primo luogo per le donne, a ridimensionare i già modesti benefici per chi svolge attività usuranti, a modificare i coefficienti per calcolare l'importo della pensione. Una prima proposta di legge in tal senso è stata ritirata, ma a breve sarà ripresentata.

E' emergenza pensioni
Il sistema pensionistico pubblico, complici anche i sindacati, è stato negli ultimi 16 anni profondamente cambiato, peggiorato con conseguenze negative per chi è in pensione ma soprattutto per chi si pensionerà in futuro. E' certo che con la pensione pubblica e con quella integrativa non si potrà più vivere in modo dignitoso.
Per le pensioni è emergenza anche se sono finite in un cono d'ombra.
E' questo un terreno su cui la sinistra, i sindacati si devono misurare. Noi continuiamo caparbiamente a sostenere un sistema pensionistico pubblico solidale ed universale.


http://esserecomunisti.it/index.aspx...Articolo=26306