Infanzia: Cancian (Pne), materne e nidi a rischio fallimento
(Arv) Venezia 23 ott. 2008 - Il consigliere regionale di Progetto Nordest Diego Cancian fa proprio il "grido di dolore" che arriva delle scuole materne e dai nidi integrati non statali della Regione, in gravi difficoltà economiche perché non hanno ancora ricevuto nemmeno gli anticipi dei contributi regionali promessi per il 2008. E trasforma in una interrogazione consiliare la lettera che con Carlo Velludo, il parroco trevigiano coordinatore delle scuole materne parrocchiali della Marca, ha inviato all'assessore Valdegamberi per sollecitare l'erogazione di quanto promesso e già stanziato a bilancio. A nome delle 1200 scuole dell'infanzia private del Veneto, che accolgono 92 mila bambini (il 75 per cento della popolazione scolastica 2-5 anni) e impiegano 8.200 persone, tra educatrici, maestre e personale ausiliario, Cancian ricorda alla Giunta che l'acconto del 50 per cento promesso a marzo, con circolare firmata dall'assessore al sociale, non è mai stato erogato. "Le motivazioni addotte dall'assessore, che fanno riferimento al rispetto dei vincoli posti dal patto di stabilità - scrive Cancian - non convincono, perché il patto fissa sì un tetto di spesa, ma lascia alla Regione decidere quali voci inserire e quali rimandare ad un altro esercizio di gestione". L'esponente regionale del Pne sottolinea la contraddizione tra le dichiarazioni pubbliche dell'assessore, che assicuravano a tali scuole "ulteriori risorse finanziarie per riconoscere con sempre maggior concretezza l'importanza delle strutture di accoglienza per la prima infanzia" e la realtà dei fatti, visto che neppure un euro è stato concretamente erogato ai servizi per la prima infanzia. "Qualora le materne e i nidi cattolici chiudessero - conclude Cancian, facendo proprie le parole di don Velludo - perché impossibilitate a pagare stipendi e fornitori, la Regione Veneto potrà ancora pilatescamente lavarsi le mani di fronte alle tante famiglie private di questo servizio dicendo che 'la colpa è dei preti', o dovrà rendere conto della sua miope e iniqua condotta politica?"