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    Predefinito Storie di proibizionismo

    22-10-2008, ore 1215

    Italia. Storie di proibizionismo: costretto a spacciare a otto anni

    Un pregiudicato di Casteldaccia, paese alle porte di Palermo, aveva costretto tutti i componenti della sua famiglia a spacciare droga, compreso il nipotino di otto anni. L'uomo, destinatario di un provvedimento cautelare e' deceduto per cause naturali, ed i carabinieri hanno eseguito stamani nove arresti. Lo spaccio della droga e' stato ripreso dai carabinieri con alcune telecamere nascoste, e in diverse immagini si vede il bambino di 8 anni che vende lo stupefacente. Tutto si svolge tra i comuni di Palermo, Bagheria e Casteldaccia. L'operazione e' stata denominata 'Pater Familias' perche' coinvolge tutti i familiari. Oltre alle nove persone arrestate su ordinanza di custodia cautelare in carcere, altre sei, di cui tre minorenni sono stati denunciati a piede libero. Tutti sono accusati di aver organizzato un vasto traffico di stupefacenti, rifornendo le piazze per lo spaccio al dettaglio nelle aree limitrofe al capoluogo siciliano. Il presunto capo dell'organizzazione, che e' un pregiudicato, secondo l'accusa ha coinvolto nell'attivita' figli, genero e nipoti, realizzando una vera e propria ditta dello spaccio a conduzione familiare. Sono in corso perquisizioni, in cui sono impegnati 200 carabinieri supportati da quattro unita' cinofile e da due elicotteri.


    http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=18830

  2. #2
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    22-10-2008, ore 12:07:09

    Grecia. Storie di proibizionismo. Zanotti libero su cauzione, rischia 10 anni per 20 grammi

    Luca Zanotti sara' presto libero su cauzione e tornera', forse gia' oggi, in Italia dove il suo paese Santarcangelo di Romagna si prepara ad accoglierlo con 'feste senza limiti'. Sara' liberato dopo oltre un mese nelle carceri greche per essere stato sorpreso con 20 grammi di hashish nel 2005. Dovra' ripresentarsi al suo processo aggiornato al 16 dicembre, ma lo fara' fuori dalle sbarre e quando appare ormai chiaro che neppure i giudici considerano realistica l'accusa di 'trafficante internazionale di stupefacenti'. Il tribunale di Kalamata, nel sud del Peloponneso, ha infatti deciso di rimettere in liberta' Luca, dopo che il dibattimento era stato rinviato a causa dello sciopero generale che coinvolge i cancellieri di tribunale, ma non i magistrati. Di fronte al rinvio l'avvocato Giorgio Assimakis aveva chiesto alla corte la semiliberta' per Zanotti. E malgrado vi si sia opposta l'accusa, sostenendo che persiste il rischio di fuga, ha deciso di ridare la liberta' al giovane che sara' ora trasferito di nuovo nella vicina Nafplion in attesa della scarcerazione. La giornata era cominciata male. A causa dello sciopero generale, e malgrado la buona volonta' dei giudici, il cancelliere, presente-assente si era rifiutato di svolgere il suo ruolo costringendo il presidente a rinviare il dibattimento non solo di Zanotti ma di altri tre casi. E a nulla erano valse le perorazioni di Assimakis che aveva evidenziato la presenza di familiari, di deputati, amici, concittadini e giornalisti giunti dall'Italia. Poi pero' dopo ha interrogato Luca, il quale ha detto di essere stato sempre un ragazzo normale e di aver in passato consumato hashish saltuariamente come molti ragazzi, alle feste, ma mai in modo abituale. E di non essere comunque piu' lo stesso di tre anni fa, di essere 'cambiato', di non avere, da allora, piu' fatto uso di stupefacenti. Il giudice ha detto 'ne terremo conto' convincendosi apparentemente che non si poteva tenere in carcere per altri mesi in attesa di processo quel ragazzo di venticinque anni che ha commesso 'uno stupido errore ma non e' certo un criminale' come ha sottolineato l'on. Elisa Marchione (Pd). E accogliendo le richieste della difesa lo ha riconsegnato alla famiglia in cambio di 10.000 euro. A causa dello sciopero delle banche l'operazione potra' essere finalizzata solo domani e poi Luca potra' tornarsene in Italia, in auto col padre Paolo e il fratello Matteo. Accanto alla famiglia, sempre, la rappresentante consolare a Kalamata, Margherita Bovicelli, l'assiste sociale presso ml'ambasciata Salvo Cavallaro e Martin Brook responsabile consolare all'ambasciata di Atene. 'E' stato un bel risultato, ma anche una gran fatica riuscirci' dice Assimakis, circondato da familiari e amici con il sorriso sulla bocca e qualche lacrima negli occhi. 'E' stata quasi una fatica di Ercole' aggiunge riferendosi alla 'lotta' con il cancelliere prima e con l'accusa poi che non voleva concedere la liberta'. Ma il riferimento e' anche all'ultima fatica del grande eroe greco per trascinare Cerbero fuori dall'Inferno. Un lotta avvenuta a pochi chilometri da Kalamata, a capo Taenarum, estrema punta del Peloponneso dove si riteneva vi fossero le 'Porte degli Inferi'. 'Sono molto molto felice, e' andata bene lo terremo stretto stretto' dice all'ANSA Matteo, il fratello diciannovenne che a Luca assomiglia molto e cerca di trattenere la commozione. E il padre Paolo assicura che 'e' finito un incubo'. 'Dovra' ancora tornare qui per il processo ma lo fara' da persona libera, aspettando insieme a noi, a casa'. 'E' prevalso il buon senso su una giustizia che non funziona bene' commenta l'on. Sergio Pizzolante (Pdl). 'Quando arrivera' a Santarcangelo gli faremo feste senza limiti, non potete neppure immaginarlo' dice all'ANSA il vicensidaco Fabrizio Nicolini, anche lui presente a Kalamata, una cittadina di 50.000 abitanti dedita soprattutto all'agricoltura (le famose olive di kalamata) e al turismo. (Ansa)

  3. #3
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    23-10-2008, ore 08:10:22

    Italia. Persino la Federserd spaventata dalla furia proibizionista di De Corato

    'Incredibili e gravissime': cosi' il presidente nazionale di Federserd (federazione dei servizi pubblici per le dipendenze), Alfio Lucchini, definisce le parole pronunciate ieri dal vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, che ha definito i Sert milanesi 'luoghi di spaccio' auspicandone la chiusura. 'Non pensavamo di dover sentire nel terzo millennio parole sprezzanti come queste, lesive della dignita' prima ancora che del lavoro di tutti noi, i professionisti dei Sert hanno bisogno di lavorare con serenita' con le migliaia di giovani e meno giovani, che a Milano come in tutta Italia si rivolgono sempre piu' ai servizi pubblici per affrontare percorsi spesso lunghi e difficili'. 'A chi vuole trovare scorciatoie ricordiamo di analizzare l'andamento dei fenomeni di abuso e dipendenza nel nostro Paese e le azioni messe in campo per affrontarlo: negare la complessita' dell'intervento e la necessita' della integrazione nelle varie fasi del percorso terapeutico e riabilitativo delle persone tra i Sert e le Comunita' non solo e' antistorico, ma anche fonte di conseguenze negative per la salute dei singoli e lo sviluppo della societa''. 'Ci auguriamo che l'interesse per i Sert animi a ogni livello chi deve garantire in mezzi e strutturare gli interventi di cura sanciti dalla costituzione italiana e dai livelli essenziali di assistenza'.



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  4. #4
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    22-10-2008, ore 12:03:42

    Italia. Prohibition party a Milano. Maroni: niente patente. De Corato: i Sert sono luoghi di spaccio. Tolleranza zero..

    Assoluta durezza nel colpire il traffico e lo spaccio di stupefacenti attraverso una "delimitazione piú precisa tra spaccio e consumo" insieme con una politica mirata a "disincentivare i giovani a fare uso di droga", arrivando a introdurre anche sanzioni accessorie come il ritiro o la non concessione della patente di guida a chi è condannato in via definitiva per droga. E' la ricetta che il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha esposto nel corso del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto questa mattina in Prefettura a Milano, che include anche un inasprimento mirato contro la criminalità organizzata e l'immigrazione clandestina extracomunitaria e modifiche tecniche al Codice per "migliorare i meccanismi di attacco al circuito dello smercio di stupefacenti". Per Maroni è arrivato il momento non solo di "svuotare la vasca, cosa che lodevolmente fanno le forze dell'ordine, la magistraturra e le Istituzioni (come le iniziative che ha preso e prenderà il sindaco Moratti), ma anche di chiudere i rubinetti". In pratica questo significa secondo il ministro "interrompere i flussi di droga che vengono dal Sudamerica in Italia via 'ndrangheta passando principalmente dal porto di Gioia Tauro, e contrastare il flusso che viene da altre parti del mondo, in particolare dall'Asia via regioni Balcaniche, attraverso una serie di iniziative di collaborazione internazionale dal punto di vista delle indagini e di messa in sicurezza delle infrastrutture dove arriva la droga, che sono allo studio del ministero". Il capo del Viminale ha poi sottolineato lo stretto legame tra droghe e mafie: "il grande business della criminalità organizzata ha ancora oggi come sua fonte principale di finanziamento i traffici legati alle sostanze stupefacenti e dunque la lotta alla criminalità organizzata è principalmente lotta al traffico di droga ed è una delle questioni su cui si concentrerà l'azione del Viminale nei prossimi mesi". Portando poi come esempio l'operazione condotta oggi dal Ros dei carabinieri e coordinata dalla Procura di Trento contro un'organizzazione legata alla Sacra Corona Unita pugliese finalizzata al traffico di stupefacenti e che aveva la sua base a Riva del Garda (Trento), il ministro ha sottolineato che il fenomeno della droga "è purtroppo in crescita e non è piú di esclusiva gestione da parte della 'ndrangheta".
    Evitando di soffermarsi sulle questioni "molto tecniche, come per esempio una modifica della normativa sul patteggiamento", Maroni ha invece voluto esporre "quattro delle cose piú significative uscite nell'incontro di oggi, che valuteremo e che metteremo nel disegno di legge Sicurezza che è in corso di discussione e conversione presso il Senato". "La prima questione è legata a una delimitazione piú precisa tra spaccio e consumo ha spiegato il ministro - e c'è un emendamento che valutiamo e che presenteremo che deve definire questa delimitazione e che pensiamo sia molto efficace per combattere soprattutto lo spaccio ma anche prevenire il consumo". "C'è poi il problema legato al fatto che circa l'80% di chi viene condannato è composto da cittadini extracomunitari - ha proseguito Maroni - e anche da questo punto di vista c'è un intreccio tra lotta all'immigrazione clandestina e lotta ai traffici di droga: se riuscissimo a bloccare davvero o a ridurre l'ingresso dei clandestini, si ridurrebbe probabilmente lo spaccio".
    Il terzo punto sul quale il Ministero sarà chiamato a ragionare riguarda "una questione molto interessante sollevata dal Procuratore di Milano Ferdinando Pomarici in merito a squadre investigative comuni sul tema della droga tra polizia italiana e polizie di altri Paesi previste dall'ordinamento ma che non sono mai state attuate". "E' un tema che intendo sviluppare e realizzare - spiega il titolare dell'Interno - e che consentirebbe, ad esempio, di poter svolgere indagini direttamente negli altri Paesi senza ricorrere alla rogatoria, che è uno strumento lento, lungo e spesso inefficace".
    Infine Maroni annuncia quarta e ultima proposta, quella forse destinata a creare piú dibattito non solo nelle sedi politiche.
    L'esponente leghista ne è conscio e chiarisce che si tratta di "una proposta forte ma mi pare interessante, da valutare, ci sono questioni che dobbiamo ovviamente esaminare". E' una sanzione accessoria "per ritirare la patente a chi è condannato definitivamente per droga e se è un minore di impedirgli di prendere la patente a 18 anni come misura di prevenzione". "Sei uno che fa uso di droga, sei uno spacciatore, sei un minore, - afferma il ministro - sappi che oltre alle conseguenze del reato potrai avere come sanzione accessoria anche questo". Per Maroni questo fa parte delle iniziative "per disincentivare i giovani a fare uso di droga". "Politiche educative ma anche la minaccia o la consapevolezza - prosegue il ministro - che se faccio uso di droga poi potrei avere come conseguenza anche il fatto di non poter guidare la macchina o di non potere avere la patente a 18 anni, ottenendola magari a 20 o a 22: ora dobbiamo definire se, come e quando, ma a me pare una proposta interessante".
    Ribadendo che "dobbiamo avere nei confronti della droga un atteggiamento di totale opposizione a tutti i livelli", Maroni chiarisce che "ovviamente la repressione in se non basta, ci vuole la prevenzione che viene fatta attraverso politiche di formazione, sugli stili di vita, sulla famiglia, politiche educative nelle scuole", ma poi ritorna immediatamente sull'aspetto repressivo confermando che "dobbiamo colpire con assoluta durezza lo spaccio". Proprio su questo fronte, il titolare del Viminale spiega che "ci sono alcune modifiche che sono state suggerite dai magistrati, che intervengono per migliorare i meccanismi di attacco al circuito dello smercio di stupefacenti che si è evoluto nel corso degli anni e spesso ci sono degli strumenti legislativi del Codice di procedura che non consentono di aggredire cosí come si potrebbe questi circuiti".

    'La Lombardia e' primissima nell' 'emergenza droga', con dati di diffusione e arresti 'di circa il doppio rispetto alle altre Regioni' seconde in questa poco ambita classifica. Lo afferma il sindaco di Milano, Letizia Moratti. 'Ringrazio il ministro Maroni e il governo - afferma Moratti al termine delal riunione del Comitato Provinciale per la Sicurezza e l'Ordine Pubblico che si e' tenuto a Milano - per la tempestivita' con la quale si occupano del nostro territorio, anche perche' i dati sono impressionanti'. Nel 2007, secondo il sindaco di Milano, in Lombardia ci sono state 4.129 operazioni antidroga, con 6.798 chili di stupefacente sequestrato e quasi 6.000 persone segnalate. Moratti ha confermato che varera' i provvedimenti comunali di contrasto al consumo di stupefacenti non appena sara' pronto anche il 'pacchetto' per le politiche sociali di recupero.

    'I Sert sono da chiudere'. Lo afferma il vice sindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Riccardo De Corato, secondo il quale i Servizi per le tossicodipendenze del sistema sanitario nazionale dedicati alla cura, alla prevenzione e alla riabilitazione delle persone che hanno problemi di abuso di droghe o alcool 'sono oggi un focolaio di spaccio piu' che luogo di cura'. 'Su questo abbiamo trovato ampio consenso nelle istituzioni convenute al Tavolo sulla droga', aggiunge De Corato, che e' anche deputato del Pdl, facendo riferimento all'odierna riunione cui hanno partecipato, tra gli altri, il ministro degli Interni, Roberto Maroni, e il presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro.

    Per combattere efficacemente l'abuso di alcol soprattutto tra i giovani occorre estendere il divieto di somministrazione degli alcolici dopo le due di notte, attualmente nelle discoteche, a tutti i locali e gli esercizi commerciali. Lo ha detto il senatore Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Famiglia, droga e servizio civile, intervenendo al dibattito conclusivo della Conferenza nazionale sull'alcol. È già stato presentato, ha spiegato Giovanardi, un emendamento al pacchetto sicurezza con questa nuova norma. Non solo ma, ha aggiunto, l'emendamento prevede anche il divieto di vendita di bevande alcoliche "per asporto poste in qualsiasi genere di contenitore" dalle 23 alle 6 del mattino. "Di fronte ai dati emersi da questa conferenza sull'alcol - ha detto il sottosegretario - il Parlamento non potrà fare un passo indietro sul divieto di somministrazione dopo le 2 nelle discoteche. I gestori delle discoteche peró lamentano giustamente che non ha senso mantenere la regola soltanto per loro. Con questa nuova norma uniformiamo il sistema". "Il circuito del divertimento - ha aggiunto Giovanardi - è come la favola di Pinocchio. C'è chi guadagna sull'alcol mentre le famiglie ci mettono i figli". In Italia, ha continuato, "perdiamo tanti giovani il venerdí e il sabato notte quanto gil Stati Uniti nella guerra in Iraq. Su questa situazione - ha concluso - il Parlamento deve fare qualcosa".

    Le politiche proibizioniste per combattere il consumo di stupefacenti "hanno dimostrato non solo di essere inefficaci, ma di rappresentare uno straordinario volano dal rafforzamento delle organizzazioni criminali che trafficano in droga". E' il commento di Alfio Nicotra, segretario regionale del Prc Lombardia, alla campagna sulla droga aperta da Letizia Moratti con il supporto del ministro Maroni, che secondo il segretario del Prc costituisce 'l'ultima arma di distrazione di massa del centrodestra'.
    'Che Milano sia la citta' con il maggior numero di consumatori di droga - continua Nicotra - lo si sapeva da tempo.
    Stupisce invece che solo adesso Letizia Moratti se ne sia accorta, ovviamente affiancando a questa sua 'illuminazione' ricette sbagliate e un moralismo che sinceramente lascia il tempo che trova. Il mercato della droga e' uno dei piu' grandi business dei nostri tempi. Con i proventi del narcotraffico la criminalita' si sta facendo strada nel mondo degli affari 'puliti', in particolare nel mondo degli appalti, dello smaltimento dei rifiuti, del 'privato sociale' che vive di convenzioni e commesse pubbliche, premendo e infiltrando la politica locale".
    'Non e' certo un caso - prosegue Nicotra - se in Lombardia (specie nell'area milanese) si e' intensificata la presenza di boss e omicidi di mafia, di attentati e sparatorie contro funzionari e amministratori comunali. Le recenti inchieste della magistratura, che hanno coinvolto anche personalita' politiche legate al centrodestra, dimostrano - conclude - come le 'ndrine siano ben ramificate nella nostra regione".

    "Riccardo De Corato straparla, non ha la minima idea di cosa sia un Sert. Vada a chiedere alle migliaia di famiglie milanesi che hanno visto uscire dalla dipendenza dall'eroina e dalle droghe sintetiche i propri figli proprio grazie all'attivita' dei Sert". Cosi' Vittorio Agnoletto, eurodeputato di Rifondazione comunista-Sinistra europea, gia' presidente della Lila (Lega italiana per la lotta contro l'Aids), replica alle dichiarazioni del vicesindaco di Milano e parlamentare del Pdl in materia di lotta alla droga. "Nei Sert - continua Agnoletto - vi sono operatori che con enormi sacrifici personali, spesso sottopagati, senza le strutture necessarie conducono ogni giorno una guerra di trincea contro il dilagare della droga nella nostra citta'". Per Agnoletto "senza le psicoterapie, senza la somministrazione del metadone, senza le iniziative di prevenzione, tutte attivita' che i Sert realizzano ogni giorno, tantissimi giovani sarebbero completamente abbandonati a se stessi e molti probabilmente oggi non sarebbero piu' in vita. La rete italiana dei servizi pubblici contro le droghe e' presa come esempio in tutta Europa. Forse quella di De Corato non e' solo ignoranza , ma nasconde un preciso calcolo politico, distruggere i servizi pubblici, tagliare i finanziamenti all'associazionismo e alle comunita' che da anni collaborano positivamente con i Sert, per aprire le porte ad iniziative totalmente private che cercheranno di fare profitti sulla pelle dei ragazzi tossicodipendenti. E forse - conclude - la Moratti ha gia' qualche nome di privati suoi amici da suggerire....".

    Dichiarazione di Marco Perduca, co-vicepresidente del senato Partito Radicale Nonviolento eletto al Senato nelle liste del PD:
    Oggi il Ministro Maroni si è dedicato per tutta la giornata all’arcinoto training autogeno proibizionista rispolverando misure degne della legge Jervolino-Vassalli che vanno ad aggravare le norme della normativa Fini-Giovanardi in materia di contrasto alle “droghe”. Alleato di questa panoplia di grida proibizioniste anche il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che suggerisce la sospensione della patente a chi è “condannato per droga” in via definitiva e a non concederla ai minorenni.
    Possibile che quaranta anni di fallimenti del proibizionismo non possano che suscitare la ripetizione automatica delle stesse ricette criminogene fatte di tolleranza zero e totale ignoranza relativamente a politiche di tipo diverso adottate in altri paesi d’Europa? Perché Maroni invece che cimentarsi negli improbabili panni dell’apprendista stregone proibizionista, improbabili perché non dimentichiamo le sue dichiarazioni per la depenalizzazione delle “droghe leggere”, non sollecita piuttosto il suo collega Giovanardi a che venga convocata entro l’anno la conferenza nazionale sulle droghe? Nei prossimi mesi il Partito Radicale presenterà uno studio che quantifica i costi del proibizionismo in Italia nel tentativo di fornire elementi di riflessione e valutazione sul da farsi in materia di governo del fenomeno tossicomanie.

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    20-10-2008

    Australia. Storie di proibizionismo: si sniffa benzina

    I fumi della benzina per rimediare alla povertà e alla noia. Fra le comunità aborigene piú remote dell'Australia settentrionale si sta diffondendo sempre di piú la pratica di sniffare la benzina, le cui esalazioni sono in grado di provocare, a costo quasi zero, una stato di ebbrezza e di estraneazione all'incombente povertà. La crescita del fenomeno - spiega oggi la Bbc online - è da imputare in particolare al deciso intervento dello Stato per bloccare la piaga dell'alcolismo e quella delle violenze sui bambini in queste comunità. L'invio dell'esercito e la chiusura dei rubinetti del vino e della birra ha determinato - secondo gli anziani dei villaggi - un netto aumento del fenomeno legato alla benzina. Fra le vittime persino bambini aborigeni di cinque-sei anni. E in vista della stagione delle piogge il fenomeno si aggrava drammaticamente: molte comunità restano completamente isolate, aumentando il senso di abbandono e di vuoto soprattutto nei giovani. L'abuso di questa pratica puó causare danni al cervello, depressione e pressione sanguigna elevata, cosí come problemi al cuore e aborti spontanei.

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    18-10-2008, ore 1018

    Mondo. Storie di proibizionismo: alleanza fra 'Ndrangheta e cartelli messicani

    "Nicola Gratteri e' sostituto procuratore distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Una vita spesa lottando in prima linea contro la 'Ndrangheta calabrese. Instancabile uomo di legge, scrittore e appassionato della cultura calabrese. Si direbbe un uomo come gli altri invece, Nicola Gratteri, puo' essere considerato come uno dei massimi esperti di 'ndrangheta - scrive Francesca Porpiglia dalla redazione di Miami di Gente d'Italia quotidiano delle americhe diretto da Mimmo Porpiglia - . Da anni ormai vive sotto scorta, blindato, ha ricevuto e continua a ricevere minacce di morte da parte degli esponenti della malavita calabrese. Ma lui non si ferma e lavora senza sosta. Da Reggio Calabria a New York e Atlanta, due delle citta' che lo hanno ospitato quando, al termine di una maxi indagine che ha riscosso un grandissimo successo, Gratteri si e' incontrato con i vertici dell'Fbi, della Dea e dell'Ice. Dopo un anno e mezzo di indagini, infatti, il 17 settembre scorso, i Carabinieri del ROS, su input informativo fornito dalla Dcsa (Direzione centrale per i servizi antidroga), in collaborazione con la DEA (Drug Enforcement Administration), l'FBI (Federal Bureau Investigation) e l'ICE (Immigration & Customs Enforcement), hanno arrestato oltre 200 persone, nell'ambito di una maxi - operazione condotta tra Stati Uniti, Italia, Messico e Guatemala, nei confronti di una struttura transnazionale dedita al traffico di tonnellate di cocaina tra il Sud America, il Nord America e l'Europa. Tra gli indagati figurano in particolare sedici affiliati alla cosca Aquino - Coluccio, egemone nell'area di Gioiosa Jonica (RC), localizzati ed arrestati a New York, e in Calabria. I provvedimenti restrittivi, disposti per l'Italia dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, scaturiscono da un'indagine avviata dal ROS, al quale la Dcsa ha fornito un patrimonio informativo ottenuto in stretta cooperazione con le citate Agenzie statunitensi, che ha poi consentito di documentare le radicate proiezioni della 'ndrangheta negli Usa".
    "Quindi nuovi luoghi per lo stoccaggio - chiede Porpiglia - ? 'L'azione di contrasto al traffico di droga proveniente dalla Colombia, infatti, ha costretto i cartelli fornitori a ricercare nuove aree per lo stoccaggio della pasta di coca destinata ai mercati statunitensi ed europeo. Questa opportunita', hanno spiegato gli investigatori del Ros, e' stata trovata soprattutto in Messico, dove le organizzazioni di narcotrafficanti, e in particolare il 'Cartello del Golfo', sono risultate in grado di assicurare il necessario controllo del territorio anche attraverso l'impiego di sanguinari gruppi mercenari, come "Los Zetas", analogamente a quanto gia' accertato nella stessa Colombia, dove la produzione e la prima commercializzazione della droga continua ad avvenire sotto l'egida delle organizzazioni paramilitari Farc e Auc. E proprio alle Los Zetas le indagini hanno attribuito la responsabilita' di feroci rappresaglie eseguite prevalentemente in Messico nei confronti di centinaia di potenziali testimoni, presunti informatori, esponenti locali della magistratura, poliziotti impegnati nelle indagini antidroga. Secondo gli investigatori, infatti il Cartello messicano conta su una colossale rete distributiva della droga, composta da circa 1.400 affiliati'. E allora, qual e' la novita' nel trasporto della droga? 'La novita' sta nel fatto che la droga arriva oggi in Europa dagli Stati Uniti attraverso spedizioni, pacchi che attraversano gli oceani per arrivare a destinazione. I messicani sono per la 'ndrangheta un partner importantissimo perche' riescono a vendere la cocaina a prezzi piu' bassi, piu' concorrenziali. Ecco la nuova alleanza, inedita, tra 'ndrangheta e cartelli messicani'".
    "Lei ha scritto un libro, 'Fratelli di sangue', pubblicato per la prima volta nel 2006. A questa prima edizione sono succedute altre 10, per arrivare nell'agosto 2007 all'undicesima edizione. Un grande successoà, nota, infine Porpiglia. 'Ho scritto Fratelli di Sangue con l'intento di ricostruire dal punto di vista storico la storia della 'ndrangheta dalle origini (fine ottocento) ai giorni nostri. Difatti, fra pochi mesi uscira' la nuova edizione che e' stata aggiornata e che spiega anche la 'ndrangheta moderna'. Si puo' affermare che la 'ndrangheta ha soppiantato nel campo della droga la mafia? 'Ma questo e' avvenuto piu' di dieci anni fa. La 'Ndragheta oggi ha tra i suoi acquirenti proprio la mafia. Incredibile pensarlo eppure e' proprio cosi'. La mafia compra la droga dalla 'ndrangheta.
    La mafia ha imparato negli anni a diversificare i propri interessi, oggi, si occupa soprattutto di riciclaggio, grossi investimenti commerciali e finanza. Cambiano i tempi, i crimini diventano piu' sofisticati e quindi, anche tra le organizzazioni, ci si 'appropria' ognuno di una fetta di mercato".

  7. #7
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    14-10-2008, ore 13:42:00

    Italia. Storie di proibizionismo: rapina madre e sorella per comprarsi la dose

    Un pregiudicato tossicodipendente, Antonio S., di 31 anni e' stato arrestato dalla polizia dopo aver picchiato la madre e la sorella per rapinarle. L' uomo nel primo pomeriggio di ieri, ha minacciato con un coltello da cucina la madre e poi l' ha malmenata impossessandosi di 50 euro con i quali voleva probabilmente acquistare droga. In difesa della donna e' intervenuta una sorella di S., che si trovava con i figli nell' abitazione della madre, in via Pignasecca. Anche lei e' stata minacciata con il coltello e poi picchiata. Alla sorella il pregiudicato ha sottratto tre telefoni cellulari e 50 euro. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Montecalvario, che hanno trovato il pregiudicato in stato di agitazione e lo hanno bloccato. Madre e sorella di S. hanno dovuto farsi medicare in ospedale per l'aggressione subita. Per la madre la prognosi e' stata di otto giorni, per la sorella di 7. Solo due giorni fa il pregiudicato era stato denunciato per un'altra aggressione nei confronti della madre.

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    10-10-2008, ore 10:243

    Messico. Storie di proibizionismo: mutui agevolati ai poliziotti che non si corrompono

    La polizia sta provando una nuova tattica per combattere la corruzione: la possibilita' di diventare proprietari della propria abitazione.
    Alle guardie carcerarie e ai poliziotti dello Stato di Michoacan sono concessi mutui agevolati per comprare casa, cosi' che siano in grado di resistere alla corruzione del crimine organizzato.
    Attraverso una collaborazione tra impresari edili e Stato circa 4 mila poliziotti e guardie carcerarie, che non avrebbero i requisiti per un mutuo, possono invece richiederlo per una abitazione nell'area intorno a Morelia. Lo Stato concede il terreno, che e' ripagato con il mutuo. Ogni richiesta per il mutuo e' soggetta ad uno stretto controllo preventivo.
    Il programma e' per ora disponibile solo nello Stato di Michoacan, ma il Real Estate for the Promotion of Housing with Dignity vorrebbe che altri stati seguissero l'esempio.
    Circa 2100 agenti hanno presentato richiesta di mutuo, e 600 sono gia' stati accettati. Il valore medio delle abitazioni e' di circa 32 mila dollari Usd. I compratori spenderanno per il mutuo circa il 25/30% dello stipendio mensile, con un tasso fisso annuo del 13%. Percentuale competitiva per il mercato messicano.

  9. #9
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    05-10-2008, ore 09:20:42

    Gb. Storie di proibizionismo: vietato l'accesso ad alcuni quartieri per la paura delle siringhe infette

    Ai bambini impedito l'accesso ad alcune aree di Swansea per il pericolo delle siringhe abbandonate dai tossicodipendenti.
    Un recente rapporto ha rivelato che l'alcol e le droghe sono arrivate ai massimi consumi. A Port Tennant e' "100 volte peggiore" rispetto al 2007, malgrado gli sforzi della polizia.
    Il pericolo, secondo i parlamentari della zona, e' la diffusione del virus dell'HIV attraverso queste siringhe abbandonate per strada. "Inoltre i programmi di distribuzione delle siringhe non sono in grado di eliminare il problema, in quanto le siringhe usate sono abbandonate per strada", ha dichiarato Alan Robinson, membro del Consiglio per la salvaguardia dell'area.
    A Vancouver, in Canada, il problema delle siringhe abbandonate e' stato in gran parte risolto grazie all'istituzione di una 'stanza del consumo', dove ai tossicodipendenti viene fornita la possibilita' di iniettarsi le sostanze sotto controllo medico in una struttura sanitaria specializzata.

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    01-10-2008

    Messico. Storie di proibizionismo: violenze senza fine, sei persone sciolte nell'acido, altre 16 in fossa comune

    La violenza legata al narcotraffico estende ogni giorno di piu' in Messico i confini dell'orrore. Dopo il ritrovamento di 16 cadaveri, sette con la lingua strappata, a Tijuana, nello Stato di Baja California al confine con gli Usa, ieri le autorita' della stessa citta' hanno indicato di aver localizzato tre serbatoi, ognuno dei quali ha al suo interno i corpi di due persone. La polizia municipale, si e' appreso, e' intervenuta su segnalazione della cittadinanza, e appiccicato ad uno dei contenitori ha trovato un messaggio che diceva: 'Questo capita a chi frequenta lui (la persona non e' specificata, ndr.). Li ridurremo tutti in poltiglia'. Quasi simultaneamente, a San Antonio de los Buenos, in provincia di Tijuana, sono stati rinvenuti altri due cadaveri avvolti in coperte, accompagnati da un messaggio di cui non e' stato diffuso il contenuto. Questi episodi danno ancora piu' forza all'ondata di violenza senza precedenti che ha colpito il Messico negli ultimi anni e che solo nel 2008 ha causato piu' di 3.400 morti, vittime della lotta senza quartiere dei grandi Cartelli della droga messicani (Sinaloa, Golfo, Juarez e Tijuana). Dati ufficiali indicano che tra le vittime del narcotraffico ben 152 erano persone innocenti e non implicate in traffici illeciti: tra loro 39 bambini. Per far fronte a questo fenomeno il governo ha inviato in numerosi Stati, in cui il livello della violenza e' maggiore, decine di migliaia di uomini dell'esercito, che spesso hanno letteralmente esautorato le forze di polizia locali. Nonostante questo, lo scorso 15 settembre, a Morelia, capitale del Michoacan e citta' natale del presidente Felipe Calderon, alcuni sconosciuti hanno lanciato ordigni esplosivi fra la folla causando la morte di otto persone ed il ferimento di altre 100. Nell'ambito delle indagini su questo attentato, sono stati arrestati alcuni esponenti del famigerato gruppo di killer Los Zetas, braccio armato del Cartello del Golfo.

 

 
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