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  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da Nigromontanus Visualizza Messaggio
    Non mi convince per nulla. I tagli alla scuola ed all'università sono un errore. Se c'è bisogno di far cassa, perchè non ti tagliano i costi della politica, perchè si pagano i debiti dell'Alitalia, perchè si è tagliata l'ICI sulla prima casa a tutti, ricchi e poveri ???
    Mah... Si può vivere senza università, ma non senza casa.
    D'accordo, si poteva escludere dall'esenzione dall'ICI i proprietari oltre un certo reddito, quelli ai quali l'ICI sulla prima casa non fa né caldo, né freddo, ma a parte che ci si sarebbe guadagnato poco, perché l'Italia è un paese dove prevalgono famiglie di reddito piccolo e medio proprietarie della casa dove abitano e a cui questa misura ha dato sicuramente sollievo.
    In ogni miura che si fa, bisognerebbe considerare a parte le fasce più ricche: che senso ha che gli ultrasettantenni miliardari siano esentati dal ticket? Ma purtroppo le cose minimamente complicate, che distinguono, non si fanno mai, forse perché costerebbe di più a livello burocratico gestire una distinzione in più di quello che ci si guadagnerebbe.
    In ogni caso una scuola e un'università che producono semianalfabeti che non sanno coniugare i verbi (e non ditemi che non è così) non andrebbero tagliate, andrebbero proprio chiuse, eliminate e ricostruite da zero con criteri completamente diversi, basati sulla massima severità, rigore, disciplina e selettività.

  2. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da Peucezio Visualizza Messaggio
    In ogni caso una scuola e un'università che producono semianalfabeti che non sanno coniugare i verbi (e non ditemi che non è così) non andrebbero tagliate, andrebbero proprio chiuse, eliminate e ricostruite da zero con criteri completamente diversi, basati sulla massima severità, rigore, disciplina e selettività.
    Per ingegneria le cose staranno magari diversamente, sono altri i criteri. Ma nelle cosiddette facoltà umanistiche non dovrebbe avere accesso neppure un decimo di chi oggi infesta le aule.

  3. #13
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    Su La Grassa: in realtà rimane un marxiano (più che un marxista) convinto, anche se odia con tutte le viscere tutto ciò che è di sinistra e dice che il comunismo vero non è mai stato di sinistra. Ma, diversamente da Costanzo Preve, che è un'altra mente molto lucida, ma intrattiene buoni rapporti con de Benoist e diverse editrici di destra, perché non ha pregiudizi, La Grassa odia più o meno tutti, da destra a sinistra (anche se i suoi strali sono quasi sempre rivolti alla sinistra) e praticamente non intrattiene rapporti buoni con nessuno, più per temperamento che per motivi teoretici.
    Non so niente di questo Plebe, magari cercherò qualche informazione.
    Sui tagli e il resto: tieni conto che parliamo di misure prese a pochi mesi dall'insediamento del governo, che io penso potranno essere giudicate solo fra qualche anno, insieme al resto delle scelte in cui si inseriranno.
    Sulla sovranità monetaria, politica, culturale ecc., anch'io vorrei molto di più, ma a parte che certe cose non si possono fare tutte insieme, apertamente, in modo netto, perché il giorno dopo Berlusconi farebbe un incidente alla Haider, Tremonti cadrebbe con qualche aereo ecc. Quindi bisogna procedere per gradi. Più di tanto questi non faranno, perché nemmeno ne capiscono bene l'esigenza. Però rimane il fatto che Berlusconi ha preso apertamente posizioni filo-Putin nel momento di massima tensione fra Stati Uniti e Russia dalla caduta del Muro, che Tremonti, unico in Europa fra i politici importanti e con poteri decisionali, mette da anni in discussione il dogma ultra-liberista, che delle famose tre I non si sente più parlare da un bel po', mentre si restituisce un minimo di serietà alla scuola primaria coi voti al posto dei giudizi, il voto di condotta e il maestro unico (senza parlare degli arresti di camorra, dei rifiuti di Napoli, del fatto che sono state bonificate zone ultradelinquenziali, come a Milano, dove abito io e quindi lo vedo, la zona della Stazione Centrale, dove ora c'è l'esercito e si gira tranquillamente anche di sera...).
    Poi se davvero Brunetta riuscisse a ridurre significativamente gli sprechi nella pubblica amministrazione, che sono davvero il bubbone della nostra Italia (perché con uno stato che costa troppo ai cittadini ma restituisce servizi pessimi, si rimane nel sottosviluppo e niente può decollare), e so che i primi effetti si vedono già, perché gli statali sono incazzati neri, per il fatto che quando s'ammalano il medico fiscale li va a trovare già il primo giorno, saremmo a cavallo, perché con quello che si risparmierebbe si potrebbe rilanciare un vero stato sociale, delle infrastrutture strategiche, rendere più efficiente la giustizia, la sanità e, fra le altre cose, anche la scuola, l'università ecc.
    Non dobbiamo mai dimenticare che non è che spendere di più garantisce un risultato migliore: questo è vero in teoria, ma non in Italia, dove le reti clientelari, gli sprechi, i privilegi sono troppo forti e radicati.
    A proposito della Gelmini: nel '68 non penso che manifestasse da nessuna parte, perché è nata nel 1973.



    Citazione Originariamente Scritto da EresiaMaxima Visualizza Messaggio
    Tra le file della " destra nazionale " approdò tra il 1970-1972 un personaggio ambiguo che veniva dall' heghelismo marxista di sinistra.

    Scrisse allora un libello "ributtante" ed. il Borghese che si chiamava " La filosofia della Reazione " divenenedo il tutore culturale dei destri nazionali , ex-neofascisti , infiltrati da monarchici, militari, piddusiti , insomma il gotha della politica reazionaria italiana spaventata dalla congiura sessantottina al loro apparato di potere "resistenziale" nato dalla fine del fascismo e di cui anche loro erano stati parte ...

    Certo Almirante allora poteva avere Evola come riferimento , che ben altre pagine aveva scritto sulla critica alla borghesia " illuminata " ed alla sue malefatte . Ma preferì Armando Plebe .... Chissà perchè !!

    La premessa è legata al presente articolo di La Grassa che peraltro è in parte condivisibile :

    Vero che la sinistra è più ultra-borghese del centro-destra e manda i suoi figli a studiare nelle scuole private o nei licei classici migliori ... ( la scuola come elitè padronale ) . Per forza un domani dovranno lavorare come i loro padri per la Mediaset ...

    Vero è che la sinistra è corresponsabile in pieno del degrado e del disfacimento della scuola pubblica umanistica-gentiliana.

    Vero è che glu studenti dovrebbero appendere al palo più alto i loro professori sindacalizzati e protetti, garantiti , coperti, prima di abbaiare alla luna ....

    Ma qui il discorso è diverso.

    Questo Governo aveva promesso di attaccare banche , assicurazioni, finanziarie; aveva promesso di tagliare i costi della politica , di dimezzare i ministeri, deputati e senatori, consiglieri comunali e provinciali .
    E invece i soldi per pagare "l' apparato" si sprecano ...

    Non una parola una per la sovranità monetaria, politica, culturale, militare.

    Invece mi sembra di vedere che si attacca sanità pubblica, si attaca la scuola pubblica , si attacca la ricerca scientifica e lo si fà in maniera indiscriminata, vessatoria, improvvisata, superficiale, con la mannaia ...

    8 minuti di discussione su un esercizio finaziario che vale tre anni.
    E non si capisce questi 8 miliardi di euro della Gelmini dove vanno a finire ...

    Forse per reintrodurre il Latino come lingua "originaria " del nostro popolo sin dall'asilo ? No perchè a questi piace la lingua degli occupatori : l'Inglese

    Forse per garantire un ricerca scientifica con i controcazzi che dia competitività ( alias sovranità nazionale ) alla nostra accademia ? Ma figuriamoci che cazzo glie ne frega delle ricerche strategiche a Berlusconi ...

    Forse per rimettere insieme i cocci di una scuola massacrata per 40 anni proprio da quegli stessi massimalisti neo-marxisti oggi tutti riconvertiti/pentiti e tutti a stipendio Mediaset ( Chissà la Gelmini nel 68' dove e chi contestava ...) ?

    No niente di tutto questo, si sà da dove escono i fondi, ma neanche mezza parola dove andranno a finire ....

    Quindi che nasca una contestazione " radicale " anche da destra ben venga.

    Ciò che sprofonderà è la demagogia marxista e il neo-revisionismo d'accatto della destra liberal-democratica, che risparmia per fare la rivoluzione delle tre " i" ( Informatica, Inglese, Internet) cioè per far meglio attecchire la sottocultura alla De Filippi e Costanzo, la post-ideologia decantata dai loro Think Tank, la liquefazione, il trasformismo buonista.
    Studiate e zitti, allineati in fila per tre.

    Speriamo che anche la Grassa non ci diventi un altro A. Plebe.

  4. #14
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    Adriano Romualdi nel 1970 commentando la contestazione sessantottina attaccò duramente il Msi a causa della sua posizione "fossilizzata nelle trincee di retroguardia del patriottismo borghese".
    Criticò duramente Almirante perchè non comprese l'importanza della contestazione e che di fatto lasciò milioni di giovani nelle mani del PCI, al posto di proporre una alternativa "di destra".

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Imperium Visualizza Messaggio
    Adriano Romualdi nel 1970 commentando la contestazione sessantottina attaccò duramente il Msi a causa della sua posizione "fossilizzata nelle trincee di retroguardia del patriottismo borghese".
    Criticò duramente Almirante perchè non comprese l'importanza della contestazione e che di fatto lasciò milioni di giovani nelle mani del PCI, al posto di proporre una alternativa "di destra".
    queste proteste non sono il 68 ma semplicemente una sua riedizione microscopica, nostalgica e folkloristica.
    riguardano una minoranza di coglioni comunisti con tanto spazio sui media e sui giornali.

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Imperium Visualizza Messaggio
    Adriano Romualdi nel 1970 commentando la contestazione sessantottina attaccò duramente il Msi a causa della sua posizione "fossilizzata nelle trincee di retroguardia del patriottismo borghese".
    Criticò duramente Almirante perchè non comprese l'importanza della contestazione e che di fatto lasciò milioni di giovani nelle mani del PCI, al posto di proporre una alternativa "di destra".
    Disse però anche che nei motivi della contestazione vi era ben poco di positivo.

    Inoltre, non vorremo mica paragonare il '68 a qualche corteo contro la Gelmini?

  7. #17
    PaleoCons
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    oltretutto non si è ancora visto un argomento (che sia degno di tale nome) di destra.
    anzi non si è proprio visto nessun argomento contro il decreto Gelmini e la Legge 133. Solo tante cazzate grosse come una casa.

  8. #18
    SMF
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    Citazione Originariamente Scritto da Dimitri Oblomov Visualizza Messaggio
    oltretutto non si è ancora visto un argomento (che sia degno di tale nome) di destra.
    anzi non si è proprio visto nessun argomento contro il decreto Gelmini e la Legge 133. Solo tante cazzate grosse come una casa.

    Gli unici che secondo me hanno preso una posizione equilibrata e giusta sul decreto Gelmini sono i ragazzi di Linea Mercuzio di Catania:


    In merito alle agitazioni di questi giorni nelle scuole e nelle università italiane contro la cosiddetta Riforma Gelmini (Dl 137/2008), è nostro dovere come Linea Mercuzio esprimere la nostra posizione al riguardo.

    In primo luogo va registrata una precisazione fondamentale: non siamo in presenza di alcuna riforma. Il tentativo della Gelmini è da considerare come una somma di provvedimenti che non toccano in alcun modo né il sistema universitario, né la scuola secondaria superiore. Il contenuto del Dl 137/2008 dovrebbe essere già noto a tutti, per il clamore suscitato a fine estate: reintroduzione del voto di condotta –decisivo in sede di scrutinio-, reintroduzione del Maestro Unico alle elementari, blocco delle nuove edizioni dei libri di testo. Il decreto prende posizione anche su alcune altre questioni che al momento non è di nostro interesse trattare. Il giudizio su questi provvedimenti è tendenzialmente positivo, anche se con alcune riserve.

    Maestro Unico. Il tentativo di porre rimedio al lassismo della Scuola attuale è doveroso. Anzi urgente. Fenomeni come il bullismo e la bassa preparazione del corpo studentesco hanno tra le loro cause anche la perdita di punti di riferimento stabili ed autorevoli nella scuola dell’obbligo. A ciò il ritorno ad unico titolare di una classe può essere un aggiustamento doveroso che può limitare molti dei danni educazionali portati dalla formula dei cinque maestri. A fronte di una età delicata come quella infantile, vi deve essere un unico insegnante che abbia un monitoraggio totale sugli alunni. La corrispondenza tra una mamma a casa e un maestro a scuola è il modello al quale sentiamo d’ispirarci. Qui non si tratta di optare per un’ impostazione regressiva, qui si parte dalla constatazione che questo sistema ha prodotto risultati tangibili, mentre quello dei cinque maestri è stato pedagogicamente fallimentare. Non restiamo indifferenti al problema occupazionale legato a questo provvedimento. Consci del fatto che non vi saranno licenziamenti di massa, il blocco del turn over è comunque preoccupante. A ciò proponiamo un nuovo piano di edilizia per elementari (e non solo) da attuare con urgenza. Ci vogliono più classi e con un numero di alunni limitato, al fine di garantire un controllo esaustivo sul loro rendimento e sulla loro persona.

    Il provvedimento sul Blocco delle edizioni è positivo: limitare la speculazione editoriale ai danni delle famiglie è una conquista. A fronte di ciò lamentiamo il fatto che nell’art 5 del dl 137/08, non vi è alcun riferimento alle pene per gli editori trasgressori e per i docenti che raggirano tale proposta adottando testi differenti durante il quinquennio. Speriamo che questa omissione non sia maliziosa. Non vorremmo che tale conquista resti solo sulla carta, o peggio ancora bassa demagogia. Vogliamo degli aggiustamenti in tal senso.

    Università. La nostra posizione sulla Legge 133/08 è assolutamente negativa. La libertà data ai Senati accademici di poter convertire gli atenei in fondazioni di diritto privato è un attentato alla libera e pubblica istruzione. Si scrive fondazione, ma si legge privatizzazione. La forma è camuffata, ma la sostanza è quella. Ci sono campi che sono di stretta pertinenza del pubblico e come tali devono restare: scuola, università, sanità, acqua, pensioni, energia. Nessuna concessione può esser fatta in tal senso. Le prerogative dello stato, in quanto ente garante dei rapporti tra cittadini, va mantenuta per il bene di tutti, soprattutto dei più deboli. Va aggiunto però un dato: l’università va comunque riformata. Il sistema delle baronie va scardinato, va dato spazio al merito, all’efficienza, allo Studio. I concorsi per i ricercatori vanno resi su base nazionale. Ci vogliono organi di vigilanza severi sull’operato dei docenti. I professori se non rendono vanno licenziati. Ci vuole un controllo anche sulle loro pubblicazioni, spesso dai costi esosi e dall’impatto sulla comunità scientifica ininfluente. Eliminazione del 3+2. Riduzione dei i corsi di laurea. Le facoltà hanno l’obbligo di far partire corsi solo se possono garantire un contiguità nel mondo del lavoro e nel contesto territoriale. I corsi di laurea nati solo per garantire iscrizioni e denaro, ma con utilità nulla, vanno estinti. Bisogna diminuire i numeri delle materie, per innalzarne il contenuto in CFU. Gli atenei in rosso vanno chiusi, senza assistenzialismo clientelare. Lo spreco va eliminato. Ci vogliono i Campus, per saldare l’aggregazione tra gli studenti e fermare la speculazione sugli affitti. La proliferazione di nuovi atenei fermata: il rischio sulla qualità dell’insegnamento è effettivo. Possiamo ammettere che un ateneo possa dar vita a fondazioni per il reperimento di risorse per la ricerca, ma non ciò che ha proposto Tremonti nella finanziaria. A fronte di quanto detto sulla situazione universitaria, esprimiamo le nostre perplessità sul connubio tra studenti e docenti di questi giorni. Uno dei motori del disastro attuale sta proprio nell’atteggiamento baronale, lassista e delinquenziale della casta docente. Assecondare i loro borbottii è difendere i loro privilegi. Prendiamo, dunque, le distanze dalle attuali proteste in corso nell’Università e nelle scuole. La strumentalizzazione in atto è palese e vergognosa. Il Sistema universitario va cambiato, non difeso. Il capo V della 133 va cancellato. Il corpo studentesco deve essere in grado di capire quali sono i veri nemici dell’Università. La libertà studentesca non può essere assoldata per difendere gli interessi di lobby ideologizzate.



    In Sintesi.

    -->Sì, al maestro unico.

    -->Si, al voto in condotta.

    -->Rigore verso le case editrici che speculano sui libri di testo e verso i docenti ad esse compiacenti.

    -->Nuovo piano di edilizia scolastica. Più classi, più scuole, più palestre.

    -->No, alla trasformazione delle Università in fondazioni.

    -->No alle baronie universitarie.

    -->Presa di distanza dalla protesta dei collettivi di sinistra e dalle loro occupazioni in difesa dei privilegi della casta docente.

    -->Si al Pubblico. Si all’Eccellenza e al Merito. Si alla Cultura.



    http://lineamercuzio.splinder.com/

  9. #19
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    Esiste una sorta di strano paradosso per cui La Grassa e compagni si ritrovano a sorpassare a destra (per così dire) i loro omologhi dell'altra parte che nel frattempo rincorrono la sinistra.

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da Dimitri Oblomov Visualizza Messaggio
    - chiunque dotato di un minimo di conoscenze economiche saprebbe che tagliando i costi della politica non si coprirebbe neanche una misera parte di quello che bisogna risparmiare. sarebbe inutile in termini numerici.

    -i debiti dell'Alitalia si pagano se no il carrozzone fallisce e restano a piedi quelli che ci lavorano. a me sta pure bene ma ai socialisti fuori tempo massimo (neri e rossi) non saprei

    -l'ICI sulla prima casa è ancora in vigore per le case di lusso. per il resto non mi sembra questa grande ingiustizia toglierla a tutti (tolti quelli che vivono in castelli o ville enormi).

    Ti sbagliLa politica italiana costa fra i 3 e i 4 miliardi di euro. I tagli all'Università sono di 1.5 miliardi di euro.
    Air France era disposta ad accollarsi i debiti dell'Alitalia, che adesso paghiamo tutti noi.
    In Italia i castelli e le case di lusso sono, ufficialmente, solo il 2-3% del totale. Una percentuale ridicola rispetto alla realtà. Quindi è stata abolita l'ICI anche a famiglie ricche.

 

 
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