Regioni - Piemonte
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Con l'uscita del partito il primo cittadino potrà contare su 33 voti

E' rottura tra Chiamparino e Rifondazione, crisi del Consiglio comunale di Torino

L'assessore all'Istruzione, Luigi Saragnese, non ha rimesso le deleghe. Nel pomeriggio le comunicazioni del sindaco alla Sala Rossa. La crisi di fiducia con la sinistra radicale presente nella giunta era stata denunciata dal sindaco nei giorni scorsi dopo il voto contrario sulla fusione Iride-Enia
ultimo aggiornamento: 11 maggio, ore 15:12
Torino, 11 mag. - (Adnkronos) - E' rottura tra il sindaco di Torino Sergio Chiamparino e Rifondazione comunista, uno dei partiti della sua maggioranza. Al termine del colloquio di questa mattina con l'assessore all'Istruzione, Luigi Saragnese, che non ha rimesso le deleghe come invece aveva chiesto il primo cittadino nel vertice di maggioranza di venerdì scorso come segnale di discontinuità per riaprire il confronto, il sindaco si prepara ora a ritirare le deleghe al suo assessore e nel pomeriggio farà le comunicazioni alla Sala Rossa aprendo di fatto la crisi politica in comune.




''E' una decisione del sindaco e quindi sua è la responsabilità -ha commentato il segretario cittadino di Prc Renato Patrito- il nostro partito in questi tre anni ha rispettato gli accordi di programma sottoscritti nel 2006 e le decisioni del sindaco che ci hanno visti contrari sono stati presi con la consapevolezza che non era argomenti presenti in quell'accordo, in particolare la delibera sulla fusione tra Iride ed Enia''.

Dal canto suo, l'assessore Saragnese che ha tenuto a precisare che nel corso del colloquio il sindaco ha fatto una distinzione tra il suo operato e le posizioni espresse dal suo partito, ha sottolineato: ''Ora si apre una verifica che per quanto ci riguarda dovrebbe concludersi prima delle elezioni perché è nostra convinzione che le questioni comunali vadano separate dal voto amministrativo ed europeo. Si apre dunque una crisi, una rottura non giustificata anche perché Rifondazione ha indicato più volte che c'erano i margini per avviare una discussione, a cominciare dall'impegno sulla variante 200. La mia fuoriuscita dalla Giunta -ha concluso- comporta che Rifondazione non puo' sentirsi più parte di questa maggioranza''.

Il primo cittadino, che con Rifondazione poteva contare su una maggioranza di 37 voti, compreso il suo, con l'uscita del partito potrà contare su 33 voti
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