Immaginate di possedere un blocco d'immobili nuovi e di lusso in una delle zone turistiche più pregiate del paese, per i quali pagate solo di ICI quattrocentomila (400.000) euro all'anno. Immaginate adesso che arrivi uno e vi proponga di affittarli per sessantamila euro all'anno (60.000), meno di quello che si paga d'affitto per un negozio modesto all'interno di un qualsiasi grande centro commerciale.
Difficile pensare che anche il più sprovveduto dei proprietari potrebbe accettare un'offerta del genere, ancora meno se ha appena speso qualche centinaio di milioni di euro per costruire quegli stessi immobili e valorizzare l'area.
Guido Bertolaso e Silvio Berlusconi sono i due vandali che hanno invece approvato un contratto del genere alla Mita Resort, società della presidentessa di Confindustria Emma Marcegaglia, che è vero che non è andata in giro a vantarsi del colpo gobbo, ma che non ha provato nemmeno alcuna vergogna nel siglare un contratto del genere.
Contratto probabilmente illegittimo, perché il commissario che ha bandito la gara in nome della Regione Sardegna (titolare del bene) allora governata da Renato Soru, non ne aveva il mandato, ma anche perché Mita Resort non ha gli anni di attività richiesti tra i prerequisiti per la gara che si è aggiudicata correndo in solitudine.
Responsabilità diretta di Bertolaso e del suo dante causa: «La durata del contratto la decido io, perché è ovvio che voglio sfruttare questi giorni di campagna elettorale, dove Soru pensa ad altre cose», dice il capo della Protezione civile il 14 gennaio 2009 parlando al telefono con l'ora detenuto Balducci. Un'assurdità che ha già prodotto diversi ricorsi da parte degli imprenditori impediti a partecipare alla gara-farsa.
Dettagli, cavilli che scivolano inevitabilmente in secondo piano di fronte all'evidente scandalo rivelato dalle cifre e dalla mostruosa durata del contratto: quarant'anni che prolungheranno il privilegio per alcuni decenni, se non interverrà l'azione giudiziaria a stroncarlo. Per la Regione Sardegna, ora guidata dal fido Cappellacci, non c'è alcuna anomalia che meriti attenzione, Regione alla quale il governo ha "donato" il tutto, contratto compreso, e che per quarant'anni dovrebbe pagare le tasse mentre Marcegaglia incassa.
Incassa senza porsi minimamente il problema etico di un canone di assoluto favore, tanto lontano dai valori di mercato da risultare un grave danno per le casse dello stato e uno schiaffo ai cittadini e agli imprenditori italiani che, oltre a non avere gli stessi vantaggi, pagheranno pure il prezzo del vantaggio concesso alla presidentessa di Confindustria.
Nessuno stupore, la signora non è certo la prima volta che finisce sotto accusa insieme alle sue aziende ed è evidente non abbia alcuna remora e alcun ritegno, visto che non ci risparmia ipocriti pistolotti sull'etica e sulla sana imprenditoria italiana. Stupidaggini che servono solo a coprire l'intrallazzo, il "fare impresa" coperti da protezioni politiche e con i soldi pubblici, questi "imprenditori" non sanno nemmeno cosa sia il rischio d'impresa, sono molto più ferrati nel monetizzare l'illegalità e più abili a competere con i Carabinieri e la Guardia di Finanza, che con le imprese che stanno sul mercato onestamente.