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Risultati da 1 a 5 di 5

Discussione: Agenzia Radicale

  1. #1
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    Predefinito Agenzia Radicale

    Legge elettorale: anche per il Parlamento europeo gli onorevoli saranno "nominati" (agenzia radicale)
    http://www.agenziaradicale.com/index...6443&Itemid=53
    Mentre al Senato si è consumato l'ultimo atto della "sceneggiata" sul decreto Gelmini con l'approvazione definitiva del provvedimento, prende sempre più forma il prossimo fronte di polemica politica che terrà banco nelle prossime settimane, dopo l'approdo alla Camera dei deputati del testo di riforma della legge elettorale per le elezioni europee che prevede l'abolizione delle preferenze, liste bloccate, sbarramento al 5% e aumento delle circoscrizioni regionali.


    L'intento è chiaro: riprodurre grosso modo il sistema elettorale vigente per le elezioni politiche nazionale, in modo da consentire, con lo sbarramento, la riduzione della frammentazione politica, con liste bloccate e senza preferenze, la nomina più che l'elezione dei rappresentanti del popolo.


    Anche su questo fronte tra maggioranza e opposizione si va verso il muro contro muro, soprattutto per quanto riguarda preferenze e le liste bloccate. A dare man forte alla minoranza è arrivata - per quanto possa contare - la presa di posizione del presidente Napolitano, che ha fatto intendere di preferire un sistema che garantisca agli elettori la possibilità di esprimere le loro preferenze sulla scheda, senza penalizzare le minoranze con soglie di sbarramento eccessivamente alte.

    Non sembra dello stesso avviso la maggioranza, che ha tutta l'aria di voler procedere a testa bassa, favorita dall'atteggiamento di un opposizione che a furia di cassare e disapprovare "a prescindere" ogni cosa fatta dalla Pdl, dà modo a Berlusconi di dire che "con questa opposizione non c'è possibilità di dialogo".

    Se è possibile azzardare una previsione, alla fine della fiera, grosso modo la riforma del sistema elettorale per le Europee sarà approvata secondo il testo presentato in parlamento lunedì, perchè - come ha detto il Premier - "serve una squadra di professionisti" o meglio, una mandria di cavalli di Caligola pronti all'uso. La cosa, al di là delle apparenze, non dispiacerà nemmeno ai vertici del Pd che potranno così partecipare al grande gioco delle "nomime", ormai unica garanzia di sopravvivenza per una mediocre classe dirigente. (AN.M.)

  2. #2
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    Scuola: il sì del Senato al decreto Gelmini alimenta la protesta studentesca

    Oggi il Senato ha definitivamente trasformato il decreto Gelmini (il 137 del 2008) in legge. In un clima già teso da settimane, caratterizzato da scioperi e cortei da nord a sud, con Palazzo Madama praticamente assediato dagli studenti in protesta, il provvedimento è stato approvato con 164 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti.
    In aula, l'ultimo estremo tentativo dell'opposizione è affidato ad Anna Finocchiaro che durante le dichiarazioni di voto si rivolge direttamente al Ministro dell'istruzione: "il suo silenzio è indifferente ed opaco. Alle domande lei non risponde e colpisce questa vostra cupa determinazione. Di queste giornate colpisce il disprezzo per le ragioni degli altri. Pensate che approvate questo decreto e sia finita qui. Non è così per noi e non credo che sarà così per il Paese".

    Di tutt'altro avviso la maggioranza e la squadra di governo. Contenta, ovviamente, la Gelmini che annuncia trionfante "la scuola cambia. Si torna alla scuola della serietà, del merito e dell'educazione". Il ministro si dice oltremodo convinta che "provvedimenti come il voto in condotta contro il bullismo, l'introduzione dell'educazione civica, dei voti al posto dei giudizi, il contenimento del costo dei libri per le famiglie e l'introduzione del maestro unico sono condivisi dalla maggior parte degli italiani". Anche le parole di Berlusconi sono di soddisfazione per quello che ha definito come un "grande risultato", continuando poi a puntare il dito contro la sinistra, rea di ingannare gli studenti: "spiace che siano stati presi in giro tutti questi ragazzi che manifestano per Roma perchè evidentemente è una truffa che si è combinata alle loro spalle".

    Immediatamente dopo il voto, i senatori del Partito Democratico e dell'Italia dei valori sono scesi in piazza per incontrare gli studenti e parlare con loro. I dipietristi hanno già annunciato che sono pronti a raccogliere le firme per la richiesta di un referendum abrogativo "contro questa arrogante legge che umilia milioni di famiglie, studenti ed insegnanti che in questi giorni hanno cercato inutilmente di far aprire gli occhi e sturare le orecchie a questo governo cieco e sordo". Un'iniziativa che sembra trovare l'appoggio anche del PD: "il referendum è uno strumento di democrazia diretta per rispondere a questo governo che si tappa orecchie e bocca".

    Una giornata quindi caratterizzata da scambi di critiche ed accuse, l'ennesima caratterizzata dal massimo della tensione, una tensione che però dopo settimane è esplosa. Sotto il Senato la protesta pacifica è degenerata in violenza tra gli stessi studenti, uniti contro la Gelmini ma ancora divisi tra destra sinistra: Blocco studentesco ed Unione degli studenti si sono fronteggiati lanciando fumogeni e diversi tavolini dei bar, la polizia è dovuta intervenire per dividere gli schieramenti. Inutile cercare di capire chi abbia iniziato, a fronte dell'ormai scontato rimpallo di responsabilità. Solo più tardi, quando tutti si sono spostati alla Sapienza per un'assemblea aperta, Lotta Studentesca, organizzazione giovanile di Forza Nuova, invitava "tutti gli studenti a mantenere la calma e a non cadere nelle provocazioni di nessuno. Gli studenti sono e restano uniti contro la riforma Gelmini".

    L'opposizione ha chiesto che il governo riferisca degli scontri direttamente in Parlamento, e Veltroni in una conferenza stampa ha definito gli incidenti di oggi "come il prodotto di un'aggressione di una parte politica nei confronti di altri". Il leader PD ha continuato sostenendo che "il movimento contro la Gelmini è un movimento pacifico e vogliamo richiamare la necessità che tale resti e che non sia utilizzato strumentalmente e politicamente da nessuno".

    LICYA VARI

  3. #3
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    Quello che la Gelmini fa, Brunetta disfà

    Nella giornata dell'unione sindacale in nome del "diritto allo studio" e contro il decreto Gelmini sullo scuola, il sindacato si spacca sul rinnovo del contratto del pubblico impiego. Oggi infatti Cisl, Uil, Ugl e Confsal hanno firmato il protocollo d'intesa proposto dal governo per il biennio 2008-2009, mentre la Cgil ha confermato il no espresso nei giorni scorsi.

    Il perché del no della Cgil lo ha spiegato Guglielmo Epifani, in conferenza stampa a Palazzo Chigi: "Si prevede un aumento del 3% nel biennio, che è meno dell'inflazione reale; non c'è nessuna certezza sugli oneri accessori; non c'è nulla sui precari; si confermano tutti i tagli"; pertanto "la Cgil non firma, non c'è nessun motivo per cambiare opinione. Ci dispiace che Cisl e Uil abbiano fatto questa scelta che non ha precedenti nel settore pubblico. È una scelta e un errore che non resterà senza conseguenze: un'ulteriore divisione in una giornata che doveva essere di grande unità".

    Adesso la prossima mossa del più grande sindacato italiano è l'ennesimo sciopero generale degli statali (peraltro il più impopolare), mentre sono stati confermati quelli regionali del 3, del 7 e del 14 novembre.

    Per la Cisl, invece, l'accordo raggiunto costituisce "un'intesa importante" - come ha detto Raffaele Bonanni - dopo "tre anni che avevamo grossi ostacoli sul settore, da fondi non stanziati in finanziaria allo scavalco del sindacato".

    Anche il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta è soddisfatto. ''Io sono per avere tutte le sigle a firmare un contratto, se non si può, si va avanti con chi firma'', ha detto in conferenza stampa il ministro, sottolineando il "grande risultato" raggiunto che "consente di procedere ora con i singoli comparti e di realizzare il pagamento di quanto previsto dalla finanziaria, da gennaio prossimo".

    L'accordo prevede uno stanziamento di sei miliardi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego per il biennio 2008-2009: "Tre miliardi sono parte dello stato - ha detto Brunetta - e tre da parte di comuni, provincie e regioni. Verrà erogata a dicembre l’indennità di vacanza contrattuale in un’unica soluzione con la tredicesima. Le pubbliche amministrazioni, in caso di mancato accordo sui contratti collettivi, potranno pagare comunque nel mese di gennaio il 90% degli aumenti previsti. In media l'aumento sarà di circa 61 euro".

  4. #4
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    Omesessualità e sacerdozio, il Vaticano si affida allo psicologo

    Coloro che manifestano ''tendenze omosessuali fortemente radicate'' o un'identità sessuale ''incerta'' non posso entrare in seminario e diventare preti. Questo è quanto solennemente affermato dal documento pubblicato oggi dal Vaticano, che contempla persino l'uso di psicologi, ovviamente di rigorosissima fede e formazione cattolica, per valutare eventuali patologie e “ferite” di tipo psichico, dei candidati al sacerdozio.

    Il documento, approvato da Benedetto XVI lo scorso 9 giugno 2008 è intitolato: “Orientamenti per l'utilizzo delle competenze psicologiche nell'ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio” è a cura dalla Congregazione per l'Educazione cattolica e rafforza le indicazioni già contenute in una precedente nota, datata 2005 e redatta dalla Santa Sede, in seguito alla profonda crisi dei preti pedofili negli Stati Uniti e ai tanti casi di omosessualità tra membri del clero.

    Il ricorso al consulto psicologico avverrà con il consenso del candidato e nel rispetto della privacy. Secondo il Vaticano: “Gli errori di discernimento nelle vocazioni non sono rari e troppe inettitudini psichiche, più o meno patologiche, si rendono manifeste soltanto dopo l'ordinazione sacerdotale”, aggiungendo che “il discernerle in tempo permetterà di evitare tanti drammi”.

    Viene inoltre specificato che: "Il cammino formativo (del seminarista ndr) dovrà essere interrotto nel caso in cui il candidato, nonostante il suo impegno, il sostegno dello psicologo o la psicoterapia, continuasse a manifestare incapacità di affrontare realisticamente, se pure con la gradualità di ogni crescita umana, le proprie gravi immaturità (forti dipendenze affettive, notevole mancanza di libertà nelle relazioni, eccessiva rigidità di carattere, mancanza di lealtà, identità sessuale incerta, tendenze omosessuali fortemente radicate)”. Idem dicasi nel caso in cui “risultasse evidente la difficoltà a vivere la castità nel celibato, vissuto come un obbligo così pesante da compromette l'equilibrio affettivo e relazionale”.

    ll documento esorta inoltre i vescovi a prestare "particolare attenzione" nel valutare la possibile riammissione in seminario di quei candidati che in precedenza lo abbiano abbandonato, e che le norme in vigore impongono di verificare, con i responsabili del seminario di provenienza, le ragioni di tali abbandoni, sottolineando che "spesso i candidati lasciano l'istituzione educativa di spontanea volontà, per prevenire una dimissione forzata" e che dove si ritenga "di poter accogliere in seminario un candidato che dopo la precedente dimissione si sia sottoposto a trattamento psicologico", è necessario verificare "con accuratezza la sua condizione psichica, assumendo tra l'altro, dopo aver ottenuto il suo libero consenso scritto, le dovute informazioni presso l'esperto che lo ha accompagnato". (D.N)

  5. #5
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    Verità sulla Georgia

    Nel pomeriggio di mercoledì 29 ottobre, nella Saletta Poli dell'edificio della Camera dei Deputati nella Piazza omonima, si è tenuto un briefing condotto da Giuseppe Rippa, direttore di Agenzia Radicale e di Quaderni Radicali, al quale hanno partecipato l'Ambasciatrice della Repubblica Georgiana presso la S.Sede s.a.r. Ketevan Bagrationi, il ministro, Vice-Ambasciatore della Georgia, Irakli Kutsurauli e la prima segretaria dell'Ambasciata di Georgia presso la Repubblica italiana dr. Tea Tchantrishvili, il dr. Giulio Savina dell' OSCE, il dr. Omer Engis As vice Presidente dell'Associazione Unione e Amicizia Italia - Turchia, il dr. Antonio Stango di Radicali Italiani, alcuni redattori di Agenzia Radicale (Antonio Marulo,caporedattore, Graziella Moschella, Alessia Carlozzo, Silvio Pergameno, Edoardo Cicchinelli, Claudio Tamburrino), Alessandro Chiappetta giornalista RAI. Era presente Radio Radicale.

    Rippa ha subito proposto alla considerazione dei presenti lo scopo del contatto preso con i rappresentanti ufficiali della Repubblica Georgiana, dovuto in primo luogo alla grave carenza e distorsione dell'informazione data dal governo italiano, da una stampa nazionale chiusa nei propri corporativismi e sostanzialmente anche dall'opposizione sulla gravissima vicenda della profonda invasione della Georgia operata dalle truppe russe lo scorso 8 agosto (iniziata più precisamente il giorno antecedente); e del resto in Europa il comportamento è stato analogo. Si è cercato di far passare il Presidente della Repubblica Georgiana Saakashvili per uno sconsiderato nazionalista, in una situazione nella quale la Russia nelle due regioni dell'Abkazia e dell'Ossezia del Sud stava già da tempo compiendo una intensa opera di denazionalizzazione e di pulizia etnica dei cittadini georgiani e di sostituzione con elementi russi. E le truppe russe erano già ai confini. I georgiani sono intervenuti per difendere i loro territori da una progressiva aggressione che mirava a creare uno stato di fatto. Al massimo si può discutere sui tempi, non sulla sostanza.

    Di fronte a una situazione di questo genere, ha proseguito Rippa, in Italia e in Europa si mostrata comprensione per la povera Russia che aveva perso un impero.... La realtà è che l'Europa dipende dal gas russo (anche se poi russi dipendono dai ricavi che loro forniamo con i nostri acquisti di energia) e non riesce ad andare al di là di questo ordine di problemi: la domanda di libertà del popolo georgiano sarebbe un superfluo. L'Europa è come al solito assente, mentre il problema di fondo sta nell'esigenza indispensabile di fare in modo che la questione caucasica non resti chiusa nei limiti di un affare russo: non si tratta di aggredire la Russia, ed è ridicolo pensare che l' Europa abbia mire aggressive; ma occorre dare all'Europa un ruolo strategico, senza trascurare il pericolo rappresentato da un nuovo bipolarismo USA - Russia, con un'Europa subalterna, un pericolo anche per i diritti dei popoli.

    La Delegazione georgiana, ha concluso Rippa, aveva subito fornito ampi materiali sulla situazione, materiali che sono stati ignorati perché la stampa non fa il suo dover di informare: passa solo quello che deve passare.... Questo materiale va recuperato, pubblicato e diffuso sensibilizzando le tante realtà in Europa che saranno sicuramente interessate (la fondazione Ebert e la fondazione Adenauer in Germana, il British Council, personaggi di livello come André Glucksmann e Bernard Henri Lévi....). Il primo passaggio è rappresentato quindi dalla pubblicazione di questo materiale, alla quale seguiranno comunque ulteriori sviluppi nel quadro di una proficua collaborazione.

    I diplomatici presenti hanno poi fornito ulteriori elementi di informazione e riflessione: i russi sono entrati in Georgia il 7 agosto (questa data è fondamentale) - ha ribadito l'Ambasciatrice georgiana presso la Santa Sede S.E. Ketevan Bagrationi. Non dovevamo reagire alla provocazione, clome ci si suggerisce? Ventidue villaggi sono stati rasi al suolo e non si sa come i russi si sono fermati e in Italia c'è stata una censura a 360 gradi; si è diffusa una notizia falsa: quella che Stalin avrebbe regalato nel 1931 l'Abkazia e l'Ossezia del sud alla Georgia. Ma in realtà queste regioni sono sempre state georgiane; nel 1931 ci fu soltanto un mutamento di status: gli europei vogliono darsi buona coscienza...la Russia si vuole riposizionare e dà segnali all'Europa in questo senso; il ritiro concordato con Sarkozy non viene messo in atto e ai georgiani fuggiaschi che vogliono tornare alle loro case la nuova milizia locale impedisce il ritorno, che si ottiene solo pagando (i russi vorrebbero evitare anche questo).

    La Russia ha inviato altri duemila militari e c'è da temere che stiano preparando un'altra pre-occupazione. E oggi in Russia agli alti livelli non c'è nemmeno più quella pluralità di "corpi" dei tempi del regime sovietico: esercito. KGB e, sopra, il Politburo, perchè il KGB domina il Politburo. L'Unione Europea deve dimostrare la propria forza, perché con la Russia si ragiona solo da posizioni di forza. Sono poi stati rievocati fatti ed elementi della storia recente e meno recente: la Georgia era sempre stata un paese indipendente e fu annessa all'impero zarista nel 1801; dopo la rivoluzione del 1917 fu una repubblica democratica dal 1918 al 1921. Oggi i fuggiaschi sono 180.000 e di 300.000 persone non si sa nulla. Viene riconosciuto che il corpo di spedizione militare italiano sta facendo un ottimo lavoro.

    Tra gli altri interventi da segnalare quello del dr. Omer Engis As, il quale ha tenuto a sottolineare gli ottimi rapporti esistenti tra la Turchia e la Georgia e ha aperto un quadro complessivo sulle interrelazioni fra tutti i paesi della zona. Altri presenti hanno poi sottolineato l'esistenza di un forte senso di frustrazione nazionale presso tutti i russi, anche quelli sparsi nelle nuove repubbliche sorte dopo il 1989: si tratta di luoghi dove il potere russo affascina e c'è forte ostilità nei confronti di Saakashvili, frutto di informazione deformata; e informare è pressoché impossibile perché il potere di diffusione dei pochi dissidenti è nullo di fronte alla potenza politica del Cremlino.

    Dei rapporti Russia - Europa è stata anche ricordata la lunga storia e complessità, a partite dall'entente franco - russa in funzione di contenimento della Germania alla politica dei partiti comunisti in occidentali, all'Ostpolitik della socialdemocrazia tedesca (che sperava nella riunificazione trattando con la Germania est e cioè con il Cremlino e osteggiò l'unificazione europea perché credeva impedisse il dialogo con i comunisti orientali) e a quella del Vaticano, alla FIAT che impiantava fabbriche in Russia....

    L'Europa che non riesce ad andare al di là dei piccoli affari, perché i paesi europei non hanno la forza di guardare più in alto, basti pensare a come hanno condotto la decolonizzazione, a come si sono comportati di fronte ai carri armati dell'Armata rossa a Budapest e a Praga o a come stanno affrontando le grandi migrazioni di questi tempi: con la questione georgiana oggi il comportamento è lo stesso. I diritti dei popoli in Europa non trovano cittadinanza, mentre la situazione mondiale si complica e si profila la necessità di stabilire un rapporto di cooperazione attiva con l'America, che non è certo l'ansia di sbarazzarsi dell'arroganza statunitense che scaturisce dalle frustrazioni di tanti europei.

    Ha tratto le conclusioni Rippa dando centralità politica un'idea che aveva circolato sottesa un po' in tutti gli interventi: la questione georgiana non è quella di un piccolo stato e deve essere vista nel quadro di tutta la situazione caucasica e nella prospettiva dei diritti dei popoli e dei cittadini: significa la necessità di impostare congruamente il rapporto Europa - Russia al livello giusto: così si coglie la necessità di vedere la centralità della questione georgiana, altrettanto come è centrale la posizione degli arabi democratici e liberali e come lo è quella dei rapporti dell'Europa con gli Stati Uniti, in genere non vista certo nella prospettiva della formazione di un blocco delle democrazie. Ha poi confermato il programma di lavoro e le prospettive che nel corso della riunione si sono progressivamente venute delineando.

    I partecipanti hanno stabilito di avviare un lavoro informativo costante sulla vicenda della Georgia e su tutta l'area caucasica con un "Osservatorio permanente" e di preparare nel giro di qualche mese un Convegno dal titolo "La vicenda del Caucaso. Il caso della Georgia e la verità sul conflitto con la Russia".

 

 

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