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Discussione: La verità su Lutero

  1. #1
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    Predefinito La verità su Lutero



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    Queste cose sono state dette da sempre dai cattolici, ma è davvero una cosa buona vedere che la verità emerge sempre, anche da coloro che non sono cattolici.

  2. #2
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    Predefinito Il suicidio di Lutero - di Don Luigi Villa

    Vi sono varie "testimonianze", protestanti e cattoliche, su questo ultimo gesto disperato di Lutero. Qui, ci basti ricordare la principale; quella del suo servo personale, Ambrogio Kuntzell (o Kudtfeld) il quale, colpito nell'animo da quel terribile castigo di Dio sul suo padrone, finì col confessare tutte le particolarità!
    Ecco la sua testimonianza: «Martin Lutero, la sera prima della sua morte, si lasciò vincere dalla sua abituale intemperanza e con tale eccesso che noi fummo obbligati a portarlo via, del tutto ubriaco, e coricarlo nel suo letto. Poi, ci ritirammo nella nostra camera, senza nulla presagire di spiacevole! All'indomani, noi ritornammo presso il nostro padrone per aiutarlo a vestirsi, come d'uso. Allora - oh, quale dolore! - noi vedemmo il nostro padrone Martino appeso al letto e strangolato miseramente! Aveva la bocca contorta, la parte destra del volto nera, il collo rosso e deforme. Di fronte a questo orrendo spettacolo, fummo presi tutti da un grande timore! Non di meno corremmo, senza alcun ritardo, dai principi, suoi convitati della vigilia, ad annunziare loro quell'esecrabile fine di Lutero! Costoro, colpiti dal terrore come noi, ci impegnarono subito, con mille promesse e coi più solenni giuramenti, ad osservare, su quell'avvenimento, un silenzio eterno, e che nulla di nulla fosse fatto trapelare. Poi, ci ordinarono di staccare dal capestro l'orribile cadavere di Lutero, di metterlo sul suo letto e di divulgare, dopo, in mezzo al popolo, che il "maestro Lutero" aveva improvvisamente abbandonata questa vita»! Questo è il racconto della morte-suicida di Lutero, fatta dal suo domestico Kudtfeld; un "racconto" che fu pubblicato, ad Aversa, nel 1606, dallo scienziato Sédulius. Il dottor de Coster - subito chiamato! - fu lui che constatò che la bocca di Lutero era contorta, che la parte destra del suo viso era nera e che il collo era rosso e deforme, come se fosse stato appunto strangolato. Questa sua diagnosi la si può verificare su una incisione che Lucas Fortnagel fece subito il giorno dopo la morte di Lutero, e che fu pubblicata da Jacques Maritain nella sua opera: “Tre riformatori", a pagina 49 (dell'edizione francese). Lutero, quindi, non morì di morte naturale, come si è falsamente scritto su tutti i libri di storia del protestantesimo, ma morì "suicida" nel suo stesso letto, dopo una lautissima cena in cui, come al solito, aveva bevuto smisuratamente e si era rimpinzato di cibo oltre ogni limite!
    Sopra il suo letto, un giorno, egli vi aveva scritto: «Papa, da vivo ero la tua PESTE; da morto sarò la tua MORTE»! ("Pestis eram vivus, moriens ero mors tua"). C'è da inorridire, ma anche da meditare!
    Uno storico contemporaneo narra che una frotta di diavoli, sotto sembianza di corvi, volarono attorno al suo corpo gracchiando paurosamente, e che l'accompagnarono, poi, fino alla tomba! E c'è anche quest'altro episodio storico:
    "A Graz (Austria), un Padre francescano, in una sua predicazione, affermava che Lutero era dannato... Una sera, col pretesto di amministrare una ammalata, un uomo lo venne a cercare... Invece di trovarsi davanti ad una ammalata, il Padre francescano si trovò in presenza di 5 uomini che, mostrandogli una rivoltella, gli dissero che se non dava la prova che Lutero era all'inferno, non sarebbe uscito vivo dalla stanza. Il Religioso, vero uomo di Dio, depose il SS. Sacramento che portava con sé e si mise in adorazione; poi, recitò la preghiere dell'esorcismo... Improvvisamente, fu bussato alla porta. «Entrate!» -dissero gli uomini; ma nessuno entrò! Pochi istanti dopo, però, la porta si aprì e Lutero, incandescente come un carbone ardente, entrò nella camera. Era in mezzo ad altri due demoni! I cinque uomini presero la fuga...- (Cfr. B.C. 63, p. 4, 1982).
    A questo punto, ci si può porre la domanda: ma allora Lutero è all'inferno? E si potrebbe dire di sì! L'arco della sua vita, infatti, tra quell'omicidio giovanile e quel suicidio a fine vita, è tutto marcato da una esistenza di "eretico insensato" (Pio VI - 9 marzo 1783), di bestemmiatore accanito, di bevitore impenitente, di gozzovigliatore formidabile (fu definito, per questo, il "doctor plenus"!), di spergiuro e sacrilego (passò anche a sacrileghe nozze con una "monaca", Caterina Bora, da lui stesso tirata fuori dal monastero per liberarla dalle bende monacali!), di apostata (la sua cosiddetta "riforma" fu una sovversione, "ab imis", della Fede, della Morale, della costituzione divina della Chiesa!), di continui peccati impuri (sì da essere chiamato dai suoi conterranei: "Saxonicus porcus"!), di facile scurrilità e trivialità (cfr. "Discorsi conviviali".,, tutto uno schifo!), di violento nelle passioni, di uomo anormale di sindrome patologica, di sfrenato egocentrismo, di megalomania, di aggressività verbale incontrollata, di sessualità al parossismo, di aizzatore alla guerra dei contadini (che abbandonava per mettersi coi padroni; scrisse perfino che «era tempo ormai di sgozzare i contadini come cani rognosi» - cfr. Eri. IlI, 306), di monoideismo, di nemico mortale del Papa, di affossatore della Messa («lo dichiaro che tutti i postrìboli, gli omicidi, i furti, gli assassini e gli adulteri sono meno malvagi di quella abominazione che è la messa papista!»), di appartenenza alla massoneria (era affiliato alla sètta di Rosacroce e ... chi più ne ha più ne metta! Ma allora, dopo tutto questo po' di roba, chi avrebbe ancora il coraggio di definire Lutero "il nostro comune maestro", come lo definì in una sua vanesia espressione un cardinale? E come si potrebbe spiegare quello che il cardinale Willebrands, Segretario per l'Unità dei Cristiani, affermò, nel 1970, in occasione dell'Assemblea plenaria della "Lega Mondiale Luterana", a Evianne (Ginevra), che, «nel corso dei secoli, la persona di Martin Lutero non è stata apprezzata rettamente e la sua teologia non è stata sempre resa in modo giusto»? E quell'altro che scrisse sulla Rivista "Documentation Catholique" del luglio 1983, sotto la foto di Lutero: «Lutero, testimonio di Cristo»?... E, peggio ancora, come si può accettare quello che scrisse Giovanni Paolo II, nel cinquecentesimo anniversario della nascita di Lutero, in una lettera indirizzata allo stesso Cardinal Willebrands e firmata, purtroppo, dal Papa stesso, nella quale si riconosce a Lutero una "profonda religiosità"?... Ma non è proprio Lutero che derideva la preghiera mentale e il raccoglimento interiore? E non è lui che, col suo "esto peccator et pecca fortiter", fa ricordare il "fai ciò che vuoi", che è il comandamento prima della nuova legge dettata dal diavolo Alwass ad Aleister Crowley? Lutero all'inferno, perciò, non può essere che una logica conseguenza di tutta questa sua vita sbagliata e fortemente peccaminosa! Anche se, purtroppo, oggi, per un ecumenismo distorto, di matrice massonica, Lutero, già cacciato fuori dalla Chiesa da cinque secoli di storia e dal Concilio- "de fide"! -di Trento, lo si sta facendo di nuovo rientrare dalla porta, lodato perfino con pubblico elogio! Ma per noi, ma per la Storia, Lutero rimane sempre un omicida e un suicida; rimane sempre l'eretico, il "porcus Saxoniae", il frate "pagano", il degenerato clandestino sulla nave di Pietro, il frate che, come Giuda, finì, anche lui, "In locum suum"... (all'inferno!).

    Tratto da: Martin Lutero - Omicida e Suicida.

 

 

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