www.fntorreangela.org

Città dello sport di Tor Vergata, addio? Per ora niente nuoto, niente Calatrava e niente Museo sport
Lo sostiene il delegato del Sindaco allo Sport Alessandro Cochi. Ma Alemanno è d’accordo?

di V. L. - 29/10/2008

Se non si trattasse di esponenti di centro destra, si potrebbe, imitando Guareschi, intitolare questo articolo: “Contrordine compagni”. Ma il commento, se il lettore avrà pazienza, lo faremo solo alla fine di questo articolo. Prima i fatti.

Solo pochi giorni fa (vedi nostro articolo del 21 ottobre 2008) il Sindaco dichiarava “Mancano 200 milioni di euro. Sono già state gettate le fondamenta e spesi i soldi, ma bisogna completare l'opera e non lasciarla a metà” questo è l’estratto di una dichiarazione del 20 ottobre di Alemanno che si riferiva alla tanto decantata Città dello sport di Tor Vergata, che ricordiamo non servirà più per uno dei suoi scopi principali: i mondiali di nuoto Roma 2009, che si svolgeranno invece al Foro Italico. “Il vero problema è che mancano le risorse. Non soltanto – incalza il Sindaco - sono stati sforati i tempi da tutti i punti di vista, ma non c'erano neanche i finanziamenti. Il perché sia questa la situazione non dovete chiederlo a me, ma a chi mi ha preceduto. È un nodo irrisolto che dobbiamo affrontare”. Gianni Malagò, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali di Nuoto l’ha definita: “la grande occasione persa”.Comunque Alemanno la ritiene tra le opere da completare e contemporaneamente lancia anche una grave accusa: “abbiamo l’obbligo di trovare i 200 milioni di euro, mai previsti per la sua realizzazione”.

In un articolo di Corrado Zunino (La Repubblica, 29 ottobre 2008), titolo “Il Comune dice addio a Calatrava”, sottotitolo: “Il delegato allo Sport: Stop all’iper-progetto di Tor Vergata: faremo cose più utili”, leggiamo: “Sta prendendo forma il Piano regolatore dello sport, voluto dal sindaco Gianni Alemanno. Rifondato sul quadrilatero di Roma Nord – area nobile del Foro Italico, stadio Flaminio, impianti di Tor di Quinto, campi dell’Acquacetosa – entro poche settimane offrirà alla città diverse novità e una clamorosa bocciatura: “L’iperprogetto di Calatrava a Tor Vergata sarà interrotto e rimodulato” dice il delegato del sindaco allo Sport, Alessandro Cochi. (…) Tor Vergata. L’amministrazione di centrodestra sta cancellando il “progetto olimpico” previsto sull’area universitaria di Tor Vergata, sogno veltroniano per una candidatura di Roma ai Giochi del 2020. Fin qui sono stati spesi 200 milioni, “e non saranno sprecati”. Il lungo ripensamento da destra ha portato alla decisione di interrompere l’esecuzione dell’intero progetto Calatrava, i Due Gusci dell’architetto valenciano avvistabili dal Raccordo. “Salderemo l’onerosa parcella”, spiega Alessandro Cochi (Delegato del sindaco allo Sport. Per ridimensionare il progetto si è scelto di togliere da Tor Vergata le piscine: la sua centralità. Questo consentirà di fare spazio a un impianto di baseball in vista dei mondiali di settembre 2009. Ricapitolando a Tor Vergata dovrebbero restare il basket, il volley e ora s’immagina il baseball, disciplina che necessita di un “diamante decisamente meno oneroso delle piscine al coperto. Per portare a compimento il gigantesco cantiere Tor Vergata servono altri 190 milioni: per ora non ci sono. Venerdì 31 a Palazzo Chigi sarà presentata la candidatura di Roma per i mondiali del basket 2014. E la Federazione internazionale insiste: ci vuole un impianto da 14 mila posti. Si realizzerà a Tor Vergata. A circondare l’ex area olimpica, infine, è prevista una pista ciclabile. (…) Cancellato da Tor Vergata, approderà al Foro Italico anche il Museo dello Sport: sarà nell’Accademia della scherma, l’aula bunker.

Lo stadio della Lazio. L’articolo citato annuncia l’autorizzazione data dal Sindaco a Lotito perché si effettuino i sondaggi idrici dell’area lungo la statale tiberina subito dopo Prima Porta di proprietà del presidente della Lazio, da effettuarsi a sue spese e che sono propedeutici alla realizzazione dello Stadio delle Aquile (55 mila posti, più commerciale di contorno, di cui si prevede l’avvio entro i primi mesi del 2009).
Rugby e stadio del ghiaccio. I poli del rugby romano saranno due: Il Tre Fontane (in ristrutturazione) per le società romane e il Flaminio (i cui lavori sono in ritardo a causa delle scoperte archeologiche) per il Sei Nazioni. Sempre a Roma Nord si farà lo stadio del ghiaccio che di notte potrebbe addirittura ospitare concerti rock.

Sulla città dello sport di Tor Vergata registriamo una dichiarazione del 29 ottobre 2008 del Capogruppo PD Umberto Marroni secondo il quale “la maggioranza di centro destra è in confusione. “Tra passi avanti e retromarce la Giunta Alemanno rischia di mandare in crisi l’economia romana. In una fase di per sé già estremamente critica, più volte sottolineata con allarme dalle organizzazioni di categoria, il segnale che giunge da chi dovrebbe governare la città è estremamente contraddittorio. Da una parte il delegato del Sindaco allo sport del Comune di Roma annuncia il ridimensionamento degli impianti sportivi previsti a Tor Vergata e lo stop del progetto dell’architetto Calatrava e subito dopo il Sindaco lo smentisce dando il via libera alle realizzazioni previste. L’economia della Capitale ha bisogno di certezze e le imprese di capire se le opere pubbliche previste verranno finanziate e sostenute dall’amministrazione. Prima è stata la volta del parcheggio del Pincio, poi il blocco dei 32 piani di zona e delle Torri dell’EUR, adesso è la volta della città dello sport di Calatrava. Anche in questa vicenda, si ha la sensazione che il Sindaco e la Giunta di centrodestra oltre ad aver preso di mira grandi architetti internazionali come Meier, Piano e ora Calatrava, si ostinino in modo pretestuoso ed ideologico a demolire quanto già previsto dalla passata amministrazione con un atteggiamento solamente negativo. Il blocco delle opere pubbliche significa: il blocco delle imprese già in difficoltà per l’attuale crisi finanziaria, il blocco dell’economia, l’assenza di sviluppo e la rinuncia al futuro per la città, peraltro già colpita duramente dalle vicende di Alitalia, dai tagli del governo Berlusconi e dagli esuberi Telecom e Capitalia.”

Commento. La zona est di Roma rischia di perdere (salvo ripensamenti) una delle poche opere (quella di Calatrava) che potrebbero dare tono ad un intero quadrante, introdurre un campus ed un complesso di strutture sportive per i numerosissimi studenti dell’Università di Tor Vergata, rendere meno squallide le residenze, spesso senza grande qualità urbanistica, che sono sorte e sorgeranno ancora in quei quartieri (senza che ci sia una contestualità tra servizi ed abitazioni, uffici e commerciale.
L’opera di Calatrava va mantenuta. Non si può fare la politica della lesina sempre in questo quadrante della città. Non è possibile condannare questo quadrante della periferia ad un destino in cui non si realizza il parco di Centocelle (quello dei 120 ettari è di là da venire; i 33 inaugurati solo nel 2007 sono stati chiusi ai cittadini e hanno ripreso ad ospitare un nuovo campo nomadi in progress quello di Casilino 700 che era stato smantellato nel 2000 che si affianca a quello enorme di Casilino 900): se c’è un quadrante di Roma in cui non si deve sottrarre fondi, ma semmai aggiungere è quello di Roma est e sud. Qui urgono opere di riqualificazione urbana, anzi opere che sarebbe più appropriato definire di risarcimento urbano.
Mentre si sta smantellando a poco a poco il sogno di Tor Vergata e quello del Parco di Centocelle è avvolto nelle nebbie dell’ignavia amministrativa, cosa hanno da dire il Sindaco, i Presidenti dei municipi VI, VII, VIII e X?
Sono graditi da parte degli esponenti politici e degli amministratori proposte e impegni, più che polemiche. A questo deplorevole stato di cose hanno contribuito tutte le forze politiche. Con diverso peso tra chi ha governato e chi a fatto opposizione e tra chi governa e chi fa ora opposizione, ma tutti. E ora di rimboccarsi le maniche per rimettere in piedi questa periferia (sedotta, in campagna elettorale) e abbandonata dopo.


www.fntorreangela.org