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Bandiera Nera
IL RETROSCENA. Non ci sono stati riferimenti a partiti o movimenti
Kefiah e jeans griffati sfilano fianco a fianco
Le contrapposizioni politiche sono superate C’è solo la voglia di farsi sentire e informare
Seduti in cerchio attorno ai loro professori, alternano una frase di appunti scritta sui fogli a un sms digitato al cellulare. Alcuni con i capelli lunghi e l’aspetto volutamente trasandato, altri con la kefia sulle spalle, altri ancora con i vestiti griffati, i giubbini di marca, il taglio di capelli ben curato.
Ieri mattina in piazza Dante hanno trovato posto, fianco a fianco, abbigliamenti e stereotipi di destra e di sinistra. Piccoli simboli che spesso passano inosservati ai più ma che colpiscono l’occhio clinico di chi, studenti in primis, è abituato a catalogare l’altro con un semplice sguardo. Tutti in piazza, quindi, uniti da un’unica convinzione; quella di far sentire la propria voce e tutelare la «nostra» scuola. E se la bilancia dei numeri pendeva in realtà nettamente a favore dei giovani che, pur non schierandosi, si sono detti simpatizzanti di sinistra, nessuna bandiera politica è riuscita a oltrepassare il perimetro della manifestazione.
L’iniziativa è stata valutata positivamente, per esempio, anche dai rappresentanti di Lotta studentesca, organizzazione che fa capo a Forza Nuova. «Siamo contrari alle divisioni politiche e alle strumentalizzazioni e abbiamo deciso di scendere in piazza tutti insieme contro i tagli alla scuola. Appoggiando anche le varie occupazioni che si stanno organizzando in questi giorni in città ma anche nel resto d’Italia, purché non si traducano in un bivacco generale», ha spiegato Francesco Carraro, coordinatore nazionale che ieri mattina è passato in piazza Dante insieme a Yari Chiavenato, dirigente nazionale di Forza Nuova.
Non hanno trovato posto nei metri quadri della piazza, invece le frange violente, gli estremismi che l’altro giorno hanno scatenato a Roma una guerriglia e che ha visto studenti e non solo pestarne altri con spranghe avvolte nel tricolore. Ma ciò che è accaduto nella capitale era lontano dall’atmosfera che si respirava in città.
In piazza Dante c’erano troppe cose da dire, troppe cose da fare per rischiare di ridurre tutto ad un comizio. Nessuno scontro violento, nessuno scontro politico. Solo la voglia di farsi sentire, di informare e informarsi.I.N.
http://www.larena.it/ultima/oggi/cronaca/Baa.htm