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  1. #1
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    Predefinito non e' anche colpa nostra?

    Catania e Roma alla bancarotta salvati con i nostri soldi.

    La Moratti ha pero' scippato due menti CATANIA e GLISENTI che se avessero operato nei loro luoghi natali ( Catania e Roma ) avrebbero sicuramente scongiurato i fallimenti e quindi l'estorsione di enormi risorse al nord.

    Quando capiremo che i geni vanno lasciati al sud dove , pur indirettamente , sono più utili a noi che non operando a Milano.
    Il problema non è Berlusconi , il problema sono gli italiani!

    DISSIDENTE POLITICO IN REGIME DA OPERETTA!
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  2. #2
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    In questi giorni mi stavo chiedendo quando avresti aperto un thread sull'operato di Elio Catania...e infatti

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da novis Visualizza Messaggio
    In questi giorni mi stavo chiedendo quando avresti aperto un thread sull'operato di Elio Catania...e infatti
    beh mi sembra il minimo
    dopo avere portato a livelli di eccellenza le Ferrovie ieri sul Corriere Milano , con raro spirito democratico , lui Presidente , diceva a noi che le strutture ATM sono obsolete e vanno aggiornate ai tempi.

    chissa' come sara' contenta la Letizia!
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  4. #4
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    Mah, come fa una persona laureata al MIT e che è stata manager dell'IBM per l'itaglia e per il sudeuropa per 34 anni ad essere un incapace? non ci credo...

    Certo è che nel 2006 l'ATM era in attivo, e adesso pare di no

    i tram Sirio comunque non li ha ordinati lui

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da novis Visualizza Messaggio
    Mah, come fa una persona laureata al MIT e che è stata manager dell'IBM per l'itaglia e per il sudeuropa per 34 anni ad essere un incapace? non ci credo...

    Certo è che nel 2006 l'ATM era in attivo, e adesso pare di no

    i tram Sirio comunque non li ha ordinati lui
    per quanto riguarda l'IBM negli anni '90 non e' che abbia brillato
    tutto il management mondiale e' stato sostituito
    Il Plant di Vimercate dismesso...
    Il problema non è Berlusconi , il problema sono gli italiani!

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  6. #6
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    Tutti i conduttori dell'ATM sono meridionali..mi sapete dire perchè? hanno mandato i bandi di concorso a napoli..i sindacati li hanno assunti. Del resto voglio solo che qualche politico dica." I want my money"..Milano non deve mandare a roma e al sud se non una piccola parte, per il nostro buon cuore..come facciamo da 140 anni. Invece di rin graziarci, cercare di parlare come noi, studiare la nostra storia.. vengono qui a comandare...cieca prepotenza..ovvio, cultura veramente diversa, opposta..nulla ci unisce.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da armida Visualizza Messaggio
    Tutti i conduttori dell'ATM sono meridionali..mi sapete dire perchè? hanno mandato i bandi di concorso a napoli..i sindacati li hanno assunti.
    Se e' per questo anche il top manager.......
    da Il Giornale 27 aprile 2007

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=174005

    Elio Catania a bordo di Atm: «Ci attendono grandi sfide»

    di Giannino della Frattina





    Atm, l’azienda dei trasporti milanese, ha un nuovo presidente. È Elio Catania, nominato ieri dall’assemblea degli azionisti su proposta del sindaco Letizia Moratti. «Per la pluriennale esperienza gestionale e manageriale - si legge nelle motivazioni della sua candidatura -, maturata quale amministratore di importanti società pubbliche e private». Con lui le nomine nel consiglio di amministrazione che hanno finalmente messo d’accordo i partiti con Forza Italia che, oltre al presidente, «incassa» Pier Cesare Ramponi (area Cl, Abelli-Formigoni) e Cesare Pozzoli (Compagnia delle opere), Marco Manzoli (vicino all’assessore Croci), Francesco Tofoni (An), il commissario Giuseppe Frattini (Lega) e l’ex vicepresidente del consiglio regionale allora Fi Luciano Valaguzza (oggi Udc). Nel collegio sindacale Angelo Minoia (presidente), Alessandro Danovi e Stefano Sarubbi. «Atm - le prime parole del nuovo presidente - è un’impresa determinante per Milano e per i cittadini, per l’importanza del suo servizio e per le sfide che ci attendono. Sono convinto del ruolo centrale che la mobilità e la logistica hanno, sia per la qualità della vita dei cittadini che per la competitività dei sistemi economici d’impresa. Voglio ringraziare l’ingegner Bruno Soresina e tutti coloro che lo hanno aiutato nel lavoro svolto fino ad oggi».
    NATO A CATANIA nel ’46, Catania è laureato in Ingegneria elettrotecnica alla Sapienza di Roma e ha un Master’s degree of management science al Mit di Boston. Dopo 34 anni di Ibm, abbandona per entrare al vertice delle Ferrovie dello Stato come presidente e ad. Lascerà con cifre che parlano del minor numero di incidenti degli ultimi 9 anni, record di sicurezza in Europa, puntualità dei treni in miglioramento, crescita passeggeri per la prima volta dopo 10 anni, l’introduzione delle tecnologie più moderne su gran parte della rete, mille carrozze completamente bonificate e rimodernate, i lavori dell’alta velocità Roma-Napoli e Torino-Milano attivati nei tempi previsti con altri 50 cantieri di ristrutturazione delle stazioni in attività. «Innanzitutto - commenta il capogruppo di Fi in Comune Giulio Gallera - saluto il presidente Soresina che ci lascia un’azienda in attivo e con grandi sfide nel suo futuro. Credo che Catania con la sua esperienza internazionale possa fare di Atm una società leader in un momento delicato di liberalizzazione del trasporto pubblico».



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  8. #8
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    Tornando invece ai giorni nostri

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=301261

    domenica 26 ottobre 2008, 07:00
    L’attico del manager? Offre Atm

    di Gianandrea Zagato



    Chi tanto vale tanto prende. Equazione di Elio Catania che paga oro la competenza, la preparazione e l’intelligenza? Di supermanager? No, di un autista. Attenzione, non un conducente qualunque dell’Atm bensì lo chauffeur personale del presidente Catania. Che, sorpresa, non è stato scelto tra gli ottomila dipendenti dell’azienda ma reclutato dall’esterno.
    Sì, avete letto bene: Catania non ha trovato un autista che gli andasse a genio tra i quattromila conducenti che, quotidianamente, sulle strade di Milano scorrazzano un milione e settecentomila passeggeri. Niente male come colmo per chi gestisce il trasporto pubblico. Ma c’è ancora un dettaglio: Bruno Caldarini, l’autista personale del presidente, è assunto con la qualifica di funzionario. Comprensibile il travaso di bile dei dipendenti Atm che ogni 27 del mese esplode in comunicati stampa, con tanto di invito a Palazzo Marino a vederci più chiaro sulla gestione dell’ex presidente delle Ferrovie dello Stato. Suggerimento con allegato l’elenchino dei mega-dirigenti che Catania ha piazzato negli uffici strategici di foro Bonaparte e, a mo’ di incipit, quel virgolettato siglato da Catania all’indomani dell’ennesimo guasto della metropolitana che ha appiedato centomila persone: «È il prezzo che la città e l’azienda pagano per dieci anni di mancati investimenti. Gli autisti Atm chiedano scusa».
    Richiesta che i sindacati evadono a modo loro spulciando il bilancio Atm dove non c’è però il costo del gruppo dirigenti ma nero su bianco solo il costo del personale: 269 milioni di euro. «Scoprire quanto porta a casa un manager di lungo corso qual è Catania non è facile» confidano i sindacati: «Viaggia attorno ai 380, 400mila euro come presidente, mentre i membri del consiglio d’amministrazione hanno 40mila euro lordi all’anno». E i dirigenti made in Catania? «Si va dai 150 in su, con punta massima 205mila euro incassati da Alessandro Mio, neo direttore delle risorse umane». Facile, allora, stimare il costo dei dirigenti che Catania ha portato da 25 a 35: poco più di sette milioni di euro contro lo stipendio medio di un autista che è di 1.200 euro al mese, sempre lordi.
    Ma vediamo, in dettaglio, la squadra che Catania ha voluto con sé in Atm e che finora «non ha brillato per qualità del servizio» secondo il giudizio del sindacato condiviso pure da tutti i capogruppi di maggioranza del Comune di Milano. Segno distintivo è il passaggio dei super manager nelle Ferrovie dello Stato dell’era Catania. A guidare questa pattuglia è Marco Pavanello, direttore marketing e comunicazione, seguito da Alessandro Mio, direttore risorse umane, già Permasteelisa group, e da Ugo Guelfi, consulente direttore strategie e sviluppo di Impresa. Oltre il lauto emolumento per Mio e Guelfi c’è anche, tra i benefit (auto aziendale e telefonino incluso) e i bonus, l’appartamento in corso Magenta (o il residence) pagato con i soldi dell’Atm.
    Particolare, quest’ultimo, che fa venire l’orticaria a sindacati e centrodestra rileggendo le dichiarazioni del presidente Catania, «è mancato un miliardo di euro, l’azienda ha sofferto una grave mancanza d’investimenti». Intanto, un milione e duecentomila euro è la spesa messa in conto da Atm per consulenze esterne, sponsorizzazioni e promozioni



    Fotografia di un’azienda che, parola di Catania, reclama «ancora risorse per un salto di qualità». Nell’attesa, tra metropolitana a pezzi, bus rotti e guasti infiniti, le spese continuano. Ad esempio, il responsabile dell’ufficio stampa Atm, Fabio Carosi, dispone di una moto aziendale e buoni benzina illimitati oltreché di un alloggio al residence Le Corti a due passi da corso Vercelli. E sempre grazie al presidente Catania si ricompongono a Milano anche i nuclei familiari: Mariella Altieri, ex funzionario delle Ferrovie, è stata assunta da Atm e con lei il marito Andrea Kallidromitis, direttore manutenzione operativa. Assunti e alloggiati in via San Vittore, sempre in una casa pagata da Atm. Il lungo elenchino dei beneficiati che è anche nelle mani dei capigruppo del Pdl svela poi che la segretaria di Catania, Alessandra Beretta, ha la qualifica di funzionario. Nessuno stupore, però. Se lo è l’autista di Catania come può non esserlo la sua segretaria?


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  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da armida Visualizza Messaggio
    Tutti i conduttori dell'ATM sono meridionali..mi sapete dire perchè? hanno mandato i bandi di concorso a napoli..i sindacati li hanno assunti. Del resto voglio solo che qualche politico dica." I want my money"..Milano non deve mandare a roma e al sud se non una piccola parte, per il nostro buon cuore..come facciamo da 140 anni. Invece di rin graziarci, cercare di parlare come noi, studiare la nostra storia.. vengono qui a comandare...cieca prepotenza..ovvio, cultura veramente diversa, opposta..nulla ci unisce.
    bene , allora si capisce perche' al vertice la Letizia ha messo un catanese.
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  10. #10
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    http://milano.repubblica.it/dettagli...atania/1537909


    Atm, costano sette milioni
    gli uomini d'oro di Catania


    I dirigenti sono passati da 25 a 35 in 18 mesi. Per il personale, invece, sono arrivate sale relax e convention all'americana
    di Paolo Berizzi
    Il Presidente dell'Atm Elio Catania
    Per capire che sta succedendo in Atm si può anche partire dalle camicie. Perché almeno su una cosa, l’ingegnere elettrotecnico Elio Catania, sembra avere messo tutti d’accordo: in ufficio si sta senza giacca. L’american style adottato dell’ex presidente Fs contagia a cascata: dai megadirigenti del cerchio magico – i fedelissimi lautamente pagati che hanno seguito il manager a Milano – fino agli impiegati. Dietro le scrivanie di Foro Bonaparte — dove in effetti il clima è rovente — si sentono come in una corporation statunitense. È l’immagine, il pallino di Catania. Come spiegare, altrimenti, le risorse sin qui convogliate nel maquillage della acciaccata azienda trasporti milanese. Interventi di facciata, soprattutto. Perché come suggerì a un collaboratore all’i naugurazione della nuova sala relax del deposito in via Messina, «l’ occhio e il sorriso vogliono la loro parte».

    In effetti tutto si può dire di Catania tranne che non stia rifacendo il trucco a Atm. Ma sotto spuntano le rughe. Da quando il 26 aprile 2007 Letizia Moratti lo ha messo a bordo dell’azienda, 298 incidenti fa (tra tram, autobus e metro, sinistri provocati da piccoli guasti tecnici, usura dei mezzi, errori umani), il nuovo ad ha concesso molto “all’occhio” e altrettanto al “sorriso”. Dei nuovi dirigenti, soprattutto. Con Catania sono passati da 25 a 35. Costano 7 milioni di euro. Incentivi e benefit (auto, casa o residence) a parte, guadagnano tra i 150mila e i 205mila euro (lordi). La provenienza dei nuovi innesti decisi dal capo (stipendio 380mila) ha un nome, anzi due nomi, e un’era. Ferrovie dello Stato, gestione Catania. Ibm, gestione Catania. Stando a fonti interne all’azienda, non 4 — come sostiene Elio — ma 7 sono i nuovi dirigenti assunti da fuori. Il più pagato (205mila) — e anche l’unico che non viene dalla “cucciolata” del boss di Atm, lavorava in Permasteelisa group — è Alessandro Mio, dal 3 settembre 2007 direttore delle risorse umane (gli hanno sfilato le relazioni sindacali, ancora affidate al vecchio dirigente). Tutti gli altri portano una specie di marchio di fabbrica. A partire da Marco Pavanello, potente direttore marketing e comunicazione (170mila euro), lo stesso incarico che aveva in Fs. Pavanello dirige una struttura che nemmeno Microsoft. Decine di pierre e “venditori”. Tra loro anche Gianfilippo Corradi Cervi, figlio dell’ex portavoce del ministro Lucio Stanca (predecessore di Catania all’Ibm).


    Lo sviluppo d’impresa è affidato alla maxiconsulenza (200mila euro) di Ugo Guelfi, per 30 anni in Ibm con Catania, già consigliere del ministro Stanca. Un passato in Ibm anche per Vittorio Di Trapani (relazioni istituzionali), un tempo lobbysta delle Fs per conto dello stesso Catania. Curiosa, poi, l’assunzione “familiare” dei coniugi Kallidromitis: lui, Andrea Kallidromitis, ingegnere civile con indirizzo idraulico, in Atm è responsabile della manutenzione ferro, gomma e filovie. In Fs era brand manager, si occupava del marchio... Fino a settembre 2006, quando Catania gli affida le cure dei treni Etr. Stipendio di 110 mila euro, condivide una casa in via San Vittore 7 (affitto Atm) con la moglie, Mariella Altieri, ex funzionario Fs, anche lei ingegnere, assunta nel settore business intelligence. Da Ferrovie, non proprio un’azienda modello, viene anche un altro manager, Gianpaolo Codelupi, per lui è pronta la direzione operativa.

    Due capitoli a parte meritano le “ombre” di Catania: l’autista e la segretaria. Il primo, Bruno Calderini, 62 anni, portava in giro l’I ngegnere già ai tempi di Ibm e Ferrovie. Legittimo che Catania non si sia dimenticato di lui. Notevole (soprattutto per Calderini) che lo chauffeur del presidente sia stato assunto come funzionario. In pratica: equiparato — per fare un esempio — al responsabile del deposito di Palmanova, che ogni giorno deve fare uscire 400 macchine e gestire 800 dipendenti. La segretaria. Anche lei funzionaria, e va bene. «Ne ho sostituite tre con una sola», ha precisato Catania. Già. Eppure nell’anticamera del presidente — giura un decano — le scrivanie continuano a essere tre, anzi quattro (un’altra assistente è stata assunta). Tutte occupate.

    Atm ha, complessivamente, 8.699 dipendenti. Costano 269 milioni. La busta paga di un tranviere va da 950 a 1200 euro. A fronte del milione e 200mila euro spesi da Catania per sponsor, consulenze e promozioni, un manager attento come lui non poteva trascurare le fasce deboli dell’azienda. Da qui l’idea di creare nei depositi nuove “sale relax” con schermi al plasma e divani dove i guidatori — se ancora ce la fanno a reggersi in piedi — possono riposare le stanche membra dopo turni di lavoro che, in alcuni casi, raggiungono anche le 10 ore (alla faccia della benedetta “ condizione di attenzione”). Da qui le «convention» — come le chiama lui — che l’ex allievo della Sloan School of management del Mit di Boston organizza tre volte l’anno nel deposito di via Teodosio. «Musica stile Rocky e 30 mila euro di spesa ogni volta», racconta il vecchio funzionario.

    Lo shopping (122milioni di euro) per comprare nuove macchine (27 treni metropolitani, 85 tram Sirio, 72 autobus e 15 filobus) ma nemmeno uno (finora) per ammodernare gli scambi. I ponti dorati per i “suoi” top manager. La riconoscenza per gli assistenti. Il calciobalilla e la tv per gli autisti dei tram che deragliano. La pioggia di consulenze. Eccola la cura Catania. Il Manovratore nell’u ltimo periodo è stato disturbato. Fuoco amico compreso. In Foro Bonaparte i più ottimisti prevedono che le guerre di potere tra la vecchia e la nuova dirigenza lasceranno feriti sul campo. Che visto il trend degli incidenti suona come una battuta sinistra. Ora resta da capire quando l’uomo che nel 2006 lasciò le Fs con un passivo di 2miliardi e con le zecche sui sedili metterà mano al tesoretto di 400 milioni che Atm conserva nelle sue casse. E qui si apre un altro capitolo. Atm, società del Comune, continua ad avere da Palazzo Marino l’affidamento diretto del servizio di trasporto urbano. In regime di proroga. È una specie di limbo, un nodo irrisolto.

    Da ottobre del 2004 l’amministrazione ha programmato una gara. Chi ha le carte in regola si faccia avanti, poi si sceglie l’offerta più conveniente. Prima c’era solo Atm, adesso si stanno affacciando due gruppi francesi e il colosso inglese “Arriva” (gestore fra le altre di sei società che operano in Lombardia e nel Nord Italia). Ma la gara non si è ancora fatta. Il tesoretto, in origine, serviva ad Atm per farsi trovare “credibile” nel caso la partita fosse diventata — come dovrebbe — non più a uno ma a tre o a quattro giocatori. La concorrenza è uno dei pilastri dell’efficienza. Catania lo sa. Sarà questa, forse, la prossima partita con la quale dovrà misurarsi(31 ottobre 2008)


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