31-10-2008, ore 11:09:03
L'Italia non combatte il dolore: prima in Ue per uso di Fans, ultima per impiego di oppiacei
L'Italia e' prima in Europa per consumo pro-capite di farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), ed e' fanalino di coda per l'impiego di oppioidi nelle terapie del dolore. Due 'record' collegati, sottolinea Franco De Conno, direttore dell'Associazione europea di cure palliative (Eacp): il primato nel consumo di Fans, ha spiegato ieri in un incontro a Milano, "e' paradossale perche', anche se utile, l'antinfiammatorio non steroideo va usato per periodi molto brevi. Quindi nel dolore cronico non dovrebbe essere impiegato in maniera cosi' estesa perche' da' effetti collaterali molto importanti. Cosa che viceversa non succede con l'oppioide, un farmaco molto affidabile". Ma l'Italia, su questo fronte, e' all'ultimo posto in Europa. "Siamo stati superati anche dalla Grecia per il consumo pro-capite", ricorda. Nel Paese si contano circa 250 mila malati terminali che ogni anno necessitano di cure palliative: 160 mila sono pazienti oncologici. Di questi solo il 40% riceve un'adeguata assistenza sanitaria e psicologica. Il motivo di tanto ritardo sul fronte dell'uso di oppioidi? Secondo De Conno e' che in Italia resiste ancora oggi una "barriera culturale" che impedisce il diffondersi dell'abitudine a somministrarli. "La gente, quando sente parlare di morfina o metadone, e in generale di oppiacei, ha paura. Anche se non ce n'e' motivo", osserva. Un pregiudizio che non si riesce a cancellare, nonostante si sia ampiamente diffusa la consapevolezza del diritto alla dignita' del trattamento di fine vita.
A rilevarlo e' un'indagine condotta dalla Federazione cure palliative: secondo i dati, otto italiani su dieci approvano l'uso di oppioidi nella gestione del dolore e ritengono che le terapie del dolore debbano essere di competenza del sistema sanitario pubblico.
Un altro ostacolo, aggiunge De Conno, e' infine legato "all'impegno che deve metterci il medico per controllare il malato che assume oppioidi, soprattutto nelle prime ore. Deve dare disponibilita' e mantenersi in contatto costante col paziente", ribadisce. Per evitare problemi con le dosi. Oggi si sta cercando di ovviare a questo problema e, annuncia De Conno, "ci sono studi che potrebbero aiutarci a rivedere le linee guida e facilitare il compito al medico prescrittore".
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