Va comunque detto che l'indicizzazione diversa non porterebbe automaticamente ad una diminuzione della rata del mutuo. Infatti se il tasso di base fosse il BCE, sicuramente lo spread sarebbe più elevato di quello dell'Euribor. Insomma, se magari le banche in media ti offrono il mutuo variabile ad Euribor + 0,9%, magari ti offrirebbero un BCE + 1,25% o giù di lì.
Il problema dei mutui italiani è un falso problema. Un tempo ai cretini non era concesso credito e i genitori lavoravano anni, risparmiavano e conservando soldi pur di farsi una casa chiedendo un mutuo poco più che decennale e per un valore residuo (max 40%) della casa. Dimentichiamo che la precedente generazione ha pagato mutui con tassi superiori al 10% senza mai lamentarsi. Il problema è stata la forte esposizione dei "nuovi italiani" che hanno acquistato case in piena bolla e a prezzi assurdi, finanziando l'acquisto all'80% del valore della casa ("anzi, visto che ci troviamo prendiamo anche la macchina, facciamoci dare 20.000 euro in più") a tasso variabile e coi tassi ai minimi storici, con mutui trentennali e che non hanno fatto il fisso semplicemente perchè non potevano permetterselo. La logica conseguenza di tutto ciò è stata la loro crisi (prevedibilissima) all'aumento dei tassi. Questi fattori, cari fratelli, sono al tempo stesso sinonimo di stupidita, assenza di intuito, incapacità di fare affari e gestire le proprie finanze. E non c'è tasso di riferimento che possa combattere la stupidità o evitare che i polli si girarrostiscano.