Gli accordi di Berlusconi con Gheddafi hanno aperto uno spiraglio estremamente interessante.
E da prima di allora una certa idea mi frulla per il capo. Vediamo cosa ne pensate.
Gheddafi si è impegnato a fermare il traffico di immigrati clandestini verso l'Italia. Penso che nessuno, sano di mente, gli attribuisca coerenza e rispetto dei patti, ma 5 miliardi di euro sono un fatto consistente, anche se dilazionati in 25 anni.
Con questa leva, e con l'altra leva dell'autostrada si potrebbe convincerlo ad appoggiare questo progetto.
Un terminal per l'immigrazione in Europa.
Si tratterebbe di costruire una piccola cittadina in territorio libico, a cura e spese italiane (o meglio europee), con i servizi di sicurezza, sempre a nostro carico, affidati a personale militare libico (molto efficiente).
In questa cittadina, dotata di tutti i servizi di mensa e assistenza sanitaria (sempre pagati da noi) stazionerebbero i candidati all'immigrazione in Europa, in attesa di essere identificati (DNA, impronte e fedine penali), eventualmente istruiti (corsi di lingue europee e formazione professionale) ed ammessi all'immigrazione dai vari paesi europei.
In caso di ammissione viaggerebbero su sicuri traghetti italiani fino alla destinazione assegnata.
Di contro, ogni immigrato clandestino, di qualunque provenienza, verrebbe immediatamente portato, con gli stessi traghetti, al terminal, dove resterebbe anche anni, in attesa di andarsene altrove o di essere ammesso all'immigrazione. Naturalmente il fatto di aver violato la legge sull'immigrazione, comporterebbe una penalizzazione in termini di tempi di attesa.
Pagheremmo noi tutte le spese di mantenimento (che sarebbero sempre inferiori a quelle per i CPT) e si potrebbe persino pensare a delocalizzare in Libia qualche nostra produzione per renderli produttivi e cointeressare i libici.
Il vantaggio per i libici sarebbe di una forte occupazione dei lavoratori libici.
Inutile dirvi quali sarebbero i vantaggi per noi.