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  1. #21
    ghost dog
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    « Prego bensì che l'una e l'altra cosa, la vittoria e il ritorno, tu conceda, ma se una sola cosa, o Dio, darai,la vittoria concedi sola! »
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    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    (...)
    Ripeto, io credo che la morte rappresenti una cesura molto seria nel nostro essere.
    Alcune persone nemmeno si pongono domande riguardo questo tema e vivono in una sorta di epicureismo (per modo dire ovviamente, l'epicureismo antico aveva ben altro spessore) spontaneo. Non temono la morte, perché non la considerano nemmeno. C'è la morte, non ci sono io; è un pensiero forte questo, un pensiero molto efficace, ma il modo tramite il quale lo fanno proprio non mi convince:secondo me hanno una visione superficiale del problema. Al tempo stesso ho conosciuto persone piene di fede che parimenti non temono la morte, non la considerano nemmeno: sono convinte che ci sarà un aldilà bello, oppure si preoccupano per un aldilà brutto, e questo per loro è tutto; anche questo è un pensiero forte, ma spesso non mi convince il modo con cui lo hanno fatto proprio, con un semplice atto di fede; spesso questo mi sembra solo un atteggiamento superficiale, fideistico. Io mi sento distante da entrambi questi atteggiamenti. Io temo la morte e la rispetto, per me è una cesura molto grossa, un evento che suscita molte domande destinate a rimanere senza risposta, allo stato attuale delle nostre conoscenze.

    L'assenza, l'obnubilazione della morte è, sotto il profilo delle coordinate esistenziali, una pietra angolare del modello societario oggi prevalente.
    La morte è, come tu giustamente ribadisci, qualcosa di molto serio: è sicuramente più di una condizione riducibile alla logica binaria “acceso/spento”.
    L'idea della morte biologica, la sua elaborazione mentale è essenziale ai fini della comprensione di sé, e del significato che si vuole avere, in quanto “singolarità”, nell'economia generale delle cose (nonostante o forse proprio in virtù della propria “caducità” biologica).

    Se Weber definiva (credo) il potere “tradizionale” come fondato, sotto il profilo valoriale, sullo “eterno ieri”, invece il modello societario attualmente predominante si può definire come “fondato su un eterno presente”: né più un passato da valutare come punto di riferimento per il proprio sviluppo, né più un futuro da immaginare e costruire come “espressione” della specie umana e delle sue ambizioni ad una crescita morale; il passato è solo “tenebra” dell'ignoranza, il futuro è il perfezionamento tecnico degli equilibri e dei paradigmi attuali.
    Le “logiche” che presiedono l'attuale assetto societario sono presentate alle masse come valide in termini assoluti, non discutibili: qui si aprirebbe un capitolo a parte, quello della reductio ad absurdum di qualsiasi fermento intellettuale, spirituale, religioso o politico, che sia o si pretenda contrario a tale corso (ma questo è un altro argomento).

    Dacché l'uomo ha memoria, la morte biologica ha costituito il primo termine di riferimento rispetto al quale muoversi, ricercare, costruire: la “paura” della morte, la “conoscenza” della morte, la “accettazione” della morte, il “superamento” della paura e del limite che la morte rappresenta. Quale è il risultato laddove si sospinga l'essere umano a dimenticare questa condizione, a sopravvivere nella forzata e precaria ignoranza di una cesura comunque ineludibile?

    Ti spaventano ambo le posizioni che hai menzionato perché, probabilmente (mi sembri molto chiaro a riguardo), in entrambe riscontri lo stesso problema di fondo: l'assenza di una cosciente e “sentita” valutazione “esistenziale” della morte.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Certamente, non si potrebbe più considerare un insieme; sarebbe di volta in volta una cosa diversa. Però mi resta un dubbio: supponiamo un mosaico che rappresenti un volto umano. Se le tessere che lo formano nascessero e morissero continuamente, certamente l'immagine non sarebbe più la stessa, come giustamente dici; ma l'immagine materiale è solo un significante, che trasmette un significato: l'uomo. Quel significato resterebbe; allo stesso modo noi potremmo essere tante tessere di un mosaico mutevole ma pregno di significato; noi però resteremmo mortali e transeunti.

    Ma il significato sta nella relazione(-composta) tra pensiero, cosa, e segno. Il “significato” prevede, per la sua sussistenza, almeno un soggetto capace di inferire, intellegere. Se nessuno lo “definisse” e nessuno lo inferisse, non sarebbe un significato.
    Invece il solo fatto che tu colga il senso di un disegno che trascende i tuoi limiti “biologici”, potrebbe implicare che, in qualche modo, partecipi della “comprensione” di questo significato; potrebbe implicare cioè che tu non sei esterno a “ciò” che elabora quel significato.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Ma il "fisico-spaziale" non coinciderebbe con la "totalità", quindi "fisico-spaziale" e totalità non coinciderebbero, non si tratterebbe della stessa cosa.

    Certo: la mia mano non è “me”, è la mia mano. Io non sono la mia mano, ma sono “anche” la mia mano.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Tutti i preti da me finora conosciuti l'hanno sempre pensata in modo diverso.

    Naturalmente lungi da me l'idea di aprire un contenzioso teologico! Tuttavia: “Sacerdos Alter Christus” non lo ho detto io.
    Mi fermo qui. Rinvio, al massimo, ai (santi) Bernardo da Chiaravalle, Benedetto da Norcia, Francesco d'Assisi, e (anche) San Pio da Pietralcina.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    E' vero, e questo è uno degli elementi che rende molto intrigante questa storia; però è anche vero che i W56 nel mantenere questo rapporto quotidiano con i terrestri non avrebbero, stando a quanto si legge, disdegnato di fare ampio uso di tecnologie per noi strabilianti, affascinanti, intriganti. Basta leggere i numerosi episodi raccontati per rendersene conto. Si potrebbe obiettare: "Ma per loro potrebbe essere stato normale fare uso di tutto ciò, anche soltanto per mantenere il contatto stesso protetto e lontano da sguardi indiscreti". Si, è vero, però mi resta sempre il dubbio che abbiano comunque fatto uso consapevole di varie e numerose "perline colorate" per abbacinare i terrestri. Quindi, di fronte ad una storia già abbastanza inverosimile, non posso che provare una perplessità aggiuntiva.
    In ogni caso almeno uno degli elementi principali del gruppo di "Amicizia", dal lato italiano e terrestre, era molto interessato alla tecnologia dei W56, ed avrebbe tentato più volte di replicarla, a quanto sembra senza successo. Inoltre nel libro c'è la testimonianza di un tedesco, un ingegnere specializzato in telecomunicazioni (come l'autore italiano del libro), che ci informa che il ramo tedesco dei W56 sarebbe stato coinvolto molto di più a fondo in esperienze orientate alla tecnica di quanto non traspare fosse accaduto per il ramo italiano (da tutti considerato il principale, a quanto pare). Sempre questo signore tedesco ci dice che un'importante invenzione nel campo delle TLC sarebbe certamente stata ispirata dai W56, aggiungendo subito dopo che per ovvi motivi non potrebbe citare di cosa si tratti; e così nel libro fa capolino anche la retroingegneria aliena che va molto di moda oggi negli ambienti ufologici USA, ma che a quanto pare non sarebbe un'esclusiva USA (se questa storia fosse vera). Nel libro comunque ci sono diversi schemi elettronici, e non si disdegnano discussioni di carattere strettamente tecnologico, quindi non mi sembra che l'interesse verso questo aspetto mancasse, anzi tutt'altro.

    Ho detto che l'impronta “caratterizzante” era data al sodalizio da un certo messaggio “esistenziale”, molto forte almeno quanto in netta controtendenza rispetto al corso socio-culturale prevalente all'epoca (corso che si svolge oggi nelle sue consequenziali derive).




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    A proposito di idee in controtendenza, ad un certo punto del libro un W56 spiega ad un terrestre che la teoria secondo la quale l'uomo è frutto di un'evoluzione da esseri scimmieschi sarebbe completamente falsa. Aggiunge che in alcuni pianeti ci sarebbero alcuni animali che rassomiglierebbero agli uomini, un po' come le nostre scimmie; ma che fra un milione di anni le scimmie sarebbero ancora scimmie; dice anche che i nostri biologi avrebbero torto marcio nel credere di aver ricostruito i vari alberi genetici (cita il caso eohippus-cavallo) e che una razza (sarebbe meglio dire una specie) non verrebbe mai modificata, se non per motivi puramente casuali; tipicamente quando ciò avverrebbe si avrebbe degenerescenza.
    Certo, ad Adamski gli alieni avrebbero parlato di evoluzione (in un senso però più spirituale, quasi teosofico), e questa mi sembra una differenza non da poco con la saga W56.

    In effetti ancora stiamo aspettando “l'anello mancante”. Eppoi, mi pareva di aver capito che il DNA avesse una funzione “conservativa”, non “performante-innovativa”...
    Ad ogni modo la vicenda oggi è intrattabile, essendo trascinata entro dicotomie “falsanti”, che non consentono un ragionamento “produttivo” (in questo caso “evoluzionismo” versus “creazionismo”).




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Su questo concorderei. Rispondendo ad una precisa domanda di un terrestre, un W56 dice che la scelta dei terrestri sarebbe avvenuta sulla base di qualità come il buon equilibrio mentale, la serenità e la capacità di autocontrollo. Certamente il personaggio principale del ramo terrestre ed italiano della storia (che a sua volta è il ramo principale, quello a cui i W56 stessi avrebbero dato maggior importanza, per loro stessa ammissione) stando al libro si sarebbe sempre interessato di tematiche religiose (e, stando a quanto si capisce dal libro, avrebbe goduto anche di buone conoscenze tra l'alto clero, oltre che fra gli umili frati francescani); sarebbe stato un personaggio carismatico, con doti da predicatore.

    Da quello che ho avuto modo di leggere recentemente, la persona a cui ti riferisci esprimeva una cultura umanistica elevata tanto quanto “forte”: era un autorevole autore, cattolico, di testi a sfondo teologico.
    Un profilo psicologico che non sembra compatibile con una facile fascinazione da “perline colorate tecnologiche”. Au contraire.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Stando al libro parrebbe di sì; non solo fra extraterrestri dell'una o dell'altra parte, ma anche fra i terrestri coinvolti (questo aspetto della storia è veramente molto inquietante). Tra i diversi episodi vale forse la pena di ricordarne uno: l'autore del libro ci informa che una sera d'estate, a metà anni sessanta, d'improvviso nelle strade di Pescara sarebbero comparsi decine di uomini, feriti in vario modo; sarebbero stati ricoverati nel locale ospedale, ma avrebbero rifiutato ogni cura, scomparendo durante la notte! Aggiunge che del caso i giornali locali avrebbero parlato a lungo; anche questa è un'affermazione precisa, suscettibile di verifica e quindi di conferma o di smentita.
    Però proprio questo aspetto della storia mi fa pensare che l'uso di "perline colorate" o di discorsi affabulatori o comunque il più possibile in sintonia con il pensiero dei terrestri coinvolti (quindi non di tutti i terrestri, ma di quelli coinvolti) possano essere stati utili strumenti a tenere alto il morale ed il coinvolgimento terrestre, che comunque alla fine sarebbe venuto meno da parte della maggior parte dei terrestri, principalmente per (comprensibilissima) paura e per l'impossibilità di reggere la tensione che questo tipo di rapporto avrebbe comportato, da qualche terrestre equiparato alla vita in un "monastero", per condurre la quale sarebbe stata necessaria una vocazione. Quindi il dubbio permane ed anzi si aggrava, innanzitutto sulla sincerità dei W56 nei nostri confronti, nell'improbabile ipotesi che si sia trattato davvero di extraterrestri.

    Non capisco quello che mi sembra un “salto logico”: esattamente in base a cosa emergerebbe il dubbio sulla sincerità dei w56?




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Questa osservazione è molto giusta nell'ambito dell'ipotesi che stiamo discutendo, supponendo cioè che i W56 siano davvero quello che avrebbero detto di essere, e che gli scopi della loro visita siano stati proprio quelli. Al di fuori di questo ambito salta tutto.
    Beh, se le intenzioni fossero state altre, al di fuori di un esperimento “sociologico” dai (con)fini incerti, avrebbero investito assai male il proprio capitale di tempo e risorse. Con tali potenzialità “suggestive” in proprio possesso...altro che questo...
    Direi che con gli stessi mezzi un truffatore di oggi (ma anche di “ieri”) potrebbe fare molto meglio, e senza lasciare nemmeno “dubbi” postumi nelle proprie vittime.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    La mia paura è che con questa storia ci abbiano preso in giro, chiunque esso sia stato, terrestre o extraterrestre. Se fosse stato extraterrestre sarebbe stato ancora peggio, perchè ancora più vile; dall'alto di una ipotetica super tecnologia sarebbe stato molto facile manipolare menti e pensieri, facendo credere cose non vere o vere solo in parte. Questa è la mia paura principale.
    E' lo stesso autore alla fine del libro, con un ragionamento lungo e condivisibilissimo, a chiedersi chi ci sia veramente dietro quanto accaduto; non scordiamoci che l'autore asserisce di aver dialogato con un W56 nel 1967 e che crede sinceramente, a quanto ho capito io, all'origine non terrestre del fenomeno.

    Come ti ho scritto, reputo senz'altro sempre “sana”, “salutare” e “sobria” una preventiva “diffidenza strumentale” verso fenomeni che si presentino come “ambigui” (di non facile interpretazione).
    Fa parte della natura umana: la paura (che ha il suo senso e la sua funzione) non va mai repressa, va sempre ascoltata, capita ed infine scomposta e tradotta in termini il più possibile logico-razionali.
    Tuttavia è, in linea generale, estremamente importante che la diffidenza non si trasformi in “rifiuto” aprioristico, dettato dall'incapacità di controllare le proprie reazioni emotive dinnanzi a qualcosa che sconvolge i propri parametri esistenziali (comportando per altro in questo caso il trauma per eccellenza: la “minaccia” della morte).




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Secondo te come mai?
    Se fosse vera la saga W56 (e dintorni) gli americani avrebbero preso un bell'abbaglio, tutti ipnotizzati da automi biologici creati da altri automi biologici. Come dire, si sarebbero persi il meglio e sarebbero stati attratti dal peggio e dal misero, dalle perline colorate. Ma forse la forma mentis di quella civiltà, che pure ha i suoi meriti, non poteva che condurre ad una scelta di questo tipo anche in un campo come questo. Ognuno ha i miti che si merita. Se poi la storia W56 non fosse vera, sicuramente l'immaginario che l'avrebbe partorita sarebbe cresciuto respirando un'aria più pura e fina di quella che si percepisce nell'ambiente ufologico targato USA; ognuno vive entro gli orizzonti che si merita (e questo vale anche per noi). Personalissima opinione, naturalmente.
    L'autore del libro poi sviluppa alcune considerazioni interessanti sull'altra ipotesi relativa ai grigi, quella che crede che non siano mai esistiti se non nella mente degli uomini. Ma per stasera non ho il tempo di riportarle.

    Intendi che avrebbero preso un abbaglio per via degli ipotetici droni da navigazione recuperati? O intendi che avrebbero preso contatto con i supposti ctr?




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Anche io ho avuto la stessa impressione. Di Roberto Pinotti mi è piaciuto soprattutto un libro non "ufologico": "Spazio, i segreti e gli inganni. Breve controstoria dell'astronautica", Editoriale Olimpia, 2003. Si potrebbe pensare che questo libro tratti dei famosi e dibattuti falsi fotografici relativi alle missioni lunari USA, argomento molto di moda oggi; in effetti c'è anche un capitolo, molto posato, dedicato a questo, ma non è un capitolo molto lungo nell'economia del libro; il grosso del libro invece è implicitamente dedicato alla memoria di tutti quei cosmonauti russi morti in missioni fallite e mai rivelate in quanto imbarazzanti per il regime totalitario comunista dell'epoca. Veramente molto, molto interessante. E' un argomento di solito poco trattato, questo. Infine c'è un capitolo dedicato alla piattaforma italiana San Marco e all'avventura spaziale italiana. Molto interessante
    .


    Sapevo dei fratelli Judica Cordiglia in relazione alle missioni sovietiche taciute al pubblico mondiale. Non so della piattaforma San Marco.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Verissimo. Molte volte verità e finzione possono essere mescolate in un tale vortice di gradazioni, doppi e tripli giochi, da far venire il mal di testa.

    Esatto. Sarà pur vero che le bugie hanno le gambe corte? Ad ogni modo, diceva, più o meno, un grande scrittore che... il cielo è così sporco che ci vorrà un temporale per ripulirlo.

    Saluti
    PRO SA REPUBRICA DEMOCRATICA SARDA
    FINTZAS A SA BINCHIDA, SEMPER!

  2. #22
    ghost dog
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    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Secondo l'autore del libro (Ing.Stefano Breccia) e secondo anche il signore tedesco citato nel libro (Hans) è molto probabile che i cosiddetti grigi non esistano affatto; essi giustificano questa affermazione limitandosi ad una sola considerazione, lasciando sottintendere che se ne potrebbero fare altre; secondo loro i grigi non potrebbero essere entità viventi stabili perché se gli occhi fossero realmente degli oggetti sferici, come tutti gli occhi a noi noti, si intersecherebbero l'un l'altro all'interno della scatola cranica. Se fossero degli ommatidi, la capacità visuale di questi presunti esseri sarebbe assai modesta; sulla terra solo alcuni insetti vedono tramite ommatidi e si affidano a ben altri organi di senso.
    Per quanto riguarda poi le storie di presunti rapimenti alieni (le cosiddette "abductions") che vedrebbero spesso i grigi come protagonisti, l'autore ed Hans ritengono che nella stragrande maggioranza dei casi si possano ricondurre a fenomeni isterici e simili; i pochissimi casi che sembrano irriducibili ad altre spiegazioni e che presenterebbero una qualche evidenza fisica oggettiva, sarebbero affetti da incongruenze oggettive; per esempio c'è il famoso caso dei Coniugi Hill, "rapiti" da esseri molto simili ai Grigi; in questa storia si narra che i coniugi nell'astronave o nel luogo ove sarebbero stati portati, avrebbero visto (o sarebbe stata loro mostrata) una mappa stellare che a posteriori avrebbe suggerito che l'origine dei presunti rapitori fosse la costellazione del reticolo. Da quel momento in poi molti pseudo contattisti avrebbero cominciato a ricevere messaggi da zeta reticuli. Ma giustamente l'autore si chiede a che cosa sarebbe servita una mappa come questa ad un ipotetico viaggiatore stellare, dotato per di più di una tecnologia per noi avanzatissima. Solo ad essere mostrata ai coniugi Hill, per far credere loro qualcosa, sembrerebbe essere la risposta. Altra storia, quella delle cosiddette operazioni chirurgiche frequentemente associate a questi presunti rapimenti. L'autore (in accordo con Hans) afferma che le capacità dei W56, a livello di capacità di manipolazione biologica, sarebbe addirittura in grado di andare al di là della morte fisica; ci sarebbe stata da parte loro la capacità di agire a livello di singola molecola, se non a livello più basso (atomico); le descrizioni di queste "abductions" invece si soffermano spesso, a detta dell'autore, su strumentazioni di una rozzezza spesso inaccettabile per noi oggi, figuriamoci per una civiltà sul tipo di quella dei W56. Perché tutta questa ipotetica messinscena? Non lo so. L'autore (in accordo con Hans) avanza l'ipotesi che il nostro misterioso "burattinaio" tramite i W56, i CTR ed altre saghe di alieni di forma umana come gli UTI, gli Elta V, gli Ummiti, i"fratelli" di Adamski et alii, in definitiva abbia voluto trasmetterci, unitamente ad un pathos diffuso, dei concetti morali, spirituali, tecnologici, biologici e molte altre cose che secondo l'autore sarebbero destinate a rimanere nell'ombra a lungo a causa dell'impreparazione della presente umanità. Nel caso di Amicizia in particolare, tra i progetti dei W56 ci sarebbe stato quello di creare, a partire dal nucleo italiano e terrestre di amicizia, un centro irradiatore di conoscenza, concetti e pensieri filosofici, spirituali, morali, scientifici ed anche tecnologici che avrebbero poi dovuto irradiarsi motu proprio fra i terrestri più qualificati ad accoglierli, influenzando beneficamente la nostra società. L'epilogo di questa storia è però triste; il progetto infatti sarebbe fallito essenzialmente per l'insipienza della maggior parte dei terrestri coinvolti; i W56 avrebbero ammonito più volte i terrestri di mantenere alta la cosiddetta "uredda", cioè l'armonia e l'unità (anche qui nihil sub sole novi; i nostri antenati romani in Concordia vedevano addirittura una Dea), concepite molto concretamente come il contrario di "redda", che per i W56 rappresenterebbe invece un'entità disgregatrice, ma inutilmente. Alla fine il gruppo dei terrestri infatti si sarebbe disgregato, ed i CTR avrebbero trionfato nel 1978 nel suggestivo scenario di una battaglia sottomarina in Adriatico. Mi si consenta una digressione. C'è un libro di Roberto Pinotti intitolato "Oggetti sommersi non identificati", Editoriale Olimpia, 2003, in cui tra le tante cose si riportano e analizzano molto in dettaglio anche il gran numero di eventi anomali che alla fine del 1978 (un anno ed un periodo per l'Italia molto denso di avvenimenti ufologici o presunti tali, basti pensare al famoso e discusso caso Zanfretta, tanto per dirne una) accaddero in Adriatico a quanto pare terrorizzando i pescatori della riviera abruzzese e marchigiana. Sempre in questo libro c'è anche la foto scattata il 9 Gennaio 1978 a Bellaria dal fotografo Elia Faccin a quanto si dice per i carabinieri, che documenterebbe un esteso ed insolito fenomeno luminoso al largo dell'adriatico prospiciente, fenomeno a quanto pare osservato da molte persone sia da Bellaria che da Cesenatico.

    Saluti
    Per affrontare questi aspetti così circostanziati, però, dobbiamo abbracciare coerentemente la strategia di lavoro cui accennavo: dobbiamo stipulare convenzionalmente che questo racconto sia “vero”, e “trattarlo” come tale al solo fine di razionalizzare il più possibile i suoi contenuti ed il suo “senso” complessivo. Viceversa non avrebbe ragione il continuare. Dunque conferiamogli una “veridicità strumentale” (facciamo finta che sia vero), e vediamo cosa se ne può tirare fuori.


    Capisco le osservazioni dell'ingegner Breccia e di “Hans”: come premessa generale deve però valere, anche in questo caso, quanto si evidenziava poco sopra riguardo alle reazioni emotive nei confronti di fenomeni profondamente “eversivi” rispetto alle proprie più basilari coordinate di riferimento.
    Nella fattispecie, è possibile immaginare/supporre che un evento similare produca in chi lo viva un iniziale stato di euforia, la quale però può cedere alla paura più istintiva nei momenti anche solo di incertezza: è una reazione quasi inevitabile se consideri come in genere ha sempre reagito l'essere umano di fronte a ciò che non capiva completamente (non c'è bisogno che faccia esempi, credo).

    Non sta a me discutere dei cosiddetti “rapimenti”: e naturalmente, come scettico, sostengo che si tratta per lo più di fenomeni di isteria collettiva, o di casi di disturbi mentali, o ancora di ricorrenti “figure simboliche” che hanno assunto una qualche valenza archetipica nell'inconscio delle persone interessate (“figure” che “emergono” negli stati, assai frequenti, di allucinazione ipnagogica: tra il sonno e la veglia).
    Ok?


    Sono sicuro che saprai dei recenti impieghi, fondamentalmente offensivi e/o criminali, degli infrasuoni: dal settore bellico, a quello sperimentale, fino alle cosiddette “droghe sonore”.
    Gli infrasuoni possono interagire con la percezione della realtà? Parrebbe di sì. Fino a che punto si può “ingannare” qualcuno nel momento in cui non si interviene “invasivamente” (ex post) sulla memoria, ma direttamente (in tempo “reale”) sulla percezione della realtà?
    E' chiaro però che questo tipo di “sofisticazioni” possono ritenersi “scientificamente” plausibili in una condizione di “coscienza alterata”. Non è affatto il caso degli ipotetici w56 nella loro tipica prassi relazionale descritta.

    Se ci volessimo mantenere coerenti con la trama della narrazione, proseguendo sulla falsariga della nostra “accettazione strumentale” del racconto in questione, potremmo ipotizzare che alcuni di questi eventi abbiano a che fare con gli “esperimenti” condotti dai “ctr” sugli uomini. No?
    Può darsi allora che tutto il variopinto e circense “pantheon alieno” il quale, da quanto leggo, contraddistingue l'immaginario legato a questi “rapimenti” non sia “reale” in toto.
    Il che “confermerebbe” le dichiarazioni dei w56 sulla pericolosità (per gli uomini di qui) dei ctr.
    Perché si dimostrerebbe vero, anche in questo specifico caso, quanto sostenuto a riguardo: l'impossibilità per le vittime persino di capire cosa accada loro (“persi” dietro le immagini di lucertole, mantidi, biondi, mori, grigiastri, puffi, impiegati del catasto, ferrovieri, ecc.ecc.).

    Ad ogni modo, vediamo di analizzare la paura espressa dall'ingegner Breccia (che, è giusto ricordarlo, è un professionista serio, affermato e riconosciuto) e da “Hans”.
    Per forma mentis sono abituato a giudicare un fenomeno (quale che sia) in base ad alcuni criteri elementari:

    1)cui prodest?
    2)effetti reali e diretti del fenomeno
    3)contesto del fenomeno
    4)eventuali backfire/ effetti indiretti
    5) finalità presunte, se predeterminato
    6)immedesimazione e comprensione

    Possiamo dire che gli insegnamenti esistenziali, morali e cosmologici dei w56 non sono stati tesaurizzati da correnti culturali, religiose o politiche di sorta.
    Non c'è stata alcuna “irradiazione” di quella specifica visione della vita, né dei suoi principi fondanti.
    Al contrario, si afferma nel mondo una visione diametralmente opposta.

    Insomma: se escludiamo la, presunta, retro-ingegneria, e i risvolti psico-sociologici dei gruppi coinvolti, il “burattinaio” non ha sortito effetti.

    Allora, secondo questa prospettiva “complottista” adombrata dagli ingegneri Breccia e “Hans”, due sono i casi:
    1)O i w56 (o il “burattinaio”) hanno orchestrato tutta questa epopea, che si può ben definire come “omerica”, e hanno perso molti dei loro, solo per far arrivare i terrestri alle fibre ottiche e al “telefonino” con qualche decennio (o secolo) di anticipo...e per la gioia di qualche multinazionale...

    2)O i w56 (o il “burattinaio”) hanno fallito miseramente nell'intento di imbastire una “trama” pedagogica che fornisse all'umanità materiale sul quale riflettere ed in base al quale progredire nel proprio grado di maturità...

    Mi sembrano entrambe ipotesi che non reggono (un po' sul modello di quelle a cui Hollywood ci ha abituati, alla “Il sesto senso”, per capirci: il coup de theatre per esigenza di copione).

    Troverei più plausibile, se dovessi stabilire quale impostazione sia più “verosimile” in termini di coerenza narrativa, che i w56 abbiano effettivamente perso alcune importanti battaglie “militari” in seguito ad una mirata disarticolazione (e “infiltrazione”?) delle proprie retrovie locali. Niente di molto diverso dalla guerra psicologica posta in atto generalmente prima di una offensiva militare classica.
    Solo che, in questo caso, sarebbe stata minata e distrutta la rete di sostegno “locale”, la “logistica” (mi sembra si sottovaluti davvero un po' troppo l'importanza strategica di un evento del genere in un contesto conflittuale).

    Uredda: può essere denominata in diversi modi; resta l'evidenza di ciò che l'empatia è in grado di sviluppare negli e tra gli uomini; e di ciò che, al contrario, la paranoia può produrre laddove trovi “terreno fertile”.


    Saluti
    PRO SA REPUBRICA DEMOCRATICA SARDA
    FINTZAS A SA BINCHIDA, SEMPER!

  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio

    Se Weber definiva (credo) il potere “tradizionale” come fondato, sotto il profilo valoriale, sullo “eterno ieri”, invece il modello societario attualmente predominante si può definire come “fondato su un eterno presente”: né più un passato da valutare come punto di riferimento per il proprio sviluppo, né più un futuro da immaginare e costruire come “espressione” della specie umana e delle sue ambizioni ad una crescita morale;
    Questo passaggio mi sembra particolarmente vero. Ambizioni ad una crescita morale? Questo orizzonte mi sembra molto trascurato oggi, sia a livello comunitario-statuale sia a livello dei singoli individui, in molti casi almeno. Se intendiamo "morale" in un senso non banalmente virtuistico ma nel senso antico di mos, di modello a cui approssimarsi, qualunque sia la morale o il modello di riferimento considerati, oggi non mi sembrano molti quelli che ambiscono a fare della propria vita l'espressione di una norma o di una forma, un cammino verso un modello. Questa è la mia impressione, in base alla mia esperienza almeno. Per tornare in tema, anche il modello proposto dai W56 alla fine fu disertato dalla maggior parte dei partecipanti di "Amicizia". Oggi la maggior parte della gente al massimo è disposta a seguire una moda, non un modello.


    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Le “logiche” che presiedono l'attuale assetto societario sono presentate alle masse come valide in termini assoluti, non discutibili: qui si aprirebbe un capitolo a parte, quello della reductio ad absurdum di qualsiasi fermento intellettuale, spirituale, religioso o politico, che sia o si pretenda contrario a tale corso (ma questo è un altro argomento).
    Non mi intendo molto di storia, ma credo che anche in passato (penso per esempio al medioevo cristiano) ci siano state società che presentavano alle masse logiche e punti di vista in termini assoluti e non discutibili.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Dacché l'uomo ha memoria, la morte biologica ha costituito il primo termine di riferimento rispetto al quale muoversi, ricercare, costruire: la “paura” della morte, la “conoscenza” della morte, la “accettazione” della morte, il “superamento” della paura e del limite che la morte rappresenta. Quale è il risultato laddove si sospinga l'essere umano a dimenticare questa condizione, a sopravvivere nella forzata e precaria ignoranza di una cesura comunque ineludibile?
    Forse il risultato è un certo senso di sradicamento; si finisce per rimanere in superficie anche perché si ignora una delle radici del nostro essere, quella appunto che fa sì che l'uomo sia mortale e finito (come tutti gli esseri viventi di cui abbiamo esperienza, del resto). Parlando in generale, noi mortali oggi abbiamo rimosso questo nostro tratto costitutivo. Ma poiché rimaniamo mortali, obnubilando questa verità finiamo per perdere un pezzo importante del nostro essere profondo e quindi della nostra identità. Un tempo i mortali ambivano a dialogare o addirittura diventare amici degli Dèi immortali; che questo dialogo avvenisse realmente o fosse frutto di fantasia in fondo poco importa, quello che importa è la diversa disposizione psicologica degli uomini di un tempo.


    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Ti spaventano ambo le posizioni che hai menzionato perché, probabilmente (mi sembri molto chiaro a riguardo), in entrambe riscontri lo stesso problema di fondo: l'assenza di una cosciente e “sentita” valutazione “esistenziale” della morte.

    No, non mi spaventano; ho detto che mi sento distante da esse, non che mi spaventano; come giustamente hai detto manca in esse una cosciente e sentita valutazione "esistenziale" della morte. Almeno questo è il caso della maggior parte delle persone da me incontrate e su questa esperienza basavo la mia affermazione.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Ma il significato sta nella relazione(-composta) tra pensiero, cosa, e segno. Il “significato” prevede, per la sua sussistenza, almeno un soggetto capace di inferire, intellegere. Se nessuno lo “definisse” e nessuno lo inferisse, non sarebbe un significato.
    Invece il solo fatto che tu colga il senso di un disegno che trascende i tuoi limiti “biologici”, potrebbe implicare che, in qualche modo, partecipi della “comprensione” di questo significato; potrebbe implicare cioè che tu non sei esterno a “ciò” che elabora quel significato.
    Questo punto mi sembra molto interessante, anche perché io credo che in fondo comprendere una certa cosa significhi "essere" quella cosa, in un certo qual modo e in un certo grado. Quindi mi ritrovo in quello che dici. Se poi a questo aggiungiamo, accettandola, l'idea di un'identità di fondo tra Dio (non necessariamente concepito personalisticamente, come da punti precedentemente dibattuti) e l'uomo, il cerchio si chiuderebbe molto bene, mi sembra.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    In effetti ancora stiamo aspettando “l'anello mancante”. Eppoi, mi pareva di aver capito che il DNA avesse una funzione “conservativa”, non “performante-innovativa”...
    Ad ogni modo la vicenda oggi è intrattabile, essendo trascinata entro dicotomie “falsanti”, che non consentono un ragionamento “produttivo” (in questo caso “evoluzionismo” versus “creazionismo”).
    Secondo me questo tema per essere dibattuto seriamente necessita di conoscenze specifiche e specialistiche in campo biologico ed anche geologico, conoscenze che io non ho. Tuttavia penso che sia lecito svilupparci sopra qualche considerazione elementare. Pertanto, nella piena consapevolezza dei limiti di quanto scriverò e senza la pretesa di dire sempre e comunque cose giuste (anzi mi farà piacere se qualcuno vorrà correggermi) io penso che la diatriba evoluzionismo-creazionismo restringa il dibattito ad una visuale forzatamente dualistica ed angusta. Per quel poco che ne so infatti, non esiste soltanto la dicotomia creazionismo-evoluzionismo, esistono anche altre posizioni. A questo proposito c'è un bel libro, forse un po' vecchiotto ma sempre molto stimolante: "Organicismo ed Evoluzionismo" del Prof. Roberto Fondi ed a cura di Giovanni Monastra, il Corallo-il Settimo Sigillo, 1984. In Questo libro il Prof. Fondi tenta un approccio alla complessa questione distinto sia dall'evoluzionismo sia dal creazionismo.
    Comunque, per tornare a noi, gli assunti di base dell'evoluzionismo sono essenzialmente due:
    1) Mutazioni genetiche casuali.
    2) Selezione naturale.
    Riflettiamoci su:
    1) a ) La realtà delle mutazioni genetiche spontanee (siano esse causali o meno) mi sembra ormai un fatto acquisito (soprattutto nel caso della formazione di razze o sottospecie), anche se mi sembra di aver capito che allo stato attuale delle conoscenze il dibattito sulla reale incidenza di queste mutazioni sui meccanismi di speciazione non sia ancora del tutto chiaro, per non parlare poi dell'incidenza sui meccanismi di formazione di classi più ampie come i generi, gli ordini, la famiglie etc. Quindi già qui un elemento di prudenza si imporrebbe prima di affermare sic et simpliciter che il punto 1) sia un mattone consolidato dell'evoluzionismo.
    1) b ) Concordiamo mi pare nel ritenere molto difficile stabilire cosa è casuale e cosa non lo è. Questo mi sembra un punto chiave, molto più importante del punto 1) a). Infatti anche se fosse vero ed ampiamente acclarato che le mutazioni genetiche spontanee siano la causa della formazione non solo di sottospecie (razze) ma anche di specie, generi, ordini, famiglie etc, resta il dubbio che davvero queste mutazioni genetiche spontanee siano casuali.Nessuno infatti mi potrà mai dimostrare che tali mutazioni siano davvero casuali. D'altra parte basta supporre che non lo siano ed ecco che abbiamo già superato il meccanicistico punto di vista evoluzionista, senza per altro averne negato del tutto uno dei fondamenti e senza essere scivolati nel creazionismo più semplicistico.
    Queste mutazioni si potrebbero invece facilmente inserire all'interno di una cornice filosofica di tipo organicistico, che veda il Cosmo come un grande organismo ordinato non statico, ma dinamicamente retto da leggi necessarie e soprattutto intelligenti.
    Facciamo un esempio banale e forse non del tutto corretto, ma che rende l'idea di ciò che voglio dire. L'Okapi si sa è imparentato con la giraffa; immaginiamo una popolazione di Okapi che viva in una savana dove siano presenti soltanto alberi più o meno posti all'altezza del loro muso. Tutto procedere regolarmente. Supponiamo che col tempo l'ambiente circostante muti lentamente e che lo faccia in accordo con una qualche legge (ciclica o meno poco importa) intelligente (facile sarebbe un accostamento col "Genius Loci" dei maiores nostri); supponiamo che gradatamente una popolazione di piante più alte soppianti la precedente popolazione di alberi; se il Cosmo è un organismo, allora anche gli Okapi di quella savana ne fanno parte. Lentamente gli Okapi incontrerebbero sempre più difficoltà a nutrirsi, certamente il tasso di mortalità aumenterà. Quella stessa intelligenza vorrà che una nuova specie prenda il posto della prima ed ecco che appare una nuova mutazione genetica, che favorisce la nascita di individui dal collo più lungo; la selezione naturale, col tempo, farà il resto. Siamo sicuri che le mutazioni siano dunque sempre casuali? In questa cornice no. Il tutto senza aver messo in discussione l'azione a posteriori della selezione naturale (anche essa farebbe parte del resto delle leggi che regolerebbero l'organismo, ma su un piano più meccanicistico).

    2) Per quel poco che ne so io credo che il grado di incidenza e di importanza della selezione naturale nella formazione di nuove specie non sia da tutti condiviso ed accettato allo stesso modo; credo che su questo ci sia dibattito anche tra gli evoluzionisti. La questione insomma mi sembra ancora aperta, specialmente nel caso della formazione di ordini, generi, famiglie, dove mi sembra di aver capito che le cose siano ancora poco chiare, se si accetta il paradigma evoluzionista; resterebbero ancora molti problemi aperti. Potrei sbagliarmi, comunque.

    Il Creazionismo invece di solito viene associato a due posizioni:

    3) Le specie sono sostanzialmente immutabili.
    4) Le specie sono state create da Dio.

    Il punto 3) sembrerebbe essere condiviso dai W56. Se si accetta un'idea a me molto cara, e cioè che l'Universo non solo non sia stato creato da nessuno, ma che nemmeno abbia avuto un'origine temporale e che esista da sempre ed esisterà per sempre (anche se non necessariamente sempre nello stesso stato), allora è facile inserirvi il punto 3) e contestare il punto 4). In questa cornice quindi le varie specie viventi riprodurrebbero tutte in vario grado dei modelli platonicamente eterni. Già abbiamo ampiamente discusso sull'idea più intrigante veicolata dal libro "Contattismo di Massa": l'uomo è universale. Abbiamo già detto che ciò si sposerebbe benissimo con la vecchia concezione delle idee platoniche. Così come l'uomo, anche altri esseri sarebbero universali, esisterebbero da sempre e tenderebbero ad approssimarsi a dei modelli eterni, più o meno bene a seconda dei casi e delle varie esigenze ambientali. Questo per tutti i pianeti del Cosmo in cui ci sarebbe la vita, Cosmo che quindi si configurerebbe classicamente come un vero e proprio organismo intelligente, dotato di parti aventi un'identità ed una funzione ben precisa nell'economia del tutto. Il tutto senza introdurre un Dio personale che ad un dato istante di tempo creerebbe ex nihilo una data specie.
    Quanti sarebbero questi modelli biologici? Chissà, forse un insieme molto grande ma finito, forse un'infinità numerabile come quella che caratterizza i numeri naturali o i numeri razionali o forse ancora un'infinità non numerabile, come quella che caratterizza i punti di una retta ed i numeri irrazionali. Io credo che natura facit saltus, anche se molto piccolo (dell'ordine di grandezza del quanto di azione), quindi tenderei a ritenere che si tratti di un'infinità numerabile; naturalmente è solo una speculazione e niente più.
    Nel libro "Contattismi di massa" si dice che i W56 sui loro pianeti alleverebbero animali (di cui però non si nutrirebbero) , e che i loro animali sarebbero molto simili ai nostri. Come ho detto il libro non si occupa solo della questione W56, ma anche dell'affare ummita e della semisconosciuta storia degli "Ummiti italici". Quest'ultima avrebbe coinvolto, sempre in Italia e in quegli anni, un ristretto gruppo di persone, più che altro professori e studenti universitari. Nel libro sono riportate le testimonianze di diversi presunti dialoghi. Ora in uno di questi dialoghi un terrestre recantesi ad uno di questi presunti incontri avrebbe dovuto portare con sè delle galline, perché le galline non sarebbero state presenti nel pianeta di origine dei suoi interlocutori, a differenza dei cani. Un po' di tempo fa ho letto velocemente una notizia con la quale ci informavano del fatto che si sarebbe provato che l'animale oggi geneticamente più vicino al Tyrannosaurus Rex sarebbe proprio il comunissimo pollo domestico! Scherzandoci un po' su e tornando alla teoria W56 sui pianeti madre (di cui la terra farebbe parte), ed essendo i dinosauri animali molto arcaici tipici di una certa fase della vita del nostro pianeta, verrebbe da pensare che sia normale l'assenza di pollame su altri pianeti, per lo meno non madre . Ancora, nel libro è presente anche la foto di un presunto "cane extraterrestre" (sembra un pastore abruzzese) , questa volta però in relazione a dei filoni di contattismo tutto americano.
    Quindi, tornando alla diatriba creazionismo-evoluzionismo, a naso direi che è possibile concepire delle alternative ad entrambe queste due posizioni intese nel senso sopra riportato.


    Ancora qualche osservazione sugli "Ummiti italici"; da quel che ho capito io questa storia si presenta come totalmente indipendente da quella dei W56; basta leggere i dialoghi dei terrestri coinvolti per rendersi conto che questi presunti alieni, a differenza dei W56, avrebbero avuto ben altri scopi. In cambio delle perline colorate, ossia la soddisfazione di vedere un disco volante ed in qualche caso anche di fotografarlo (gli "ummiti italici" avrebbero organizzato avvistamenti per i propri interlocutori), avrebbero chiesto ai terrestri di sottoporsi volontariamente a degli esperimenti, talvolta banali e per noi perfino ridicoli, talvolta decisamente più inquietanti. Inoltre dai dialoghi pare che amassero talvolta spaventare e di molto i propri interlocutori, cosa questa che i W56 non facevano o avevano cura di non fare, come appare chiaramente da un episodio raccontato nel libro; ma la cosa che mi fa rizzare le orecchie è che si dice che questi "ummiti italici" avrebbero molto amato creare degli automi biologici identici ai propri interlocutori terrestri, i quali ultimi in qualche caso avrebbero avuto modo di vedere i propri sosia spaventandosi (comprensibilmente) non poco. Infine, in un dialogo un terrestre in contatto con gli "ummiti italici" afferma che i W56 distruggerebbero i dischi degli "ummiti italici" ; direi quindi che dal libro si evince che questi "ummiti italici" abbiano molto a che fare con i CTR della saga W56; in generale tutto l'affare "ummo", se autentico, secondo me potrebbe avere una qualche relazione con i CTR della saga "W56", tenendo conto degli aspetti anche disgustosi che lo caratterizzerebbero.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Da quello che ho avuto modo di leggere recentemente, la persona a cui ti riferisci esprimeva una cultura umanistica elevata tanto quanto “forte”: era un autorevole autore, cattolico, di testi a sfondo teologico.
    Un profilo psicologico che non sembra compatibile con una facile fascinazione da “perline colorate tecnologiche”. Au contraire.
    Questo è un altro elemento che rende questa storia più interessante e in linea di principio più credibile di tante altre storie nate in ambito contattistico.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Non capisco quello che mi sembra un “salto logico”: esattamente in base a cosa emergerebbe il dubbio sulla sincerità dei w56?
    Quando due nazioni si affrontano militarmente, i governi di ciascuna nazione tentano in ogni modo di tenere alto il morale delle proprie truppe e cercano di farlo tanto più intensamente e meglio quanto più lo richiede l'asprezza del conflitto. Analogamente nel caso della diatriba fra W56 e CTR è molto probabile che si sia fatto uso, da parte dei W56, di "perline colorate" per tenere alto l'interesse dei terrestri coinvolti in "Amicizia" , interesse che altrimenti sarebbe col tempo venuto meno, come poi è effettivamente accaduto dal lato terrestre di Amicizia. Quindi, la presenza di un elemento "forte" come la guerra (o se si preferisce una battaglia) con tutti i rischi che comporta, non può che costituire un elemento in più per sospettare a priori che anche i W56 possano eventualmente aver fatto uso di "perline colorate"; era questo che intendevo dire.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Beh, se le intenzioni fossero state altre, al di fuori di un esperimento “sociologico” dai (con)fini incerti, avrebbero investito assai male il proprio capitale di tempo e risorse. Con tali potenzialità “suggestive” in proprio possesso...altro che questo...
    Direi che con gli stessi mezzi un truffatore di oggi (ma anche di “ieri”) potrebbe fare molto meglio, e senza lasciare nemmeno “dubbi” postumi nelle proprie vittime.
    Questo è vero, ed anche questo è un altro elemento che contribuisce a dare credibilità a questa storia.


    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Intendi che avrebbero preso un abbaglio per via degli ipotetici droni da navigazione recuperati? O intendi che avrebbero preso contatto con i supposti ctr?
    No, niente di tutto questo. Molto più semplicemente il mio ragionamento partiva da un dato di fatto: sono decenni che l'immaginario ufologico americano è dominato dalla figura dell'alieno "Grigio", piccolo di statura, macrocefalo, in genere ostile e coinvolto nei famosi presunti rapimenti, in ogni caso associato ad una tecnologia mirabolante. Mi chiedevo: perché tutta questa attrazione? Perché mai se l'americano medio pensa agli alieni se li immagina così? Pensavo che una possibile risposta potesse essere questa: perché l'americano medio (e non solo lui) è affascinato dalla super tecnologia, specialmente se vista in relazione a possibili applicazioni militari, ed attorno ai Grigi ruota tutto un mondo di fantasie super tecnologiche di questo tipo; inoltre è affascinato dalla violenza, ed anche questa non manca in genere nelle storie di rapimenti collegate ai "Grigi". Tutto qua.
    Certo, se poi si deve dare credito alle storie dei presunti recuperi di cadaveri alieni, questa mia impressione si rafforza; intanto perché, ancora una volta, gli alieni in questione sono descritti come "Grigi" (con piccole varianti sul tema), poi perché l'ufologia americana è dominata dal tema del presunto coinvolgimento del governo USA o di sue strutture molto segrete in operazioni di retroingegneria su queste presunte tecnologie aliene per finalità ancora una volta militari. Dove sono gli insegnamenti dei W56, i dialoghi sull'uomo e sul suo rapporto con Dio e con il Cosmo, in questo immaginario ufologico? Non ci sono. Non solo, ma sempre il mondo ufologico americano è attraversato da varie voci secondo le quali organismi segreti USA avrebbero addirittura stretto un patto scellerato con delle EBE (entità biologiche extraterrestri) guarda caso descritte sempre come "Grigi": Bricioli di tecnologia aliena in cambio di un certo lasciapassare sul nostro pianeta (gli USA sono pur sempre la prima potenza terrestre), con l'implicito permesso di usufruire dei terrestri a piacimento (leggasi rapimenti). Storie deliranti, certo. Ma anche se non fossero vere, sarebbero comunque la prova che l'attrazione della mente americana per questo mondo torbido (immaginario o meno) è molto forte. Era questo che intendevo dire.
    Non intendevo dire che gli USA avrebbero preso contatto con i presunti CTR. Certo, se gli USA avessero sul serio preso contatto con i "Grigi" nei termini sopra descritti e se i "Grigi" fossero degli automi biologici al servizio dei CTR (nell'ipotesi che questi ultimi esistano nei termini della saga W56) lo scenario diventerebbe molto inquietante. Ma non pensavo a questo.
    Vicerversa, se la storia W56 fosse falsa e quindi inventata, sicuramente l'immaginario che l'avrebbe partorita sarebbe cresciuto respirando un'aria più pura e fina di quella che si percepisce nell'ambiente ufologico targato USA.
    La mia era una riflessione sulla mente dell'uomo, non sulla realtà o meno di un contatto fra governo USA e supposti "Grigi".
    Certo, c'è sempre il rifacimento di "ultimatum alla terra" prossimamente nelle nostre sale a salvare il buon nome degli alieni di forma umana in terra d'America .
    Comunque ripeto la domanda: secondo te come mai negli USA sono così affascinati da queste figure ( i "Grigi" intendo)?

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Sapevo dei fratelli Judica Cordiglia in relazione alle missioni sovietiche taciute al pubblico mondiale. Non so della piattaforma San Marco.
    Mi hanno molto impressionato le trascrizioni delle registrazioni relative agli ultimi istanti di vita di alcuni di questi sfortunati ed eroici cosmonauti russi. Mi ha molto impressionato anche il cinismo con cui queste storie eroiche, che sarebbero state e sarebbero l'orgoglio di qualunque nazione, sono state nascoste e coperte solo perché non vittoriose.

    La San Marco (affiancata dalla Santa Rita) è stata una piattaforma di lancio italiana per razzi e satelliti artificiali ubicata al largo del Kenia, in pieno oceano Indiano, una sorta di piccola "Cape Kennedy" italiana. Molto apprezzata da tutti, NASA compresa, è stata per molti anni la punta di diamante del nostro paese in questo settore. Il primo satellite USA lanciato da una base straniera fu l'explorer 42 e venne lanciato proprio dalla San Marco nel 1970. I lanci cessarono nel 1988. Pinotti nel libro citato racconta della sua visita alla San Marco nel 1977 e delle ottime impressioni che ne trasse, sia sul lato umano che su quello tecnico-professionale, impressioni e descrizioni che rendono questo capitolo molto piacevole da leggersi.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Esatto. Sarà pur vero che le bugie hanno le gambe corte? Ad ogni modo, diceva, più o meno, un grande scrittore che... il cielo è così sporco che ci vorrà un temporale per ripulirlo.
    Sotto questo aspetto io non ho molta fiducia nell'uomo (terrestre almeno).

    Saluti

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Per affrontare questi aspetti così circostanziati, però, dobbiamo abbracciare coerentemente la strategia di lavoro cui accennavo: dobbiamo stipulare convenzionalmente che questo racconto sia “vero”, e “trattarlo” come tale al solo fine di razionalizzare il più possibile i suoi contenuti ed il suo “senso” complessivo. Viceversa non avrebbe ragione il continuare. Dunque conferiamogli una “veridicità strumentale” (facciamo finta che sia vero), e vediamo cosa se ne può tirare fuori.
    Va bene.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Non sta a me discutere dei cosiddetti “rapimenti”: e naturalmente, come scettico, sostengo che si tratta per lo più di fenomeni di isteria collettiva, o di casi di disturbi mentali, o ancora di ricorrenti “figure simboliche” che hanno assunto una qualche valenza archetipica nell'inconscio delle persone interessate (“figure” che “emergono” negli stati, assai frequenti, di allucinazione ipnagogica: tra il sonno e la veglia).
    Concordo.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Sono sicuro che saprai dei recenti impieghi, fondamentalmente offensivi e/o criminali, degli infrasuoni: dal settore bellico, a quello sperimentale, fino alle cosiddette “droghe sonore”.
    Gli infrasuoni possono interagire con la percezione della realtà? Parrebbe di sì. Fino a che punto si può “ingannare” qualcuno nel momento in cui non si interviene “invasivamente” (ex post) sulla memoria, ma direttamente (in tempo “reale”) sulla percezione della realtà?
    E' chiaro però che questo tipo di “sofisticazioni” possono ritenersi “scientificamente” plausibili in una condizione di “coscienza alterata”. Non è affatto il caso degli ipotetici w56 nella loro tipica prassi relazionale descritta.
    Non so molto di questi possibili impieghi degli infrasuoni, se non quello che si legge comunemente sui consueti mezzi di informazione. Comunque l'accostamento mi sembra pertinente e mi dà modo di riallacciarmi ad una premessa da me svolta qualche messaggio fa, e che riporto qui di seguito:
    "Einstein contibuì in maniera determinante a togliere di mezzo l'etere (inteso come mezzo di supporto per le onde elettromagnetiche) dal panorama della fisica moderna. Oggi non manca chi, all'interno della comunità scientifica, si chiede se questo abbandono non sia stato in realtà troppo frettoloso e poco meditato; c'è infatti chi pensa che molti dei problemi in cui si dibatte la fisica moderna potrebbero ridimensionarsi di molto alla luce di una nuova teoria non ingenua dell'etere; è un'idea che comincia ad affacciarsi da più parti questa, anche se per il momento resta molto minoritaria. Lo stesso Einstein alla fine della sua vità ritornò parzialmente sui suoi passi, cercando di conciliare la sua teoria della relatività (che "uccise" l'etere ottocentesco) con una nuova concezione "relativistica" di etere.
    Non so chi abbia concepito per primo l'idea di un campo puramente informativo in grado
    di interagire con la materia; in ogni caso il vero padre di questa idea è sicuramente David Bohm, il quale dedicò tutta la sua vita a sviluppare un'interpretazione molto particolare della meccanica quantistica, nota appunto come interpretazione di Bohm. Oggi, sebbene in minoranza, non sono pochi i fisici (detti "Bohmiani") che preferiscono questa interpretazione a quella "classica" dettata dalla celebre scuola di Copenaghen.L'interpretazione di Bohm si allontana molto dall'indeterminismo radicale della scuola di Copenaghen, e reintroduce nel mondo microscopico alcune idee della vecchia fisica classica, a cominciare dal concetto di traiettoria di una particella, presentandole però alla luce di alcune idee nuove.
    Il formalismo matematico resta lo stesso, ma viene reinterpretato in termini di campo informativo (il cosiddetto potenziale quantico) che fungerebbe da onda guida per una particella.
    Ad oggi, che io sappia, ancora non si è riusciti a determinare sperimentalmente quale delle due interpretazioni sia la migliore."

    Ciò premesso, se dovesse essere vera una visione del mondo in cui venisse riabilitato un ipotetico e sottilissimo "mezzo" che per comodità potremmo chiamare etere, ci troveremmo in una situazione fisica tale che:
    1) Le quattro forze fondamentali della natura (gravità, nucleare forte, nucleare debole ed elettromagnetismo) in realtà sarebbero solo differenti aspetti di onde d'etere, o potrebbero essere ricondotte ad aspetti dinamici dello stesso.
    2) La materia o ciò che comunemente ci appare materiale e quindi fisicamente dotato di massa si potrebbe spiegare con particelle d'etere "contratte", "statiche" e non dinamiche come nel caso delle suddette forze.

    Quindi un ipotetica super tecnologia che sapesse manipolare a fondo un supposto etere di questo tipo (verrebbe da dire in tutto il suo spettro di frequenza) potrebbe agire molto più a fondo sulla materia in tutti i suoi aspetti di quanto non si possa eventualmente fare con semplici suoni (che in fondo sono solo vibrazioni d'aria). Tenendo conto che il corpo umano, massimamente il cervello ed il sistema nervoso, sono attraversati da complessi e raffinatissimi circuiti elettrici, e tenendo conto che è possibile entrare in risonanza con un circuito elettrico oscillante, mi chiedo fin dove si potrebbe giungere in un ipotetico scenario di questo tipo. Anche perché manipolando un etere di quel tipo si potrebbe manipolare direttamente la materia, e non semplicemente i campi elettrici o magnetici.


    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Se ci volessimo mantenere coerenti con la trama della narrazione, proseguendo sulla falsariga della nostra “accettazione strumentale” del racconto in questione, potremmo ipotizzare che alcuni di questi eventi abbiano a che fare con gli “esperimenti” condotti dai “ctr” sugli uomini. No?
    Può darsi allora che tutto il variopinto e circense “pantheon alieno” il quale, da quanto leggo, contraddistingue l'immaginario legato a questi “rapimenti” non sia “reale” in toto.
    Il che “confermerebbe” le dichiarazioni dei w56 sulla pericolosità (per gli uomini di qui) dei ctr.
    Perché si dimostrerebbe vero, anche in questo specifico caso, quanto sostenuto a riguardo: l'impossibilità per le vittime persino di capire cosa accada loro
    Per tornare ai Grigi, c'è da dire che le storie dei presunti rapimenti che li vedono protagonisti sono diffuse un po' in tutto il mondo, stando alla letteratura ufologica. Non solo nei paesi occidentali, ma anche in quelli islamici per esempio, o in quelli dell'africa nera. Solo che da lì queste notizie filtrerebbero di meno e sarebbero interpretate in base alle credenze locali (Jinn, spiriti di vario tipo etc). Se per amor di discussione prendiamo per buona tutta questa storia dei rapimenti, escludendo i casi di isteria, turbe psichiche etc, allora direi che siamo condotti a due ipotesi di base:
    1) Ipotesi fisica: i "Grigi" esistono fisicamente sul serio. Stando però ai racconti dei presunti rapiti, il tipo di contatto si esplicherebbe non solo sul piano fisico, ma anche e direi principalmente sul piano mentale. Ed ecco quindi fare capolino quanto dicevi in merito alle possibili manipolazioni della percezione della realtà. Del resto i grigi, se automi dei CTR sarebbero principalmente interessati proprio al funzionamento della mente umana terrestre, che come abbiamo visto sarebbe particolarmente preziosa per molti. Inoltre nei racconti di questo tipo emerge spesso una costante: se il rapito ha la prontezza di pregare con intensità (qualunque sia la sua religione), il fenomeno si interrompe, il che suggerisce un'origine non fisica del fenomeno stesso. Volendo però restare nell'ipotesi fisica, direi che la preghiera intensa e volontaria potrebbe attivare un meccanismo mentale in grado di inibire l'attività portata avanti dai Grigi o dai CTR sul malcapitato di turno. E qui mi vengono in mente due passi del libro "Contattismi di massa".
    Passo A ) : Un W56 dice ai nostri di stare molto attenti, perché i CTR starebbero tentando di fare qualcosa per colpire i terrestri di Amicizia. Quindi dice che il peggior guaio sarebbe se i CTR riuscissero a prendere il controllo della mente degli "Amici" terrestri; per loro infatti, specifica, sarebbe molto facile farlo. Il personaggio principale di Amicizia, lato terrestre ed italiano, risponde dicendo che avrebbe fatto uso di tecniche di difesa mentale da lui acquisite grazie alla lunga pratica dello Yoga; il W56 ribatte che non è necessario questo, ma che basta ergere la propria volontà a barriera ed esserne consci; se la mente reagisce e si oppone, i loro sforzi sono vani, insiste il W56; altrimenti è fatta.
    Passo B): i due protagonisti principali di Amicizia, lato terrestre ed italiano, ad un certo punto si accorgono di essere sempre più frequentemente seguiti da due uomini; uno si muoveva davanti a loro, uno dietro; si trattava sempre degli stessi uomini. Riferiscono la cosa ai W56 che spiegano trattarsi di due automi umani, aggiungendo che ben poco sarebbe rimasto delle loro menti interamente sotto il controllo CTR. Dicono ai terrestri di non fare loro del male, perché i due automi non sono colpevoli di quello che fanno; il loro compito, aggiungono i W56, consiste soprattutto nel rimandare indietro le sensazioni ed i sentimenti dei terrestri spiati; sarebbero quindi delle specie di sonde umane! Quindi i W56 consigliano i terrestri che si dovessero trovare ad essere spiati da questi automi, di fare qualcosa di insensato, in modo da confonderli; essi cercheranno di capire cosa i terrestri starebbero facendo, ma non ci sarebbe nulla da capire, concludono i W56, e verrebbero così raggirati.
    2) ipotesi non fisica: i "Grigi" esistono sul serio, ma non fisicamente; in tal caso altro non sarebbero che spiriti immateriali sul tipo di quelli che nel medioevo si sarebbero resi protagonisti di incubi e succubi vari; anche in questo caso (e direi soprattutto in questo caso) si spiegherebbe perché le preghiere farebbero effetto.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    (“persi” dietro le immagini di lucertole, mantidi, biondi, mori, grigiastri, puffi, impiegati del catasto, ferrovieri, ecc.ecc.).


    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Ad ogni modo, vediamo di analizzare la paura espressa dall'ingegner Breccia (che, è giusto ricordarlo, è un professionista serio, affermato e riconosciuto) e da “Hans”.
    Non a caso nel mio primo messaggio in questa discussione ho detto che l'autore è dotato di un curriculum scientifico di tutto rispetto, il che, se non rende ovviamente automaticamente vero il contenuto del libro "contattismi di massa", sicuramente ne rende più interessante la lettura. Quando dicevo che qualche volta in Italia ci si distigue rispetto al resto del mondo per la capacità di trattatare con competenza e cultura ogni tematica, anche quelle più inverosimili come questa, pensavo anche al curriculum del Prof. Breccia.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Per forma mentis sono abituato a giudicare un fenomeno (quale che sia) in base ad alcuni criteri elementari:

    1)cui prodest?
    2)effetti reali e diretti del fenomeno
    3)contesto del fenomeno
    4)eventuali backfire/ effetti indiretti
    5) finalità presunte, se predeterminato
    6)immedesimazione e comprensione

    Possiamo dire che gli insegnamenti esistenziali, morali e cosmologici dei w56 non sono stati tesaurizzati da correnti culturali, religiose o politiche di sorta.
    Non c'è stata alcuna “irradiazione” di quella specifica visione della vita, né dei suoi principi fondanti.
    Al contrario, si afferma nel mondo una visione diametralmente opposta.

    Insomma: se escludiamo la, presunta, retro-ingegneria, e i risvolti psico-sociologici dei gruppi coinvolti, il “burattinaio” non ha sortito effetti.

    Allora, secondo questa prospettiva “complottista” adombrata dagli ingegneri Breccia e “Hans”, due sono i casi:
    1)O i w56 (o il “burattinaio”) hanno orchestrato tutta questa epopea, che si può ben definire come “omerica”, e hanno perso molti dei loro, solo per far arrivare i terrestri alle fibre ottiche e al “telefonino” con qualche decennio (o secolo) di anticipo...e per la gioia di qualche multinazionale...

    2)O i w56 (o il “burattinaio”) hanno fallito miseramente nell'intento di imbastire una “trama” pedagogica che fornisse all'umanità materiale sul quale riflettere ed in base al quale progredire nel proprio grado di maturità...
    Concordo. Dimentichi però altre tre cose.

    3) Lo scopo principale dei W56 era quello di studiare la mente dell'uomo terrestre, il tutto per gli scopi di cui abbiamo già discusso; quindi anche se la storia di Amizia non è finita bene, in ogni caso i W56 avrebbero avuto modo in 22 anni di studiare la mente terrestre molto da vicino e per di più in relazione ad elementi umani da loro preselezionati e da loro inseriti in contesti di vario tipo, compreso quello bellico. Quindi si può ipotizzare che quando (stando al libro) il 6 e l'11 Dicembre 1986 le ultime retroguardie di W56 andarono via dalla terra (dicendo che sarebbero ritornati) per tornare alle loro navi madre in orbita attorno al sole (su orbite fortemente inclinate rispetto al piano dell'eclittica), sarebbero comunque ripartite con un bel bottino di dati utili ai modelli che andavano elaborando. Quindi per loro l'esperienza di "Amicizia" non sarebbe stata vana, in questa ipotesi. Quando intendo studiare non penso solo ad uno studio di tipo psicologico nel senso terrestre odierno, ma penso proprio a macchinari (non invasivi) per lo studio delle onde cerebrali, utilizzati magari all'insaputa dei terrestri nelle differenti situazioni. Questo il libro non lo dice, lo ipotizzo io. Per esempio, a voler essere sospettosi si potrebbe notare quanto segue: ho già detto che nel libro c'è una fotografia chiarissima di un presunto W56; un individuo giovane, bianco, all'apparenza molto alto. Si vede chiaramente che sotto i calzoni, nella zona destra, laddove dovrebbe esserci la tasca destra, c'è un oggetto discoidale sporgente. Che cosa è quell'oggetto?

    4) L'altro scopo per il quale i W56 sarebbero venuti, scopo da loro ritenuto secondario, sarebbe stato quello di proteggerci dai CTR. I W56 nel libro si sono sempre rifiutare di chiamare questo scontro con i CTR "guerra"; hanno sempre utilizzato il termine diatriba; in un passo un W56 equipara i CTR a degli insetti su cui spruzzare una veleno vaporizzato, in pratica una sostanza disinfestante, lasciando sottintendere che non è possibile chiamare guerra un'azione contro degli insetti. Poiché in altre parti del libro i W56 dicono di aver fatto qualcosa che avrebbe impedito ai CTR di nuocerci anche in loro assenza, si può ipotizzare che comunque siano riusciti a fare qualcosa del genere. Anche in questo caso la loro presenza non sarebbe stata vana.

    5) Bisogna infine inserire tutto ciò (sempre nell'ipotesi iniziale che questa storia sia vera) nel contesto di quello che si potrebbe ipotizzare essere una sorta di "gioco" politico-militare-spionistico tra le varie potenze planetarie, gioco di cui noi saremmo parte passiva e non attiva. E quindi ecco che lo stesso Roberto Pinotti, nella prefazione al libro "Contattismi di massa" già citato, ipotizza varie figure aliene in visita più o meno clandestina sul nostro pianeta: non mancherebbero naturalisti interessati alle nostre fauna e flora, mercanti interessati a materie prime (qui sulla terra) facilmente reperibili, etnologi interessati a studiare gli sviluppi delle nostre culture senza interferire, ma anche missionari preoccupati per il nostro futuro etico e spirituale in missione di "peacekeeping", militari destinati a gestire strutture tecniche o di controllo volte al mantenimento di collegamenti e rotte spaziali e, aggiungerei io, come nella migliore spy story anche spie ed infiltrati vari. Insomma "Amicizia" e la "battaglia dell'adriatico" potrebbero essere solo un episodio inserito in un contesto più vasto, magari in un gioco di equilibri interplanetari tra più potenze, un po' come quando ai tempi della guerra fredda poteva avvenire che spie russe ed americane conducessero una guerra segreta, con tanto di morti e di operazioni militari clandestine, in paesi del terzo mondo non allineati in cui sarebbe stato problematico, per ciascuna delle superpotenze in gioco, intervenire apertamente in scaramucce locali.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Troverei più plausibile, se dovessi stabilire quale impostazione sia più “verosimile” in termini di coerenza narrativa, che i w56 abbiano effettivamente perso alcune importanti battaglie “militari” in seguito ad una mirata disarticolazione (e “infiltrazione”?) delle proprie retrovie locali. Niente di molto diverso dalla guerra psicologica posta in atto generalmente prima di una offensiva militare classica.
    Solo che, in questo caso, sarebbe stata minata e distrutta la rete di sostegno “locale”, la “logistica” (mi sembra si sottovaluti davvero un po' troppo l'importanza strategica di un evento del genere in un contesto conflittuale).
    Concordo; nel libro si dice proprio che alla fine i CTR avrebbero acquisito il controllo dei più del gruppo terrestre di "Amicizia"; integrerei inoltre quanto da te detto col punto 5) di cui sopra.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Uredda: può essere denominata in diversi modi; resta l'evidenza di ciò che l'empatia è in grado di sviluppare negli e tra gli uomini; e di ciò che, al contrario, la paranoia può produrre laddove trovi “terreno fertile”.
    Vero. Aggiungerei però che leggendo il libro si ha spesso l'impressione che l'uredda dei terrestri fosse necessaria quasi al funzionamento di alcuni macchinari utili ai W56 per contrastare i CTR.

    Saluti

  5. #25
    ghost dog
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    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Questo passaggio mi sembra particolarmente vero. Ambizioni ad una crescita morale? Questo orizzonte mi sembra molto trascurato oggi, sia a livello comunitario-statuale sia a livello dei singoli individui, in molti casi almeno. Se intendiamo "morale" in un senso non banalmente virtuistico ma nel senso antico di mos, di modello a cui approssimarsi, qualunque sia la morale o il modello di riferimento considerati, oggi non mi sembrano molti quelli che ambiscono a fare della propria vita l'espressione di una norma o di una forma, un cammino verso un modello. Questa è la mia impressione, in base alla mia esperienza almeno. Per tornare in tema, anche il modello proposto dai W56 alla fine fu disertato dalla maggior parte dei partecipanti di "Amicizia". Oggi la maggior parte della gente al massimo è disposta a seguire una moda, non un modello.
    Sottoscrivo; una situazione che ha cause strutturali storicamente ben definibili; ed infatti non da oggi oggetto di studi. Ci sia consentito di andare oltre l'algida valutazione degli studiosi, e di pensare di poter individuare nella sostanza umana un “punto fermo”, originariamente dotato di una “forma” che potremmo definire “eudemonica”. Insomma, arriva il momento in cui bisogna scegliere tra l'idea di uomo come “ente” infinitamente plasmabile al pari delle manifestazioni naturali (ed è anche da vedere “se”, “come” e a che prezzo questo possa avvenire), e piuttosto un'idea di uomo segnata da alcune costanti, costitutive e imprescindibili. Costanti la cui negazione (“repressione”) segna l'inizio di una patologica “lacerazione” in seno all'individuo.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Non mi intendo molto di storia, ma credo che anche in passato (penso per esempio al medioevo cristiano) ci siano state società che presentavano alle masse logiche e punti di vista in termini assoluti e non discutibili.

    Certo, ogni società ha, a suo modo, dato risposta all'esigenza della legittimazione del potere. Quello che segna la differenza è la pretesa odierna di fondare lo status quo su una presunta “razionalità” di (presunta) derivazione scientifica. E, per ricollegarci a quanto sopra accennato, ai modi occulti mediante i quali l'egemonia dei pochi si esercita sui molti.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Forse il risultato è un certo senso di sradicamento; si finisce per rimanere in superficie anche perché si ignora una delle radici del nostro essere, quella appunto che fa sì che l'uomo sia mortale e finito (come tutti gli esseri viventi di cui abbiamo esperienza, del resto). Parlando in generale, noi mortali oggi abbiamo rimosso questo nostro tratto costitutivo. Ma poiché rimaniamo mortali, obnubilando questa verità finiamo per perdere un pezzo importante del nostro essere profondo e quindi della nostra identità. Un tempo i mortali ambivano a dialogare o addirittura diventare amici degli Dèi immortali; che questo dialogo avvenisse realmente o fosse frutto di fantasia in fondo poco importa, quello che importa è la diversa disposizione psicologica degli uomini di un tempo.

    Sottoscrivo. Agli “dei” dell'antichità non era dato di accedere alla dimensione “tragica” della sfera umana.
    Ciò a dire che nella consapevolezza della propria finitezza vi era comunque un “senso”, un “fine” capace di conferire “misura” e “valore” alla vita (la “qualità” della vita tanto cara a Seneca).
    In definitiva, anche in questo caso, con la “dimenticanza” indotta a riguardo della sua mortalità, l'uomo viene privato degli elementi necessari a farsi una piena coscienza di sé.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    No, non mi spaventano; ho detto che mi sento distante da esse, non che mi spaventano; come giustamente hai detto manca in esse una cosciente e sentita valutazione "esistenziale" della morte. Almeno questo è il caso della maggior parte delle persone da me incontrate e su questa esperienza basavo la mia affermazione.

    Ok. Mi correggo allora. Condivido quanto dici, anche io ho fatto esperienze similari.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Questo punto mi sembra molto interessante, anche perché io credo che in fondo comprendere una certa cosa significhi "essere" quella cosa, in un certo qual modo e in un certo grado. Quindi mi ritrovo in quello che dici. Se poi a questo aggiungiamo, accettandola, l'idea di un'identità di fondo tra Dio (non necessariamente concepito personalisticamente, come da punti precedentemente dibattuti) e l'uomo, il cerchio si chiuderebbe molto bene, mi sembra.

    Ok.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Secondo me questo tema per essere dibattuto seriamente necessita di conoscenze specifiche e specialistiche in campo biologico ed anche geologico, conoscenze che io non ho. Tuttavia penso che sia lecito svilupparci sopra qualche considerazione elementare. Pertanto, nella piena consapevolezza dei limiti di quanto scriverò e senza la pretesa di dire sempre e comunque cose giuste (anzi mi farà piacere se qualcuno vorrà correggermi) io penso che la diatriba evoluzionismo-creazionismo restringa il dibattito ad una visuale forzatamente dualistica ed angusta. Per quel poco che ne so infatti, non esiste soltanto la dicotomia creazionismo-evoluzionismo, esistono anche altre posizioni. A questo proposito c'è un bel libro, forse un po' vecchiotto ma sempre molto stimolante: "Organicismo ed Evoluzionismo" del Prof. Roberto Fondi ed a cura di Giovanni Monastra, il Corallo-il Settimo Sigillo, 1984. In Questo libro il Prof. Fondi tenta un approccio alla complessa questione distinto sia dall'evoluzionismo sia dal creazionismo.
    Comunque, per tornare a noi, gli assunti di base dell'evoluzionismo sono essenzialmente due:
    1) Mutazioni genetiche casuali.
    2) Selezione naturale.
    Riflettiamoci su:
    1) a ) La realtà delle mutazioni genetiche spontanee (siano esse causali o meno) mi sembra ormai un fatto acquisito (soprattutto nel caso della formazione di razze o sottospecie), anche se mi sembra di aver capito che allo stato attuale delle conoscenze il dibattito sulla reale incidenza di queste mutazioni sui meccanismi di speciazione non sia ancora del tutto chiaro, per non parlare poi dell'incidenza sui meccanismi di formazione di classi più ampie come i generi, gli ordini, la famiglie etc. Quindi già qui un elemento di prudenza si imporrebbe prima di affermare sic et simpliciter che il punto 1) sia un mattone consolidato dell'evoluzionismo.
    1) b ) Concordiamo mi pare nel ritenere molto difficile stabilire cosa è casuale e cosa non lo è. Questo mi sembra un punto chiave, molto più importante del punto 1) a). Infatti anche se fosse vero ed ampiamente acclarato che le mutazioni genetiche spontanee siano la causa della formazione non solo di sottospecie (razze) ma anche di specie, generi, ordini, famiglie etc, resta il dubbio che davvero queste mutazioni genetiche spontanee siano casuali.Nessuno infatti mi potrà mai dimostrare che tali mutazioni siano davvero casuali. D'altra parte basta supporre che non lo siano ed ecco che abbiamo già superato il meccanicistico punto di vista evoluzionista, senza per altro averne negato del tutto uno dei fondamenti e senza essere scivolati nel creazionismo più semplicistico.
    Queste mutazioni si potrebbero invece facilmente inserire all'interno di una cornice filosofica di tipo organicistico, che veda il Cosmo come un grande organismo ordinato non statico, ma dinamicamente retto da leggi necessarie e soprattutto intelligenti.
    Facciamo un esempio banale e forse non del tutto corretto, ma che rende l'idea di ciò che voglio dire. L'Okapi si sa è imparentato con la giraffa; immaginiamo una popolazione di Okapi che viva in una savana dove siano presenti soltanto alberi più o meno posti all'altezza del loro muso. Tutto procedere regolarmente. Supponiamo che col tempo l'ambiente circostante muti lentamente e che lo faccia in accordo con una qualche legge (ciclica o meno poco importa) intelligente (facile sarebbe un accostamento col "Genius Loci" dei maiores nostri); supponiamo che gradatamente una popolazione di piante più alte soppianti la precedente popolazione di alberi; se il Cosmo è un organismo, allora anche gli Okapi di quella savana ne fanno parte. Lentamente gli Okapi incontrerebbero sempre più difficoltà a nutrirsi, certamente il tasso di mortalità aumenterà. Quella stessa intelligenza vorrà che una nuova specie prenda il posto della prima ed ecco che appare una nuova mutazione genetica, che favorisce la nascita di individui dal collo più lungo; la selezione naturale, col tempo, farà il resto. Siamo sicuri che le mutazioni siano dunque sempre casuali? In questa cornice no. Il tutto senza aver messo in discussione l'azione a posteriori della selezione naturale (anche essa farebbe parte del resto delle leggi che regolerebbero l'organismo, ma su un piano più meccanicistico).

    2) Per quel poco che ne so io credo che il grado di incidenza e di importanza della selezione naturale nella formazione di nuove specie non sia da tutti condiviso ed accettato allo stesso modo; credo che su questo ci sia dibattito anche tra gli evoluzionisti. La questione insomma mi sembra ancora aperta, specialmente nel caso della formazione di ordini, generi, famiglie, dove mi sembra di aver capito che le cose siano ancora poco chiare, se si accetta il paradigma evoluzionista; resterebbero ancora molti problemi aperti. Potrei sbagliarmi, comunque.

    Il Creazionismo invece di solito viene associato a due posizioni:

    3) Le specie sono sostanzialmente immutabili.
    4) Le specie sono state create da Dio.

    Il punto 3) sembrerebbe essere condiviso dai W56. Se si accetta un'idea a me molto cara, e cioè che l'Universo non solo non sia stato creato da nessuno, ma che nemmeno abbia avuto un'origine temporale e che esista da sempre ed esisterà per sempre (anche se non necessariamente sempre nello stesso stato), allora è facile inserirvi il punto 3) e contestare il punto 4). In questa cornice quindi le varie specie viventi riprodurrebbero tutte in vario grado dei modelli platonicamente eterni. Già abbiamo ampiamente discusso sull'idea più intrigante veicolata dal libro "Contattismo di Massa": l'uomo è universale. Abbiamo già detto che ciò si sposerebbe benissimo con la vecchia concezione delle idee platoniche. Così come l'uomo, anche altri esseri sarebbero universali, esisterebbero da sempre e tenderebbero ad approssimarsi a dei modelli eterni, più o meno bene a seconda dei casi e delle varie esigenze ambientali. Questo per tutti i pianeti del Cosmo in cui ci sarebbe la vita, Cosmo che quindi si configurerebbe classicamente come un vero e proprio organismo intelligente, dotato di parti aventi un'identità ed una funzione ben precisa nell'economia del tutto. Il tutto senza introdurre un Dio personale che ad un dato istante di tempo creerebbe ex nihilo una data specie.
    Quanti sarebbero questi modelli biologici? Chissà, forse un insieme molto grande ma finito, forse un'infinità numerabile come quella che caratterizza i numeri naturali o i numeri razionali o forse ancora un'infinità non numerabile, come quella che caratterizza i punti di una retta ed i numeri irrazionali. Io credo che natura facit saltus, anche se molto piccolo (dell'ordine di grandezza del quanto di azione), quindi tenderei a ritenere che si tratti di un'infinità numerabile; naturalmente è solo una speculazione e niente più.

    Davvero interessante, logicamente ben formulato. Ovviamente nemmeno io mi permetto di “sentenziare” alcunché, quindi il nostro discorso è sempre aperto a chi voglia eventualmente “correggere” o dire la sua.
    Di certo la “solidità” di una certa interpretazione dottrinaria dello “evoluzionismo” è già stata oggetto di discussione, anche in sedi “prestigiose”, come il periodico del MIT negli anni '90, da quanto leggevo.
    Se Shapiro ha ragione, e il DNA dispone di meccanismi di “correzione” atti a prevenire errori durante la sua replicazione, comincia ad incrinarsi l'ipotesi “evolutiva” collegata alla casualità. Solo questo basterebbe per mettere in crisi un certo approccio: il DNA come “struttura” conservativa contraddistinta proprio da una estrema “stabilità”. “Intelligent design”? Parlavamo prima di panspermia....idea che ben si collega a quanto esprimi, se non vado errando.
    Il problema nel caso dell'uomo, il quale non è “specializzato” (è cioè privo di una specifica “nicchia ecologica”) è ampliato dall'assenza dei famosi “anelli” di congiunzione nel supposto processo evolutivo: ed è inutile girarci intorno, sono detti “anelli mancanti” perché mancano davvero. Come mancano i residui fossili di quella fase di “transizione” che avrebbe portato a determinati animali oggi a noi noti.
    Quanto poi all'ipotesi di chi sostiene plausibile un “salto evolutivo” più rapido da una specie all'altra (Gould), anche in questo caso entrerebbe in gioco quanto dicevi a proposito della “casualità”; sarebbe in effetti quanto di meno “casuale”, nel senso canonico del termine, possa accadere.
    Sì, ritornerebbe in tema la questione dell'universo inteso come matrice, come “forma formante”, in sé racchiudente i codici basilari della vita nelle sue eterogenee e variegate, ma sempre “previste” e (in nuce) “presenti”, forme. Questo al di là della lettura più o meno “personalistica” della coscienza universale, di quello che io posso chiamare Dio, e tu in un altro modo. A ben vedere il punto 3) del tuo ragionamento non osterebbe il punto 4): anche in questo caso “ritorneremmo” sul modo in cui si possa tradurre il concetto di una “creazione da parte di Dio”.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Nel libro "Contattismi di massa" si dice che i W56 sui loro pianeti alleverebbero animali (di cui però non si nutrirebbero) , e che i loro animali sarebbero molto simili ai nostri. Come ho detto il libro non si occupa solo della questione W56, ma anche dell'affare ummita e della semisconosciuta storia degli "Ummiti italici". Quest'ultima avrebbe coinvolto, sempre in Italia e in quegli anni, un ristretto gruppo di persone, più che altro professori e studenti universitari. Nel libro sono riportate le testimonianze di diversi presunti dialoghi. Ora in uno di questi dialoghi un terrestre recantesi ad uno di questi presunti incontri avrebbe dovuto portare con sè delle galline, perché le galline non sarebbero state presenti nel pianeta di origine dei suoi interlocutori, a differenza dei cani. Un po' di tempo fa ho letto velocemente una notizia con la quale ci informavano del fatto che si sarebbe provato che l'animale oggi geneticamente più vicino al Tirannosaurus Rex sarebbe proprio il comunissimo pollo domestico! Scherzandoci un po' su e tornando alla teoria W56 sui pianeti madre (di cui la terra farebbe parte), ed essendo i dinosauri animali molto arcaici tipici di una certa fase della vita del nostro pianeta, verrebbe da pensare che sia normale l'assenza di pollame su altri pianeti, per lo meno non madre . Ancora, nel libro è presente anche la foto di un presunto "cane extraterrestre" (sembra un pastore abruzzese) , questa volta però in relazione a dei filoni di contattismo tutto americano.
    Quindi, tornando alla diatriba creazionismo-evoluzionismo, a naso direi che è possibile concepire delle alternative ad entrambe queste due posizioni intese nel senso sopra riportato.

    Non guarderò più un uovo nello stesso modo!
    Scherzi a parte: il cosiddetto “longisquama”, o dinosauro pennuto, è stato riconosciuto come un “falso”, se non erro: altro momento critico per determinate ricostruzioni delle catene evolutive.
    A prescindere dagli elementi che hanno ricondotto il pollo al tirannosauro, che ignoro.
    Il “pastore abruzzese alieno” mi mancava! “Les americans...” avrebbe detto il buon Jean Reno in “Godzilla”...





    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Ancora qualche osservazione sugli "Ummiti italici"; da quel che ho capito io questa storia si presenta come totalmente indipendente da quella dei W56; basta leggere i dialoghi dei terrestri coinvolti per rendersi conto che questi presunti alieni, a differenza dei W56, avrebbero avuto ben altri scopi. In cambio delle perline colorate, ossia la soddisfazione di vedere un disco volante ed in qualche caso anche di fotografarlo (gli "ummiti italici" avrebbero organizzato avvistamenti per i propri interlocutori), avrebbero chiesto ai terrestri di sottoporsi volontariamente a degli esperimenti, talvolta banali e per noi perfino ridicoli, talvolta decisamente più inquietanti. Inoltre dai dialoghi pare che amassero talvolta spaventare e di molto i propri interlocutori, cosa questa che i W56 non facevano o avevano cura di non fare, come appare chiaramente da un episodio raccontato nel libro; ma la cosa che mi fa rizzare le orecchie è che si dice che questi "ummiti italici" avrebbero molto amato creare degli automi biologici identici ai propri interlocutori terrestri, i quali ultimi in qualche caso avrebbero avuto modo di vedere i propri sosia spaventandosi (comprensibilmente) non poco. Infine, in un dialogo un terrestre in contatto con gli "ummiti italici" afferma che i W56 distruggerebbero i dischi degli "ummiti italici" ; direi quindi che dal libro si evince che questi "ummiti italici" abbiano molto a che fare con i CTR della saga W56; in generale tutto l'affare "ummo", se autentico, secondo me potrebbe avere una qualche relazione con i CTR della saga "W56", tenendo conto degli aspetti anche disgustosi che lo caratterizzerebbero.
    Qui introduci un nuovo elemento. Da quanto leggo le fenomenologie sarebbero coeve. E gli “uni” avrebbero menzionato almeno una volta “gli altri”. Certo, a prima vista parrebbe che l'autore del testo, il professor Breccia, abbia voluto affiancare queste due storie per qualche motivo. Il motivo potrebbe essere l'affinità di fondo data dal riguardare entrambe le vicende dei protagonisti “esterni”; ma potrebbe anche essere il consentire al lettore di giungere alla conclusione alla quale tu, logicamente, sei giunto.
    Il carattere della civilizzazione descritta a riguardo del caso “ummita”, da quanto leggo ora su internet, appare in effetti “scombinato”, asimmetrico (verrebbe da dire: “strambo”), e a tratti persino ripugnante se paragonato a quel che resta dei nostri criteri morali ed etici.
    Al di là di quella che potrebbe essere la mia opinione (sempre fermi restando i criteri, per così dire, “metodologici” di cui sopra), bisogna fare delle considerazioni:

    a) In linea di massima il “giudizio di valore” sui caratteri fondanti, o comunque macroscopici, di una civilizzazione “altra” si basa sempre sui nostri più radicati ed introiettati parametri morali ed etici. E' evidente che, senza scomodare gli abitanti di un altro sistema solare, lo stesso tipo di sensazioni cui accenni lo ebbero i missionari in Africa o in sud America non molto tempo fa'.
    Nell'ipotetico raffronto (eso)politico tra diversi tipi di civiltà occorrerebbe tenere a mente la presenza di molte “variabili”: in primis quelle derivanti dagli specifici modi di intendere l'esistenza ed i conseguenti rapporti sociali (sono certo che questo già lo sai).
    Certo, se poi assumiamo, coerentemente con il nostro discorso (e con quello dei nostri w56), che l'universo esprima riferimenti traducibili in valori, e dunque consenta di discernere tra ciò che procede verso (diciamo) l'armonia e ciò che discende verso (diciamo) il disordine... Allora l'analisi di realtà “altre” avverrà comunque entro un sistema di coordinate, anche morali, tali da consentire di prendere una posizione (che poi, detto o non detto, è il motivo per cui siamo tutti a favore delle identità storiche collettive, ma contro abomini come l'infibulazione). Insomma: comprendere la diversità non vuole significare ipso facto assumerla quale dato della “normalità”.

    b) Ancora una volta, con pertinenza e proprietà di termini, esprimi un concetto interessante: “potrebbero avere a che fare con i ctr”. Infatti quando parliamo dei supposti “ctr”, parliamo di entità la cui morfologia non può essere data da ciò che essi sembrano (essere). Pur presentandosi sotto spoglie umane, la loro più intima natura non sarebbe umana, e in ogni caso non sarebbe “necessariamente” vincolata alla forma umana: noi non possiamo essere “altro” da ciò che siamo, durante la vita biologica; indipendentemente da ulteriori gradi di coscienza, in questa vita il nostro modo di essere è condizionato dalla nostra “configurazione biologica”.
    In questa vita nasciamo uomini, viviamo da uomini e uomini moriamo. Nel caso dei ctr, a quali paradigmi ci riferiamo? Quando pensiamo alla loro evoluzione, a quali modelli ci riferiamo? Se essi sono qualcosa di simile agli “insetti”, quale può essere la “quidditas” che li contraddistingue? Non la manifestazione antropica, evidentemente: almeno non necessariamente. Potrebbero “manifestarsi” come “ummiti”, interagire come tali, ma non sarebbero che un aspetto della “ctr natura”.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Quando due nazioni si affrontano militarmente, i governi di ciascuna nazione tentano in ogni modo di tenere alto il morale delle proprie truppe e cercano di farlo tanto più intensamente e meglio quanto più lo richiede l'asprezza del conflitto. Analogamente nel caso della diatriba fra W56 e CTR è molto probabile che si sia fatto uso, da parte dei W56, di "perline colorate" per tenere alto l'interesse dei terrestri coinvolti in "Amicizia" , interesse che altrimenti sarebbe col tempo venuto meno, come poi è effettivamente accaduto dal lato terrestre di Amicizia. Quindi, la presenza di un elemento "forte" come la guerra (o se si preferisce una battaglia) con tutti i rischi che comporta, non può che costituire un elemento in più per sospettare a priori che anche i W56 possano eventualmente aver fatto uso di "perline colorate"; era questo che intendevo dire.

    In linea di massima l'idea di un “altro” ostile (“nemico” la cui “estraneità” nega di per sé stessa tutto ciò che siamo), è sempre un elemento di coesione e “unificazione”: Schmitt insegna (e l'eterodiretto terrorismo globale dei nostri tempi purtroppo, nel male, conferma).
    Ma è anche vero che Schmitt (e non solo lui) estende il conflitto a “costante” della storia umana. E se è vero che l'uomo è un essere universale, che in qualche modo “rispecchia” quanto presente nel suo universo, il “conflitto” (redda?) deve sussistere “in potenza” (come possibilità concreta in determinate condizioni) ovunque in questo stesso universo. Non sarebbe dunque contraddittorio pensare che altrove si siano create o si creino le condizioni per uno “scontro” tra creature senzienti.
    Il punto è centrale: perché se è vera la tua ipotesi la questione si porrebbe entro l'ambito dello “indecifrabile” esperimento “psico-sociologico” cui accennavamo (di cui però non riesco a cogliere in alcun modo le eventuali finalità, se non nei termini di un efficace copione per un film hollywoodiano fondato sul “colpo di scena” finale).
    Se è "vera" la storia narrata dal Professor Breccia, nei termini descritti dai w56, la cosa è diversa. Ci sarebbe uno scontro tra diverse ed irriducibilmente “ostili” concezioni.
    Da una parte i w56, che incarnano una certa possibile inclinazione dell'animo umano. Dall'altra i ctr, che incarnano un'altra possibile inclinazione esistenziale: quella ad oggi, per certi versi, “curiosamente” prevalente (sia pure se altrettanto precaria, e non senza terrificanti e conseguenti “reazioni” a seguito dell'imposizione di determinati standards) in seno alle nostre società.
    Sì, perché in effetti questa trama ha una doppia chiave di lettura: una è la vicenda intesa sotto il profilo narrativo; l'altra è la valenza metaforica che questa storia mi sembra esprimere con forza.
    Curiosamente questa dicotomia “w56-ctr” rispecchia le vicissitudini, le lacerazioni, il disincanto, le paure e le speranze di una umanità che nella tecnica non ha trovato tutte le sue risposte.
    E sembra quasi che w56 e ctr diventino l'espressione plastica di quella polarità che si contende, oggi più che mai, il destino dell'uomo: da una parte la “sensibilità” w56, proiettata verso un certo tipo di evoluzione morale, spirituale ed eticamente tecno-logica; dall'altra l'approccio tipico del ctr-pensiero, per cui l'uomo al pari della natura diviene ente infinitamente plasmabile e soggetto alle esigenze del progresso tecnico (e delle relazioni strutturali da esso determinate).


    segue
    PRO SA REPUBRICA DEMOCRATICA SARDA
    FINTZAS A SA BINCHIDA, SEMPER!

  6. #26
    ghost dog
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    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    No, niente di tutto questo. Molto più semplicemente il mio ragionamento partiva da un dato di fatto: sono decenni che l'immaginario ufologico americano è dominato dalla figura dell'alieno "Grigio", piccolo di statura, macrocefalo, in genere ostile e coinvolto nei famosi presunti rapimenti, in ogni caso associato ad una tecnologia mirabolante. Mi chiedevo: perché tutta questa attrazione? Perché mai se l'americano medio pensa agli alieni se li immagina così? Pensavo che una possibile risposta potesse essere questa: perché l'americano medio (e non solo lui) è affascinato dalla super tecnologia, specialmente se vista in relazione a possibili applicazioni militari, ed attorno ai Grigi ruota tutto un mondo di fantasie super tecnologiche di questo tipo; inoltre è affascinato dalla violenza, ed anche questa non manca in genere nelle storie di rapimenti collegate ai "Grigi". Tutto qua.
    Certo, se poi si deve dare credito alle storie dei presunti recuperi di cadaveri alieni, questa mia impressione si rafforza; intanto perché, ancora una volta, gli alieni in questione sono descritti come "Grigi" (con piccole varianti sul tema), poi perché l'ufologia americana è dominata dal tema del presunto coinvolgimento del governo USA o di sue strutture molto segrete in operazioni di retroingegneria su queste presunte tecnologie aliene per finalità ancora una volta militari. Dove sono gli insegnamenti dei W56, i dialoghi sull'uomo e sul suo rapporto con Dio e con il Cosmo, in questo immaginario ufologico? Non ci sono. Non solo, ma sempre il mondo ufologico americano è attraversato da varie voci secondo le quali organismi segreti USA avrebbero addirittura stretto un patto scellerato con delle EBE (entità biologiche extraterrestri) guarda caso descritte sempre come "Grigi": Bricioli di tecnologia aliena in cambio di un certo lasciapassare sul nostro pianeta (gli USA sono pur sempre la prima potenza terrestre), con l'implicito permesso di usufruire dei terrestri a piacimento (leggasi rapimenti). Storie deliranti, certo. Ma anche se non fossero vere, sarebbero comunque la prova che l'attrazione della mente americana per questo mondo torbido (immaginario o meno) è molto forte. Era questo che intendevo dire.
    Non intendevo dire che gli USA avrebbero preso contatto con i presunti CTR. Certo, se gli USA avessero sul serio preso contatto con i "Grigi" nei termini sopra descritti e se i "Grigi" fossero degli automi biologici al servizio dei CTR (nell'ipotesi che questi ultimi esistano nei termini della saga W56) lo scenario diventerebbe molto inquietante. Ma non pensavo a questo.
    Vicerversa, se la storia W56 fosse falsa e quindi inventata, sicuramente l'immaginario che l'avrebbe partorita sarebbe cresciuto respirando un'aria più pura e fina di quella che si percepisce nell'ambiente ufologico targato USA.
    La mia era una riflessione sulla mente dell'uomo, non sulla realtà o meno di un contatto fra governo USA e supposti "Grigi".
    Certo, c'è sempre il rifacimento di "ultimatum alla terra" prossimamente nelle nostre sale a salvare il buon nome degli alieni di forma umana in terra d'America .
    Comunque ripeto la domanda: secondo te come mai negli USA sono così affascinati da queste figure ( i "Grigi" intendo)?

    A parte quanto hai già tu efficacemente espresso (una certa predisposizione “culturale” dell'immaginario collettivo), in linea puramente fanta-immaginifica restano due ipotesi:
    a) Quella che ti ho attribuito prima.
    b) E/o hanno recuperato materiale che ha una data provenienza (da cui certa retro-ingegneria?), e ciò li ha ricondotti sulla base degli elementi recuperati ad una certa visione delle cose.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Mi hanno molto impressionato le trascrizioni delle registrazioni relative agli ultimi istanti di vita di alcuni di questi sfortunati ed eroici cosmonauti russi. Mi ha molto impressionato anche il cinismo con cui queste storie eroiche, che sarebbero state e sarebbero l'orgoglio di qualunque nazione, sono state nascoste e coperte solo perché non vittoriose.

    La San Marco (affiancata dalla Santa Rita) è stata una piattaforma di lancio italiana per razzi e satelliti artificiali ubicata al largo del Kenia, in pieno oceano Indiano, una sorta di piccola "Cape Kennedy" italiana. Molto apprezzata da tutti, NASA compresa, è stata per molti anni la punta di diamante del nostro paese in questo settore. Il primo satellite USA lanciato da una base straniera fu l'explorer 42 e venne lanciato proprio dalla San Marco nel 1970. I lanci cessarono nel 1988. Pinotti nel libro citato racconta della sua visita alla San Marco nel 1977 e delle ottime impressioni che ne trasse, sia sul lato umano che su quello tecnico-professionale, impressioni e descrizioni che rendono questo capitolo molto piacevole da leggersi.

    Concordo, un cinismo inquietante. Ho idea che la storia, anche molto recente, sia farcita di fredde manifestazioni di disprezzo verso la vita umana.
    Interessante la delucidazione sulla piattaforma di lancio. Ti ringrazio.


    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Sotto questo aspetto io non ho molta fiducia nell'uomo (terrestre almeno).

    Saluti
    ...


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    PRO SA REPUBRICA DEMOCRATICA SARDA
    FINTZAS A SA BINCHIDA, SEMPER!

  7. #27
    ghost dog
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    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Non so molto di questi possibili impieghi degli infrasuoni, se non quello che si legge comunemente sui consueti mezzi di informazione. Comunque l'accostamento mi sembra pertinente e mi dà modo di riallacciarmi ad una premessa da me svolta qualche messaggio fa, e che riporto qui di seguito:
    "Einstein contibuì in maniera determinante a togliere di mezzo l'etere (inteso come mezzo di supporto per le onde elettromagnetiche) dal panorama della fisica moderna. Oggi non manca chi, all'interno della comunità scientifica, si chiede se questo abbandono non sia stato in realtà troppo frettoloso e poco meditato; c'è infatti chi pensa che molti dei problemi in cui si dibatte la fisica moderna potrebbero ridimensionarsi di molto alla luce di una nuova teoria non ingenua dell'etere; è un'idea che comincia ad affacciarsi da più parti questa, anche se per il momento resta molto minoritaria. Lo stesso Einstein alla fine della sua vità ritornò parzialmente sui suoi passi, cercando di conciliare la sua teoria della relatività (che "uccise" l'etere ottocentesco) con una nuova concezione "relativistica" di etere.
    Non so chi abbia concepito per primo l'idea di un campo puramente informativo in grado
    di interagire con la materia; in ogni caso il vero padre di questa idea è sicuramente David Bohm, il quale dedicò tutta la sua vita a sviluppare un'interpretazione molto particolare della meccanica quantistica, nota appunto come interpretazione di Bohm. Oggi, sebbene in minoranza, non sono pochi i fisici (detti "Bohmiani") che preferiscono questa interpretazione a quella "classica" dettata dalla celebre scuola di Copenaghen.L'interpretazione di Bohm si allontana molto dall'indeterminismo radicale della scuola di Copenaghen, e reintroduce nel mondo microscopico alcune idee della vecchia fisica classica, a cominciare dal concetto di traiettoria di una particella, presentandole però alla luce di alcune idee nuove.
    Il formalismo matematico resta lo stesso, ma viene reinterpretato in termini di campo informativo (il cosiddetto potenziale quantico) che fungerebbe da onda guida per una particella.
    Ad oggi, che io sappia, ancora non si è riusciti a determinare sperimentalmente quale delle due interpretazioni sia la migliore."

    Ciò premesso, se dovesse essere vera una visione del mondo in cui venisse riabilitato un ipotetico e sottilissimo "mezzo" che per comodità potremmo chiamare etere, ci troveremmo in una situazione fisica tale che:
    1) Le quattro forze fondamentali della natura (gravità, nucleare forte, nucleare debole ed elettromagnetismo) in realtà sarebbero solo differenti aspetti di onde d'etere, o potrebbero essere ricondotte ad aspetti dinamici dello stesso.
    2) La materia o ciò che comunemente ci appare materiale e quindi fisicamente dotato di massa si potrebbe spiegare con particelle d'etere "contratte", "statiche" e non dinamiche come nel caso delle suddette forze.

    Quindi un ipotetica super tecnologia che sapesse manipolare a fondo un supposto etere di questo tipo (verrebbe da dire in tutto il suo spettro di frequenza) potrebbe agire molto più a fondo sulla materia in tutti i suoi aspetti di quanto non si possa eventualmente fare con semplici suoni (che in fondo sono solo vibrazioni d'aria). Tenendo conto che il corpo umano, massimamente il cervello ed il sistema nervoso, sono attraversati da complessi e raffinatissimi circuiti elettrici, e tenendo conto che è possibile entrare in risonanza con un circuito elettrico oscillante, mi chiedo fin dove si potrebbe giungere in un ipotetico scenario di questo tipo. Anche perché manipolando un etere di quel tipo si potrebbe manipolare direttamente la materia, e non semplicemente i campi elettrici o magnetici.
    Certo!
    Intanto se fosse vero avremmo la quadratura del cerchio: una teoria dell'unificazione (a riguardo avevo letto qualcosa di quel “matto furioso”di Sarfatti). Ma non solo, perché mi pare che a certi livelli di plausibile interpretazione dell'universo non vi sarebbe apparente e necessaria contraddizione con quanto fin qui discusso.

    “(...)immaginate un acquario contenente un pesce. Immaginate anche che l'acquario non sia visibile direttamente ma che noi lo si veda solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l'altra lateralmente rispetto all'acquario. Mentre guardiamo i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci visibili sui monitor siano due entità separate, la differente posizione delle telecamere ci darà infatti due immagini lievemente diverse. Ma, continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi è un certo legame tra di loro: quando uno si gira, anche l'altro si girerà; quando uno guarda di fronte a sé, l'altro guarderà lateralmente. Se restiamo completamente all'oscuro dello scopo reale dell'esperimento, potremmo arrivare a credere che i due pesci stiano comunicando tra di loro, istantaneamente e misteriosamente.”

    Tra i tentativi di dare risposta ai problemi dell'unificazione e dell'origine dell'universo mi sembra rilevante la teoria dell'inflazione cosmica, la quale potrebbe trovare spiegazione nella teoria delle stringhe (che include la gravità in maniera organica, come sai meglio di me).
    Oltre agli aspetti multidimensionali (e le “D-brana”) postulati dalla teoria delle stringhe , emerge l'ipotesi “plausibile” di un campo scalare dotato di energia potenziale elevata (positiva e costante), con l'altra specifica proprietà che questa energia si trasformi improvvisamente in energia cinetica. Mi riferisco all'ipotesi formulata da Burges e Quevedo (nello specifico a loro si deve l'introduzione delle “antibrane”, che hanno con le “brane” lo stesso rapporto che l'antimateria ha con la materia, si attraggono a vicenda).
    Vedasi a riguardo: “Il grande ottovolante cosmico”, di Cliff Burgess e Fernando Quevedo
    “La fase primordiale di espansione accelerata potrebbe essere il segno che il nostro universo è solo una parte di un cosmo molto più grande”, in “Le Scienze”, gennaio 2008, n. 473. Non lo trovo on-line (magari tu hai più fortuna).

    In effetti stiamo discutendo proprio della possibilità di interagire in qualche modo sull'ambiente: io ho postulato l'influenza (specifica) sulla percezione, tu viceversa postuli una capacità di intervento ad un livello molto più ampio, strutturale: idea rilevante, ma che mi sembra riguardare il fenomeno nella sua complessità, non solo l'oggetto di questo paragrafo.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Per tornare ai Grigi, c'è da dire che le storie dei presunti rapimenti che li vedono protagonisti sono diffuse un po' in tutto il mondo, stando alla letteratura ufologica. Non solo nei paesi occidentali, ma anche in quelli islamici per esempio, o in quelli dell'africa nera. Solo che da lì queste notizie filtrerebbero di meno e sarebbero interpretate in base alle credenze locali (Jinn, spiriti di vario tipo etc). Se per amor di discussione prendiamo per buona tutta questa storia dei rapimenti, escludendo i casi di isteria, turbe psichiche etc, allora direi che siamo condotti a due ipotesi di base:
    1) Ipotesi fisica: i "Grigi" esistono fisicamente sul serio. Stando però ai racconti dei presunti rapiti, il tipo di contatto si esplicherebbe non solo sul piano fisico, ma anche e direi principalmente sul piano mentale. Ed ecco quindi fare capolino quanto dicevi in merito alle possibili manipolazioni della percezione della realtà. Del resto i grigi, se automi dei CTR sarebbero principalmente interessati proprio al funzionamento della mente umana terrestre, che come abbiamo visto sarebbe particolarmente preziosa per molti. Inoltre nei racconti di questo tipo emerge spesso una costante: se il rapito ha la prontezza di pregare con intensità (qualunque sia la sua religione), il fenomeno si interrompe, il che suggerisce un'origine non fisica del fenomeno stesso. Volendo però restare nell'ipotesi fisica, direi che la preghiera intensa e volontaria potrebbe attivare un meccanismo mentale in grado di inibire l'attività portata avanti dai Grigi o dai CTR sul malcapitato di turno. E qui mi vengono in mente due passi del libro "Contattismi di massa".
    Passo A ) : Un W56 dice ai nostri di stare molto attenti, perché i CTR starebbero tentando di fare qualcosa per colpire i terrestri di Amicizia. Quindi dice che il peggior guaio sarebbe se i CTR riuscissero a prendere il controllo della mente degli "Amici" terrestri; per loro infatti, specifica, sarebbe molto facile farlo. Il personaggio principale di Amicizia, lato terrestre ed italiano, risponde dicendo che avrebbe fatto uso di tecniche di difesa mentale da lui acquisite grazie alla lunga pratica dello Yoga; il W56 ribatte che non è necessario questo, ma che basta ergere la propria volontà a barriera ed esserne consci; se la mente reagisce e si oppone, i loro sforzi sono vani, insiste il W56; altrimenti è fatta.
    Passo B): i due protagonisti principali di Amicizia, lato terrestre ed italiano, ad un certo punto si accorgono di essere sempre più frequentemente seguiti da due uomini; uno si muoveva davanti a loro, uno dietro; si trattava sempre degli stessi uomini. Riferiscono la cosa ai W56 che spiegano trattarsi di due automi umani, aggiungendo che ben poco sarebbe rimasto delle loro menti interamente sotto il controllo CTR. Dicono ai terrestri di non fare loro del male, perché i due automi non sono colpevoli di quello che fanno; il loro compito, aggiungono i W56, consiste soprattutto nel rimandare indietro le sensazioni ed i sentimenti dei terrestri spiati; sarebbero quindi delle specie di sonde umane! Quindi i W56 consigliano i terrestri che si dovessero trovare ad essere spiati da questi automi, di fare qualcosa di insensato, in modo da confonderli; essi cercheranno di capire cosa i terrestri starebbero facendo, ma non ci sarebbe nulla da capire, concludono i W56, e verrebbero così raggirati.
    2) ipotesi non fisica: i "Grigi" esistono sul serio, ma non fisicamente; in tal caso altro non sarebbero che spiriti immateriali sul tipo di quelli che nel medioevo si sarebbero resi protagonisti di incubi e succubi vari; anche in questo caso (e direi soprattutto in questo caso) si spiegherebbe perché le preghiere farebbero effetto.

    Questo paragrafo probabilmente richiederebbe una discussione a sé stante. Antropologia, storia delle religioni (i Jinn, non ci avevo pensato. E dire che sono una tipologia assai “curiosa” nella religione dell'Islam), sociologia, psicologia (magari Junghiana),ecc...
    La mia versione razionale relativa a questi fenomeni la ho già espressa, facendo ipoteticamente rientrare la casistica nell'ambito 1)della suggestione, 2)della sussunzione sul piano archetipico di alcune immagini-simbolo (il “grigio”), 3)degli eventuali disordini emotivi, 4)delle banali allucinazioni ipnagogiche(ma si rientra nella 1 e 2), ecc.
    Nel nostro ambito di lavoro (dello strumentale e immaginifico “se fosse vero”), beh, le spiegazioni in termini ipotetici potrebbero essere molte.
    Automi? Esseri dimensionali? E' vero che le tradizioni religiose parlano spesso di figure “celesti” non propriamente “idilliache”, per contattare le quali sarebbe stato d'uopo stabilire una determinata, per così dire, “profilassi” di tipo rituale-psicologico, onde evitare di subire determinate ricadute negative: d'altronde, volendo, anche nella tradizione classica è rimasta l'idea del “danno” derivante dal contatto diretto con gli “dei”.
    Occorrerebbe capire se tutta la casistica riferita a queste specifiche entità sia riducibile ad unum. Cioè se sia possibile che esistano magari entità similari, antropoidi ma in una gradazione più distante dall'uomo: mi sembra che le parole del w56 citato prima diano credito ad una tale eventualità.
    Dopodiché: a noi “interessano” i puffi grigiastri dell'anonima sequestri. Nella chiave di lettura che li vuole strumenti di quella che chiameremo “intelligenza ctr”(data la sottesa elasticità morfologica di questa fenomenologia), possiamo partire con le ipotesi (più pazze del mondo...dovremmo farci un film...e ti dico subito che ci vorrei Leslie Nielsen ed Enzo Salvi come protagonisti).

    Nel testo in oggetto la comunicazione telepatica viene più volte menzionata, da quanto mi dici, direttamente e indirettamente. Ammettiamo che, in un modo o nell'altro, queste entità esprimano una tecnologia/fisiologia in grado di interagire con la mente umana ad un livello più diretto della classica comunicazione verbale (che poi era quanto si discuteva poco sopra); ammettiamo ancora che queste entità, per poter comunicare su detti livelli “telepatici” debbano essere “sensibili” a determinate frequenze biofisiche, che per noi altri non risultano, almeno coscientemente, rilevanti nella vita quotidiana.
    Entità così sviluppate da fare di tali frequenze le trame di un campo armonico, di un sistema di comunicazione insomma, sarebbero evidentemente “sensibili” alle diverse modulazioni, alle diverse lunghezze d'onda di questa supposta e non meglio precisata energia biofisica.
    Nulla osterebbe che un atteggiamento contrario da parte dell'eventuale “contattato vittima”(o come li chiamano) sia in grado di impedire la creazione di questo campo armonico, al punto da assumere questa ostilità i tratti e l'intensità di una forza capace di distorcere e compromettere i parametri operativi delle stesse entità: insomma, avere gli occhi significa anche poter essere abbagliati, avere le orecchie significa anche poter essere assordati, e così via.
    La preghiera potrebbe essere efficace per diversi motivi: per chi crede, perché evidentemente richiama a sé qualcosa che potremmo ricollegare ad un Nomos universale. Per chi no, perché in ogni caso essa rappresenta un momento di “evocazione” di tutta la più profonda forza interiore, tale da coinvolgere quella potenza straordinaria che è l'inconscio. Ma, a ben vedere, se uno prega è perché evidentemente ha fede, quindi le due opzioni vanno lette come due momenti di un solo atto.
    Il succo, espresso in termini poveri, è che una entità che esiste in un piano in cui l'integrazione con il suo ambiente è marcata da questo tipo di campo armonico, potrà essere teoricamente debilitata laddove intervenga una forza in grado di compromettere suddetto campo e/o la sua percezione da parte della stessa entità.

    Tutto finito?
    Macchè! La cosa non finisce qui.
    Come mai allora continuerebbero a svolgersi questi episodi negativi (sempre nella nostra “finzione strumentale”), se fosse all'apparenza così facile mettere i bastoni tra le ruote agli ipotetici “puffi” grigastri?
    E come mai sarebbe possibile che “l'intelligenza ctr” riesca a fare di due esseri umani degli “automi”, delle (ti cito) “sonde umane”, annichilendo addirittura la loro volontà?
    Teoricamente, visto che escludiamo l'intervento invasivo (almeno come unica fonte di intrusione), dovrebbero essere le stesse vittime a permetterglielo.
    Come?
    Se hai notato tutte le nostre supposizioni tendono a “chiudersi”, a raccordarsi le une con le altre, più o meno.
    Ritorniamo al discorso di prima: la percezione di sé e degli “altri”.
    In ambito medico-scientifico (non in qualche bizzarro sito di presunta “contro-informazione”) qualche hanno fa si parlò della terapia magnetica transcranica come di un dispositivo in grado si “stimolare”, tra le altre cose, determinati “stati d'animo”.

    Ho trovato questo nei fora di POL, per non andare lontano (fonte: “L'Espresso”) :
    http://www.politicaonline.net/forum/...07&postcount=1

    Ma similari processi furono studiati, oggi si sa, anche in campo bellico.
    Ammettiamo un approccio che, da lontano, e “discretamente”, induca nel soggetto una determinata condizione emotiva-psicologica (anche solo “depressione”, incubi e sogni ricorrenti, atteggiamenti compulsivi,ecc), quale che sia; e che questa condizione favorisca l'interrelazione con il campo armonico di cui sopra; avremo che, in linea puramente teorica, sarà possibile impedire alle vittime di realizzare quanto loro accade, e di reagire anche solo emotivamente.
    Il “come” specificamente questo possa avvenire non ci interessa. Ci interessa che in linea di massima è possibile debilitare la mente quel tanto che basta per avviare una serie di eventi che possono culminare anche nello scenario descritto dal w56.
    Purtuttavia, è anche vero che il w56 asserisce che per l'individuo “cosciente” di determinate realtà, la cosa possa essere arginata con relativa facilità. Visto e considerato che, magari, determinate azioni più invasive e lesive( se svolgiamo la trama rispettosi verso l'economia del testo) sono impedite ai ctr.
    Quindi, in un qualche modo, possiamo solo supporre che queste entità abbisognino di una forma di “consenso” da parte delle, debilitate e ignare, vittime.

    Ovviamente qui stiamo discutendo sempre sulla logica del “what if”, in termini puramente speculativi e chiaramente fantastico-romanzeschi.
    E comunque, da oggi: “Simpathy for Gargamella” (l'acerrimo nemico dei puffi)!



    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Non a caso nel mio primo messaggio in questa discussione ho detto che l'autore è dotato di un curriculum scientifico di tutto rispetto, il che, se non rende ovviamente automaticamente vero il contenuto del libro "contattismi di massa", sicuramente ne rende più interessante la lettura. Quando dicevo che qualche volta in Italia ci si distigue rispetto al resto del mondo per la capacità di trattatare con competenza e cultura ogni tematica, anche quelle più inverosimili come questa, pensavo anche al curriculum del Prof. Breccia.
    “Stefano BRECCIA è nato 1945, ha conseguito la laurea in Ingegneria Electrotecnica a Bologna, una specializzazione in Telecommunicazioni al Politecnico di Torino, una specializzazione in Computer Sciences al CNUCE di Pisa, una specializzazione in Computer Graphics presso l’ICS di Londra, una specializzazione in Company Management presso la SSGRR dell’Aquila; lavora dal 1973 presso Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli (SSGRR) dell’Aquila, dove ha descritto un pieno cursus honorum. E’ stato professore a contratto di Computer Sciences e Computer Graphics presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università dell’Aquila, mentre attualmente insegna Metodi statistici per l’analisi e la valutazione dei processi educativi presso la locale facoltà di Scienze della fomazione. Nel 1985 ha participato allo Steering Committee del Progetto DELTA presso la Comunità Europea, a Bruxelles, in qualità di responsabile delle “Areas of Application of Artificial Intelligence Technologies in Computer Based Learning”, ed ha quindi participato al Delta Projects Selection Committee quale rappresentante STET. Ha participato, in qualità di consulente esterno del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, alla definizione dei curricula per le facoltà di Ingegneria, in particolare nell’area delle lauree brevi. Ha lavorato sul progetto volto alla creazione di una scuola post laurea in TLC a Cordoba, Argentina. Nell’ambito di un progetto PHARE, ha cooperato nella progettazione di scuole di TLC a Bucharest ed a Ljubljana. Nell’ambito di un progetto TACIS, ha cooperato nella progettazione ed implementazione di una scuola di TLC a Novosibirsk. La sua biografia è stata citata nell’edizione 1985 del “Marquis Who’s Who in Computer Graphics”. E’ stato presidente del Comitato Scientifico del “Centro Studi ed Applicazioni sulle Tecnologie dell’Informazione”.

    Direi che non è il ritratto tipico di un matto...



    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Concordo. Dimentichi però altre tre cose.

    3) Lo scopo principale dei W56 era quello di studiare la mente dell'uomo terrestre, il tutto per gli scopi di cui abbiamo già discusso; quindi anche se la storia di Amizia non è finita bene, in ogni caso i W56 avrebbero avuto modo in 22 anni di studiare la mente terrestre molto da vicino e per di più in relazione ad elementi umani da loro preselezionati e da loro inseriti in contesti di vario tipo, compreso quello bellico. Quindi si può ipotizzare che quando (stando al libro) il 6 e l'11 Dicembre 1986 le ultime retroguardie di W56 andarono via dalla terra (dicendo che sarebbero ritornati) per tornare alle loro navi madre in orbita attorno al sole (su orbite fortemente inclinate rispetto al piano dell'eclittica), sarebbero comunque ripartite con un bel bottino di dati utili ai modelli che andavano elaborando. Quindi per loro l'esperienza di "Amicizia" non sarebbe stata vana, in questa ipotesi. Quando intendo studiare non penso solo ad uno studio di tipo psicologico nel senso terrestre odierno, ma penso proprio a macchinari (non invasivi) per lo studio delle onde cerebrali, utilizzati magari all'insaputa dei terrestri nelle differenti situazioni. Questo il libro non lo dice, lo ipotizzo io. Per esempio, a voler essere sospettosi si potrebbe notare quanto segue: ho già detto che nel libro c'è una fotografia chiarissima di un presunto W56; un individuo giovane, bianco, all'apparenza molto alto. Si vede chiaramente che sotto i calzoni, nella zona destra, laddove dovrebbe esserci la tasca destra, c'è un oggetto discoidale sporgente. Che cosa è quell'oggetto?

    Mi sembra che nei testi che hai riportato l'intento prioritario (lo studio degli uomini di qui e delle loro inconsapevoli capacità telepatiche) sia sempre stato dichiarato in termini chiari ed incontrovertibili.
    Macchine, encefalo-registratori o meno, ciò che conterebbe, e che conta nella “morale” della storia, è che non siano mai venuti meno al rispetto della fondamentale, più intima ed intrinseca, libertà dell'individuo.
    Ah, hanno detto che sarebbero tornati? Beh, magari avrebbero anche i loro sacrosanti motivi a giudicare da come il mondo sta andando a....rotoli.

    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    4) L'altro scopo per il quale i W56 sarebbero venuti, scopo da loro ritenuto secondario, sarebbe stato quello di proteggerci dai CTR. I W56 nel libro si sono sempre rifiutare di chiamare questo scontro con i CTR "guerra"; hanno sempre utilizzato il termine diatriba; in un passo un W56 equipara i CTR a degli insetti su cui spruzzare una veleno vaporizzato, in pratica una sostanza disinfestante, lasciando sottintendere che non è possibile chiamare guerra un'azione contro degli insetti. Poiché in altre parti del libro i W56 dicono di aver fatto qualcosa che avrebbe impedito ai CTR di nuocerci anche in loro assenza, si può ipotizzare che comunque siano riusciti a fare qualcosa del genere. Anche in questo caso la loro presenza non sarebbe stata vana.
    Beh, che dire: politica, diplomazia. Presentarsi e parlare apertis verbis di “guerra” sarebbe stato (teoricamente) decisamente più “pesante” per i loro interlocutori. Lo stress psicofisico sarebbe già stato enorme così (tanto è vero che alla fine i ctr avrebbero “sfondato”).
    Ma va anche detto che “diatriba” può e mi sembra essere la parola, il concetto più calzante rispetto alla visione esistenziale espressa dai w56: cionondimeno, potremmo dire che loro chiamino “diatriba” quello che qui si chiamerebbe guerra.
    Gli “insetti”: non so se ti rendi conto del “peso” di questa affermazione. Pensare a degli “insetti” capaci di “ragione” e dotati di una tecnologia infinitamente superiore a quella terrestre (di oggi e di allora), non è esattamente come sorbire una tazza di allietante camomilla prima di dormire.
    Sì, è da supporre che, in linea con il nostro “svolgimento” ulteriore della trama narrativa, vi sia la possibilità che l'andarsene non abbia significato “abbandonare” del tutto questa “posizione”.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    5) Bisogna infine inserire tutto ciò (sempre nell'ipotesi iniziale che questa storia sia vera) nel contesto di quello che si potrebbe ipotizzare essere una sorta di "gioco" politico-militare-spionistico tra le varie potenze planetarie, gioco di cui noi saremmo parte passiva e non attiva. E quindi ecco che lo stesso Roberto Pinotti, nella prefazione al libro "Contattismi di massa" già citato, ipotizza varie figure aliene in visita più o meno clandestina sul nostro pianeta: non mancherebbero naturalisti interessati alle nostre fauna e flora, mercanti interessati a materie prime (qui sulla terra) facilmente reperibili, etnologi interessati a studiare gli sviluppi delle nostre culture senza interferire, ma anche missionari preoccupati per il nostro futuro etico e spirituale in missione di "peacekeeping", militari destinati a gestire strutture tecniche o di controllo volte al mantenimento di collegamenti e rotte spaziali e, aggiungerei io, come nella migliore spy story anche spie ed infiltrati vari. Insomma "Amicizia" e la "battaglia dell'adriatico" potrebbero essere solo un episodio inserito in un contesto più vasto, magari in un gioco di equilibri interplanetari tra più potenze, un po' come quando ai tempi della guerra fredda poteva avvenire che spie russe ed americane conducessero una guerra segreta, con tanto di morti e di operazioni militari clandestine, in paesi del terzo mondo non allineati in cui sarebbe stato problematico per ciascuna delle superpotenze in gioco intervenire apertamente in scaramucce locali.

    Notevole. Una prospettiva calzante con il racconto, e direi anche del tutto consequenziale rispetto all'accettazione, sia pure se “strumentale e speculativa”, di alcune premesse.
    Nel qual caso chissà, magari, certi bagliori nella notte, quando il cielo è sgombro di nuvole, non sono proprio lampi.
    Sì, infatti, da quel poco che ho letto in questo breve periodo per sostenere la nostra conversazione, mi piace molto l'approccio serio e prudenziale del Dottor Pinotti. Tra l'altro, come già detto, mi convince nel momento in cui, a prescindere dalle questioni specifiche, formula un giudizio su questo mondo che sottoscrivo riga per riga, parola per parola.




    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Concordo; nel libro si dice proprio che alla fine i CTR avrebbero acquisito il controllo dei più del gruppo terrestre di "Amicizia"; integrerei inoltre quanto da te detto col punto 5) di cui sopra.

    Prima regola di una guerra: portare scompiglio tra le fila del nemico. E' una lezione che serve in tutti i campi e i settori della vita: in termini volgari occorre fare sempre attenzione alle proprie compagnie.


    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Vero. Aggiungerei però che leggendo il libro si ha spesso l'impressione che l'uredda dei terrestri fosse necessaria quasi al funzionamento di alcuni macchinari utili ai W56 per contrastare i CTR.

    Saluti
    Tutto è possibile. Ma francamente dubito che, quand'anche così fosse, chi essendo teoricamente capace di arrivare serenamente qui da un altro sistema solare, avrebbe avuto “necessariamente” bisogno della capacità empatica degli uomini terrestri per far funzionare i propri macchinari.
    Ad ogni modo, ferma restando la condivisione di fondo dell'impianto valoriale e spirituale espresso dai w56, avrebbe contato il rispetto fondamentale per la libertà, intima ed intrinseca, individuale.

    Saluti!
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  8. #28
    ghost dog
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    Citazione Originariamente Scritto da Lemar Visualizza Messaggio
    Certo, c'è sempre il rifacimento di "ultimatum alla terra" prossimamente nelle nostre sale a salvare il buon nome degli alieni di forma umana in terra d'America
    http://it.youtube.com/watch?v=bKw3nBiE1PA

    PRO SA REPUBRICA DEMOCRATICA SARDA
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  9. #29
    ghost dog
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  10. #30
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    Chiedo scusa ma non ho avuto modo di collegarmi durante questi giorni. Ti ringrazio per la partecipazione a questa discussione, partecipazione che ti sarà costata certamente molto tempo. Io purtroppo di tempo ne ho poco, quindi risponderò un poco alla volta nel corso delle prossime settimane alle numerose osservazioni da te sollevate. Ti propongo di dilazionare le tue risposte, onde non accavallare troppi argomenti e mettere troppa carne al fuoco.

    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Insomma, arriva il momento in cui bisogna scegliere tra l'idea di uomo come “ente” infinitamente plasmabile al pari delle manifestazioni naturali (ed è anche da vedere “se”, “come” e a che prezzo questo possa avvenire), e piuttosto un'idea di uomo segnata da alcune costanti, costitutive e imprescindibili. Costanti la cui negazione (“repressione”) segna l'inizio di una patologica “lacerazione” in seno all'individuo.
    Su questo direi che siamo d'accordo. Comunque anche riguardo questo punto io sono contrario a radicalizzazioni; anche io credo che l'uomo non sia un pupazzo di argilla infinitamente plasmabile; credo tuttavia che sia un essere molto adattabile. Il punto chiave secondo me è che le richieste di adattabilità da e verso l'ambiente devono sempre essere proporzionate alle effettive capacità di metabolizzazione dei singoli individui (non siamo tutti uguali) e della specie Homo nel suo complesso. Inoltre il fattore tempo gioca un ruolo molto importante. Oggi effettivamente la pressione dell'ambiente è notevole, nel senso che ci viene richiesto di adattarci ai repentini mutamenti socio-tecnologico-ambientali con una frequenza troppo elevata, secondo me. Questo ha causato diversi scompensi. E' chiaro che non si può chiedere all'uomo di snaturarsi. Certo non è sempre semplice capire quale sia la vera natura dell'uomo e quando si sta andando contro di essa.


    Citazione Originariamente Scritto da Shardana Ruju Visualizza Messaggio
    Certo, ogni società ha, a suo modo, dato risposta all'esigenza della legittimazione del potere. Quello che segna la differenza è la pretesa odierna di fondare lo status quo su una presunta “razionalità” di (presunta) derivazione scientifica. E, per ricollegarci a quanto sopra accennato, ai modi occulti mediante i quali l'egemonia dei pochi si esercita sui molti.
    La scienza odierna è una forma di sapere con dei limiti ben precisi. Questi limiti ne tutelano la validità, la proteggono, per così dire, ma parimenti la limitano. Non può essere idolatrata ma nemmeno demonizzata (cosa che tu giustamente non fai). La conoscenza non dovrebbe mai fare paura ma dovrebbe essere posta al servizio dell'uomo per migliorarlo ed elevarlo. Quindi nella tua frase di prima l'aggettivo "presunto" è quanto mai importante ed appropriato, secondo me.

    Saluti, per il momento.

 

 
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