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Discussione: Trentino elezioni

  1. #61
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    ringrazio per l'apprezzamento. in ogni caso cosa ne pensate? anche se l'udc può avere avuto un peso, si rischia di costruire cose, partendo da un risultato ottenuto in un contesto del tutto peculiare, che possono portare a risultati disastrosi.

  2. #62
    Basileus ton Romaion
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    Citazione Originariamente Scritto da viltrio Visualizza Messaggio
    Le mie opinioni sul "Modello Trento":



    Il piddì ha vinto una elezione. La tornata elettorale per la Provincia Autonoma di Trento si è conclusa con la vittoria di Lorenzo Dellai, quarantanovenne presidente uscente. Navigato politico trentino, il Dellai ha radunato una coalizione molto compatta e ha battuto di 20 (venti) punti percentuali lo sfidante Sergio Divina, leghista, che invece aveva l’appoggio del PDL e di altri partiti. Le ragioni della vittoria sono molteplici. Quello che è certo è che:
    Dellai non ha vinto a causa dell’alleanza con l’UDC
    Ma come? Tutti a benedire lo sfondamento al centro, le ‘alleanze di nuovo conio’, il patto tra moderati, Rutelli che tra un po’ arriverà a fare l’occhietto in pubblico a Casini (Binetti permettendo) e Cesa che si affranca dal suo naturale aplomb (leggi: faccia addormentata) per congratularsi con Lorenzone?
    Prima di tutto vorrei elencare alcune considerazioni sul Trentino in generale, che ho avuto modo di maturare negli anni e ancor più negli ultimi giorni:
    • Il Trentino non potrà mai essere preso come modello per il resto d’Italia, semplicemente perchè è una realtà totalmente a sè, con delle caratteristiche talmente peculiari da renderlo una specie di microcosmo, o enclave, nella repubblica delle banane;
    • Innanzitutto la conformazione geografica. Il Trentino è costituito dal bacino idrografico dell’Adige (Ades, nella lingua del posto). Al centro c’è una vallata larga, dove scorre il suddetto fiume, e dove trovano sede le grandi realtà cittadine (oddio, ad un romano Trento appare come un paesello con tre-quattro vie, e Rovereto poco più che un agglomerato di case). Ai lati della valle (che possiamo chiamare Vallagarina, ma non è del tutto esatto), possiamo raggiungere tante altre valli, senz’altro più strette e meno popolate, che rappresentano la vera ricchezza della regione. Ognuna con la propria peculiarità (industrie, turismo invernale, turismo estivo, terme, cibi caratteristici, chiese particolari e tanto, tantissimo altro). Ogni valle mantiene la propria identità, e al momento del voto si appoggia a vari referenti politici che portano a Trento le loro esperienze;
    • Poi la storia. Il Trentino è una terra patriottica. Da sempre è un bacino importante per il corpo degli alpini, è entrato a far parte dell’Italia da pochissimo. I trentini di un paio di generazioni fa erano dei ribelli che volevano far parte del paese del quale sentivano la nazionalità (concetto sconosciuto ai più nel resto d’Italia). Basta vedere lo spettacolo di bandiere tricolori che coloravano la città in occasione del ricordo della Grande Guerra. Oppure andare a Rovereto per visitare il museo civico e i monumenti ai patrioti. O ancora il mausoleo a Cesare Battisti che veglia sulla città di Trento;
    • Infine il costume e l’atteggiamento dei trentini. Solidali, tolleranti, aperti a nuove esperienze con giudizio e moderazione;
    • Il trentino è sempre stato una roccaforte della Democrazia Cristiana. Conosciamo la storia di questo partito, e tutte le sue ombre. Il cattolicesimo democratico e solidale, che pure era una delle componenti della DC (anche se sempre più in ombra da un certo punto in poi) si è ben adattato alla realtà locale sia grazie allo stile di vita, sia per il grandissimo radicamento della religione cattolica della zona;
    Queste le premesse. Veniamo ora alla politica:
    • Dellai dal 1990 (sono 18 anni, ormai) è protagonista della politica trentina e continua a riscuotere grandi successi. Ideatore, tra l’altro, della Lista Civica Margherita, che è stata poi presa a modello per quella nazionale. Sembra essere Lettiano. Si è opposto alla nascita del PD come fusione di DS e Margherita, fondando una lista territoriale che riprende le istanze dei DL, chiamandola Unione Per il Trentino (UPT);
    • Alle ultime provinciali ha ottenuto l’appoggio anche dell’UDC. Questo evento e la successiva vittoria ha contribuito al dibattito sul ‘Modello Trentino’;
    Dunque:
    • Innanzitutto il centrodestra ha sbagliato candidato. Più volte i trentini hanno ripetuto ai leghisti (che pure hanno ottenuto un ottimo risultato, specie nelle giudicarie, valle vicina alla provincia di Brescia) che Trento non è la Padania. In più i discorsi estremisti di Divina non attaccano in un ambiente moderato come quello Trentino;
    • Alle elezioni il simbolo dell’UDC non è apparso (per dei cavilli burocratici), quindi non abbiamo un dato diretto da valutare. Tra l’altro una delle più grandi risorse di questo partito è proprio il simbolo;
    • I risultati vedono il PD primo partito, seguito dall’UPT, poi Lega, PDL e PATT. Buoni risultati anche per i Verdi e per Amministrare il Trentino, che eleggono un consigliere nel parlamentino;
    Cosa possiamo osservare?
    • La più grande lezione che possiamo ottenere da queste elezioni è l’importanza delle persone (o, se volete, del voto di preferenza). Il PD è il primo partito della provincia trascinato da Alberto Pacher (già sindaco di Trento), che raccoglie 1/4 dei voti democratici. l’UPT arriva subito dopo grazie alla spinta dello stesso Dellai (il partito è a metà tra una lista civica e una lista territoriale, e sul simbolo campeggia proprio il nome di Dellai). Interessante anche il buon risultato dei verdi, con una lista che cancella l’arcobaleno dal simbolo, si ribattezza ‘Verdi e democratici’ e ottiene circa 7000 voti, metà dei quali dalla coppia Bombarda (eletto) e Berasi. Nerio Giovanazzi, transfuga da Forza Italia, si porta appresso tutto il suo pacchetto di voti e viene eletto consigliere con “Amministrare il Trentino”;
    • E il PDL? Il suo campione di preferenze è tale Pino Morandini (5000 voti). Che fino a ieri stava con l’UDC (fonte: il quotidiano ‘Trentino - quotidiano regionale fondato nel 1945′ dell’11 novembre 2008). Tutta la discussione sul modello Trento, per me si può chiudere qui;
    Accade quello che in molti si aspettano. Ovvero che i dirigenti nazionali dell’UDC potranno anche cercare un accordo col PD, ma difficilmente il loro bacino elettorale li seguirà. Questo fatto lo hanno capito in molti dirigenti locali, che infatti si spostano nel posto dove possono trovare l’accoglienza migliore (PDL).
    Allora niente modello Trento? Rutelli dice cazzate? Cesa può tornare a dormire?
    Niente affatto, almeno per la prima affermazione. A mio avviso le elezioni in Trentino ci insegnano svariate cose:
    • La prima è che il PD deve lavorare per tornare ad un sistema elettorale serio. Il (mio personalissimo) sogno sarebbe un maggioritario a collegio uninominale, ma basterebbe il ritorno alle preferenze (anche se per svariate ragioni non considero questo sistema la panacea). Con un sistema elettorale fatto di persone, si può tornare a lavorare seriamente nella fanga (se preferite, sul territorio) con gli elementi migliori: quelli che emergono dalle sezioni, dai quartieri, dalle cittadini;
    • La seconda è che un partito ambientalista quando fonda il suo programma sull’ambiente, risulta utile e credibile. A mio avviso abbiamo bisogno di un Partito dei Verdi che sia serio e moderno. Spero che il “Modello Trento” insegni qualcosa anche a loro;
    • La sinistra a mio avviso non ha più alcun appeal sull’elettorato, e viene percepita per lo più come vecchiume, quando il partito progressista del 21 secolo fa il suo dovere. Non abbiamo alcun bisogno di partiti che si rifanno ad ideologie e discorsi obsoleti, se il partito democratico sa essere credibile;
    • I comunisti duri e puri sono confinati nelle percentuali che meritano in un paese civile;
    • Il popolo delle libertà conferma la sua totale impreparazione a livello territoriale. Di nuovo, in un sistema elettorale dove si privilegia il rapporto delle persone con il territorio, il PDL ha molto da imparare dal PD;
    • E infine, secondo me, ciò che di più importante esce fuori da queste elezioni, è che esiste una Italia che non ha paura del nuovo, e che guarda agli estremismi e ai razzismi con distacco. Se riuscisse a trapelare il messaggio che ‘noi’ siamo quelli che guardano al futuro con impegno e ottimismo, e ‘loro’ quelli che temono, disprezzano e non hanno altre soluzioni che quelle di conservare lo status quo, potrebbe partire davvero una nuova stagione;
    Ma le premesse non ci sono. E se si ciancia di alleanze col peggiore e più conservatore partito della nostra scena politica, per l’ennesima volta non andremo da nessuna parte.

    Aggiungici che però il Trentino è la regione più cooperativizzata di Italia (mica l'Emilia Romagna come si crede). L'Alleanza Cooperativa del Trentino (Bianca) è sempre stata vicina alla DC, e ora alla Margherita-PD.

    E sappiamo quanto le cooperative, dove sono forti e presenti, contino nei voti.

 

 
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