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    anarchico
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    Predefinito "lotta Comunista: Truffatori, Affaristi E Picchiatori"

    http://giovaninternazionalisti.forum...st=15#lastpost

    Questo è il testo di un mio breve scritto in merito a Lc, che in questi giorni ho inviato, in versioni di poco più brevi e lievemente diverse, ad alcuni siti e forum che trattavano di essa.
    Naturalmente, le mie analisi e critiche a Lotta Comunista sono in parte differenti, anche in misura notevole, dalle vostre, considerando le mie posizioni politiche diverse da quelle della maggioranza di voi.
    Spero comunque queste righe possano essere utili alle vostre discussioni e, soprattutto, a coloro che conoscono poco o per nulla tale organizzazione.

    LOTTA COMUNISTA: TRUFFATORI, AFFARISTI E PICCHIATORI

    TRUFFATORI perché spacciano frammenti di marxismo dozzinale da Bignami ed un arbitrario “collage” di leninismo per giustificare il loro immobilismo, antiparlamentarismo pregiudiziale e opposizione ad ogni lotta che considerano “piccolo borghese”, come difesa degli immigrati, diritti di donne e gay, aborto, antifascismo, lotte anticoloniali (definite semplici rivalità all’interno dell’imperialismo, Vietnam incluso), contraddicendo in tutto questo quanto chiaramente scritto da Marx e Lenin, tanto riguardo alle lotte per i diritti civili (secondo Lenin, il partito, per quanto mirasse alla rivoluzione, doveva essere “tribuno del popolo”, sostenendo e difendendo le rivendicazioni democratiche), quanto alle lotte per l’indipendenza e contro il colonialismo, eccetera.

    Disprezzano da sempre la Resistenza, che definiscono tradimento della rivoluzione e strumento del capitalismo e dello stalinismo, al servizio della borghesia “democratica”, per quanto poi gli facciano comodo i diritti democratici repubblicani, che consentono loro di fare le ridicole “lezioni di economia” e le vendite porta a porta di quel farraginoso giornale, che non è che una raccolta anonima di dati e cifre sull’economia mondiale, senza uno straccio di vera analisi o prospettiva politica (leggere per credere).

    Usano un “latinorum” (Manzoni insegna), ostico e vago, che ammutolisce gli interlocutori, convinti di trovarsi di fronte chissà che grandi teorici marxisti o militanti rivoluzionari.
    Così, attraggono matricole universitarie in buonafede, convincendole a “militare” per costruire un sedicente “partito bolscevico” rivoluzionario. Le loro posizioni, in realtà, sono profondamente antileniniste: Lenin nell’”Estremismo malattia infantile del comunismo” polemizza apertamente contro il loro “antenato” Amedeo Bordiga.

    In effetti, il loro fondatore (insieme a Lorenzo Parodi) Arrigo Cervetto, che prima fu partigiano, poi anarchico, poi si convertì ad un marxismo sclerotizzato e meccanicista di stampo bordighiano, a parole afferma di non avere nulla a che fare con le assurdità immobiliste del dirigente napoletano, messo in minoranza (circa il 10%) da Gramsci al Congresso di Lione del 1926, e da allora praticamente sparito da qualunque attività politica vera, ma in realtà ne riprende gran parte delle ottuse posizioni attendiste e settarie, nell’attesa millenaristica dell’inevitabile rivoluzione e dell’avvento, che comunque avverrà in un futuro lontano ed imprecisato, di un non meglio identificato “comunismo”.

    Fra parentesi, i bordighiani della “Frazione del PCd’I” (come detto, una minoranza circa duecento fra militanti e quadri fuoriusciti dal partito, dopo il Congresso di Lione), si pronunciò, soprattutto per bocca di Ottorino Perrone, contro l’intervento in difesa della Repubblica spagnola (solo pochissimi degli aderenti alla Frazione, in opposizione alla linea ufficiale, scelsero di partecipare comunque alla guerra contro Franco), aggredita dalle truppe fasciste, giudicandolo nient’altro che un conflitto fra fazioni della borghesia (alla faccia dell’”internazionalismo”).
    Un po’quello che dissero, in seguito, riguardo alla lotta antifascista ed alla Resistenza.
    I cervettiani di Lotta Comunista, anche in questo, riprendono praticamente la stessa analisi.

    In Lotta Comunista, oltre ai militanti veri e propri (per diventarlo occorre un lungo periodo di prova), sono per lo più giovani volenterosi e in buonafede (spesso anche un po’snob) che fanno da manovalanza, come venditori del giornale: spillano soldi a persone di sinistra deluse, vecchi nostalgici schifati dalla realtà attuale, persone che s’interessano di economia astrattamente. Talvolta insistenti e spesso arroganti, soprattutto quando vendono nelle strade e nelle università , nonostante una scarsa preparazione reale, cercano di ottenere “sottoscrizioni” (sono frequenti le “campagne di sottoscrizione straordinaria per la stampa leninista”, con la scusa che sono “indipendenti”, eccetera), chiedendo sfacciatamente anche dai dieci euro in su.
    Così battono le città in cui sono presenti (Milano, Genova, Torino, Roma ,eccetera), per fare “diffusione”, la sola attività concreta che affermano si debba praticare in questa “fase controrivoluzionaria”, vendendo porta a porta o nelle università o davati alle scuole superiori.

    AFFARISTI perché tutti i soldi ricavati da vendita di giornali, sottoscrizioni (oltre alle quote salate che militanti, aderenti e diffusori versano all’organizzazione), vendita di libri, talvolta anche interessanti, delle loro due case editrici (oltre all’omonima “Edizioni Lotta Comunista” c’è anche la “Panta Rei”), a parte le spese di stampa, sedi, eccetera, vanno nelle tasche dei dirigenti, di qualche “quadro” e di militanti che lavorano da impiegati (in nero), con la scusa che il partito bolscevico di Lenin (nella Russia di cent’anni fa!) era costituito da “rivoluzionari di professione”.

    Intanto, sempre prendendo pretestuosamente brandelli degli scritti di Lenin (che però diceva ben altro), cercano di scalare le gerarchie della Cgil, seguendo e appoggiando acriticamente la maggioranza moderata, nel nome del mantenimento dell’unità sindacale.
    Hanno alcuni di loro anche nel direttivo nazionale (il genovese Francesco Grondona, ad esempio, che la sola volta che votò contro la maggioranza fu per opporsi al voto al referendum sull’articolo 18).
    Dicono di fare questo per “strappare il sindacato ai dirigenti opportunisti”, in realtà sono essi stessi sfacciatamente opportunisti, mascherandosi dietro lo slogan della “ritirata strategica” ed il fatto che ci troviamo, come già scrivevano Cervetto e Parodi nelle “Tesi” del 1957, in una “fase controrivoluzionaria”.

    Quindi: in teoria niente riformismo, lotte democratiche “piccoloborghesi”, obiettivi minimi, nessun impegno concreto nella realtà vera, disprezzo dell’antifascismo (già Bordiga diceva che “il peggior frutto del fascismo è l’antifascismo” e anche i cervettiani di Lc, così come i vari piccoli gruppi della Sinistra Comunista, seguono di fatto questa posizione) rifiuto a priori del parlamentarismo e dei referendum (”astensionismo strategico”), tutto nell’attesa di un vago comunismo che arriverà automaticamente quando il “capitalismo”, inevitabilmente, entrerà in crisi e crollerà.

    Ufficialmente, la sola cosa da fare, per la loro “analisi”, è studiare la realtà economica, monitorare l’andamento della finanza mondiale, prepararsi a dirigere la classe operaia, organizzando e finanziando il “partito scienza” che affermano di essere.

    Chi abbia un minimo di preparazione può facilmente verificare come gli articoli del giornale siano un misto di acqua calda (non serve un articolo di una pagina per dimostrare che la guerra in Iraq era motivata da interessi economici e strategici o che il liberismo estremo avrebbe condotto alla crisi attuale), aria fritta (“i compiti degli internazionalisti”, “le lotte che ci attendono”, “organizzare il partito scienza”) ed analisi cervellotiche ed inconcludenti, condite di dati, cifre, percentuali, statistiche, appunto per “studiare” e controllare la realtà, senza nulla aggiungere se non le brevi conclusioni sull’importanza dello studio e sul ruolo che gli “internazionalisti” (così si definiscono) potrebbero avere, se fossero di più. Ora battono molto su un fantomatico “imperialismo europeo”, laddove invece, gli stati europei continuano ad avere una strategia tutt’altro che unitaria, a livello economico, militare, politico; inoltre sono almeno quindici anni che profetizzano un sollevamento rivoluzionario degli operai cinesi, e sbandierano il fatto che la Cina sia diventata una grande potenza economica come se loro soltanto l’avessero previsto.

    Al contempo, in effetti, sono complici, nei limiti della loro comunque scarsa presenza effettiva, delle svendite delle lotte sindacali, per prendere poltrone all’ombra dei dirigenti della Cgil, con la scusa, appunto, di “strappare il sindacato ai vertici riformisti”.

    A Genova sono da anni molto vicini vicini a Paride Batini, l’anziano “console” (ovvero presidente) della Culmv (Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie), la storica compagnia degli scaricatori, ora privata, anche se formalmente “cooperativa”, indagato per truffa, tangenti e turbativa d’asta e per la morte sul lavoro di almeno un paio di dipendenti ed altri incidenti occorsi a lavoratori.
    Lotta Comunista ne difende l’operato corporativistico e lo sfruttamento dei “soci” della cooperativa, che lavorano in condizioni di scarsa sicurezza, e tutti i cedimenti fatti dalla Culmv all’Autorità Portuale negli ultimi vent’anni. Batini da Luglio è indagato per vari reati, fra cui tangenti e occupazione abusiva di capannoni del porto.

    A ottobre, Batini ha rifiutato di presentare alle autorità giudiziarie i registri dei turni di lavoro, in merito alle indagini sulle “morti bianche” al porto. Con lui, per queste morti, è indagato uno dei suoi vice, Antonio Benvenuti, esponente di Lotta Comunista, che, sul loro giornale dello scorso Aprile, mentre crescevano i problemi giudiziari per Batini, ha scritto un articolo in difesa della Culmv e dei suoi dirigenti e ribadito che “i leninisti” saranno sempre in prima fila per difenderli.

    Insomma, loro danno una “copertura ideologica”, uno sdoganamento “comunista” agli impicci della Culmv, ne sostengono la linea e difendono le attività, e vengono ricompensati con poltrone, nella direzione della stessa Compagnia e nel sindacato.
    Idem, in generale, ovunque riescano ad infilare loro fiancheggiatori o aderenti nelle Rsu.

    A Genova esiste un piccolo ma combattivo sindacato (peraltro fortemente antistalinista), sul cui sito, www.sinbase.org , si riportano resoconti di riunioni in cui si accenna anche al ruolo antioperaio ed alle pratiche clientelari di Lotta all’interno della Cgil locale, soprattutto nella già citata Culmv (vedi il resoconto del 30/9/2008).

    PICCHIATORI perché aggrediscono fisicamente e minacciano esponenti di altri gruppi che facciano volantinaggi o diffusione di riviste in “territori” che considerano propri, ad esempio nelle università, o chi cerchi di avvicinare per discutere loro simpatizzanti. A Torino, ad esempio, nel 2006, minacciarono ed aggredirono un giovane che aveva invitato alla riunione del suo gruppo (”L’internazionale”, gruppo in parte formato da ex di Lc, stanchi di quel marciume) una studentessa liceale simpatizzante di Lotta e che era andata a riferirlo ai “responsabili”.
    Altri episodi del genere sono frequenti, laddove si sentano “forti”.

    Inoltre attaccano, minacciano, aggrediscono loro “fuoriusciti”, che siano magari passati ad altre organizzazioni.
    A Genova, nel gennaio 2004, fecero un tentativo di attacco, con minacce e spintoni, ad una riunione privata della casa editrice, sempre di area, diciamo così, bordighista, “Graphos” (sulla quale ci sono certo pesanti ambiguità, come la pubblicazione di testi “revisionisti di sinistra” della Shoah) che faceva attività con “ex” di Lotta Comunista.

    Sul blog “Afkaar-Dahriyyah” (scusate ma non so fare il link), l’autore ha scritto due brevi ma interessanti resoconti sull’ultima aggressione, avvenuta all’università di Genova a metà ottobre. Quest’ultima è stata un’autentica spedizione punitiva: dopo un’assemblea nel corso della quale aveva avuto un vivace alterco con degli studenti in agitazione contro il decreto Gelmini, che rifiutavano che Lotta Comunista cercasse di strumentalizzare la protesta presentandosi in facoltà ed ai cortei degli studenti con striscioni e cartelloni (è noto che il movimento studentesco stia cercando, giusto o sbagliato che sia, di essere il più possibile ampio, mantenendo un profilo politico “basso” ed evitando l’esposizione di simboli partitici “espliciti”, pur caratterizzandosi come fondamentalmente di sinistra), un esponente dell’organizzazione è tornato in facoltà con una decina di altri attivisti, aggredendo a caso gli studenti presenti, fra cui alcuni studenti medi.
    Anche su Indymedia Liguria se ne parla (ho inviato un intervento simile a questo), persino la cronaca locale del Tg3, del Secolo XIX (“Calci e pugni in università”) e di Repubblica (“Università, i giorni dell’ira”), il 17/10/2008, hanno riportato la notizia.

    “Afkaar-Dahryyah”, inoltre, offre una interessante serie di links su precedenti episodi, di cui si era discusso su forum e siti dell’area della “Sinistra comunista”.

    Oltre al citato forum del sito www.rottacomunista.org (creato in parte da ex di Lotta comunista usciti schifati dall’organizzazione) vi è il più recente ed attivo http://giovaninternazionalisti.forumcommunity.net. Inoltre si può consultare anche il sito di “Battaglia Comunista”, gruppo dello storico PCInt (www.ibrp.org), nel cui forum si discute a lungo ed in più occasioni di Lotta Comunista, anche con alcuni suoi aderenti e simpatizzanti, soprattutto “giovani”.

    Il sito della Corrente Comunista Internazionale (www.internazionalism.org), infine, offre un lungo articolo in tre parti di serrata critica alle posizioni politiche di Cervetto e Lotta Comunista. Va detto che BC e la CCI, per quanto numericamente molto ridotte, siano comunque più serie e “pulite” di Lotta Comunista.

    Gli aderenti a quest’ultima che partecipano alle discussioni nei forum, in effetti non fanno una… gran figura, cercando, come si dice a Roma, di “buttarla in caciara”, deviando dalle precise critiche mosse al “partito” ed ai suoi metodi e riproponendo le loro magniloquenti ma confuse e raffazzonate analisi politiche, oltre che stizzite accuse di essere invidiosi e meschini detrattori.

    Del resto, Lotta Comunista reagisce sempre in questo modo: chi la critica viene accusato di essere un venduto alla borghesia e/o uno stalinista, un frustrato, invidioso della sua forza ed efficienza (?), o, se si tratta di un ex, di essere pieno di odio e rancore verso “il partito” da cui è uscito od è stato allontanato.

    Nella sinistra, anche in quella di estrazione bordighista (la cosiddetta “Sinistra comunista”, appunto) come si è visto, non ha in effetti alcun credito. Per questo, in genere (eccetto, come vedremo, il Primo Maggio), gira al largo dalle manifestazioni e dagli ambienti di sinistra comunque più o meno consapevoli e già maturi, cercando piuttosto di attrarre persone ignare e in buonafede, come giovani universitari poco politicizzati, suggestionati dall’apparente serietà, rigore scientifico ed organizzazione, che essa sfrutta spillando loro soldi e, soprattutto, sguinzagliandoli a fare vendita del giornale e raccogliere sottoscrizioni nelle case.

    Dopo pochi mesi, in genere, questi raggirati si svegliano e se ne vanno, presto sostituiti da nuovi “limoni da spremere” (frase che alcuni attribuiscono allo stesso Cervetto, ma non ho fonti certe in merito).
    Operai e lavoratori davvero attivi, neanche a dirlo, nei loro “circoli operai” ne passano (e restano) pochini…

    Al loro interno, seguendo il principio bordighiano (fortemente criticato e condannato da Lenin) del “centralismo organico”, qualsiasi tentativo di discussione interna, critica, dissenso, è bandito. Anche ai cosiddetti “dibattiti”, in effetti, non è consentito intervenire.
    Ricordo, molti anni fa, ad una riunione nella loro sede a Roma, uno dei presenti cercò di parlare per ribattere ad uno degli oratori e fu spintonato e portato fuori di peso.

    La dirigenza (ovvero i vari La Barbera, Poggi, Pastorino, subentrati alla morte di Cervetto, nel 1995), non si capisce eletta da chi, decide “la linea”, mentre gli altri devono solo diffondere le posizioni ed analisi, per quanto farraginose ed astruse, e vendere il giornale e raccogliere soldi. L’organizzazione dell’attività di diffusione, il conteggio del denaro raccolto, l’andamento delle vendite del giornale, i contatti con i sottoscrittori, sono, neanche a dirlo, molto efficienti. Naturalmente tutto rigorosamente non dichiarato, quindi esentasse…

    Una sorta di setta, insomma, nel suo piccolo simile alla Amway o ad una chiesa millenarista cristiana, che vende una parodia di comunismo, così come venderebbe magliette con l’immagine di Lenin.

    Millantano grandi attività, grandi numeri, enormi lavori di studio e di ricerca. In effetti hanno costituito o contribuito a costituire due o tre piccoli “Istituti di ricerca” (che appunto, rivendicano come “loro emanazione”), almeno uno a Milano e uno a Genova, con biblioteche e pubblicazioni, che fanno studi teorici ed economici (talvolta anche iniziative interessanti, partecipando, insieme ad altre istituzioni e centri studi, a conferenze, eccetera) ma, a parte questo, nessuno ha mai visto questo fantomatico “partito rivoluzionario” che pretendono di essere.

    Nata ufficialmente nel 1965, tutt’oggi Lotta Comunista non è che una piccola azienda, con una cupola di dirigenti intoccabili, un gruppetto di impiegati e capetti, qualche decina di giovincelli in rapido e costante ricambio (salvo eccezioni) e qualche anziano comunista disgustato dalla realtà, oltre a persone che comprano il giornale ed assistono alle inconcludenti lezioncine sulla “contesa mondiale”, “il ruolo del partito scienza”, l’andamento dell’industria automobilistica coreana o del commercio di gas da parte della Russia.

    Solo ai cortei del Primo Maggio, come accennato, sfilano, in gran parte in giacca e cravatta, vendendo coccarde rosse, inquadrati come i maoisti di Servire il Popolo quarant’anni fa. Poi spariscono, eccettuate le vendite del giornale e la partecipazione al sindacato, dove, come detto, mantengono un profilo che definire “basso” è poco.

    Inoltre, sono subdolamente maschilisti (stile vecchio Pci e MLS) e fortemente omofobi (non accettano gay, per questioni di “immagine”), considerando l’omosessualità come segno di decadenza borghese e, comunque, non meritevole di difesa contro gli attacchi da parte dei reazionari e della Chiesa.
    L’aborto, genericamente e superficialmente difeso (solo a chiacchiere, perché al referendum del 1981, come sempre, rifiutarono di votare), in effetti è considerato come scelta individualista e piccoloborghese, così come è criticata come deviazione individualistica la fecondazione assistita. Il tutto senza alcuna considerazione per la questione femminile e i diritti delle donne all’autodeterminazione. Eccetera.

    Non credete a quello che scrivo io: cercate su internet (da cui Lotta comunista in quanto organizzazione, in genere, si tiene alla larga, per ovvie ragioni: il suo sito www.lottacomunista.org e quello della parallela edizioni “Panta Rei” www.pantarei.org , non sono che vetrine dei relativi cataloghi di pubblicazioni), seguendo dati e nomi che ho indicato, oppure andate direttamente, leggete il giornale, conosceteli, cercate di assistere a riunioni e “lezioni”.

    Da qualche tempo, discuto con uno di loro (Gieffeemme), nel forum dell’Uaar, Unione Atei e Agnostici Razionalisti (www.uaar.it), che, in effetti, è su tutt’altro tema, ma in cui si trattano molti argomenti, anche politici, e sto svolgendo un po’di ricerche aggiornate ed approfondite.

    Inizialmente, per quanto essa fosse evidente a chi, come me, conoscesse Lotta Comunista, non aveva esplicitato la sua appartenenza, poi un altro forumista l’ha nominata e lui, a quel punto, ha rivendicato di farne parte (dal 1983), anche se, nel corso delle discussioni, messo alle strette, ha spesso minimizzato il proprio ruolo attuale e le proprie stesse competenze teoriche, di cui, in altre occasioni, si mostrava orgoglioso e sicuro, talvolta anche con una certa arroganza.

    Negli ultimi mesi, ho dovuto sospendere la discussione perché, per ragioni di lavoro (sono operaio), mi trovo fuori Roma e non ho modo e tempo di proseguire adeguatamente, ma conto di riprenderla al più presto. Comunque le discussioni sono nella sezione “off topic” e, in ordine cronologico, vanno lette: “25 aprile - Silvano Sarti: ci chiamavano ribelli”, “Domande inquietanti a metà mattina”, “Lotta comunista e il resto”. Parallelamente si è svolta la discussione “La pagina nascosta della resistenza tedesca”.

    In effetti, pur non avendovi mai aderito, conoscevo Lotta comunista direttamente (ho anche seguito alcune loro riunioni, ai tempi dell’università, a Roma, molti anni fa), quindi so di cosa parlo.

    Non appartengo all’area della “Sinistra comunista”, quindi non ho “rivalità” con Lotta comunista e nessun vantaggio nel gettare fango su di loro.
    Sono, riassumo in due parole, un “vecchio” (non anagraficamente) sostenitore del Pci, e, in misura e modi diversi, di Togliatti, di Berlinguer, del blocco sovietico (tutte cose su cui, certo, poi si può discutere e criticare), della Resistenza antifascista e di quarant’anni di lotte ampie e generali per la democrazia, l’emancipazione dei lavoratori ed i diritti civili, la solidarietà internazionale, contro l’imperialismo ed il colonialismo, per la mobilitazione sul “territorio” contro fascisti vecchi e nuovi, razzismo, maschilismo, antisemitismo, omofobia.

    Voglio solo aiutare a smascherare definitivamente questi maneschi truffatori, che fanno soldi speculando su Marx e Lenin, gettano fango sulla Resistenza e sulla sinistra tutta e cercano di distrarre giovani di sinistra da ben più utili e concrete (anche se minime) attività politiche.
    Grazie per l’attenzione.

    Nostalgico 1974 (Roma)

  2. #2
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    Tu sei falco80 in quel forum, vero????

  3. #3
    anarchico
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    Citazione Originariamente Scritto da matteomatteo Visualizza Messaggio
    Tu sei falco80 in quel forum, vero????
    Vero. Anche tu partecipi a quel forum ?.

  4. #4
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    assolutamente no....ci ho dato una letta veloce adesso, non ne conoscevo nemmeno l'esistenza.

  5. #5
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    Caro oggettivista, da genovese e quindi "persona informata dei fatti" non posso che essere d'accordo con te, a parte qualche dettaglio di non fondamentale importanza.
    Lotta comunista ? è e funziona come una setta, tipo opus dei o certi gruppi di comunione e liberazione. Quindi alla larga !!!

  6. #6
    anarchico
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    Citazione Originariamente Scritto da matteomatteo Visualizza Messaggio
    assolutamente no....ci ho dato una letta veloce adesso, non ne conoscevo nemmeno l'esistenza.
    E' un forum interessante. Poi magari iscriviti.

    Citazione Originariamente Scritto da paolida Visualizza Messaggio
    Caro oggettivista, da genovese e quindi "persona informata dei fatti" non posso che essere d'accordo con te, a parte qualche dettaglio di non fondamentale importanza.
    Lotta comunista ? è e funziona come una setta, tipo opus dei o certi gruppi di comunione e liberazione. Quindi alla larga !!!
    Pensa che quando ho letto articoli in cui i suoi militanti venivano definiti omofobi non ci ho voluto credere...mi hanno invitato nella loro sede ed ho scoperto che oltre ad essere omofobi sono anche per un malcelato razzismo (della serie: perchè occuparsi degli immigrati e dei rom se abbiamo altre priorità !), l'insistenza con cui ti invitano a vendere il giornale scientifico con loro (ci conosciamo solo da mezz'ora e pretendi che venga con te a vendere lotta comunista ???) e molto altro che non sto qui ad elencare. Ed ho scoperto tutto questo frequentandoli solo per poche ore !!!.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da paolida Visualizza Messaggio
    Caro oggettivista, da genovese e quindi "persona informata dei fatti" non posso che essere d'accordo con te, a parte qualche dettaglio di non fondamentale importanza.
    Lotta comunista ? è e funziona come una setta, tipo opus dei o certi gruppi di comunione e liberazione. Quindi alla larga !!!
    L'Opus Dei non è una setta e lo dice il Governo italiano per bocca dell'allora ministro degli interni Scalfaro.

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  8. #8
    anarchico
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    Citazione Originariamente Scritto da Merello Visualizza Messaggio
    L'Opus Dei non è una setta e lo dice il Governo italiano per bocca dell'allora ministro degli interni Scalfaro.

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    Sono stati messi alle stampe innumerevoli libri ed allestiti siti pro e contro l'Opus Dei.
    Sta al lettore ed al suo spirito critico valutare se contengono calunnie o verità.
    Quel "se lo dice il governo..." lascia il tempo che trova. Tutti noi sappiamo che ad un governo composto in parte da pregiudicati non può essere riconosciuta alcuna credibilità. Forse, aggiungo forse, un'appoggio all'Opus Dei da parte dello stesso, potrebbe costituire un ulteriore elemento d'accusa contro questa organizzazione.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da paolida Visualizza Messaggio
    Caro oggettivista, da genovese e quindi "persona informata dei fatti" non posso che essere d'accordo con te, a parte qualche dettaglio di non fondamentale importanza.
    Lotta comunista ? è e funziona come una setta, tipo opus dei o certi gruppi di comunione e liberazione. Quindi alla larga !!!
    Anch'io concordo in buona parte con l'articolo...ci sono però alcune inesattezze sulla situazione del porto e sui recenti scazzi tra lc e movimento studenti. E tende a esagerare l'importanza reale di LC.

    Comunque alla larga, assolutamente.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Merello Visualizza Messaggio
    L'Opus Dei non è una setta e lo dice il Governo italiano per bocca dell'allora ministro degli interni Scalfaro.

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    gne gne gne

    L'Opus dei non sarà una setta. Ma è certo un covo di coglioni.

 

 
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