Tremila Schützen in corteo
Tensione in piazza - Le foto
di Mirco Marchiodi
Tremila Schützen «armati» di fiaccole e tamburi, senza sciabole o fucili. Ieri sera hanno sfilato per le vie della città, da piazza Walther fino a piazza Tribunale, attraversando quello che il comandante Bacher ha definito «il quartiere fascista». Presente alla manifestazione tutta l’Svp cittadina con in testa l’Obmann Pichler Rolle. Tensione con dei manifestanti italiani in piazza Vittoria e in piazza Tribunale, ma nessun incidente. La
richiesta: «Via tutti i monumenti fascisti dall’Alto Adige». Quando poco dopo le 16.30 i primi autobus degli Schützen arrivano a Bolzano (alla fine saranno una sessantina i pullman provenienti da tutta la provincia, ma anche da fuori), gli agenti sono già tutti posizionati. Da piazza Tribunale fino a piazza Walther, e poi lungo tutto il percorso del corteo: sono almeno duecento, tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani. Le varie compagnie dei cappelli piumati si schierano in piazza Walther. In mano hanno delle fiaccole, molti tengono dei cartelli: «Los von Rom», «Convivenza sì, ma senza rifiuti storici», «Basta col fascismo», «Libertà per i combattenti». Tra le fila degli Schützen ci sono molti politici: Pius Leitner e Sigmar Stocker dei Freiheitlichen, Eva Klotz e Sven Knoll della Südtiroler Freiheit (con loro anche Sepp Mitterhofer), Andreas Pöder dell’Union. Davanti, in prima fila, c’è tutta l’Svp cittadina: Oswald Ellecosta, gli assessori Klaus Ladinser e Greti Rottensteiner, Luis Walcher. E con loro anche l’Obmann e vicesindaco di Bolzano Elmar Pichler Rolle. Per la giunta provinciale ecco Sabina Kasslatter-Mur. Sfumature diverse sui “relitti fascisti”: «Il monumento va eliminato», dicono Ellecosta e Ladinser. «Bisogna farne un museo», la posizione di Kasslatter-Mur. «Discutiamo attorno a un tavolo», la proposta di Pichler Rolle. Nel frattempo sale sul palco il comandante degli Schützen Paul Bacher:
«Ne abbiamo abbastanza di uno Stato che non si è mai scusato con i tirolesi, che non si distanzia dal fascismo, che difende dei monumenti fascisti. Non manifestiamo contro gli italiani di questa terra, ma contro il “quartiere fascista” che va dal monumento alla Vittoria a via Amba Alagi fino al bassorilievo di Mussolini». Nel mirino finiscono anche piazza Mazzini («Caro sindaco Spagnolli - dice in italiano il Bundesmajor della Bassa Atesina Thomas Winnisch Hofer - è una vergogna che accanto al monumento ci sia anche una piazza intitolata a chi diceva che poche migliaia di tirolesi avrebbero potute essere italianizzate in fretta») e via Cadorna.
Sul palco sale anche Sandro Canestrini, l’ormai ultra-ottantenne avvocato storico dei dinamitardi: «Cari amici Schützen - dice commosso - grazie di permettermi di parlare in italiano qui davanti a voi. Se essere italiano significa riconoscersi in un Duce a cavallo, allora io dico che non sono italiano, perché gli italiani aborrono il fascismo e il nazismo». Verso le 18.30 inizia il corteo. I tremila Schützen si mettono in marcia al ritmo dei tamburi. Le file ai lati sono tutte “armate” di fiaccole accese. Il colpo d’occhio è imponente. Tutto tranquillo fino a quando il corteo arriva in piazza della Vittoria, dove ad attendere i cappelli piumati non ci sono solo i duemila lumini che An aveva acceso nel corso della giornata.
Sono circa 400 i contromanifestanti, e alcuni di loro inveiscono contro gli Schützen. Volano dei fumogeni, qualche petardo e molti insulti. Il cordone di polizia tiene, gli Schützen non reagiscono: «Ne ero certo. Ci aspettavamo degli insulti, ma avevamo dato l’ordine di non reagire e non abbiamo reagito», commenta poco dopo Bacher in piazza Tribunale. È qui che è in programma la chiusura della manifestazione. I cappelli piumati si rimettono tutti in formazione, proprio davanti agli uffici finanziari dove si trova il bassorilievo con il Duce a cavallo su cui viene proiettata una grande “X” che rende l’idea di ciò che vogliono i tiratori scelti. Inizia a parlare Elmar Thaler, responsabile organizzativo degli Schützen. Vicino agli altoparlanti si è formato un gruppo di un centinaio di contromanifestanti italiani. Fischiano, urlano “Italia, Italia”, non mancano gli insulti e qualche saluto romano. Ma attorno a loro si forma subito un cordone di carabinieri. Thaler fa finta di niente per un po’, poi sbotta: «Vergognatevi». Alla fine rincara la dose: «Ringrazio le forze dell’ordine - dice in italiano - che ci hanno salvato da gente talmente ignorante». Fischi da parte italiani, applausi dagli Schützen. E Bacher: «Noi le manifestazioni degli italiani non le abbiamo mai disturbate, siete voi che fate brutta figura: vergognatevi». Ma ormai la manifestazione è finita. Verso le 20 gli Schützen salgono sui loro pullman e tornano a casa. «Ora - chiude Bacher - spetta alla politica dare un segnale».
(08 novembre 2008)