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  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da Grifo Visualizza Messaggio
    Kava, tu sembri uno che non si nasconde dietro un dito...
    Se la contestazione è trasversale e il collante è l'antipolitica cacciare il Blocco dalla piazza va contro la base stessa delle proteste.
    Si può andare avanti qualche settimana con le liturgie, ma la partecipazione alla protesta è già esaurita.

    Comunque sarebbe finita lo stesso, come è già accaduto negli anni passati ogni volta che ci sono state queste fiammate studentesche, che si sono ogni volta esaurite non appena nelle scuole sono andati i reduci a portare il verbo, le bandiere e le direttive.
    La verità è che gli studenti non si fanno agganciare e fuggono non appena gli si presenta un "Partito" (quale che sia).
    Guarda, la mia posizione è sempre la stessa espressa a tempo debito sul nazionale e in discussione con Metapolis e Renzaglia.
    Questo movimento non farà la rivoluzione, non fermerà la Gelmini, non mieterà successi. E' destinato a spegnersi con il finire dell'anno, ripresentandosi poi di tanto in tanto con fiammate di ritorno nei prossimi autunni e primavere.
    Finirà non per colpa di porta il verbo di partito (io c'ero nei movimenti studenteschi contro la Moratti ed anche a livelli abbastanza "alti" localmente), ma perchè è fisiologico che vada così: il movimento o apre un ciclo o si esuarisce, è la sua struttura a rendere impossibili altri sbocchi.
    Quello di utile politicamente che fa è portare militanti, visibilità e legittimità a chi è bravo ad agire.
    Il Blocco è stato bravo nei giorni precedenti a Piazza Navona, poi lì ha fatto cazzate.
    Ora, sarebbe ugualmente successo qualcosa anche senza la sceneggiata dello sfondamento del cordone dei COBAS, al 90% per la semplice reazione chimica "collettivi universitari + fascisti".
    Anche senza sapere niente di niente me lo aspettavo sapendo che ci sarebbero state le forze che sarebbero state in campo.
    E credo lo sapessero e se lo aspettassero anche quelli del Blocco insomma.
    Non è stato un caso che abbiano scelto cortei organizzati dall'Uds o sprovvisti di servizio d'ordine nei due giorni precedenti...
    Doveva succedere qualcosa anche solo perchè il Governo stesso voleva succedesse qualcosa.
    Ho parlato con gente presente in quella Piazza, di ambo le parti, nei giorni successivi e credo non ci siano dubbi sulla volontà della Polizia di lasciare che accadesse il tutto.

    Alla fine tutti hanno voluto e cercato Piazza Navona..

    Perchè credo tutte le forze con un minimo di sale in zucca (ovvero non i Gc, ma questo è un altro discorso) abbiano capito la natura del movimento, la sua origine molto "mediatizzata" (prima di trovare qualcuno che all'Uni dicesse in Assemblea che la 133 era già legge da Agosto ho aspettato due settimane.. a tutti dai giornali sembrava che fosse roba corrente!), la sua natura antipolitca..
    E dall'antipolitica è difficile nasca qualcosa che dura più di una fiammata, anche se molto grossa magari, come già han dimostrato i V-Day di Grillo.
    Personally, da quando era nato sto movimento sostenevo la necessità o di politicizzare ovunque, anche andando a rotture, o di sbattersene facendo il minimo sindacale per evitare accusse ex-post.
    Sino ad adesso i fatti, almeno qua a Torino, mi stanno dando qualche ragione. Vedremo post-Dicembre.

  2. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da catartica Visualizza Messaggio
    Scusa Grifo, ma tu hai avuto qualcosa a che fare con la protesta di questi giorni?
    Hai partecipato ai dibattiti nelle facoltà? Alle assemblee? Alle manifestazioni?

    Mi sembri un po' grandicello.

    Forse una parte degli studenti fa proprio il motto "Nè rossi nè neri ma liberi pensieri", ma non è detto che quello sia lo sbocco della protesta. In ogni caso, chi l'ha proposto non mi pare abbia azzeccato la piattaforma. Difficilmente si egemonizza una protesta se si prendono a cinghiate gli studenti.
    No, ma a sto seguendo con molto interesse (l'ultima manifestazione a cui ho partecipato è stata quella di Rifondazione sotto Prodi, volevo vedere se il popolo comunista era ancora quello dei tempi miei, ero curioso)

    Questa ennesima fiammata studentesca è solo un episodio di un processo che si sta sviluppando nel mondo giovanile.
    Quale sia la chiave di lettura non lo so, non ho più l'età per decifrare il linguaggio dei giovani. Però se non ce l'ho io non ce l'ha nemmeno chi ripropone i modelli degli anni '70;

    Il simbolismo, la novità, sta proprio nei "liberi pensieri", anche se per adesso si sono dovuti far da parte e lasciar spazio alle liturgie (c'è pure la poesia di Trilussa: Fece la fine dell'abbacchio ar forno perchè credeva al libero pensiero...)

    Vi vengo a stuzzicare perchè voglio capire se vi interrogate, nel complesso, su come intepretare questa fase "rivoluzionaria" (è proprio il caso di dirlo) che sta svolgendosi in questi mesi (a meno di pensare che il crollo del sistema finanziario liberista, la recessione planetaria, la fine della globalizzazione, l'elezione di Obama etc sia acqua fresca)
    Curiosità.

    Politicamente, se vogliamo stare nell'orto di casa, sentivo che Cisl, Uil e Ugl hanno trovato l'accordo e la Cgil è rimasta sola a cavalcare la protesta nella scuola. Da quì lo sciopero generale dalla cui riuscita si vedrà se la strategia cominciata a piazza navona era giusta o si tramuta per una disfatta di Epifani.
    Vedremo, i nodi arriveranno subito al pettine.

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Grifo Visualizza Messaggio
    No, ma a sto seguendo con molto interesse (l'ultima manifestazione a cui ho partecipato è stata quella di Rifondazione sotto Prodi, volevo vedere se il popolo comunista era ancora quello dei tempi miei, ero curioso)

    Questa ennesima fiammata studentesca è solo un episodio di un processo che si sta sviluppando nel mondo giovanile.
    Quale sia la chiave di lettura non lo so, non ho più l'età per decifrare il linguaggio dei giovani. Però se non ce l'ho io non ce l'ha nemmeno chi ripropone i modelli degli anni '70;

    Il simbolismo, la novità, sta proprio nei "liberi pensieri", anche se per adesso si sono dovuti far da parte e lasciar spazio alle liturgie (c'è pure la poesia di Trilussa: Fece la fine dell'abbacchio ar forno perchè credeva al libero pensiero...)

    Vi vengo a stuzzicare perchè voglio capire se vi interrogate, nel complesso, su come intepretare questa fase "rivoluzionaria" (è proprio il caso di dirlo) che sta svolgendosi in questi mesi (a meno di pensare che il crollo del sistema finanziario liberista, la recessione planetaria, la fine della globalizzazione, l'elezione di Obama etc sia acqua fresca)
    Curiosità.

    Politicamente, se vogliamo stare nell'orto di casa, sentivo che Cisl, Uil e Ugl hanno trovato l'accordo e la Cgil è rimasta sola a cavalcare la protesta nella scuola. Da quì lo sciopero generale dalla cui riuscita si vedrà se la strategia cominciata a piazza navona era giusta o si tramuta per una disfatta di Epifani.
    Vedremo, i nodi arriveranno subito al pettine.
    Non si possono coniugare i "liberi pensieri" con gli stravolgimenti dell'economia.
    O è una lotta generazionale, o è una lotta politica.

    "Siamo tutti quanti studenti" e "Noi la crisi non la paghiamo" sono slogan inconciliabili. O prevale uno, o prevale l'altro, o il fuoco di paglia si spegne.

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da catartica Visualizza Messaggio
    Non si possono coniugare i "liberi pensieri" con gli stravolgimenti dell'economia.
    O è una lotta generazionale, o è una lotta politica.

    "Siamo tutti quanti studenti" e "Noi la crisi non la paghiamo" sono slogan inconciliabili. O prevale uno, o prevale l'altro, o il fuoco di paglia si spegne.
    Secondo me è generazionale, il segnale è stato il ritrovarsi insieme nei cortei di protesta senza nemmeno porsi il problema del destra/sinistra.
    Poi è diventata politica ed il problema è sorto.

    Se pensavo che era tutta politica non starei qui a discutere, non mi fregherebbe proprio niente.

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Grifo Visualizza Messaggio
    Secondo me è generazionale, il segnale è stato il ritrovarsi insieme nei cortei di protesta senza nemmeno porsi il problema del destra/sinistra.
    Poi è diventata politica ed il problema è sorto.

    Se pensavo che era tutta politica non starei qui a discutere, non mi fregherebbe proprio niente.
    Tu confondi l'immaginazione con la sostanza.
    E' indubbio che nelle nuove generazioni ci sia un rifiuto netto della politica, rifiuto determinato dalla situazione politica attuale, dal grillismo dilagante e dall'assenza di strumenti culturali utili all'analisi della situazione. Non è colpa dei giovani, è colpa dei partiti che cercano di avvicinarli col giovanilismo, fallendo, ed è colpa della visione distorta della politica data dalla stampa, frutto del bipolarismo. La politica, appunto, non è dividersi tra destra e sinistra e fare i battibecchi come a Porta a Porta o nel "sandwich" del Tg1.
    Di fatto, però, la protesta di questi giorni ha contenuti politici. I protagonisti non ne sono consapevoli, e questo probabilmente porterà all'inconcludenza della mobiliitazione, ma è così. "Noi la crisi non la paghiamo" non è uno slogan generazionale, ed è lo slogan che ha unito tutte le piazze. Gli slogan con carattere generazionale si sono sentiti solo a Roma, non credere che siano l'urlo di battaglia dell'Onda.
    Poi ci sono le fasce di giovani di destra radicale, giovani politicizzati, che vogliono approfittare dell'inconsapevolezza di gran parte del movimento per imporre i loro contenuti. Sai meglio di me che nel tuo ambiente, dopo l'affermazione romana del Blocco Studentesco, è nata la convinzione di essere a un passo dal '68 fascista. E' una pia illusione, frutto dell'esaltazione. Il Blocco non ha dato alcun contributo teorico alla protesta contro la Gelmini e la 133, si è dedicato al sabotaggio sistematico di quei contenuti politici che hanno portato tanti giovani in piazza. Il Blocco non stava là a dire la sua su scuola e università, stava là per sdoganarsi. Si è aggregato alla mobilitazione per prendere la testa dei cortei, prendersi il merito dell'organizzazione della protesta, svuotarla della sua carica politica e trasformarla in lotta generazionale. Ma i ragazzi non scendono in piazza per il "liberi pensieri", scendono in piazza contro la riforma Gelmini e la 133, a loro della "giovinezza al potere" non gliene frega proprio niente. Vogliono andare all'università senza pagare 7000 euro all'anno, per esempio, e questa è una rivendicazione politica. Negarlo significa negare la natura stessa della politica, che è lontana dalla definizione che date voi e che dà la rappresentazione televisiva coi suoi dibattiti.
    Non puoi dire che questa sia una battaglia generazionale, puoi solo augurarti che lo sia. Non capisco poi perché augurarselo, dopo aver visto i danni che il '68 ha procurato a noi.
    Infine che c'entrano i bimbi delle elementari? I maestri? I bidelli? Il personale tecnico-amministrativo di scuole e università? I professori delle superiori? I ricercatori? I docenti universitari? I rettori? Pure loro stavano lì a gridare "Siamo tutti quanti studenti"? Non mi pare proprio.

  6. #16
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    Il movimento si spegnerà a breve come ogni movimento sociale dagli anni 80 ad oggi nel mondo occidentale. Fiammate che lasciano solo sprazzi di cultura sociale o cambiamenti reali.

  7. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da catartica Visualizza Messaggio
    Tu confondi l'immaginazione con la sostanza.
    E' indubbio che nelle nuove generazioni ci sia un rifiuto netto della politica, rifiuto determinato dalla situazione politica attuale, dal grillismo dilagante e dall'assenza di strumenti culturali utili all'analisi della situazione. Non è colpa dei giovani, è colpa dei partiti che cercano di avvicinarli col giovanilismo, fallendo, ed è colpa della visione distorta della politica data dalla stampa, frutto del bipolarismo. La politica, appunto, non è dividersi tra destra e sinistra e fare i battibecchi come a Porta a Porta o nel "sandwich" del Tg1.
    Di fatto, però, la protesta di questi giorni ha contenuti politici. I protagonisti non ne sono consapevoli, e questo probabilmente porterà all'inconcludenza della mobiliitazione, ma è così. "Noi la crisi non la paghiamo" non è uno slogan generazionale, ed è lo slogan che ha unito tutte le piazze. Gli slogan con carattere generazionale si sono sentiti solo a Roma, non credere che siano l'urlo di battaglia dell'Onda.
    Poi ci sono le fasce di giovani di destra radicale, giovani politicizzati, che vogliono approfittare dell'inconsapevolezza di gran parte del movimento per imporre i loro contenuti. Sai meglio di me che nel tuo ambiente, dopo l'affermazione romana del Blocco Studentesco, è nata la convinzione di essere a un passo dal '68 fascista. E' una pia illusione, frutto dell'esaltazione. Il Blocco non ha dato alcun contributo teorico alla protesta contro la Gelmini e la 133, si è dedicato al sabotaggio sistematico di quei contenuti politici che hanno portato tanti giovani in piazza. Il Blocco non stava là a dire la sua su scuola e università, stava là per sdoganarsi. Si è aggregato alla mobilitazione per prendere la testa dei cortei, prendersi il merito dell'organizzazione della protesta, svuotarla della sua carica politica e trasformarla in lotta generazionale. Ma i ragazzi non scendono in piazza per il "liberi pensieri", scendono in piazza contro la riforma Gelmini e la 133, a loro della "giovinezza al potere" non gliene frega proprio niente. Vogliono andare all'università senza pagare 7000 euro all'anno, per esempio, e questa è una rivendicazione politica. Negarlo significa negare la natura stessa della politica, che è lontana dalla definizione che date voi e che dà la rappresentazione televisiva coi suoi dibattiti.
    Non puoi dire che questa sia una battaglia generazionale, puoi solo augurarti che lo sia. Non capisco poi perché augurarselo, dopo aver visto i danni che il '68 ha procurato a noi.
    Infine che c'entrano i bimbi delle elementari? I maestri? I bidelli? Il personale tecnico-amministrativo di scuole e università? I professori delle superiori? I ricercatori? I docenti universitari? I rettori? Pure loro stavano lì a gridare "Siamo tutti quanti studenti"? Non mi pare proprio.
    Il Blocco, per atavici riferimenti, è contro ogni ipotesi di privatizzazione della scuola (basta che guardi i loro manifesti). Non sono i soli, anche voi siete contro la privatizzazione, anche i Massoni sono contro, pure io sono contro.
    Quindi partecipavano con un fine politico: contro la privatizzazione della cosa pubblica, senza steccati di schieramento.

    L'aspetto generazionale sto cercando di coglierlo io, perchè penso che alla fine i problemi dei giovani siano gli stessi a destra come a sinistra, ma finchè possono scegliere solo di omologarsi nell'uno o nell'altro pollaio, giudiziosamente funzionali a Berlusconi o a Veltroni (che rappresentano l'età media, un popolo di vecchi che anela a mantenere intatto l'ospizio nazionale) avranno poche possibilità di incidere su un modello economico/sociale concepito per penalizzarli.

    Del famoso '68 (io avevo quattordici anni) quello che è rimasto è proprio il cambio generazionale: sono cambiati i costumi, c'è stata l'emancipazione delle donne, sono cambiati i rapporti gerarchici nei luoghi di lavoro e nelle famiglie, il divorzio, l'aborto...
    Ora questa generazione è vecchia, decrepita, si deve far da parte, tutto si deve adattare al cosiddetto terzo millennio, tutto va ripensato perchè tutto è cambiato nuovamente e nessuno ci può fare niente.
    Insomma, io mi auguro che sia una battaglia generazionale, che lascia il segno e cambia le cose. La politica è contingente, poi passa.

  8. #18
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  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da Grifo Visualizza Messaggio
    Il Blocco, per atavici riferimenti, è contro ogni ipotesi di privatizzazione della scuola (basta che guardi i loro manifesti). Non sono i soli, anche voi siete contro la privatizzazione, anche i Massoni sono contro, pure io sono contro.
    Quindi partecipavano con un fine politico: contro la privatizzazione della cosa pubblica, senza steccati di schieramento.

    L'aspetto generazionale sto cercando di coglierlo io, perchè penso che alla fine i problemi dei giovani siano gli stessi a destra come a sinistra, ma finchè possono scegliere solo di omologarsi nell'uno o nell'altro pollaio, giudiziosamente funzionali a Berlusconi o a Veltroni (che rappresentano l'età media, un popolo di vecchi che anela a mantenere intatto l'ospizio nazionale) avranno poche possibilità di incidere su un modello economico/sociale concepito per penalizzarli.

    Del famoso '68 (io avevo quattordici anni) quello che è rimasto è proprio il cambio generazionale: sono cambiati i costumi, c'è stata l'emancipazione delle donne, sono cambiati i rapporti gerarchici nei luoghi di lavoro e nelle famiglie, il divorzio, l'aborto...
    Ora questa generazione è vecchia, decrepita, si deve far da parte, tutto si deve adattare al cosiddetto terzo millennio, tutto va ripensato perchè tutto è cambiato nuovamente e nessuno ci può fare niente.
    Insomma, io mi auguro che sia una battaglia generazionale, che lascia il segno e cambia le cose. La politica è contingente, poi passa.
    Qui casca l'asino...

    Questa questione della "lotta frà generazioni" che si ricollega allo slogan di casa pounf "giovinezza al potere" è una vaccata pazzesca per cui si considera un compagno di strada nella lotta alla controriforma gelmini il fighetto che va alla scuola privata e magari si esclude il precario perchè 50enne...
    Tempo fa era stato messo in evidenza dal Palve (speriamo torni presto) un articolo mi pare di Panorama in cui si pompava proprio questo aspetto del Blocco Studentesco, il conflitto generazionale, perchè?
    E' ovvio che questa boutade della giovinezza al potere è in fin dei conti solo folklore, ed evita che le proteste studentesche si saldino alle lotte dei lavoratori, inquadrandosi in una contestazione più ampia di critica al sistema capitalista

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da Rikycccp Visualizza Messaggio
    Qui casca l'asino...

    Questa questione della "lotta frà generazioni" che si ricollega allo slogan di casa pounf "giovinezza al potere" è una vaccata pazzesca per cui si considera un compagno di strada nella lotta alla controriforma gelmini il fighetto che va alla scuola privata e magari si esclude il precario perchè 50enne...
    Tempo fa era stato messo in evidenza dal Palve (speriamo torni presto) un articolo mi pare di Panorama in cui si pompava proprio questo aspetto del Blocco Studentesco, il conflitto generazionale, perchè?
    E' ovvio che questa boutade della giovinezza al potere è in fin dei conti solo folklore, ed evita che le proteste studentesche si saldino alle lotte dei lavoratori, inquadrandosi in una contestazione più ampia di critica al sistema capitalista
    Va beh, tu guardi tutto attraverso l'ottica della politica e quindi privilegi l'aspetto politico: niente conflitto generazionale, piuttosto lotta di classe.
    Io invece ci vedo la "necessità" di un conflitto generazionale perchè in questi ultimi venti anni la società si è modellata per mantenere lo status dei garantiti (per quanto possibile) penalizzando i giovani (per quanto possibile)

    Non ti sto a dire che i garantiti (tutti coloro che mantengono lo status della prima repubblica) debbano a loro volta diventare precari e disoccupati, ma è evidente che questi hanno accettato più o meno le "modernizzazioni" (rendita finanziaria e immobiliare, precariato e disoccupazione) purchè non li toccassero nella parte negativa.
    Diciamo stabilità e rendita ai vecchi, e disoccupazione e precariato ai giovani.

    E non è che se sono di cdx o di csx la loro condizione cambia, nell'uno e nell'altro campo loro stanno nelle fabbriche e negli uffici da precari a cinque e seicento euro a mese insieme a quelli che ci stanno fissi a milledue o millecinque al mese.
    Nemmeno voi, parliamoci chiaro, siete in grado di cambiare questa situazione. Quando pure cadesse i cdx e andaste a rifare il csx cambierebbe poco o niente, come dimostra l'esperienza con Prodi: il quadro di fondo resterebbe inalterato. Per non parlare di FI, AN, il PD o l'UDC, che sono tutti piattamente omologati ai disegni monetaristi e prendono ordini direttamente dalle banche.

    Per questo parlavo di ospizio nazionale: una situazione dove per chi ha venti anni l'unica prospettiva è passare dal male al peggio, dal peggio al disastro...
    E qui vedo i limiti dell'azione politica, che avendo come fine ultimo l'aggregare consenso in questo si esaurisce.
    Invece un salutare scossone generazionale, il vedere l'adulto come nemico a priori, farebbe almeno tabula rasa e permetterebbe a loro di ricominciare su basi nuove.

 

 
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