In attesa di pubblicare il testo integrale, eccovi una sintesi giornalistica dell’intervento di Nello Musumeci al congresso nazionale de La Destra, a Roma.
“La diversità, per noi di Destra, più che predicata va praticata. È quando si è forti della propria identità non si ha paura di andare in campo aperto.” Ha usato toni forti Nello Musumeci, nel suo lungo e applaudito intervento, alla fine del congresso nazionale de La Destra, a Roma.
Benché colpito da un grave lutto, l’eurodeputato ha voluto partecipare alla giornata conclusiva dell’assise del suo partito. Accolto da un lungo e prolungato applauso di solidarietà dalla platea, Musumeci ha parlato per quasi un’ora, prima di cedere il microfono al segretario Storace per la replica finale. Il parlamentare siciliano ha svolto una lucida ed articolata analisi del partito sotto il profilo politico e organizzativo.
“Quale la nostra posizione rispetto al sistema bipolare italiano? Quale il nostro potenziale bacino elettorale? Che tipo di partito vogliamo costruire sul territorio?” queste le domande, a ciascuna delle quali ha dato una risposta, spesso sottolineate da applausi dei congressisti.
Per Musumeci, “la Destra deve occupare lo spazio politico lasciato da An col suo progressivo spostamento al Centro, tradendo i postulati sanciti al congresso di Fiuggi del ’95. Non siamo nati per dare un tetto solo agli ex-missini o ai delusi di An, ma dobbiamo interpretare ancora una larga fascia di italiani del “non-voto” e del “disagio sociale”. Per essere una forza “inclusiva” non serve essere ideologizzati ma identitari, cioè riconoscibili.”
Quanto alle alleanze politiche, l’eurodeputato ha precisato: “Un partito non nasce per essere utile ai propri iscritti, ma per realizzare un progetto che sia utile alla Nazione, al territorio. Per questo, chi ci vota vuole vedersi rappresentato anche nella capacità di governare e trasformare le idee in azioni. In un sistema bipolare, il nostro posto è nel Centrodestra: alleati con il Pdl dove ci sono le condizioni per farlo, senza sudditanza. Dove invece non esistono le condizioni politiche, si sta all’opposizione. Ma nell’uno e nell’altro caso, la Destra deve essere capace di distinguersi per stile e non per moda. Chiudersi nel “Fortino” e gridare che siamo i migliori, i duri e i puri non ha futuro, non paga”
Infine, parlando della forma-partito, Musumeci ha ribadito la sua contrarietà ad una “struttura centralista che rischierebbe di portare verso una oligarchia come quella che governava il partito che a suo tempo abbiamo lasciato. Serve, invece, un partito che abbia un saldo coordinamento nazionale, ma ampia autonomia politica, organizzativa e finanziaria in ogni Regione e con i segretari regionali eletti dalla base e non nominati dall’alto.” Secondo Musumeci, “la regionalizzazione del partito responsabilizzerebbe la classe dirigente locale e ne stimolerebbe la naturale selezione.”
Toccante la conclusione: “Usiamo la prima regola dei contadini: non mangiamoci le sementi, non facciamoci del male da soli. Nel deserto della solitudine e dell’indifferenza, noi possiamo, noi dobbiamo diventare sementi di speranza.”
La conclusione dell’intervento di Nello Musumeci è stata salutata dalla platea dei congressisti all’impiedi, con un prolungato applauso.
Nei prossimi giorni pubblicheremo, su questo sito, il testo integrale dell’intervento pronunciato al congresso nazionale.
http://www.nellomusumeci.it/?p=336