Il Ducato Beneventano all'Apogeo.....in quel momento il più grande stato di origine longobarda nella penisola.
Il Ducato Beneventano all'Apogeo.....in quel momento il più grande stato di origine longobarda nella penisola.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Interessantissima questa discussione. Piacevole da leggere e con molte cose da imparare. Complimenti
Trascrivo dai Preliminari sulla lingua del Petrarca
di Gianfranco Contini, CANZONIERE, Einaudi Editore
... per il nostro punto di partenza (l'italiano letterario) ... ogni successo risale a un'iniziativa firmata.
La scuola siciliana, ossia l'italiano come lingua letteraria nazionale, ha una sua firma probabile, quella del Notaio da Lentini, e perfino una data probabile, quella medesima dei documenti che lo mostrano attivo nel decennio fra il 1230 e il '40.
di necessità virtù
Il sonetto di cui ho ricordato la paternità è la forma metrica italiana più adatta alla rappresentazione di situazioni affettive o di concetti morali, in quanto la sua divisione in più periodo metrici consente di variare l'armonia conservando l'equilibrio formale.
usato nella lirica d'arte di tutti i secoli successivi, domina nel Canzoniere di Francesco Petrarca, da cui trascrivo "Ai signori d'Italia" :
Italia mia ben ch'el parlar sia indarno
a le piaghe mortali
che nel bel corpo tuo si spesse veggio
piacemi almen che miei sospir sian quali
spera l tevero et l arno
e l po dove doglioso et grave or seggio.
Rettor del cielo io cheggio
che la pieta che ti condusse in terra
ti volga al suo dilecto almo paese.
Vedi segnor cortese
di che lievi cagion che crudel guerra.
E i cor chendura et serra
Marte superbo et fero
apri tu padre.
En tenerisci & snoda.
Ivi fa chel tuo vero
qual io mi sia per la mia lingua s'oda.
Voi cui fortuna a posto in mano il freno
de le belle contrade
di che nulla pieta par che vi stringa.
Che fan qui tante pellegrine spade
perchel verde terreno
del barbarico sangue di depinga.
Vano error vi lusinga
poco vedete et parvi veder molto.
Chen cor venale amor cercate o fede.
Qual piu gente possede
colui è piu da suoi nemici avolto.
O diluvio raccolto
di che deserti strani
per inondar i nostri dolci campi.
Se da le proprie mani
questo navene
or chi fia che ne scampi.
Ben provide natura al nostro stato
quando de l'alpi schermo
pose tra noi & la tedesca rabbia.
Mal desir cieco encontral suo ben fermo
se poi tanto ingegnato
chal corpo sano a procurato scabbia.
Or dentro ad una gabbia
fiere selvagge & mansuete gregge
sannidan si che sempre il miglior geme.
Et e questo del seme
per piu dolor del popol senza legge
al qual come si legge
Mario aperse sil fianco
che memoria de lopra ancho non langue.
Quando assetato & stanco
non più bevve del fiume acqua che sangue.
Cesare taccio che per ogni piaggia
fece lerbe sanguigne
di lor vene ovel nostro ferro mise.
Or par non so per che stelle maligne
chel cielo in odio naggia.
Vostra merce cui tanto si comise.
Vostre voglie divise
guastan del mondo la piu bella parte.
Qual colpa qual giudicio o qual destino
fastidire il vicino
povero & le fortune afflicte & sparte
perseguire en disparte
cercar gente & gradire
che spargal sangue & venda lalma a prezzo.
Jo parlo per ver dire
non per odio daltrui o per disprezzo.
.... proseguo in altro post
di necessità virtù
Né vaccorgete anchor per tante prove
del bavarico inganno
chalzando il dito colla morte scherza
peggio è lo strazio al mio parer chel danno.
Mal vostro sangue piove
piu largamente chaltra ira vi sferza
da la matina a terza
di voi pensate & dederete come
tien caro altrui che tien se così vile
latin sangue gentile
sgombra da te queste dannose some.
Non far idolo un nome
vano senza soggetto
chel furor delassu gente ritrosa
vincerne dintelletto
peccato è nostro et non natural cosa.
Non è questo l terren ch i toccai pria.
Non è questo il mio nido
ove nutrito fui sì dolcemente.
Non è questa la patria in chio mi fido.
Madre benigna et pia
Che copre lun & laltro mio parente
perdio questo la mente
talor vi mova et con pieta guardate
le lagrime del popol doloroso
che sol da voi riposo
dopo dio spera & pur che voi mostriate
segno alcun di pietate
vertù contra furore
prendera l'arme & fia l combatter corto
che l antiquo valore
ne l italici cor non è anchor morto.
Signor mirate come l tempo vola
et si come la vita
fugge & la morte n è sovra le spalle.
Voi siete or qui pensate alla partita
che l alma ignuda et sola
convien ch arrive a quel dubbioso calle
al passar questa valle
piacciavi porre giu l odio & lo sdegno
venti contrari a la vita serena.
Et quel che n altrui pena
tempo si spende in qualche acto piu degno
o di mano o d ingegno
in qualche bella lode
in qual che honesto studio si converta
così qua giu si gode
& la strada del ciel si trova aperta.
Canzone io t ammonisco
che tua ragion cortesemente dica
perché fra gente altera ir ti convene
et le voglie son piene
gia de l usanza pessima & antica
del ver sempre nemica
proverai tua ventura
fra magnanimi pochi a chi l ben piace
di lor chi m assicura.
J vo gridando pace pace pace.
di necessità virtù
1 conoscente mi ha detto che "italia" in ebraico significa "il paese della rugiada d'iddio" : qualcuno a conoscenza della lingua ebraica può smentire o confermare?
di necessità virtù
da qualche parte avevo letto che "italia" dariva dal mesopotamico "attalu" = terra del tramonto (occidente).
p.s.: benevento merita una gita. dal museo con chiesa annessa all'arco romano più bello.
Itineriamo. Un'emozione a 360
maestoso
(ti confesso che gli preferisco ogni semplice arcata a tutto sesto di un qualunque Acquedotto Romano)
L'opera romana che preferisco - alla pari dell'uso di conci sagomati nelle costruzioni ad arco a tutto sesto - è la viabilità, a schiena d'asino per il deflusso delle acque piovane e la sezione stradale a strati sovrapposti di inerti con spessori differenti per favorirne la coesione e l'assestamento!
SCUSATE IL FUORI TEMA
C'è chi collega il termine ITALIA a "vitello" ma non ho capito l'etimo
Ultima modifica di Maria Vittoria; 02-02-11 alle 17:53
di necessità virtù