LE CONFESSIONI
Cassano: «Ho avuto 600-700 donne»
Autobiografia del genietto di Bari: «Se non avessi fatto il calciatore sarei diventato un delinquente»
Antonio Cassano (Ansa)
Antonio Cassano (Ansa)
ROMA - Da quel gol contro l'Inter del 18 dicembre del '99 che gli ha cambiato la vita agli allenatori, passando per le donne, la scuola e, soprattutto, il pallone. Antonio Cassano si racconta in un'autobiografia dal titolo «Dico tutto», in uscita il 19 novembre prossimo e di cui il quotidiano «Libero» ha pubblicato alcuni stralci. «Se quel Bari-Inter non ci fosse stato sarei diventato un rapinatore, o uno scippatore, comunque un delinquente - ammette candidamente Cassano - Molte persone che conosco sono state arruolate dai clan. Quella partita e il mio talento mi hanno portato via dalla prospettiva di una vita di merda».
Anche perché di lavorare non voleva proprio saperne. «Ero povero, ma tengo a precisare che nella mia vita non ho mai lavorato - racconta - Anche perché non so fare nulla». «A oggi mi sono fatto 17 anni da disgraziato e 9 da miliardario - un altro passaggio - Me ne mancano ancora 8, prima di pareggiare». Poi le donne («ne ho avuto tra 600 e 700») e gli allenatori, da Fascetti («l'unico con cui non ho mai scazzato») a Gentile («lo detestavo»), da Spalletti («gli ho detto "mica stai allenando quelle schiappe che avevi all'Udinese, questa è mica casa tua, è casa mia"») a Capello («A Tarragona mi fa scaldare per tutto il secondo tempo con Ronaldo. Nello spogliatoio gli dico "sei un uomo di m...., sei più falso dei soldi del monopoli") passando per Del Neri («non si capiva un c... di quello che diceva»). E non manca la spiegazione della lite con Totti: tutto nacque quando furono entrambi ospiti di Maria De Filippi e il capitano giallorosso si prese, secondo il racconto di Cassano, l'80% del compenso.
12 novembre 2008(ultima modifica: 13 novembre 2008)