da repubblica
Mentre la Corte europea apre un fascicolo, il presidente del Css attacca
Beppino Englaro: "Ostacoli a ciò che è stato deciso. Il decreto della Cassazione è attuabile"
Eluana, il Consiglio superiore sanità
"Sarà eutanasia". Il padre: "Basta parole"
Eluana Englaro
ROMA - La sentenza della Cassazione su Eluana non cancella le polemiche. Dalle colonne di Avvenire interviene il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Cuccurullo: "Eluana non morirà della patologia da cui è affetta, ma di fame e di sete. Anzi, verrà fatta morire, quindi si tratta di eutanasia".
"Questa è eutanasia". Attacca le decisioni della magistratura Cuccurullo: "Penso che si apra una deriva pericolosa per le persone incapaci". Secondo il presidente del Css, che è pure rettore dell'Università di Chieti, "c'è una forte spinta vitale in Eluana, tanto che per fermarla occorrerà sospendere idratazione e alimentazione. E allora mi domando: cosa c'è di diverso dall'eutanasia o dall'omicidio?"
"Chiedo il silenzio stampa". Beppino Englaro interviene a malincuore in questa ennesima polemica: è stanco di tanto parlare e ripete che in mano lui ha "un decreto - quello della Corte d'appello di Milano confermato dalla Cassazione - che è attuabile". "Ho agito sempre con grande limpidezza", dice il padre di Eluana. "Loro stanno ostacolando quello che è stato deciso. Le provano tutte, ma credo che da un punto di vista umano, io non ho più nulla da dire". E annuncia che vuole il silenzio stampa: "Non mi resta altra scelta che tacere".
La Corte europea apre fascicolo. Tra gli ostacoli che elenca il padre di Eluana, c'è anche il ricorso alla Corte Europea di Strasburgo per i diritti dell'uomo, presentato da 34 associazioni che chiedono l'annullamento delle disposizioni della Suprema corte favorevole alla sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione a Eluana Englaro, in coma vegetativo da 17 anni. Non si tratta ancora dell'accoglimento vero e proprio del ricorso, ma la procedura è stata incardinata seppure con rito ordinario: il procedimento d'urgenza richiesto dai ricorrenti è stato respinto. La Corte discuterà il caso chissà quando, e solo se deciderà il ricorso rilevante.
(20 novembre 2008)