Originariamente Scritto da
nando-
Il problema è come si sposa il fascismo=nazionalismo con il meridionalismo=indipendentismo?
Caro Rif, cerco di fare un'analisi spicciola della situazione, ragionando sul sud continentale (Napoli in particolare)e non della Sicilia di cui so poco.
Se il Fascismo è stato un coagulo di forze vincenti energeticamente è hanno avuto un elit all’altezza (rispetto al periodo storico e al contesto internazionale), il neo fascismo è stato un coagulo di forze perdenti, per le stesse ragioni e con l'aggiunta di un elit seria che mancava. All'interno di quelle forze perdenti stracolma di gente che non era "geneticamente" prevista dall'arco costituzionale si incominciò a "cercarla nuova", si trovò una storia da sbugiardare (il risorgimento), e dei valori da portare come coagulo ai “propri”, senza la concorrenza di forze al potere e quindi più forti (il tradizionalismo anti '99). Il meridionalismo a destra incontra dopo, ma molto dopo, "il separatismo". Lo stesso Manna le prime volte, non la prendeva in considerazione. In sintesi a destra si ragionava così: <Quest'Italia è stata fatta male, sta continuando peggio, dobbiamo migliorarla. Ridiscutere la storia, dare importanza a quell'Italia che doveva partire dal sud, ma che fu tradita, non dallo spirito nazionale, ma dai Savoia>. Ecco in sintesi sino al DOPO Manna-Barone. Successivamente si avrà l'identitarismo. Crolla il castelletto MSI e la corrente meridionalista va in fermento. Da quel fermento vano, però esce un principio, Si riafferma sempre di più il concetto che se il popolo meridionale non conosce la sua storia, il popolo non può svegliarsi. Teoria valida sia chiaro, ma non vale per tutto il popolo(1). Questa nuova strategia, che nasce, è un'ottima strategia culturale, ma non politica. Infatti spinge a più non posso sul Revisionaismo storico (facendolo divenire nostalgia o folklore) e trascura il presente. Incrociandosi di nuovo (sulla nostalgia dei bei tempi) con i Neo-Fascisti. Su questo punto anche se su posizioni diverse o diversissime, neo-fascisti e meridionalisti la "sentono", la "percepiscono" in maniera uguale. ECCO DOVE SI SPOSANO LE DUE COSE. NON PER VOLONTà DI SINGOLI UOMINI, MA PER UN "PROFONDO SENTIRE".
Ma nostalgia ed indignazione crescono nello stesso periodo ANCHE A SINISTRA
Cosa succede a Sinistra? A sinistra il percorso dei meridionalisti , non è di lenta crescita interiore, (ON. nel '60, Vitale dopo, Manna dopo) ma è di rottura, Emblematica la rottura col PCI di Ciano o lo strappo meridionalista del duo Zitara Tassoni. Infatti a sinistra la corrente meridionalista è istituzionalizzata (la sinistra storica volle il risorgimento), I Saraceno o i Villari o i Giacobini vari, sanno tutto sul sud arretrato, ma quando qualcuno gli domanda perchè si è arrivato a questo punto la risposta era: "Era necessario, ora però stiamo studiando come ricolmare il gap" e via con la cassa del mezzogiorno. Nulla a che vedere con quello che oggi chiamiamo meridionalismo. Niente revisionismo storico, niente orgoglio brigantesco, nessun approfondimento storico economico.(e vorrei vedere, come giustificare economicamente il risorgimento, per noi del sud?). a QUESTO PUNTO l'avvento del revisionismo storico risorgimentale in alcuni esplode. Molti restano però, nelle vari istituzioni per interessi vari, pochi incominciamo a lavorare per il meridionalismo che conosciamo.
Da questi due tronconi escono inizialmente due fasi distinte. Chi viene da destra, più facilmente dice "sono più meridionalista che di destra", Chi viene da sinistra, proprio perchè proveniente da una posizione culturale vincente allora, dice ancora "sono prima di sinistra e poi anche meridionalista".
Solo negli ultimi 12 anni LE CARTE SI INCOMINCIANO A MISCHIARE. Nascono i meridionalisti è basta(2). (la generazione successiva alla mia) Per la sinistra parlare del passato, NON è PIù TABù, e per la destra , non solo più, quella neo-fascista, Garibaldi non è un eroe. Quindi proprio su GARIBALDI C'è la LINEA DI DEMARCAZIONE IDENTITARIA. Da una parte ci saranno la vecchia destra-sinistra pro, e dall'altra "altro" (lega-Cattolicitradizionalisti-Antimassoi-revisionisti storici-meridionalisti vari). Questo altro è in via di definizione.
Ma la corrente identitaria, interno a questo "altro" invece della "storia" come revisionismo, ha privilegiato la storia come analisi delle ragioni storiche (sociali-geopolitiche-interazionali). Da questa analisi e non da nostalgie fasciste o di regime che rinasce una "simpatia". Mi spiego, al meridionalista identitario, non glie ne frega niente del Duce, del saluto fascista o della marcia su Roma. (La mistica fascista lo lascia indifferente, in questo è lontanissimo dal neo-fascimo) Ma constatato che le "forze" contro cui combatteva il fascismo erano le stesse che determinarono l'unità d'Italia, se non simpatia, un poco di rispetto c'è l'ha! (più o meno è lo stesso ragionamento che fanno alcuni meridionalisti sulla lega).
Aggiungi che per un “fascista” del sud è facile constatare che se abbiamo l’ABC delle infrastrutture, lo dobbiamo ai Borbone o al Fascismo e ritrovi un nuovo accostamento.
Ecco dove si rincontrano, nei nemici comuni, e nell’analisi della realtà. Sempre di più, però, soprattutto col neo-fascismo il meridionalismo si allontana nelle intenzioni e negli scopi. Nel neo-Fascismo prevale la corrente “nazionale” in risposta alla globalizzazione? Noi andiamo verso le piccole patrie e l’impero Europeo. Il neo fascismo si scontra all’interno della nazione nel dover parlare a due contesti diversissimi con le stesse parole. Noi abbiamo un “Targhet” più omogeneo. Nello scontro fra globale e locale, noi abbiamo una possibilità su due, loro sono perdenti in entrambi i casi. I neo-fascisti hanno un’ideologia, il meridionalismo ha una pratica ecc ecc.
Su molti temi il meridionalismo si trova d’accordo con una parte del fascismo (non del neo-fascismo). Ma solo la mala fede, può far coincidere UNA PARTE COL TUTTO.
Ho approfondito l’analisi (vista da sinistra) perché tu chiedevi del preciso accostamento. Me se i nostri nemici avessero vantaggio a spacciare il meridionalismo per sinistrorso (tipo sono comunisti perché parlano male di agnelli e Cavour) e dovrei spiegarti la cosa Vista da destra a sinistra. Potrei dirti che quasi tutti i meridionalisti che io conosco, si sono formati sui testi di Zitara-Ciano, quindi una componente sociale , (che storicamente si collega a Gramsci e revisionisticamente si ricollega a quello che disse Marx di Garibaldi o sulla banca di Inghilterra, che politicamente vede la destra-lega, col sangue agli occhi……) E INNEGABILE. Il meridionalismo è pienamente d’accordo con una parte della sinistra. Ma solo la malafede può spacciare Gramsci, per tutto il comunismo.
, (1)ma dovrebbe valere solo per un elit degna di trascinare gli altri (il 70 % delle persone non se ne frega niente di niente e di nessuno, il 20 e più o meno coinvolta, o al massimo si "interessa" del 10% restante, coè l'elit, 9,5 sono venduti al regime ). Quindi se aspettiamo sempre gli altri siamo fritti.
(2)Con due correnti distinte. Quella SOLO CULTURALE (sintetizzabile nel “ non siamo ancora pronti”) e quella anche POLITICA ( Basta che ci muvimmm!!!!) a sua volta divisa in quelli “da soli contro tutti” contrapposta a quelli “nel primo partito utile, basta che qualcuno di noi possa fare il politico di professione” .