No, così non va. Non ci piacciono le ultime iniziative del Governo italiano in tema di politica estera. Non è possibile aprire le porte alla Turchia, favorendo la sua entrata nell'Unione Europea, e contemporaneamente smentire la linea fin qui adottata dal Presidente Bush per costruire uno scudo missilistico in Europa orientale.
L'Italia rischia di spostarsi su posizioni filo-russe, e Berlusconi sembra dimenticarsi un pò troppo in fretta del suo amico George. L'elezione di Obama non può giustificare un simile cambiamento di rotta: la nuova amministrazione potrebbe pure rivelarsi fredda nei confronti del Belpaese, ma ciò non basta per polverizzare in un sol colpo una strategia a livello planetario. Forse sarà lo stesso Obama a rinunciare alla costruzione dello scudo, ma questo non è dato sapere: e il Cavaliere non può fare queste giravolte senza avere certezze in mano (e la domanda sorge spontanea: perchè queste critiche non sono state rivolte a Bush tempo fa, in tempi non sospetti?).
Mah. Ancora più grave, però, è l'appoggio pieno dato alla Turchia per un ingresso in grande stile nella UE.
Ma siamo impazziti?
Vogliamo snaturare ancora di più questa organizzazione, già zoppicante (per usare un eufemismo) sulle radici cristiane, sui pilastri della propria identità culturale?
La Turchia, è vero, ha fatto passi da gigante. Ha ottemperato a molte richieste, si è modernizzata, e sotto molti aspetti democratizzata.
Eppure -è bene sottolinearlo- la Turchia non è Europa. Non fa parte della sua identità in modo diretto ed evidente. Si badi, questo non significa escludere o allontanare con disprezzo i turchi, che hanno fatto il possibile per ottenere un ruolo importante negli organismi economici e politici europei.
Significa solo prendere atto che questo paese non fa parte della nostra identità: non è cristiano, innanzitutto. E questo conta, eccome se conta.
Berlusconi non si lasci incantare dalle sirene; e la Lega agisca pure chiaramente per ribadire il suo no netto e totale ad una simile ipotesi.