un icona, un principe che ammiro moltissimo...., ho tradotto un'intervista su Figaro
Otto d’Asburgo, i 96 anni del decano dei principi Europei, intervista al “Figaro”
Otto D’Asburgo a Roma durante la beatificazione di suo padre, l’Imperatore Carlo I (2004)
A 96 anni il figlio maggiore dell’ultimo imperatore ripercorre il suo passato restando molto attento all’attualità.
Il bambino con i riccioli biondi che nel 1914 posa per una foto accanto all’imperatore Francesco Giuseppe è lui. Ancora lui, due anni dopo assiste a Budapest all’incoronazione di suo padre Carlo I come re d’Ungheria e di sua madre. Otto d’Asburgo vede questi momenti come fossero ieri, il mondo della sua infanzia è stato inghiottito dalla storia ma lui c’è sempre e il 20 novembre festeggerà 96 anni. Quando riceve nella sua casa di Pöcking, in Baviera, egli evoca volentieri i suoi ricordi, ma il passato per lui non è una priorità. Quando mi sono congedato dopo una discussione di diverse ore e dopo che, con squisita cortesia mi invito’ a pranzo, l'arciduca aveva del lavoro: stava redigendo una serie d’articoli sulle elezioni americane. Comparare i meriti rispettivi di Barack Obama e di John McCain lo appassionava di più che rifare il film della sua vita. D’altra parte egli era appena tornato da un viaggio-studio in Svezia e stava preparando una conferenza a Budapest...
Certo la storia per Otto d’Asburgo ha un senso, ma ancor di più quando essa spiega il presente: sentirlo parlare delle guerre in Iraq come una conseguenza dello smantellamento dell’impero Ottomano oppure esporre la strategia di Putin nel Caucaso come la continuazione della politica degli zar, significa prendere una lezione di geopolitica di un uomo la cui memoria supera le frontiere e i secoli. Se l’interessato attribuisce la sua longevità ai suoi geni materni (sua madre Zita è morta a 97 anni) qual’è il segreto della sua vitalità intellettuale? Senza dubbio a questo gusto di servire il prossimo che gli è stato inculcato fin dall’infanzia.
Suo padre detronizzato ed esiliato mori’ a Madera nel 1922 e l’arciduca Otto fu allevato da sua madre nella speranza di regnare un giorno, e divenne capo della Casa d’Asburgo al compimento del diciottesimo anno, nel 1930. Quando Hitler minaccia l'Austria, egli si oppone con tutte le sue forze al nazismo. Nel 1940, la Gestapo aveva messo una taglia sulla sua testa ed egli dovette raggiungere l'America dove fu ricevuto e sostenuto da Roosevelt – suo fratello Roberto invece era attivo presso Churchill a Londra -, si batterà presso gli alleati per restaurare dopo la guerra un Austria indipendente, pur restando bandito dal suo paese, dove potrà tornare solo nel 1966. Per vent’anni dal 1979 al 1999, egli fu deputato europeo e mostro’ una grande competenza.
Oggi a un’età a cui pochi arrivano, Otto d’ Asburgo non si rinchiude sul suo passato e continua a decifrare il futuro. Come non pensare al grande uomo di stato che sarebbe stato?
« lavorare per gli altri »
Le Figaro Magazine – Quali sono i suoi ricordi dell’imperatore Francesco Giuseppe ?
Otto d’ Asburgo – Il mio prozio aveva un qualcosa di divino. Dovevo avere 2 anni quando fu scattata la foto in cui ero appoggiato sulle sue ginocchia. Mi avevano fatto venire al Palazzo imperiale per la posa. All’epoca per schiarire la scena i fotografi usavano della polvere e poi vi davano fuoco prima dello scatto. Rivedo la scena. Mi ricordo anche i funerali dell’imperatore, in una fredda giornata del novembre 1916. Ricordo questa cerimonia oscura, la discesa nella cripta dei cappuccini, tra le tombe della famiglia. Avevo 4 anni ma sentivo l’emozione generale. Bisogna pensare che Francesco Giuseppe regnava dal 1848. In Austria Ungheria l’immensa maggioranza dei cittadini era nato sotto il suo regno, avevano vissuto lungo tutto il suo regno e molti erano già morti sotto il suo regno. Egli era più di una persona normale, era un’istituzione.
Suo padre, pronipote di Francesco Giuseppe, è succeduto al trono col nome di Carlo I in Ausrtia e Carlo IV in Ungheria. Si ricorda dell’incoronazione di suo padre a Budapest il 30 dicembre 1916?
La cerimonia mi ha più marcato di quella dei funerali di Francesco Giuseppe : si trattava di un’incoronazione in tutta la sua dimensione religiosa. Il monarca cingeva la corona di Santo Stefano re d’Ungheria nell’anno mille, la stessa corona che oggi sta al centro del parlamento ungherese sotto la sua cupola. Ricordo tutti i più piccoli dettagli di quella cerimonia. Il pubblico portava i costumi tradizionali magiari, i cattolici avevano costumi colorati e i protestanti costumi neri. Dopo l’incoronazione nella chiesa Mathias, il re saliva a cavallo e scalava al galoppo una collinetta fatta con la terra di tutte le regioni ungheresi.
Quando ci sono tornato per la prima volta, una ventina d’anni fa, ho visitato i luoghi in compagnia di eminenti storici e costoro mi mostrarono il luogo dove era stata edificata questa collina dell’incoronazione di mio padre e io gli risposi che si sbagliavano, il luogo era un altro. Qualche ora dopo, dopo aver verificato negli archivi, dovettero riconoscere che avevo ragione io.
Cosa l’ha marcata nel corso del regno dei suoi genitori dal 1916 al 1918 ?
Mio padre era quasi sempre assente, perchè viaggiava spesso in tutto l’impero e visitava spesso il fronte. E’ per questo motivo che egli è stato cosi’ attivo per la pace: mentre altri capi di stato restavano chiusi nel loro ufficio a dare ordini, lui vedeva da vicino la sofferenza dei combattenti e conosceva gli orrori della guerra. Mia madre l’imperatrice Zita si occupava degli ospedali, dei feriti e dei malati. Solo dopo la caduta della monarchia ho potuto vivere quotidianamente con loro
Suo padre è morto in esilio a Madera, nel 1922...
Dopo l’ultimo tentativo di restaurazione in Ungheria, gli inglesi l’avevano confinato su quell’isola. Avevamo perso tutto. La nostra consolazione era l’umanità esemplare della popolazione : poveri contadini ci portavano del cibo : era commovente. Alla fine della sua malattia, che non abbiamo potuto curare per mancanza di denaro, mio padre ha voluto che assistessi alla sua morte (aveva 29 anni). Mia madre è stata d’un coraggio immenso. Oggi alcuni vorrebbero che venissero trasferiti a Vienna i suoi resti, che sono sempre rimasti a Madera. Ma io mi oppongo poichè la popolazione locale vuole che restino a Madera, inoltre nel 2004 papa Giovanni Paolo II ha beatificato l’imperatore Carlo.
Quali sono le conseguenze del crollo della duplice monarchia ?
Benes, il presidente della Cecoslovacchia disse un giorno che preferiva vedere Hitler a Vienna piuttosto che gli Asburgo : si è visto il risultato. E inoltre dopo il nazismo, c’è stato il comunismo. L'Europa centrale ha cosi’ subito 50 anni di regimi totalitari.
Dopo la guerra lei si è impegnato in favore della costituzione europea...
Mi sono occupato innanzitutto della questioni del bacino del Danubio, nella continuità delle idee di mio padre, ma poi mi sono accorto che era uno spazio troppo ridotto per una politica su scala mondiale. L'Europa è una risposta comune alle aspirazioni delle nazioni del Vecchio Continente.
Quali sono i più grandi statisti che lei ha conosciuto ?
Il generale de Gaulle merita di essere citato per primo. E’ stato detto di lui, a ragione, che era un uomo dell’altro ieri e di dopodomani. Ma solidamente ancorato nella storia andava comunque in avanti. Konrad Adenauer, era un pensatore dello stesso stampo, dotato di una visione internazionale.
Anche quando sui paesi che facevano parte della monarchia è calata la cortina di ferro, lei ha continuato a mantenere rapporti con i paesi rimasti oltrecortina
Mentre negli anni 60 ho avuto molte noie per poter rientrare in un paese libero come l’Austria, sono potuto rientrare in Ungheria negli anni 80 quando il regime comunista era ancora al potere, ma tutto andava verso il senso giusto. Sono rimasto in ottimi rapporti con Imre Pozsgay, che era uno dei dirigenti del partito comunista ungherese. Per aprire un paese bisogna fare molti sforzi e in fondo lui era più ungherese che comunista.
Qual èla più grande ricchezza dell’Europa ?
La sua cultura. La cultura è ancorata cosi’ profondamente che puo’ permettere dei cambiamenti che non riusciamo nemmeno a immaginare. Anche un ritorno della religione è possibile : guardate il successo della recente visita di Benedetto XVI in Francia. Io ho una grande fiducia nella Francia. Mia madre era una Borbone, il francese è assieme al tedesco e all’ungherese una delle mie tre madrelingue, ho vissuto diversi anni a Parigi : in Francia mi sento un po’ a casa.
La crisi finaziaria attuale la impensierisce ?
I problemi di denaro non sono mai mortali contrariamente a quelli politici
A 96 anni lei viaggia in continuazione è consultato...
Si soprattutto dai nuovi paesi europei, ma sa è abbastanza normale: la mia famiglia è nella politica da 700 anni. In qualche modo c’è l’ho nel sangue.
Cosa le ha insegnato l’esperienza ?
Che a lavorare per gli altri c’è sempre da guadagnare. Darsi degli obbliettivi allunga molto la vita. Io ho sempre degli obbiettivi.
Da Figaro