Mamma mia che noia questi patetici e miseri tentativi di far apparire la storia dell'Islam come chissà che. Tanta superficialità e inesattezze non dovrebbero neppure essere prese in considerazione, e invece bisogna perderci tempo, perché a causa delle corbellerie diffuse in passato dai post-illuministi questa visione viene accettata come oro colato.
Non ho sufficiente tempo per rispondere a tutto per filo e per segno, quindi provo a farlo con i punti del tuo post che più mi balzano all'occhio.
Originariamente Scritto da
Salah al-Din
La cultura araba
Il titolo è esatto: la cultura araba. Infatti parlare di contributo dell'Islam nella scienza è improprio. Al limite possiamo parlare di contributo degli arabi, per due semplici motivi: il primo è che l'Islam, come ci ha dimostrato il declino dei teologi platonici e aristotelici, è incompatibile con quell'utilizzo della ragione tipico della Scolastica medievale; il secondo è che l'universo arabo non può essere ridotto ad una sola fede, oggi come nel medioevo. A questo proposito i dati demografici sono importanti: gli arabi cristiani e i cristiani arabizzati in seguito alla conquista musulmana, intorno all'anno mille, costituivano ancora circa la metà della popolazione dei paesi islamici. Dunque quando si parla di arabi è erroneo riferirci esclusivamente agli arabi di fede musulmana. Certo, molti importanti studiosi arabi erano di fede musulmana, ma la maggior parte, pur essendo arabi, erano di altre fedi.
Come si fa infatti a parlare di contributo arabo (inteso come contributo islamico), riferendoci ai territori soggiogati dall'Islam, quando questi territori erano abitati per metà da cristiani, e le maggiori menti che studiavano all'interno dei palazzi erano studiosi cristiani o ebrei? Quando si parla di cultura "araba" per i secoli VII - X si commette un anacronismo o ci si lascia andare ad una sorta di gioco di prestigio, poiché quella cultura non fu né araba né musulmana, se non di riflesso. Era invece in gran parte cristiana. Quelli di seguito sono solo alcuni dei personaggi più illustri cristiani che vivevano all'interno del mondo arabo: Costantino l'Africano, Hunayn ibn Ishaq (creatore della terminologia medica araba), Qusta ibn Luqa, Istifan ibn Basil (primo traduttore della Materia medica), Ibn Athal, Abu Hakam (un medico che curò il primo califfo umayyade), Teodoco (altro medico che curò il governatore dell'Iraq. Quest'ultimo personaggio chiave nella storia dell'Islam. Teodoco insegnò la sua arte all'ebreo Furat ibn Shahnata).
Il mio stesso nick è preso dal "principe dei traduttori", Hanayn ibn Ishaq, un cristiano nestoriano, al quale sono attribuite un centinaio di opere nei campi più disparati. Redasse persino un dizionario dal greco-arabo e greco-siriaco. Fu il traduttore più celebre e fondò persino una scuola di traduttori. tradusse anche le Categorie, la Fisica e i Magna Moralia di Aristotele, oltre alla Repubblica, al Timeo e alle Leggi di Platone, agli Aforismi di Ippocrate, alla Materia Medica di Dioscoride, al Quadripartitum (o Tetrabiblos) di Tolomeo e alla versione dell'Antico Testamento tradotta in greco dai Settanta. Oltre al suo lavoro di traduzione, egli scrisse trattati di medicina generale e di vari argomenti specifici, inclusa una serie lavori sull'occhio che rimasero influenti fino al XV secolo almeno.
Tra l'altro gli standard di civiltà islamici non sono mai stati molto elevati: l'epoca più prospera vissuta dall'Islam è durata l'arco di una manciata sultanati.
MATEMATICA, ASTRONOMIA , FILOSOFIA , SCIENZA , LETTERATURA , MEDICINA , ARTE ISLAMICA, GEOGRAFIA , POESIA , ALGEBRA , GEOMETRIA , CHIMICA……..
La cultura araba ha portato molto all’Occidente, non solo ciò che ho riportato sopra.
L’Islam arrivò anche in Cina, India, Iran, così la matematica e l’astronomia indiana arrivarono a Baghdad intorno all’VIII secolo, e verso la metà del secolo successivo i numeri indiani, compreso lo (zero) divennero parte integrante della matematica araba che arrivò in seguito anche in Occidente.
Certo, gli eserciti mususlmani che andavano in giro a spargere sangue, schiavizzare donne e bambini e sottomettere civiltà millenarie per diffondere l'Islam con la spada (la "leggendaria" jihad), si trovarono in mano ciò che queste civiltà avevano inventato (indiani) o avevano migliorato e/o conservato (es. Bisanzio). Ciò fu possibile grazie ai dhimmi cristiani ed ebrei, che sapevano tradurre i testi, a differenza degli arabi, per motivi di compatibilità linguistica e per il ftto che i musulmani arabi facevano parte di tribù primitive.
Un'altra volta parleremo anche dei canali di trasmissione.
Storie e fiabe indiane furono tradotte in arabo. Tra il 700 e il 1200 fu un periodo intenso per Baghdad (che crollò nel XIII secolo), dove regnarono potenti la filosofia e la scienza, per gli arabi ancora nuove, che si affiancarono alla letteratura e al diritto. Tutto questo fu per l’Europa medievale una vera luce, (soprattutto dopo aver saccheggiato ed impoverito gli arabi durante le crociate).
Quante scempiaggini, come se il diritto romano lo avessero sdoganato gli arabi. Ma chi ne ha voglia di smontarle tutte come si dovrebbe... Qui manca l'abc! Ti faccio solo notare che i tanto celebrati califfi abassidi non permisero mai di far tradurre la Politica di Aristotele! Questo perché l'Islam non contempla la possibilità di scindere la sfera politica da quella religiosa.
In quanto a letteratura t'informo che le Mille e una Notte, il capolavoro della lettaratura persiana, furono tardivamente tradotte in Occidente da Antoine Galland intorno al 1700. Per non palare dell'Illiade e l'Odissea, praticamente mai tradotte in arabo sino ai giorni nostri, e che probabilmente ancora oggi risultano essere pressoché sconosciute nel mondo musulmano.
Anche la medicina araba islamica e le scienze naturali furono una “manna dal cielo” per l’Occidente. Il persiano
Ràzì fu un clinico di talento, l’arabo AbdEl Latìf in anatomia fu un grande ricercatore. I musulmani conoscevano farmaci e minerali ancora sconosciuti in Occidente. Sulla medicina persiana si sa ancora poco ai tempi nostri.
Questo punto è già stato toccato, ma mi riserbo di approfondirlo diffusamente appena avrò la possibilità per mettermici con calma.
Comunque esempio meno azzeccato non potevi farlo! al-Razi si distinse per la sua opposizione a tutte le religioni profetiche. Quindi con quale coraggio me lo porti come esempio di "contributo islamico" lo sai solo tu. hefico:
Il Califfo Al-Ma’mùn calcolò un grado del meridiano secondo un metodo diverso da quello dei greci.
Ti rispondo con le parole di Gogol: [...]Era naturale. Era naturale che più degli altri fossero spinti a portare a Bagdad le loro cognizioni quelli che avevano ancora conservato nell'animo l'immagine del politeismo rivestito di forme cristiane, i quali erano pronti a difendere Ammonio, Sakkas, Plotino ed altri seguaci del neoplatonismo[...]. [...]L'arabo coronato ascoltava attentamente la musica soporifera dei commenti eruditi e delle sottigliezze.
(La parte in verde è molto importante perché si riferisce alle radici greche dei cristiani). [...]I visiri e gli emiri cercavano di empire le loro corti di dotti nuovi arrivati.
Il nobile Al-Mamùn desiderava sinceramente di far felici i suoi sudditi. [...] Ma l'istruzione introdotta da Al-Mamùn rispondeva meno di tutto agli elementi naturali e alla inesauribile immaginazione degli arabi. I principi del politeismo privi di energia, trasformarti in giuochi di parole, le idee cristiane che rischiaravano la scienza di allora, facevano un assoluto contrasto con l'ardente natura dell'arabo di cui l'immaginazione sommergeva le deduzioni del freddo ragionamento.
Al-Mamùn, che aveva aperto le porte agli scienziati di tutte le fedi e di tutte le confessioni era andato già troppo lontano. I vantaggi concessi ai cristiani non potevano suscitare nei suoi sudditi l'odio e insieme il disprezzo per le loro istituzioni [...].
Al-Mamùn viveva nella sua Bagdad viveva nella sua Bagdad come nel regno delle muse da lui stesso creato, completamente fuori dal mondo politico.
Dotato di una intelligenza teorica, superiore ai pregiudizi, e alle superstizioni, dopo aver studiato più da vicino dei suoi predecessori alcuni dogmi cristiani, egli non poté non vedere tutte le insulsaggini, le innumerevoli contraddizioni che s'incontravano ad ogni passo negli insegnamenti del fanatico creatore del Corano.
Lo stesso cosmopolitismo di Al-Mamùn, che aveva aperto le porte agli scienziati di tutte le fedi e di tutte le confessioni era andato già troppo lontano. I vantaggi concessi ai cristiani non potevano non suscitare nei suoi sudditi l'odio e e insieme il disprezzo per le istituzioni[...]
Sempre dalla raccolta di Gogol (rammentiamo che ci troviamo nel periodo più luminoso della storia del mondo islamico): "L'istruzione generalmente irradiandosi da Bagdad come da un faro, diminuiva o si spegneva del tutto a misura che si avvicinava alle lontane frontiere.
Lo spirito ellenizzante di Al-Mamùn era completamente estraneo al cieco fanatismo dei suoi sudditi.
“Va’ in cerca della conoscenza, fosse anche in Cina”. Ha detto il Profeta Muhammad
Termini come "scienza", "filosofia", "dotto" hanno a seconda delle civiltà, soprattutto antiche, contenuti e significati a volte radicalmente diversi. Ciò che noi chiamiamo "scienza" e "filosofia" non ha un equivalente nel vocabolario islamico.
Allah testimonia che ciò che Ha fatto scendere su di te è stato fatto scendere secondo scienza..." (Corano 4, 166)
"Libro della Scienza", questa parola - in arabo 'iln - significava in origine soltanto conoscenza, cognizione. Conoscenza di Dio, insieme delle cognizioni interessanti la religione in senso stretto, e in partcolare la scienza del hadit (detti e fatti del Profeta); talab al 'ilm, ricerca scientifica, e appunto la ricerca e lo studio dei hadit, parola senza plurale perché unica scienza. Il participio 'alim è il "sapiente", il "dotto", per eccellenza, in materia di religione, col noto plurale 'ulama', il nostro ulema (il femminile 'alimah), persone alle quali fare questo genere di domande e non certo alle quali si possa andare a chiedere qualche ripetizione di biologia.
Sotto, alcuni versetti dove si capisce bene come venisse inteso il termine "scienza":
O credenti, quando vi si dice: «Fate spazio [agli altri] nelle assemblee»,
allora fatelo: Allah vi farà spazio [in Paradiso]. E quando vi si dice: «Alzatevi», fatelo. Allah innalzerà il livello di coloro che credono e che hanno ricevuto la scienza. Allah è ben informato di quel che fate. (LVIII, 11)
Anche se tu recassi a coloro che hanno ricevuto la Scrittura, ogni specie di segno, essi non seguiranno il tuo orientamento, né tu seguirai il loro, né seguiranno gli uni l'orientamento degli altri. E se dopo che ti è giunta la scienza, seguissi i loro desideri, saresti certamente uno degli ingiusti. (II, 145)
E così via...
Come vediamo la parola scienza è una sorta di sinonimo di conoscenza della religione, di fede, e non di scienze naturali matematiche fisiche.
Vorrei ricordare cosa mi sentii rispondere da uno "di questi scienziati:
"la conoscenza empirica è priva di ogni reale valore, e se questa non conferma la verità dei testi sacri, il problema è della scienza."
Dunque quando Maometto disse quella frase non intendeva elogiare la ricerca scientifica nel senso in cui la intende l'Occidente: scienza distaccata dalla religione, gusto del sapere per sapere, espressione di una civiltà fondata su valori umanistici... Quindi il significato delle parole di Maometto è questo: andate anche in capo al mondo, basta che vi mettete bene in testa quello che Allah vi ha ordinato di fare.