Visualizza Risultati Sondaggio: lavori socialmente utili, invece di pene fino 4 anni?

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  • Favorevole, una misura di umanità e civiltà!

    6 23.08%
  • Contrario, è un colpo di spugna per i criminali!

    19 73.08%
  • L'Amnistia è il percorso migliore!

    1 3.85%
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Risultati da 1 a 10 di 35
  1. #1
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    lavori socialmente utili, invece di pene fino 4 anni?

    Qual'è la vostra opinione?
    Potrà essere estinto il reato commesso da chi è incensurato. A patto che non sia punito con una pena superiore a quattro anni. Servirà un congruo periodo di "messa alla prova" e poi il delitto potrà essere cancellato e la fedina penale resterà immacolata.

  2. #2
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    Predefinito articoli sul ddl...

    ddl Alfano; An e Lega frenano, opposizione critica
    di Nicoletta Cottone

    Il Sole 24 Ore, 19 novembre 2008

    Il ddl Alfano sulla giustizia "è ancora tutto da esaminare". Bisogna riflettere molto, spiega il ministro della Difesa Ignazio La Russa, lasciando palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri, sul provvedimento che in sostanza sostituisce il carcere fino a 4 anni con lavori socialmente utili. "L’intento e la vera novità - ha sottolineato La Russa - non sono però quelle apparse sui giornali: oggi chi ottiene la sospensione condizionale della pena non dà nulla in cambio. Il provvedimento vuole ottenere in cambio della sospensione della pena un lavoro socialmente utile. Questa è la vera novità. Ma Maroni ha ragione. Se la lettura è quella offerta dal quotidiano, difficilmente il provvedimento potrà diventare un ddl".
    La Russa si è detto solidale con Alfano perché "quando in Italia si lancia qualcosa subito c’é qualcuno pronto a crocifiggerti" e "completamente d’accordo" con il ministro dell’Interno che é contrario alla parte del ddl Alfano che prevede la conversione della reclusione per pene fino a 4 anni in lavori socialmente utili. Il ministro Maroni aveva già posto un secco diniego al progetto Alfano. Troppi i reati rischiano d’essere spazzati via senza un giorno di cella, dalla corruzione semplice (punita fino a tre anni), ai falsi in bilancio, all’immigrazione. La stretta prevista dal disegno di legge sicurezza mal si accoppia con la messa in prova.
    Forti critiche dall’opposizione. "Continua l’azione schizofrenica del governo in materia di giustizia e sicurezza - ha sottolineato Lanfranco Tenaglia, ministro della Giustizia del governo ombra del Pd -. Da una parte si afferma di volere l’effettività e la certezza della pena, dall’altra si lavora perché ciò non avvenga per reati gravi".
    Alfano: pensavo ci fosse condivisione sul ddl. Angelino Alfano, Guardasigilli, torna a parlare in commissione Giustizia alla Camera, del contestato disegno di legge sulla messa in prova dei detenuti condannati a pene pari o inferiore a quattro anni. "Pensavo - dice - ci fosse condivisione. Se c’è bene, sennò approfondiremo che cosa c’è o che cosa non c’è". Per giustificare la convinzione di una ampia condivisione della norma, Alfano ha citato un "disegno di legge presentato dall’Italia dei valori al Senato, a firma Ligotti. Il loro articolato - ha detto Alfano - prevedeva che la messa in prova si applicasse ai reati punibili fino ai tre anni, il nostro prevede che gli anni siano quattro. Comunque valuteremo e approfondiremo nel merito", tanto più che l’argomento "non era all’ordine del Cdm di oggi".
    Comunque, ha ribadito Alfano, questa norma "l’Anm ce l’ha chiesta, c’è un ddl dell’Italia dei Valori, molti deputati hanno presentato proposte su questo... Pensavo che ci fosse condivisione". Da ultimo, il guardasigilli ha ribadito che lo spirito del ddl è comunque "diverso" da quello emerso dalle letture della stampa. "Noi - ha sottolineato Alfano - siamo dell’idea che chi ha violato la legge paghi dazio. Basta benefici gratis, basta condizionale gratis: questa la filosofia in cui noi ci muoviamo".

  3. #3
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    Predefinito articoli su ddl

    una mezza amnistia per le pene fino a quattro anni
    di Liana Milella

    La Repubblica, 19 novembre 2008

    Il Guardasigilli Alfano critica da sempre l’indulto, ma mette mano a un ddl sulla certezza della pena con una mezza amnistia per i reati fino a quattro anni. Rispolvera l’istituto pensato dal predecessore Mastella, la "messa in prova", ma raddoppia la massima pena prevista. Chi rischia un processo, prima che cominci (fino al rinvio a giudizio), può chiedere al giudice "d’essere messo alla prova" in cambio di un lavoro socialmente utile. Che alla fine cancellerà tutto, il processo e pure il reato. Peggio dell’indulto dunque, che almeno lascia traccia del delitto sulla fedina penale.
    Di Pietro, che litigò con Mastella in piena riunione dei ministri (e così gli anni retrocessero da tre a due), denuncia il nuovo "colpo di spugna", una norma che "salva tutti gli incensurati". Il ddl, previsto già oggi a palazzo Chigi, incappa però nelle ire del titolare del Viminale Maroni che pone un secco altolà. Lo ha detto chiaro, a Berlusconi e Ghedini, nella cena di lunedì sera ad Arcore. Al delfino di Bossi non basta il contentino che Alfano, in un empito di federalismo, dà agli enti locali, comuni in testa, nella gestione dei lavori sostitutivi al carcere. Maroni riflette sulla lunghissima lista di reati, dalla corruzione semplice (punita fino a tre anni), ai falsi in bilancio, che rischiano d’essere lavati via senza un giorno di cella, o solo con la potatura d’un albero. E pure quelli sull’immigrazione.
    Per Maroni poi le drastiche misure del ddl sicurezza si sposano male con la manica larga della messa in prova. Una contraddizione che il popolo leghista non capirebbe. L’Anm, con il presidente Luca Palamara, è cauta: "Siamo favorevoli alle misure alternative al carcere, noi stessi ne avevamo parlato con Alfano, ma con un paletto ben fermo, al massimo reati fino a tre anni".
    Provvedimento bifronte, quello del Guardasigilli. Venduto, pure nella relazione che accompagna gli otto articoli, come un testo che garantisce "una volta per tutti" la certezza della pena e lega la sospensione condizionale all’obbligo dei lavori utili, ma che al contempo apre alla messa in prova. Un cavallo di troia, fuori la mano dura contro i benefici, dentro il permissivismo per chi delinque fino a quattro anni. Quando Mastella portò in consiglio la soglia dei tre anni Di Pietro parlò di "colpo di spugna su reati edilizi, ambientali, fiscali, gli incidenti sul lavoro". Si calò tra tre a due anni, ora si raddoppia.
    Processi evitati per reati odiosi come frodi in commercio, manovre speculative, ma pure per un attentato ad impianti di pubblica utilità, per furti non aggravati, danneggiamenti, usura impropria, appropriazione indebita, omissione di soccorso, per finire alle violenze private. E dire che, nella relazione, si citano "reati di criminalità medio-piccola" per cui "l’esito della messa in prova estingue il reato". Cos’è, se non un’amnistia? A leggere il dibattito post indulto, il centrodestra l’avrebbe chiamata così.
    Con un mano Alfano allarga, con l’altra inasprisce. Ecco la riforma della sospensione condizionale della pena che, oggi, non fa andare in carcere chi è alla prima grana giudiziaria. Il ddl prevede che, per fruirne, "il condannato assicuri un parziale ristoro alla collettività". Riecco il lavoro socialmente utile. Che diventerà obbligatorio anche per ottenere affidamento in prova e libertà controllata.
    Messa in soffitta la strada del "piano carceri" con braccialetti elettronici ed espulsioni, Alfano sfoga l’incubo delle carceri piene (a marzo 2009 oltre 62mila detenuti come prima dell’indulto) cercando di svuotarle. A sfruttare al meglio le misure sarà chi, grazie a un lavoro di prestigio o a mezzi economici, potrà pagarsi un famoso avvocato e ottenere da Comuni e Regioni i lavori migliori.

  4. #4
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    Predefinito articoli sul ddl

    Idv: Alfano vorrebbe far passare amnistia perpetua

    Asca, 19 novembre 2008

    "Il Guardasigilli Alfano predica male e razzola peggio. Dopo aver votato a suo tempo per l’indulto, che ora critica, adesso vorrebbe far passare per legge un’amnistia perpetua". Lo sostiene il presidente del gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, riferendosi ai contenuti del ddl sulla cosiddetta "messa in prova" portato oggi all’esame del Consiglio dei ministri ma non varato.
    "È un bene che anche tra le fila del Governo ci sia qualche dubbio su questo provvedimento - sottolinea Belisario - ed è un bene che Alfano e colleghi riflettano con molta attenzione sulle sue conseguenze. Se si tratta di una sostituzione della condizionale è un conto, Idv invece non avallerà mai alcun tentativo di mercificare le condanne per reati minori, né in cambio di un lavoro socialmente utile né di altro".

  5. #5
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    Predefinito articoli sul ddl...

    Pd: Alfano propone colpo di spugna per i criminali

    Agi, 19 novembre 2008

    "Continua l’azione schizofrenica del governo in materia di giustizia e sicurezza. Da una parte si afferma di volere l’effettività e la certezza della pena, dall’altra si lavora perché ciò non avvenga per reati gravi. La proposta del ministro Alfano della messa in prova preventiva per reati puniti con pena massima fino a quattro anni, se confermata eviterà anche un solo giorno di cella a coloro che commetteranno gravi reati quali corruzione per un atto d’ufficio, abuso d’ufficio, falso in bilancio, truffe, furto, danneggiamenti ed altri reati odiosi per la sicurezza dei cittadini".
    Lo afferma in una nota Lanfranco Tenaglia ministro della giustizia del governo ombra del Pd. "In realtà - aggiunge - un legislatore accorto e avveduto non utilizzerebbe questo istituto con una finalità da colpo di spugna ma dovrebbe limitarne l’applicazione ai soli reati davvero minori e senza riflessi sulla sicurezza dei cittadini. Un limite di pena possibile e serio sarebbe quello dei due anni".

  6. #6
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    Personalmente, da sempre sostenitore dell'esigenza dell'Amnistia, rispetto ad altre forme di clemenza e misure umanitarie ed emergenziali non efficacci, questa volta sono favorevole alla sperimentazione della "messa alla prova", non mi convincono invece, i lavori gratuiti che i detenuti dovranno essere obbligati a svolgere per poter ottenere i benefici penitenziari. lavori funzionali ad una punizione ed una vendetta, più che una forma di rieducazione. Mi ricordano i "lavori forzati" simili a quelli che vediamo nei film americani.

    Anche se da "La repubblica di stamattina, leggo un possibile dietrofront del governo sul progetto del ministro. http://www.repubblica.it/2008/11/sez.../la-russa.html

  7. #7
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    Sono completamente d'accordo con l'articolo di Patrizio Gonnella, su AprileOnline di ieri. Speriamo che il governo riveda l'annunciata marcia indietro.

    Messa alla prova, si discuta con serietà

    Patrizio Gonnella*

    Essere contrari ad un proveddimento perché, forse, qualche personaggio vicino a Berlusconi potrebbe usufruirne è pazzesco. Al contrario si tratta di una misura di mediazione penale che non può essere considerata una mini-amnistia, come vorrebbero Travaglio-Di Pietro-Repubblica, responsabili di aver contribuito a spostare a destra il popolo democratico




    Anni fa intervistai Nils Christie, padre dell'abolizionismo penale nonché autore di un memorabile saggio "Sull'invenzione del crimine". Gli chiesi: "Che idea si è fatto della situazione italiana, in questa breve visita? In Italia il 30% circa dei detenuti è straniero. A suo parere è una peculiarità del nostro paese?". Rispose: "No. Negli Usa la maggior parte della popolazione detenuta è nera o comunque molto, molto povera. Nelle carceri finiscono le minoranze. Penso che per voi sia molto importante resistere al cattivo esempio che arriva da nazioni più grandi come l'America e la Russia. Quanti detenuti avete in Italia? 54.000? Quante guardie? 44.000? E allora non abbiate paura dei troppi poliziotti... ognuno potrebbe portarsi a casa un detenuto, e avreste risolto il problema delle carceri!".
    L'idea della mediazione quale alternativa al sistema penale è una idea maturata tra i criminologi abolizionisti scandinavi. Circa 20 anni fa in Italia fu pensato e approvato un nuovo codice di procedura penale minorile. Esso tentava di residualizzare la risposta carceraria per i minori. Individuò vie alternative alla pena e al processo. Tra queste ultime, su diretta importazione anglosassone, vi era la messa alla prova, che al proprio interno aveva embrioni di quella mediazione penale su cui oggi bisognerebbe riflettere quale via deflattiva al sovraffollamento penitenziario e quale via di uscita all'ipertrofismo penale.
    All'articolo 27 del codice di procedura penale minorile è testualmente scritto: "Il giudice provvede alla sospensione e alla messa alla prova sulla base di un progetto di intervento elaborato dai servizi minorili dell'amministrazione della giustizia, in collaborazione con i servizi socio-assistenziali degli enti locali. Il progetto di intervento deve prevedere tra l'altro: le modalità di coinvolgimento del minorenne, del suo nucleo familiare e del suo ambiente di vita; gli impegni specifici che il minorenne assume; le modalità di partecipazione al progetto degli operatori della giustizia e dell'ente locale; le modalità di attuazione eventualmente dirette a riparare le conseguenze del reato e a promuovere la conciliazione del minorenne con la persona offesa. I servizi informano periodicamente il giudice dell'attività svolta e dell'evoluzione del caso, proponendo, ove lo ritengano necessario, modifiche al progetto, eventuali abbreviazioni di esso ovvero, in caso di ripetute e gravi trasgressioni, la revoca del provvedimento di sospensione".
    Essere contrari alla messa alla prova perché forse, eventualmente, chissà qualche amico alla lontana di Berlusconi potrebbe usufruirne è pazzesco. La messa alla prova non è una mini-amnistia come ha scritto Repubblica. L'asse Travaglio-Di Pietro-Repubblica ha orientato male e spostato a destra l'elettorato democratico. Questo governo ha proposto e fatto mille cose gravissime sul terreno della giustizia e della sicurezza: pendono alle Camere provvedimenti intrisi di razzismo istituzionale. Eppure, tranne la voce isolata di Gad Lerner, pesa il silenzio di quell'asse. Repubblica ha sdoganato il razzismo di sinistra. Nel novembre del 2007 sul suo blog il leader di Idv, Antonio Di Pietro, scrisse: "Gli irregolari vanno rimpatriati. Chi arriva in Italia deve avere un alloggio e un lavoro, non siamo il vespasiano d'Europa." Non so se il Guardasigilli avesse fini reconditi o qualche amico da mettere alla prova. Di sicuro per un incensurato che commette un reato per il quale è prevista una pena inferiore a quattro anni la probation è una misura seria. Purtroppo non altrettanto serio è il dibattito sulla giustizia in Italia inquinato dagli interessi personali di Berlusconi e dal qualunquismo securtario di certa parte della sinistra.


    *Presidente di Antigone

  8. #8
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    Sono favorevole per le pene fino a 5 anni, ed a patto che il lavoro sia effettivo, e magari sgradevole. Una multa dovrebbe cmq essere sempre prevista in aggiunta. Non sono favorevole per una presunta umanità, ma semplicemente perchè mi pare una soluzione più efficace. Il carcere raramente redime.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da cavalierenero6 Visualizza Messaggio
    Sono favorevole per le pene fino a 5 anni, ed a patto che il lavoro sia effettivo, e magari sgradevole. Una multa dovrebbe cmq essere sempre prevista in aggiunta. Non sono favorevole per una presunta umanità, ma semplicemente perchè mi pare una soluzione più efficace. Il carcere raramente redime.
    Si, sarebbe stato meglio scrivere efficace piuttosto che misura umanitaria,,,

  10. #10
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    Senza dubbio 4 anni è un periodo di tempo per comprendere un periodo di anni più breve. Ergo avvantaggiare qualcuno.
    Livio

 

 
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