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    Predefinito Visco : " Sbagliammo a accettare la Grecia e i suoi conti"

    Le solite lacrime di coccodrillo . Ha ragione Ciampi a denunciare che alcuni paesi non erano in grado di entrare nell'area Euro , ma non solo la Grecia , anche gli ultimi aggregati proveniente dall'area est europa , fortuna che molti sono ancora in lista d'attesa . Ciampi ritiene che per quanto riguarda i paesi che dettero i natali all'euro ci furono controlli capillari mentre per i rimanenti , entrati successivamente , sono stati fatti blandi controlli se non addirittura conti "autocertificati . Diciamo alla "volemose bene" .

    Visco: «Sbagliammo ad accettare la Grecia e i suoi conti»

    di Tonia Mastrobuoni

    Era ministro del Tesoro italiano, quando i greci entrarono nell'euro presentando dati truccati. Con il Riformista ricostruisce quel momento. Ma oggi più che con Atene se la prende con Berlino e con gli squilibri commerciali della Germania.
    May 05, 2010 - Athens, Greece - Protesters hold the Greek flag outside of the Greek Parliament. Protesters clashed with the police burnt buildings and cars. Demonstration against the new austerity measures in central athens.
    Nel 2000 Vincenzo Visco era ministro del Tesoro quando la Grecia presentò i famosi conti truccati che le consentirono di entrare nell'euro. Allora il sospetto che qualcosa non tornasse c'era, ma nessuno poteva immaginare quello che s'è scoperto dopo, osserva il direttore del Nens: un paese che nascondeva leggi «assurde» come quella che garantisce alle figlie nubili degli statali una ricca pensione. Ma oggi che l'Europa fa i conti con le conseguenze di quei bilanci truccati, Visco punta il dito contro la Merkel, rea di aver reso la crisi molto più onerosa con i suoi tentennamenti. Anche la Germania, osserva Visco, deve correggere la sua economia, non solo i paesi del sud dell'Europa: ha approfittato enormemente dell'euro e oggi ha una bilancia commerciale troppo squilibrata. E in futuro l'Europa deve coordinare le sue politiche economiche, non limitandosi solamente alla vigilanza sulle finanze pubbliche.

    Ieri la riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo dell'Eurogruppo ha ratificato il pacchetto di aiuti alla Grecia da 110 miliardi di euro. Come andrà a finire questa crisi secondo lei?
    In questa crisi c’è stata una responsabilità serissima della Germania che ha causato un ritardo enorme degli interventi europei e ha reso il salvataggio della Grecia molto più oneroso, spingendo il paese sull’orlo del collasso. La crisi dell’euro ha tutta l’aria di una ritirata ideologica. La Germania ha creduto seriamente, per un momento, che sarebbe stato meglio andare avanti senza la Grecia, io trovo questo gravissimo. Oltretutto, da parte di un paese che ha enormemente approfittato dell’euro.

    Perché?
    Perché esporta soprattutto in Europa e da dieci anni non ha più nessuno che possa farle concorrenza con le svalutazioni.

    Lei era ministro del Tesoro tra il 2000 e il 2001, quando la Grecia riuscì a entrare nell’euro con i conti pubblici truccati. Come mai nessuno si rese conto della situazione?
    Nonostante il mio omologo greco di allora fosse un distinto signore dall’aria molto seria, ho sempre avuto la sensazione che ci fosse qualcosa nei loro conti che non quadrasse. Ma avevano anche un buon tasso di crescita e scoprimmo solo dopo che erano degli imbroglioni, che nascondevano nei bilanci delle vere e proprie voragini e cose assurde come una legge che garantisce una robusta pensione alle figlie nubili dei dipendenti statali. Questo pone anche dei problemi all’Europa che si accinge a discutere se e come rivedere il Patto di Maastricht.

    Un’ipotesi, caldeggiata dalla Germania, è che vengano resi più stringenti i vincoli fiscali. Crede che sia una soluzione? Non si rischia lo stesso errore dei primi dieci anni dell’euro, quello di inibire la crescita dei paesi membri?
    Il problema che vedo io è che ci sono enormi asimmetrie anche in altri ambiti. La Germania ha un surplus commerciale paragonabile a quello della Cina, mentre l’Italia soffre un disavanzo nella bilancia dei pagamenti che supera il 3 per cento. Se non si affrontano anche questi squilibri, oltre a quelli che riguardano le finanze pubbliche, rischia di saltare tutto.

    Lei è insomma dell’idea che l’Europa debba convergere anche sulle politiche economiche?
    Certo, è indispensabile mettere a punto delle politiche comuni. E penso anche che l’Europa debba sospendere immediatamente il processo di allargamento dell’euro e consolidare i sedici paesi del gruppo. Un’altra cosa che si sarebbero dovuta fare già anni fa, è unificare i mercati finanziari europei.

    Cosa pensa della polemica sulle agenzie di rating, che hanno declassato i debiti di Portogallo, Grecia e Spagna nelle scorse settimane, aggravando la carneficina sui mercati finanziari?
    La struttura finanziaria che si è creata negli ultimi trent’anni è demenziale e diabolica.

    A febbraio il Wall Street Journal ha rivelato che il fondo Soros e altri grandi hedge fund stavano concordando un attacco all’euro. C’è anche questo, nei ribassi spaventosi di questi giorni secondo lei?
    Può darsi, non sarebbe la prima volta di un attacco di questo genere, ricordiamoci quando partì l’attacco alla lira e alla sterlina che le buttò fuori dallo Sme, diciassette anni fa. Il problema, che riguarda anzitutto il presidente americano Obama, è anche il potere politico di queste strutture.

    L'Italia è al riparo da attacchi speculativi?
    Anche l'Italia ha problemi enormi. Non cresce e non fa riforme da quasi un decennio. Tutto quello che avevamo costruito prima del 2001, prima del precedente governo Berlusconi, è stato dilapidato. In particolare il consolidamento del bilancio pubblico. Abbiamo ripreso il filo del discorso nel 2006, quando siamo tornati al governo, ma dal 2008 a oggi, ancora una volta, i risultati positivi sul fronte della lotta all'evasione e al riequilibrio dei conti sono stati annullati.
    sabato, 8 maggio 2010


    Il Riformista
    la giustizia dei Robespierre ancora una volta ha collocato il nostro Paese tra il Ruanda ed il Burundi

  2. #2
    Super Troll
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    Predefinito Rif: Visco : " Sbagliammo a accettare la Grecia e i suoi conti"

    Grave errore accettare cani e porci per manie di grandezza o su pressioni internazionali, ma addossare la colpa del disastro euro ad uno staterello che ha la popolazione della Lombardia (10 milioni di anime) mi pare pretestuoso.

    Certamente la Grecia potrebbe essere solo la punta dell'iceberg...
    nel qual caso per l'Europa dei BUROCRATI e dei BANCHIERI sarebbe la fine.
    Ultima modifica di ugolupo; 11-05-10 alle 09:29
    "... e accenderemo un altro rogo il 4, al "fante ignoto" che non vuol più stare a Roma divenuta una Bisanzio putrefatta sempre più gonfia della sua putrefazione"

    (G. D'Annunzio)

  3. #3
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    Predefinito Rif: Visco : " Sbagliammo a accettare la Grecia e i suoi conti"

    Non si dovevano accettare ingressi nell'euro di popoli come quelli dell'Est Europa , fannulloni per eccellenza essendo da sempre abituati a campare con sovvenzioni statali , appunto ciò che facevano i regimi comunisti . :giagia:
    Ultima modifica di orpheus; 11-05-10 alle 10:08
    la giustizia dei Robespierre ancora una volta ha collocato il nostro Paese tra il Ruanda ed il Burundi

  4. #4
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    Predefinito Rif: Visco : " Sbagliammo a accettare la Grecia e i suoi conti"

    Citazione Originariamente Scritto da orpheus Visualizza Messaggio
    Le solite lacrime di coccodrillo . Ha ragione Ciampi a denunciare che alcuni paesi non erano in grado di entrare nell'area Euro , ma non solo la Grecia , anche gli ultimi aggregati proveniente dall'area est europa , fortuna che molti sono ancora in lista d'attesa . Ciampi ritiene che per quanto riguarda i paesi che dettero i natali all'euro ci furono controlli capillari mentre per i rimanenti , entrati successivamente , sono stati fatti blandi controlli se non addirittura conti "autocertificati . Diciamo alla "volemose bene" .

    Visco: «Sbagliammo ad accettare la Grecia e i suoi conti»

    di Tonia Mastrobuoni

    Era ministro del Tesoro italiano, quando i greci entrarono nell'euro presentando dati truccati. Con il Riformista ricostruisce quel momento. Ma oggi più che con Atene se la prende con Berlino e con gli squilibri commerciali della Germania.
    May 05, 2010 - Athens, Greece - Protesters hold the Greek flag outside of the Greek Parliament. Protesters clashed with the police burnt buildings and cars. Demonstration against the new austerity measures in central athens.
    Nel 2000 Vincenzo Visco era ministro del Tesoro quando la Grecia presentò i famosi conti truccati che le consentirono di entrare nell'euro. Allora il sospetto che qualcosa non tornasse c'era, ma nessuno poteva immaginare quello che s'è scoperto dopo, osserva il direttore del Nens: un paese che nascondeva leggi «assurde» come quella che garantisce alle figlie nubili degli statali una ricca pensione. Ma oggi che l'Europa fa i conti con le conseguenze di quei bilanci truccati, Visco punta il dito contro la Merkel, rea di aver reso la crisi molto più onerosa con i suoi tentennamenti. Anche la Germania, osserva Visco, deve correggere la sua economia, non solo i paesi del sud dell'Europa: ha approfittato enormemente dell'euro e oggi ha una bilancia commerciale troppo squilibrata. E in futuro l'Europa deve coordinare le sue politiche economiche, non limitandosi solamente alla vigilanza sulle finanze pubbliche.

    Ieri la riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo dell'Eurogruppo ha ratificato il pacchetto di aiuti alla Grecia da 110 miliardi di euro. Come andrà a finire questa crisi secondo lei?
    In questa crisi c’è stata una responsabilità serissima della Germania che ha causato un ritardo enorme degli interventi europei e ha reso il salvataggio della Grecia molto più oneroso, spingendo il paese sull’orlo del collasso. La crisi dell’euro ha tutta l’aria di una ritirata ideologica. La Germania ha creduto seriamente, per un momento, che sarebbe stato meglio andare avanti senza la Grecia, io trovo questo gravissimo. Oltretutto, da parte di un paese che ha enormemente approfittato dell’euro.

    Perché?
    Perché esporta soprattutto in Europa e da dieci anni non ha più nessuno che possa farle concorrenza con le svalutazioni.

    Lei era ministro del Tesoro tra il 2000 e il 2001, quando la Grecia riuscì a entrare nell’euro con i conti pubblici truccati. Come mai nessuno si rese conto della situazione?
    Nonostante il mio omologo greco di allora fosse un distinto signore dall’aria molto seria, ho sempre avuto la sensazione che ci fosse qualcosa nei loro conti che non quadrasse. Ma avevano anche un buon tasso di crescita e scoprimmo solo dopo che erano degli imbroglioni, che nascondevano nei bilanci delle vere e proprie voragini e cose assurde come una legge che garantisce una robusta pensione alle figlie nubili dei dipendenti statali. Questo pone anche dei problemi all’Europa che si accinge a discutere se e come rivedere il Patto di Maastricht.

    Un’ipotesi, caldeggiata dalla Germania, è che vengano resi più stringenti i vincoli fiscali. Crede che sia una soluzione? Non si rischia lo stesso errore dei primi dieci anni dell’euro, quello di inibire la crescita dei paesi membri?
    Il problema che vedo io è che ci sono enormi asimmetrie anche in altri ambiti. La Germania ha un surplus commerciale paragonabile a quello della Cina, mentre l’Italia soffre un disavanzo nella bilancia dei pagamenti che supera il 3 per cento. Se non si affrontano anche questi squilibri, oltre a quelli che riguardano le finanze pubbliche, rischia di saltare tutto.

    Lei è insomma dell’idea che l’Europa debba convergere anche sulle politiche economiche?
    Certo, è indispensabile mettere a punto delle politiche comuni. E penso anche che l’Europa debba sospendere immediatamente il processo di allargamento dell’euro e consolidare i sedici paesi del gruppo. Un’altra cosa che si sarebbero dovuta fare già anni fa, è unificare i mercati finanziari europei.

    Cosa pensa della polemica sulle agenzie di rating, che hanno declassato i debiti di Portogallo, Grecia e Spagna nelle scorse settimane, aggravando la carneficina sui mercati finanziari?
    La struttura finanziaria che si è creata negli ultimi trent’anni è demenziale e diabolica.

    A febbraio il Wall Street Journal ha rivelato che il fondo Soros e altri grandi hedge fund stavano concordando un attacco all’euro. C’è anche questo, nei ribassi spaventosi di questi giorni secondo lei?
    Può darsi, non sarebbe la prima volta di un attacco di questo genere, ricordiamoci quando partì l’attacco alla lira e alla sterlina che le buttò fuori dallo Sme, diciassette anni fa. Il problema, che riguarda anzitutto il presidente americano Obama, è anche il potere politico di queste strutture.

    L'Italia è al riparo da attacchi speculativi?
    Anche l'Italia ha problemi enormi. Non cresce e non fa riforme da quasi un decennio. Tutto quello che avevamo costruito prima del 2001, prima del precedente governo Berlusconi, è stato dilapidato. In particolare il consolidamento del bilancio pubblico. Abbiamo ripreso il filo del discorso nel 2006, quando siamo tornati al governo, ma dal 2008 a oggi, ancora una volta, i risultati positivi sul fronte della lotta all'evasione e al riequilibrio dei conti sono stati annullati.
    sabato, 8 maggio 2010


    Il Riformista
    Hanno sbagliato a fare entrare la lira nell'euro senza i conti italiani in ordine.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #5
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    Predefinito Rif: Visco : " Sbagliammo a accettare la Grecia e i suoi conti"

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    Hanno sbagliato a fare entrare la lira nell'euro senza i conti italiani in ordine.
    Lo andavi a dire tu al supermegalomane mortadellifero e al superbanchiere? Sono 15 anni che rompono i coglioni con i loro presunti meriti.

  6. #6
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    Predefinito Rif: Visco : " Sbagliammo a accettare la Grecia e i suoi conti"

    Citazione Originariamente Scritto da orpheus Visualizza Messaggio
    Le solite lacrime di coccodrillo . Ha ragione Ciampi a denunciare che alcuni paesi non erano in grado di entrare nell'area Euro , ma non solo la Grecia , anche gli ultimi aggregati proveniente dall'area est europa , fortuna che molti sono ancora in lista d'attesa . Ciampi ritiene che per quanto riguarda i paesi che dettero i natali all'euro ci furono controlli capillari mentre per i rimanenti , entrati successivamente , sono stati fatti blandi controlli se non addirittura conti "autocertificati . Diciamo alla "volemose bene" .

    Visco: «Sbagliammo ad accettare la Grecia e i suoi conti»

    di Tonia Mastrobuoni

    Era ministro del Tesoro italiano, quando i greci entrarono nell'euro presentando dati truccati. Con il Riformista ricostruisce quel momento. Ma oggi più che con Atene se la prende con Berlino e con gli squilibri commerciali della Germania.
    May 05, 2010 - Athens, Greece - Protesters hold the Greek flag outside of the Greek Parliament. Protesters clashed with the police burnt buildings and cars. Demonstration against the new austerity measures in central athens.
    Nel 2000 Vincenzo Visco era ministro del Tesoro quando la Grecia presentò i famosi conti truccati che le consentirono di entrare nell'euro. Allora il sospetto che qualcosa non tornasse c'era, ma nessuno poteva immaginare quello che s'è scoperto dopo, osserva il direttore del Nens: un paese che nascondeva leggi «assurde» come quella che garantisce alle figlie nubili degli statali una ricca pensione. Ma oggi che l'Europa fa i conti con le conseguenze di quei bilanci truccati, Visco punta il dito contro la Merkel, rea di aver reso la crisi molto più onerosa con i suoi tentennamenti. Anche la Germania, osserva Visco, deve correggere la sua economia, non solo i paesi del sud dell'Europa: ha approfittato enormemente dell'euro e oggi ha una bilancia commerciale troppo squilibrata. E in futuro l'Europa deve coordinare le sue politiche economiche, non limitandosi solamente alla vigilanza sulle finanze pubbliche.

    Ieri la riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo dell'Eurogruppo ha ratificato il pacchetto di aiuti alla Grecia da 110 miliardi di euro. Come andrà a finire questa crisi secondo lei?
    In questa crisi c’è stata una responsabilità serissima della Germania che ha causato un ritardo enorme degli interventi europei e ha reso il salvataggio della Grecia molto più oneroso, spingendo il paese sull’orlo del collasso. La crisi dell’euro ha tutta l’aria di una ritirata ideologica. La Germania ha creduto seriamente, per un momento, che sarebbe stato meglio andare avanti senza la Grecia, io trovo questo gravissimo. Oltretutto, da parte di un paese che ha enormemente approfittato dell’euro.

    Perché?
    Perché esporta soprattutto in Europa e da dieci anni non ha più nessuno che possa farle concorrenza con le svalutazioni.

    Lei era ministro del Tesoro tra il 2000 e il 2001, quando la Grecia riuscì a entrare nell’euro con i conti pubblici truccati. Come mai nessuno si rese conto della situazione?
    Nonostante il mio omologo greco di allora fosse un distinto signore dall’aria molto seria, ho sempre avuto la sensazione che ci fosse qualcosa nei loro conti che non quadrasse. Ma avevano anche un buon tasso di crescita e scoprimmo solo dopo che erano degli imbroglioni, che nascondevano nei bilanci delle vere e proprie voragini e cose assurde come una legge che garantisce una robusta pensione alle figlie nubili dei dipendenti statali. Questo pone anche dei problemi all’Europa che si accinge a discutere se e come rivedere il Patto di Maastricht.

    Un’ipotesi, caldeggiata dalla Germania, è che vengano resi più stringenti i vincoli fiscali. Crede che sia una soluzione? Non si rischia lo stesso errore dei primi dieci anni dell’euro, quello di inibire la crescita dei paesi membri?
    Il problema che vedo io è che ci sono enormi asimmetrie anche in altri ambiti. La Germania ha un surplus commerciale paragonabile a quello della Cina, mentre l’Italia soffre un disavanzo nella bilancia dei pagamenti che supera il 3 per cento. Se non si affrontano anche questi squilibri, oltre a quelli che riguardano le finanze pubbliche, rischia di saltare tutto.

    Lei è insomma dell’idea che l’Europa debba convergere anche sulle politiche economiche?
    Certo, è indispensabile mettere a punto delle politiche comuni. E penso anche che l’Europa debba sospendere immediatamente il processo di allargamento dell’euro e consolidare i sedici paesi del gruppo. Un’altra cosa che si sarebbero dovuta fare già anni fa, è unificare i mercati finanziari europei.

    Cosa pensa della polemica sulle agenzie di rating, che hanno declassato i debiti di Portogallo, Grecia e Spagna nelle scorse settimane, aggravando la carneficina sui mercati finanziari?
    La struttura finanziaria che si è creata negli ultimi trent’anni è demenziale e diabolica.

    A febbraio il Wall Street Journal ha rivelato che il fondo Soros e altri grandi hedge fund stavano concordando un attacco all’euro. C’è anche questo, nei ribassi spaventosi di questi giorni secondo lei?
    Può darsi, non sarebbe la prima volta di un attacco di questo genere, ricordiamoci quando partì l’attacco alla lira e alla sterlina che le buttò fuori dallo Sme, diciassette anni fa. Il problema, che riguarda anzitutto il presidente americano Obama, è anche il potere politico di queste strutture.

    L'Italia è al riparo da attacchi speculativi?
    Anche l'Italia ha problemi enormi. Non cresce e non fa riforme da quasi un decennio. Tutto quello che avevamo costruito prima del 2001, prima del precedente governo Berlusconi, è stato dilapidato. In particolare il consolidamento del bilancio pubblico. Abbiamo ripreso il filo del discorso nel 2006, quando siamo tornati al governo, ma dal 2008 a oggi, ancora una volta, i risultati positivi sul fronte della lotta all'evasione e al riequilibrio dei conti sono stati annullati.
    sabato, 8 maggio 2010


    Il Riformista
    Che Bersani e soci fossero dei pirla se n'è già accorta l'Italia che vota, adesso speriamo che la capiscano pure loro:giagia:
    ...si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel Tempio

    si sa che la gente dà buoni consigli se non può dare cattivo esempio...

    (F. De Andrè - Bocca di Rosa)

  7. #7
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    Predefinito Rif: Visco : " Sbagliammo a accettare la Grecia e i suoi conti"

    Di sbagliato c'è la teoria economica strillata dal professor Prodi sulle cattedre di mezzo mondo.

    In base a tale teoria la "ricchezza" viene creata stampando carta moneta senza valore che viene equamente distribuita alle proprie clientele.

    In pratica la vera causa di questa crisi.
    Ultima modifica di GNU-GPL; 11-05-10 alle 11:03

  8. #8
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    Predefinito Rif: Visco : " Sbagliammo a accettare la Grecia e i suoi conti"

    Citazione Originariamente Scritto da GNU-GPL Visualizza Messaggio
    Di sbagliato c'è la teoria economica strillata dal professor Prodi sulle cattedre di mezzo mondo.

    In base a tale teoria la "ricchezza" viene creata stampando carta moneta senza valore che viene equamente distribuita alle proprie clientele.

    In pratica la vera causa di questa crisi.
    Peccato che Prodi non faccia il banchiere centrale, nè si sia mai occupato principalmente di questa branchia di studi... se non erro :mmm:
    "Quante persone ci sono in questa strada, un centinaio? Quante sono le persone intelligenti, sette, otto? Bene, io lavoro per le altre novantadue" Phineas Taylor Barnum

    UE, mondo, futuro Michio Kaku:
    https://www.youtube.com/watch?v=7NPC47qMJVg

  9. #9
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    Predefinito Rif: Visco : " Sbagliammo a accettare la Grecia e i suoi conti"

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    Hanno sbagliato a fare entrare la lira nell'euro senza i conti italiani in ordine.
    Qualcuno ipotizzava l'ingresso nell'euro della sola Padania, lasciando al resto della penisola la possibilità di approfittare della libertà di gestione della lira per attirare investimenti (mafie permettendo...).

    Ora invece andremo tutti insieme a fondo , con la sola Germania (e Olanda?) che si salveranno aggrappandosi ad una nuova moneta, o tornando al Marco.
    Ultima modifica di ugolupo; 11-05-10 alle 11:31
    "... e accenderemo un altro rogo il 4, al "fante ignoto" che non vuol più stare a Roma divenuta una Bisanzio putrefatta sempre più gonfia della sua putrefazione"

    (G. D'Annunzio)

  10. #10
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    Predefinito Rif: Visco : " Sbagliammo a accettare la Grecia e i suoi conti"

    Citazione Originariamente Scritto da Razionalista Visualizza Messaggio
    Peccato che Prodi non faccia il banchiere centrale, nè si sia mai occupato principalmente di questa branchia di studi... se non erro :mmm:
    Questa crisi è figlia di un idea di economia politica sbagliata.

    Ma è evidente che non si vuole mettere a fuoco la causa della crisi buttandola in caciara e facendo "accordi" di facciata del tutto inutili.

 

 

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