Vaticano: «Gramsci trovò la fede prima di morire», ma per gli storici mancano le prove

Antonio Gramsci, fondatore del Partito Comunista Italiano e de l'Unità, trovò la fede in punto di morte e ricevette i sacramenti cristiani. Lo ha affermato martedì monsignor Luigi De Magistris, propenitenziere emerito del Vaticano e conterraneo di Gramsci, in una conferenza stampa a Roma per presentare un catalogo di santini e immagini sacre.

«Il mio conterraneo, Gramsci - ha detto De Magistris - aveva nella sua stanza l'immagine di Santa Teresa del Bambino Gesù. Durante la sua ultima malattia, le suore della clinica dove era ricoverato portavano ai malati l'immagine di Gesù Bambino da baciare. Non la portarono a Gramsci. Lui disse: 'Perché non me l'avete portato?' Gli portarono allora l'immagine di Gesù Bambino e Gramsci la baciò. Gramsci - ha aggiunto l'arcivescovo - è morto con i sacramenti, è tornato alla fede della sua infanzia. La misericordia di Dio santamente ci 'perseguita'. Il Signore non si rassegna a perderci».

Ma puntuale, e documentata, arriva la replica di Giuseppe Vacca, filosofo, ex parlamentare comunista e presidente della Fondazione Istituto Gramsci. «I documenti editi e inediti sulle ultime ore e sulla morte di Antonio Gramsci sono tanti e da nessuno di questi emerge la tesi della sua conversione: ovviamente non sarebbe uno scandalo, né cambierebbe alcunché.
Dico solo, semplicemente, che si tratta di un fatto che non trova alcun riscontro documentato».

E continua la storico: «Ci sono alcune lettere di Tania a Sraffa che descrivono dettagliatamente gli ultimi giorni di malattia e la morte di Gramsci in cui non troviamo nulla al riguardo. Non ne parla nemmeno una del fratello Carlo a Togliatti, in cui si legge della volontà di Gramsci di essere cremato. Cosa che inizialmente trovò qualche ostacolo perché non era credente e perché il regime fascista temeva manifestazioni di piazza, essendo la vigilia del primo maggio. Documenti di polizia non fanno alcun cenno di un suo avvicinamento alla fede, in più - prosegue Vacca - ci sono alcune lettere, ancora inedite perché raccolte da poco tempo, in cui Tatiana scrive con grande regolarità ai familiari sugli ultimi giorni di Gramsci. Si tratta di confidenze strettamente familiari in cui sarebbe emersa una notizia di tale portata».

Vacca, ad ogni modo, evita con cura di aprire alcun fronte polemico con il monsignore: «Non conosco De Magistris. Ricordo solo che non è la prima volta che ne sento parlare. Già in passato, 30 o 40 anni dopo la morte di Gramsci, un'anziana suora riferì di una sua conversione. Ripeto, non vi troverei nulla di scandaloso. Dico solo che dalle fonti d'archivio, dai tanti documenti a disposizione degli studiosi e da alcune lettere ancora inedite, tutto ciò non trova alcun riscontro».

http://www.unita.it/index.php?sectio...dNotizia=73531