Le autorità di Pristina, nell'ambito delle indagini sull’esplosione presso l'Ufficio Civile Internazionale (ICO) , hanno arrestato tre cittadini tedeschi, sospettati di appartenere al servizio segreto federale (BND). La Germania mantiene ferma la sua posizione, rifiutando categoricamente di essere in qualche modo implicata nell'attentato di Pristina, e di commentare la possibilità che gli uomini siano degli agenti del BND.



Le indagini sull’esplosione a Pristina presso l’Ufficio Civile Internazionale (ICO) guidato dall'inviato dell’Unione Europea Peter Feith, ha portato all’arresto di tre cittadini tedeschi, sospettati di appartenere al servizio segreto federale Bundesnachrichtendienst (BND). I tre uomini sono stati fermati perchè sospettati di aver partecipato all'attentato del 14 novembre che ha colpito la sede della delegazione europea, e verranno trattenuti in stato di detenzione per circa 30 giorni di carcere. Gli imputati rischiano una condanna per "terrorismo" con oltre 20-40 anni di carcere, secondo il Codice Penale del Kosovo. Si tratta di Andreas B. e Andreas J., di 41 anni, e il 47enne Robert Z. , come reso noto dal giornale kosovaro Express, precisando che uno di essi è stato arrestato nei pressi della sede dell’ICO poche ore dopo l’attentato, e subito dopo il fermo si sarebbe presentato alla polizia come agente del Bnd.
A loro discolpa, i tre cittadini tedeschi hanno affermato di trovarsi sul luogo perchè stavano semplicemente ispezionando il luogo dell’incidente. Infatti, uno di loro era stato notato mentre fotografava un edificio vuoto nelle vicinanze dell'ICO, da dove è stato lanciato il mezzo esplosivo. Nel loro alloggio comune a Pristina la polizia avrebbe sequestrato una piantina dell’edificio dell’Ico, telefoni cellulari e passaporti.
Tali informazioni sono state confermate anche da due settimanali tedeschi "Der Spiegel" e "Suddeutsche Zeitung", secondo i quali gli uomini lavoravano presso gli uffici civili internazionali e appartenevano ai servizi esteri segreti (BND). Uno di loro, continua "Spiegel" era stato notato mentre entrava nell’edificio vuoto nei pressi dell'ICO, da dove è stato lanciato anche il mezzo esplosivo; da quella postazione, l'uomo ha potuto fotografare l'ufficio danneggiato dall'esplosione, prosegue Der Spiegel senza citare le fonti. Suddeutsche Zeitung riporta inoltre che la polizia del Kosovo si trova in possesso di un video che mostra tre uomini che gettano un ordigno esplosivo al di sopra del muro che circonda la sede dell’inviato speciale dell'Unione Europea.
Il caso ha comunque sollevato non poche polemiche sui movimenti diplomatici fra Pristina e Berlino, e dunque dei gravi equivoci fra il Ministero degli Esteri tedesco e il governo kosovaro, visto che gli agenti non erano accreditati ufficialmente come collaboratori dei servizi segreti, in maniera da esercitare la loro attività in Kosovo e godere dell'immunità diplomatica. La Germania mantiene ferma la sua posizione, rifiutando categoricamente di essere in qualche modo implicata nell'attentato di Pristina, e di commentare il fatto che i tre cittadini tedeschi appartenessero o meno ai suoi servizi d'intelligence, considerando che la polizia kosovara non ha fornito alcun dato certo che provi l’appartenenza degli imputati al servizio segreto tedesco BND. Allo stesso modo, la BDN non ha voluto rilasciare alcun commento sul caso, come ha anche spiegato il secondo portavoce del Governo tedesco, Thomas Steg, affermando che "le indagini che vedono coinvolti i servizi segreti non possono essere commentati pubblicamente", ma sono sottoposti esclusivamente al giudizio della Commissione Parlamentare. Infatti, qualora venisse dimostato che si tratta effettivamente di agendi del BND, sarà informato il Comitato del Bundestag che controlla l’attività dei servizi di intelligence della Germania, che tuttavia ha l’obbligo di mantenere il segreto sulla pratica istruttoria. "L`idea che il Governo della Repubblica Federale tedesca sia coinvolta in attentati terroristici è assurda", ha dichiarato Thomas Steg.
Tuttavia, molti dei parlamentari hanno chiesto al Governo di riferire su tale questione e chiarire anche pubblicamente la posizione di Berlino, onde arrestare le polemiche e gli attacchi nei confronti della Germania. "Bisogna spiegare come stanno i fatti, al di là del fatto che sia la verità o meno", ha dichiarato il deputato liberale Max Stadler, mentre il deputato dei Verdi, Hans-Christian Strobele, ha chiesto che le accuse vengano chiarite "immediatamente". Non si può comunque escludere, a questo punto, che l’attacco "dimostrativo" sia da imputare ad intelligence estere, ma resta sempre aperta l’ipotesi di una matrice terroristica kosovara, volta a fermare il prosieguo delle trattative sul dislocamento dell’Eulex.