Ma scusa, ma che libri hai letto tu di Severino? Il cristianesimo è impossibile non solo se viene confrontato con le la tesi di Severino (e qsto già basterebbe, dal momento che, nn potendo esserci qualcosa di creabile e distruggibile, allora è impossibile qualcunque dio creatore e distruttore) ma anche all'interno della coerenza stessa della fede nel divenire: anche restando all'interno di tale fede il cristianesimo è assolutamente impossibile (il cristianesimo, ma si potrebbe aggiungere molto altro: la scienza moderna, ogni religione, ogni filosofia, il brahaman-atman indiano, ogni mitologia, ogni valore e costume sociale, ogni legge economica sono impossibili), cioè anche prima che Severino metta in discussione tale fede, è all'interno della coerenza di tale fede che un Dio onnipotente ed eterno è impossibile perchè renderebbe apparente il divenire, cioè (all'interno della fede nel divenir altro) ogni eterno (ogni pensiero epistèmico-metafisico-deterministico-teologico) rende essente il niente, viola il pdnc in senso trascendentale (e qsto è assolutamente impossibile): leggi L'Anello del ritorno, Severino mostra come in realtà già Nietzsche avesse capito questo percorso logico e che il suo ateismo non sia una semplice volontà-interpretazione, ma una dimostrazione teoretica inconfutabile (un'interpretazione di Nietzsche, quella di Severino, che scardina tutte le precedenti mai fatte che facevan perno su quella Heideggeriana).
Non è un caso che per lui l'eterno ritorno sia necessario (è necessario perchè se è impossibile ogni eterno - se fosse possibile la realtà sarebbe bloccata e non potrebbe più apparire nulla - è impossibile che anche il passato sia un immutabile, e allora si compone il circolo eterno dell'anello che ritorno ciclicamente su se stesso).
La seconda parte del padre nostro (come la prima) è all'imperativo, non è una speranza (e i cattolici non la considerano una speranza separata dall'esser volontà, leggiti la postilla al capitolo quinto sulla risposta di Bontadini, anche lui nn fa alcuna obiezione in qsto punto).Del resto non capisco neanche la sua critica al Padre Nostro: nella prima parte si auspica che sia fatta la volontà di Dio - ed è eternamente fatta, già da sempre, quindi è scontato - mentre la seconda parte esprime una speranza che riguarda noi - legittima dato che non conosciamo il Destino - e non un "comando" a Dio; non si chiede che sia fatta la nostra volontà.
E (ad ogni modo) tra volontà e fede (e la speranza è fede) non c'è alcuna distinzione come Severino mostra (si vuole in quanto si crede e viceversa, ed entrambe sono impossibili perchè isolano la certezza del contenuto dal suo esser dubbio)
Il "dovrebbe" implica che il tuo postulato pratico può fondarsi in modo legittimo (il che, cm Severino mostra anche in "La strada", se si leggono adeguatamente i capitoli sull'eclissi e la morte della filsolofia, è impossibile, è cioè imposibile che esista un discrimine tra bene e male, giusto e ingiusto poichè la coerenza logico-razionale del nichilismo lo esclude)Il sacro dovrebbe essere all'origine della cultura, dovrebbe fondare una visione del mondo attraverso la quale si passa per crearla e viverla (la cultura), dovrebbe essere sostanza della nostra esistenza.
Lo credo che non ne disponi, nn è una mancanza tua, è un'impossibilità: non ne disponeva neanche un gigante cm Bontadini quando ha tentato per 30 anni di tener testa al suo allievo per salvare la verità in senso epistèmico.Ovviamente non dispongo di mezzi dialettici per dimostrarti "razionalmente" che è meglio il Cristianesimo piuttosto che l'ateismo, la santità piuttosto che l'omicidio, mangiare pasta al forno piuttosto che sterco di elefante, dato che a questo livello di "nichilismo" si tratta semplicemente di scegliere ciò che più ci piace. Insomma ci troviamo tutti a combattere con le stesse armi.