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  1. #61
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    E dopo una luuunga ricerca ecco cosa ha trovato.
    Un capitolato sull'architettura in cui si parla di patagna, probabilmente come regionen o come ambito locale e non come nazione (come in alcuni si parla di etruria e di magna grecia e ciociaria o lucania) di un autore emerito sconosciuto e senza link.
    Oltretutto dal libro reinterpretazione del sistema urbano ITALIANO.

    Complimenti, patagno. Ti sei superato.
    Diciamo che ... al fin della licenza, er safrana è capitolato o, se preferisci, è più semplicemente ... FRANATO!

  2. #62
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    E dopo una luuunga ricerca ecco cosa ha trovato.
    Un capitolato sull'architettura in cui si parla di patagna, probabilmente come regionen o come ambito locale e non come nazione (come in alcuni si parla di etruria e di magna grecia e ciociaria o lucania) di un autore emerito sconosciuto e senza link.
    Oltretutto dal libro reinterpretazione del sistema urbano ITALIANO.

    Complimenti, patagno. Ti sei superato.
    certo che come arrampicatore di specchi sei fenomenale......



    Padania: storia antica e medioevale

    I Liguri abitavano la pianura padana dalle Alpi all'Istria fino alla valle del Rodano e lungo il suo corso fino alla Svizzera attuale. I Liguri che si stanziarono nel cuore della regione veneta avrebbero preso il nome di Euganei, derivanti dai liguri Ingauni, cioè ellenicamente Euganei.

    Gli Italici discesero nella valle del Po (1500 a.C.) attraverso i laghi lombardi, dall'attuale Svizzera o dalle Alpi orientali spinsero i Liguri verso le Alpi occidentali, si stabilirono nel centro della Padania, prima che scendessero oltre l'Appennino, nelle loro sedi peninsulari.

    Intorno al IX o VIII secolo a.C. un altro popolo, i Veneti, dilaga nella regione compresa tra le Alpi, l'Adige, il Po e l'Adriatico: pone il suo centro di attività e di vita dove sorgerà la metropoli di Ateste; si suppone che i Veneti siano penetrati nella Padania dalla Bassa Austria. I Veneti diffusero la loro civiltà per tutta la Venezia fino al Trentino e al Sudtirolo, verso l'Istria, oltre le Alpi Retiche e verso la valle del Danubio. Due colonie Greche, Adria e Spina si innestano nel territorio dei Veneti divenendo importanti sedi di scalo ed emporio greco.

    Gli Etruschi abitavano le propaggini dell'Appennino Tosco-Emiliano e verso la meta' del VI secolo a.C. lungo le valli del Reno si erano affacciati nella pianura padana di cui prendevano possesso. Costituivano così l'Etruria padana con le città di Felsina, la futura Bononia celtica, Mantova, Modena, Parma e Melpo, l'insediamento più settentrionale. L'invasione degli Etruschi non intaccò il territorio dei Veneti: l'angolo veneto restò indipendente: "Trans Padum omnia loca excepto Venetorum angulo qui sinum circumcolunt maris, usque ad Alpes tenuere" - Livio

    La storia dei Veneti e' caratterizzata dalla costante lotta per il mantenimento l'indipendenza, sia contro l'incursione Celtica sia contro il potere di Roma. Cornelio Nepote narra che nel medesimo giorno in cui l'Etrusca Veio cadeva nelle mani dei Romani (396 a.C.) Melpo, la metropoli Etrusca, veniva conquistata dai Celti. Le prima schiere celtiche discesero dalle valli delle due Dore agli inizi del V secolo e di là gradualmente iniziarono la conquista della Padania. Ultima a cadere fu Felsina verso il 350. Gli Insubri si installarono in Lombardia centrale e occidentale, fondarono il borgo celtico di Mediolanum; i Cenomani tra l'Oglio e l'Adige nel territorio di Brescia e Verona; i Boi nella pianura emiliana, diedero il nome alla nuova Bononia; i Lingoni nei territori a nord di Bononia; i Senoni da Ravenna fino ad Ancona.

    Intorno alla metà del IV secolo l'Etruria padana si trasforma in Gallia Cisalpina. Poiché i Celti erano arrivati fin nelle Marche e nel Piceno e formavano un cuneo tra il territorio dei Veneti e quello dei Romani, fra questi due popoli nacque una salda alleanza contro i Celti, che premevano i Veneti dal Mincio all'Adige, dalle Alpi orientali e dall'Illiria.

    "Qualche tempo dopo la conquista della Padania, avendo i Galli vinto i Romani in battaglia e quelli che combattevano nelle loro file ed inseguito i fuggitivi, tre giorni dopo la battaglia occuparono Roma, tranne il Campidoglio. Ma richiamati in patria dall'invasione che i Veneti avevano fatto nelle loro terre, si accordarono con i Romani, e restituita loro la città, se ne tornarono nelle loro sedi" - Polibio

    Nel 290, di fronte alla minaccia dei Celti di invadere i territori a sud del Po, I Veneti si allearono con Roma contro i Boi e gli Insubri. Dopo la battaglia di Sentino nel 268, Roma fissa i suoi confini tra l'Esino e il Rubicone e fonda la colonia di Sena Gallica (Sinigallia). (per 23 anni Roma e' presa dal conflitto con Cartagine) I Celti stretti tra i Cenomani, I Liguri delle Alpi ed i Veneti strinsero alleanza con i fratelli transalpini della valle del Rodano (226) facendo nascere una Lega dei popoli della Cisalpina. Roma rispose con la Lega Italica, alleata con i Veneti e Cenomani. Vinti i Boi e gli Insubri (224), passato il Po la Lega Italica si congiungeva a Brescia con i Cenomani. Nel 222 cade la capitale degli Insubri, Mediolanum. Nel 218, per affrettare l'assetto della Padania venivano fondate le colonie latine sulle due rive del fiume Po, di Piacenza e di Cremona. Tutta la Cisalpina, eccetto il Piemonte e la Liguria era in possesso di Roma. Ad est dell'Oglio i Cenomani, ad ovest dell'Adige i Veneti.

    Tra il 224 e il 117 Roma conquistò l'intera Padania e l'Illiria - a poco a poco Roma tramuta l'alleanza Veneta in dominio. Le città celtiche e venete della Transpadania diventano municipi Romani. Quando nel 91 scoppiò la rivolta degli Italici per l'equiparazione dei diritti politici e la partecipazione alla cosa pubblica, le città padane alleate di Roma ebbero una legge - Lex Pompeia Transpadanis - con la quale si riconosceva loro il primo grado della cittadinanza romana. Così le città di Ateste, Patavium, Vicetia, Verona, Brixia, Mantua, Tridentum, Mediolanum, Comum, divennero città federate, cioè alleate, indipendenti dai magistrati di Roma, col privilegio di eleggere i propri magistrati e di coprire uffici pubblici. I confini di Roma giungevano fino al Rubicone, ma per opera di Cesare, che aveva concesso i pieni diritti politici alle città della Transpadania, furono portati fino alle alpi: la Lex Rubria coronava le aspirazioni dei Transpadani che rafforzavano la loro federazione.Ma con la guerra civile e dopo la battaglia di Filippi (42) la Gallia Cisalpina cessa di essere provincia ed entra a far parte di una nuova entità, l'Italia. Venetia ed Istria vanno a formare la X Regione; l'Emilia la VII; la Transpadania la XI Regione. Infine con la pace di Brindisi (40) tutta la penisola, la Gallia e la Dalmazia veniva assegnata ad Ottaviano.

    Dopo l'era Augustea, la cristianizzazione, le guerre civili, le scorrerie delle popolazioni provenienti da oriente, le competizioni degli imperatori, le rapine militari, portano la rovina e la devastazione del paese.

    Nel 410 Alarico, capo dei Goti, conquista Roma. Altre orde germaniche Goti, Svevi, Alani, Vandali, penetrano in Padania dalla Dalmazia attraverso le Venezie. E accanto alle invasioni Barbariche, i forti contrasti per la conquista del potere e le successioni precedono la calata di Attila e degli Unni (452).

    Costantino (306 - 337) cercò di riorganizzare l'ordinamento amministrativo delle provincie, istituendo le prefetture e il defensor civitatis, per alleviare la dura pressione tributaria e difendere le classi inferiori.

    Nell'ultimo secolo dell'Impero d'Occidente spadroneggiano ormai nei municipi i funzionari imperiali e l'aristocrazia locale. Prima preoccupazione del governo centrale e' quella di trarre dalle provincie, con gravi e molteplici imposte dirette e indirette, le entrate necessarie all'erario, il cui peso ricade sulle classi produttrici, fittavoli, coloni, artigiani.

    Le condizioni della Padania verso la metà del V secolo sono disastrose; il marasma incombe nella vita dei municipi. Il defensor civitatis, prima nominato dal prefetto, è poi eletto dalla stessa città, contro l'oppressione del potere centrale; gli arbitri dei suoi funzionari e le pretese dei potenti, si burocratizza e perde ogni efficacia.

    Nel 568 la discesa dei Longobardi e la conquista della Padania. Si ricrea quella separazione destinata a durare nel tempo fra i territori costieri da Venezia ad Ancona, e il resto della Padania.

    Un'altra frattura, destinata a durare oltre un millennio, doveva prodursi nell'Italia Centrale. I Bizantini riuscirono a mantenere il Lazio e una stretta fascia che, attraverso l'Appennino la collegava a Ravenna, mentre i Longobardi si stanziarono anche nelle regioni di Spoleto e Benevento.

    Nel 754 Papa Stefano e Pipino il Breve stringono un'alleanza anti-longobarda con il patto chiamato Promissio Carisiaca: come prezzo dell'accordo e della vittoria sui Longobardi, venivano donate al Pontefice le terre a mezzogiorno di una linea che da Luni per il passo della Cisa raggiungeva Parma, Reggio, Mantova, Verona, Vicenza e Monselice con tutta la Venetia e l'Istria, "cum omnibus civitatibus, castris, oppidis, vicis, parrochis, ecclesiis, eis substantibus".................omissis

  3. #63
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    certo che come arrampicatore di specchi sei fenomenale......
    Eh, c'è chi s'arrampica e chi FRANA ... dagli specchi!

  4. #64
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    certo che come arrampicatore di specchi sei fenomenale......



    Padania: storia antica e medioevale

    I Liguri abitavano la pianura padana dalle Alpi all'Istria fino alla valle del Rodano e lungo il suo corso fino alla Svizzera attuale. I Liguri che si stanziarono nel cuore della regione veneta avrebbero preso il nome di Euganei, derivanti dai liguri Ingauni, cioè ellenicamente Euganei.

    Gli Italici discesero nella valle del Po (1500 a.C.) attraverso i laghi lombardi, dall'attuale Svizzera o dalle Alpi orientali spinsero i Liguri verso le Alpi occidentali, si stabilirono nel centro della Padania, prima che scendessero oltre l'Appennino, nelle loro sedi peninsulari.

    Intorno al IX o VIII secolo a.C. un altro popolo, i Veneti, dilaga nella regione compresa tra le Alpi, l'Adige, il Po e l'Adriatico: pone il suo centro di attività e di vita dove sorgerà la metropoli di Ateste; si suppone che i Veneti siano penetrati nella Padania dalla Bassa Austria. I Veneti diffusero la loro civiltà per tutta la Venezia fino al Trentino e al Sudtirolo, verso l'Istria, oltre le Alpi Retiche e verso la valle del Danubio. Due colonie Greche, Adria e Spina si innestano nel territorio dei Veneti divenendo importanti sedi di scalo ed emporio greco.

    Gli Etruschi abitavano le propaggini dell'Appennino Tosco-Emiliano e verso la meta' del VI secolo a.C. lungo le valli del Reno si erano affacciati nella pianura padana di cui prendevano possesso. Costituivano così l'Etruria padana con le città di Felsina, la futura Bononia celtica, Mantova, Modena, Parma e Melpo, l'insediamento più settentrionale. L'invasione degli Etruschi non intaccò il territorio dei Veneti: l'angolo veneto restò indipendente: "Trans Padum omnia loca excepto Venetorum angulo qui sinum circumcolunt maris, usque ad Alpes tenuere" - Livio

    La storia dei Veneti e' caratterizzata dalla costante lotta per il mantenimento l'indipendenza, sia contro l'incursione Celtica sia contro il potere di Roma. Cornelio Nepote narra che nel medesimo giorno in cui l'Etrusca Veio cadeva nelle mani dei Romani (396 a.C.) Melpo, la metropoli Etrusca, veniva conquistata dai Celti. Le prima schiere celtiche discesero dalle valli delle due Dore agli inizi del V secolo e di là gradualmente iniziarono la conquista della Padania. Ultima a cadere fu Felsina verso il 350. Gli Insubri si installarono in Lombardia centrale e occidentale, fondarono il borgo celtico di Mediolanum; i Cenomani tra l'Oglio e l'Adige nel territorio di Brescia e Verona; i Boi nella pianura emiliana, diedero il nome alla nuova Bononia; i Lingoni nei territori a nord di Bononia; i Senoni da Ravenna fino ad Ancona.

    Intorno alla metà del IV secolo l'Etruria padana si trasforma in Gallia Cisalpina. Poiché i Celti erano arrivati fin nelle Marche e nel Piceno e formavano un cuneo tra il territorio dei Veneti e quello dei Romani, fra questi due popoli nacque una salda alleanza contro i Celti, che premevano i Veneti dal Mincio all'Adige, dalle Alpi orientali e dall'Illiria.

    "Qualche tempo dopo la conquista della Padania, avendo i Galli vinto i Romani in battaglia e quelli che combattevano nelle loro file ed inseguito i fuggitivi, tre giorni dopo la battaglia occuparono Roma, tranne il Campidoglio. Ma richiamati in patria dall'invasione che i Veneti avevano fatto nelle loro terre, si accordarono con i Romani, e restituita loro la città, se ne tornarono nelle loro sedi" - Polibio

    Nel 290, di fronte alla minaccia dei Celti di invadere i territori a sud del Po, I Veneti si allearono con Roma contro i Boi e gli Insubri. Dopo la battaglia di Sentino nel 268, Roma fissa i suoi confini tra l'Esino e il Rubicone e fonda la colonia di Sena Gallica (Sinigallia). (per 23 anni Roma e' presa dal conflitto con Cartagine) I Celti stretti tra i Cenomani, I Liguri delle Alpi ed i Veneti strinsero alleanza con i fratelli transalpini della valle del Rodano (226) facendo nascere una Lega dei popoli della Cisalpina. Roma rispose con la Lega Italica, alleata con i Veneti e Cenomani. Vinti i Boi e gli Insubri (224), passato il Po la Lega Italica si congiungeva a Brescia con i Cenomani. Nel 222 cade la capitale degli Insubri, Mediolanum. Nel 218, per affrettare l'assetto della Padania venivano fondate le colonie latine sulle due rive del fiume Po, di Piacenza e di Cremona. Tutta la Cisalpina, eccetto il Piemonte e la Liguria era in possesso di Roma. Ad est dell'Oglio i Cenomani, ad ovest dell'Adige i Veneti.

    Tra il 224 e il 117 Roma conquistò l'intera Padania e l'Illiria - a poco a poco Roma tramuta l'alleanza Veneta in dominio. Le città celtiche e venete della Transpadania diventano municipi Romani. Quando nel 91 scoppiò la rivolta degli Italici per l'equiparazione dei diritti politici e la partecipazione alla cosa pubblica, le città padane alleate di Roma ebbero una legge - Lex Pompeia Transpadanis - con la quale si riconosceva loro il primo grado della cittadinanza romana. Così le città di Ateste, Patavium, Vicetia, Verona, Brixia, Mantua, Tridentum, Mediolanum, Comum, divennero città federate, cioè alleate, indipendenti dai magistrati di Roma, col privilegio di eleggere i propri magistrati e di coprire uffici pubblici. I confini di Roma giungevano fino al Rubicone, ma per opera di Cesare, che aveva concesso i pieni diritti politici alle città della Transpadania, furono portati fino alle alpi: la Lex Rubria coronava le aspirazioni dei Transpadani che rafforzavano la loro federazione.Ma con la guerra civile e dopo la battaglia di Filippi (42) la Gallia Cisalpina cessa di essere provincia ed entra a far parte di una nuova entità, l'Italia. Venetia ed Istria vanno a formare la X Regione; l'Emilia la VII; la Transpadania la XI Regione. Infine con la pace di Brindisi (40) tutta la penisola, la Gallia e la Dalmazia veniva assegnata ad Ottaviano.

    Dopo l'era Augustea, la cristianizzazione, le guerre civili, le scorrerie delle popolazioni provenienti da oriente, le competizioni degli imperatori, le rapine militari, portano la rovina e la devastazione del paese.

    Nel 410 Alarico, capo dei Goti, conquista Roma. Altre orde germaniche Goti, Svevi, Alani, Vandali, penetrano in Padania dalla Dalmazia attraverso le Venezie. E accanto alle invasioni Barbariche, i forti contrasti per la conquista del potere e le successioni precedono la calata di Attila e degli Unni (452).

    Costantino (306 - 337) cercò di riorganizzare l'ordinamento amministrativo delle provincie, istituendo le prefetture e il defensor civitatis, per alleviare la dura pressione tributaria e difendere le classi inferiori.

    Nell'ultimo secolo dell'Impero d'Occidente spadroneggiano ormai nei municipi i funzionari imperiali e l'aristocrazia locale. Prima preoccupazione del governo centrale e' quella di trarre dalle provincie, con gravi e molteplici imposte dirette e indirette, le entrate necessarie all'erario, il cui peso ricade sulle classi produttrici, fittavoli, coloni, artigiani.

    Le condizioni della Padania verso la metà del V secolo sono disastrose; il marasma incombe nella vita dei municipi. Il defensor civitatis, prima nominato dal prefetto, è poi eletto dalla stessa città, contro l'oppressione del potere centrale; gli arbitri dei suoi funzionari e le pretese dei potenti, si burocratizza e perde ogni efficacia.

    Nel 568 la discesa dei Longobardi e la conquista della Padania. Si ricrea quella separazione destinata a durare nel tempo fra i territori costieri da Venezia ad Ancona, e il resto della Padania.

    Un'altra frattura, destinata a durare oltre un millennio, doveva prodursi nell'Italia Centrale. I Bizantini riuscirono a mantenere il Lazio e una stretta fascia che, attraverso l'Appennino la collegava a Ravenna, mentre i Longobardi si stanziarono anche nelle regioni di Spoleto e Benevento.

    Nel 754 Papa Stefano e Pipino il Breve stringono un'alleanza anti-longobarda con il patto chiamato Promissio Carisiaca: come prezzo dell'accordo e della vittoria sui Longobardi, venivano donate al Pontefice le terre a mezzogiorno di una linea che da Luni per il passo della Cisa raggiungeva Parma, Reggio, Mantova, Verona, Vicenza e Monselice con tutta la Venetia e l'Istria, "cum omnibus civitatibus, castris, oppidis, vicis, parrochis, ecclesiis, eis substantibus".................omissis

    1) Per la seconda volta manca il link.
    2) La fonte citamela, se si tratta di un trattato di storia di un autore vicino alla lega conta meno di zero.
    3) Qui parliamo della moderna nazione patagna, non di nomi antichi attribuiti a regioni.
    Altrimenti anche la pannonia esisterebbe anche oggi come entità nazionale(la pannonia era un'altica provincia romana, credo consista nell'attuale bulgaria o giù di li)
    4) Ammesso e non concesso il termine Italia è più antico di quello patagna per indicare l'intera penisola.
    5) Si richiedono prove del riconoscimento UFFICIALE geopolitico della nazione patagna. Da parte di altri stati sovrani, dell'ONU o di un'organizzazione sovrannazionale conosciuta.

    Conclusione. Safrana è franato per la seconda volta.
    Dimostri al solito la solidità delle argomentazioni patane.

  5. #65
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    Diciamo che ... al fin della licenza, er safrana è capitolato o, se preferisci, è più semplicemente ... FRANATO!

    di frana in frana...

    Citazioni sulla Padania.
    [...] altri nel Sud, meno di noi democratici e meno di noi dotati del senso dell'unità e del senso dello Stato, nella continuità del separatismo siciliano e del laurismo napoletano, potrebbero essere indotti a contrapporre, con qualche successo, a Padania una Borbonia. (Francesco Compagna)
    Dal confine alpino al crinale dell'appennino tosco-emiliano l'Italia transpadana e cispadana ha una sua specifica ragion d'essere, una sua fisionomia economica produttiva storica e perfino linguistica da richiedere, per il suo pieno sviluppo, anche a beneficio dell'intera nazione, una sua posizione esatta e spiccata in seno all'Italia che sta nascendo. L'unità d'Italia non potrà essere fatta che su altre basi [...] La Liguria, il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia e le Tre Venezie, ossia tutta l'Italia settentrionale nel suo insieme costituisce un'armonica unità geografica, economica, etnica e spirituale, ben degna di governare se stessa." (Gianfranco Miglio)
    Della «Padania» non si discute; la si combatte anche nel nome e per conto delle «venerate tradizioni sentimentali». Come il separatismo siciliano. Tengo tanto alle «venerate tradizioni» che rifiutai come testimone delle mie nozze un fratello di mia suocera che era un esponente in vista di quel separatismo. (Francesco Compagna)
    [...] dovunque personaggi non integrati semplicemente perché non integrabili, hanno trovato nel nostro territorio e, purtroppo, anche in Padania facile accoglienza, ottusa tolleranza, favoritismi politico-sociali d'ogni genere. È ora di finirla. (Mario Borghezio)
    Ho scritto e penso tuttora che l'Italia non sia mai nata perché Po non era un fiume, altrimenti Venezia l'avrebbe risalito più in forze – dico con navi idonee – e avrebbe sottratto la Padania alle ricorrenti follie papaline e alemanne del Sacro Romano Impero. (Gianni Brera)
    Il nostro popolo è pronto ad attaccare. Si dice che il Paese stia andando a fondo, ma io conosco un solo Paese, che è la Padania. Dell'Italia non me ne frega niente. (Umberto Bossi)
    In Italia non c'è una coscienza civile, non c'è un'identità nazionale che tenga insieme uno Stato federale e garantisca la civile convivenza delle sue parti. Invece io vedo solo nell'Italia Cisalpina qualche barlume di coscienza civile e una vocazione europea. Altrove, invece, è un disastro difficile, se non impossibile, da rimediare. Spero proprio di sbagliarmi. (Indro Montanelli)
    La mia apologia della Padania è indissolubile da una prospettiva globale di rinascita di quella nazione proibita (e ancora senza nome: il "Mezzogiorno") dallo stato italiano e dalle proprie classi dirigenti che può (e deve) uscire dal baratro dove è stata sospinta dai padani d'antan e può farlo solo grazie all'"egoismo" dei padani di oggi. (Sergio Salvi)
    La Padania, che ha la responsabilità storica di aver fatto l'Italia, si è ora assunta la responsabilità di disfarla. Nel suo interesse ma anche in quello dei meridionali. (Sergio Salvi)
    La Padania è il cuore produttivo dell'Italia perché è qui che si crea la maggior parte del prodotto interno lordo. (Romano Prodi)
    La Padania è una realtà politica, culturale ed economica ben nota in tutto il mondo, anche se la classe politica stracciona del Mezzogiorno finge di non saperlo, mentre per noi il Meridione esiste solo come palla al piede, che ci portiamo dolorosamente appresso da 150 anni. (Mario Borghezio)
    Per quanto ci riguarda, noi meridionalisti democratici non vorremmo certo contrapporre a questa Padania un'alleanza o lega di regioni meridionali: abbiamo il senso dell'unità e il senso dello Stato. (Francesco Compagna)
    Potrebbe capitare che la «Padania» stessa sia considerata dall'Europa un peso di cui liberarsi, anche se alleggerita dall'amputazione del Mezzogiorno, e magari proprio per questo. Dopotutto i sintomi della decomposizione di cui dicevo sono oggi più vistosi e più gravi al Nord di quanto non lo siano al Sud. (Francesco Compagna)
    Posso solo dire che l'Italia del Cattaneo è quella che conserva qualche probabilità di salvarsi da questo degrado politico, culturale, morale, economico. E l'Italia del Cattaneo è quella Cisalpina. A nord del Po, e forse anche in Emilia, esistono tracce di coscienza civile e anche di classi dirigenti sane. Poi c'è un'Italia centrale, quella toscana e umbra e marchigiana, che conserva le sue peculiarità, i suoi caratteri spiccati che affondano le radici nell'Italia comunale e rinascimentale. Il resto è un disastro che non saprei come salvare. Del resto Cattaneo ci tentò, andò a Napoli e resistette qualche giorno. Poi si arrese e se ne tornò nella sua Lugano, nella sua Svizzera. (Indro Montanelli)
    Salito a visitarci nel 225 a.C., il povero Catone sentiva chiamare marais (marè) queste paludi e ha tradotto marè in maria, al plurale, e così ha riferito ai romani che in Padania – la Gallia cis e traspadana – vi erano sette mari. (Gianni Brera)

  6. #66
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    Vi ha detto male stasera.....





    La Padania è il cuore produttivo dell'Italia perché è qui che si crea la maggior parte del prodotto interno lordo. (Romano Prodi)

  7. #67
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    Citazioni cretine.
    Uno è un giornalista sportivi, l'altro è morto nell'82, ben prima che la petagna di bossi vedesse la luce.

    Safrana, la smetti di fare il cretino?

  8. #68
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    certo che come arrampicatore di specchi sei fenomenale......



    Padania: storia antica e medioevale

    I Liguri abitavano la pianura padana dalle Alpi all'Istria fino alla valle del Rodano e lungo il suo corso fino alla Svizzera attuale. I Liguri che si stanziarono nel cuore della regione veneta avrebbero preso il nome di Euganei, derivanti dai liguri Ingauni, cioè ellenicamente Euganei.

    Gli Italici discesero nella valle del Po (1500 a.C.) attraverso i laghi lombardi, dall'attuale Svizzera o dalle Alpi orientali spinsero i Liguri verso le Alpi occidentali, si stabilirono nel centro della Padania, prima che scendessero oltre l'Appennino, nelle loro sedi peninsulari.

    Intorno al IX o VIII secolo a.C. un altro popolo, i Veneti, dilaga nella regione compresa tra le Alpi, l'Adige, il Po e l'Adriatico: pone il suo centro di attività e di vita dove sorgerà la metropoli di Ateste; si suppone che i Veneti siano penetrati nella Padania dalla Bassa Austria. I Veneti diffusero la loro civiltà per tutta la Venezia fino al Trentino e al Sudtirolo, verso l'Istria, oltre le Alpi Retiche e verso la valle del Danubio. Due colonie Greche, Adria e Spina si innestano nel territorio dei Veneti divenendo importanti sedi di scalo ed emporio greco.

    Gli Etruschi abitavano le propaggini dell'Appennino Tosco-Emiliano e verso la meta' del VI secolo a.C. lungo le valli del Reno si erano affacciati nella pianura padana di cui prendevano possesso. Costituivano così l'Etruria padana con le città di Felsina, la futura Bononia celtica, Mantova, Modena, Parma e Melpo, l'insediamento più settentrionale. L'invasione degli Etruschi non intaccò il territorio dei Veneti: l'angolo veneto restò indipendente: "Trans Padum omnia loca excepto Venetorum angulo qui sinum circumcolunt maris, usque ad Alpes tenuere" - Livio

    La storia dei Veneti e' caratterizzata dalla costante lotta per il mantenimento l'indipendenza, sia contro l'incursione Celtica sia contro il potere di Roma. Cornelio Nepote narra che nel medesimo giorno in cui l'Etrusca Veio cadeva nelle mani dei Romani (396 a.C.) Melpo, la metropoli Etrusca, veniva conquistata dai Celti. Le prima schiere celtiche discesero dalle valli delle due Dore agli inizi del V secolo e di là gradualmente iniziarono la conquista della Padania. Ultima a cadere fu Felsina verso il 350. Gli Insubri si installarono in Lombardia centrale e occidentale, fondarono il borgo celtico di Mediolanum; i Cenomani tra l'Oglio e l'Adige nel territorio di Brescia e Verona; i Boi nella pianura emiliana, diedero il nome alla nuova Bononia; i Lingoni nei territori a nord di Bononia; i Senoni da Ravenna fino ad Ancona.

    Intorno alla metà del IV secolo l'Etruria padana si trasforma in Gallia Cisalpina. Poiché i Celti erano arrivati fin nelle Marche e nel Piceno e formavano un cuneo tra il territorio dei Veneti e quello dei Romani, fra questi due popoli nacque una salda alleanza contro i Celti, che premevano i Veneti dal Mincio all'Adige, dalle Alpi orientali e dall'Illiria.

    "Qualche tempo dopo la conquista della Padania, avendo i Galli vinto i Romani in battaglia e quelli che combattevano nelle loro file ed inseguito i fuggitivi, tre giorni dopo la battaglia occuparono Roma, tranne il Campidoglio. Ma richiamati in patria dall'invasione che i Veneti avevano fatto nelle loro terre, si accordarono con i Romani, e restituita loro la città, se ne tornarono nelle loro sedi" - Polibio

    Nel 290, di fronte alla minaccia dei Celti di invadere i territori a sud del Po, I Veneti si allearono con Roma contro i Boi e gli Insubri. Dopo la battaglia di Sentino nel 268, Roma fissa i suoi confini tra l'Esino e il Rubicone e fonda la colonia di Sena Gallica (Sinigallia). (per 23 anni Roma e' presa dal conflitto con Cartagine) I Celti stretti tra i Cenomani, I Liguri delle Alpi ed i Veneti strinsero alleanza con i fratelli transalpini della valle del Rodano (226) facendo nascere una Lega dei popoli della Cisalpina. Roma rispose con la Lega Italica, alleata con i Veneti e Cenomani. Vinti i Boi e gli Insubri (224), passato il Po la Lega Italica si congiungeva a Brescia con i Cenomani. Nel 222 cade la capitale degli Insubri, Mediolanum. Nel 218, per affrettare l'assetto della Padania venivano fondate le colonie latine sulle due rive del fiume Po, di Piacenza e di Cremona. Tutta la Cisalpina, eccetto il Piemonte e la Liguria era in possesso di Roma. Ad est dell'Oglio i Cenomani, ad ovest dell'Adige i Veneti.

    Tra il 224 e il 117 Roma conquistò l'intera Padania e l'Illiria - a poco a poco Roma tramuta l'alleanza Veneta in dominio. Le città celtiche e venete della Transpadania diventano municipi Romani. Quando nel 91 scoppiò la rivolta degli Italici per l'equiparazione dei diritti politici e la partecipazione alla cosa pubblica, le città padane alleate di Roma ebbero una legge - Lex Pompeia Transpadanis - con la quale si riconosceva loro il primo grado della cittadinanza romana. Così le città di Ateste, Patavium, Vicetia, Verona, Brixia, Mantua, Tridentum, Mediolanum, Comum, divennero città federate, cioè alleate, indipendenti dai magistrati di Roma, col privilegio di eleggere i propri magistrati e di coprire uffici pubblici. I confini di Roma giungevano fino al Rubicone, ma per opera di Cesare, che aveva concesso i pieni diritti politici alle città della Transpadania, furono portati fino alle alpi: la Lex Rubria coronava le aspirazioni dei Transpadani che rafforzavano la loro federazione.Ma con la guerra civile e dopo la battaglia di Filippi (42) la Gallia Cisalpina cessa di essere provincia ed entra a far parte di una nuova entità, l'Italia. Venetia ed Istria vanno a formare la X Regione; l'Emilia la VII; la Transpadania la XI Regione. Infine con la pace di Brindisi (40) tutta la penisola, la Gallia e la Dalmazia veniva assegnata ad Ottaviano.

    Dopo l'era Augustea, la cristianizzazione, le guerre civili, le scorrerie delle popolazioni provenienti da oriente, le competizioni degli imperatori, le rapine militari, portano la rovina e la devastazione del paese.

    Nel 410 Alarico, capo dei Goti, conquista Roma. Altre orde germaniche Goti, Svevi, Alani, Vandali, penetrano in Padania dalla Dalmazia attraverso le Venezie. E accanto alle invasioni Barbariche, i forti contrasti per la conquista del potere e le successioni precedono la calata di Attila e degli Unni (452).

    Costantino (306 - 337) cercò di riorganizzare l'ordinamento amministrativo delle provincie, istituendo le prefetture e il defensor civitatis, per alleviare la dura pressione tributaria e difendere le classi inferiori.

    Nell'ultimo secolo dell'Impero d'Occidente spadroneggiano ormai nei municipi i funzionari imperiali e l'aristocrazia locale. Prima preoccupazione del governo centrale e' quella di trarre dalle provincie, con gravi e molteplici imposte dirette e indirette, le entrate necessarie all'erario, il cui peso ricade sulle classi produttrici, fittavoli, coloni, artigiani.

    Le condizioni della Padania verso la metà del V secolo sono disastrose; il marasma incombe nella vita dei municipi. Il defensor civitatis, prima nominato dal prefetto, è poi eletto dalla stessa città, contro l'oppressione del potere centrale; gli arbitri dei suoi funzionari e le pretese dei potenti, si burocratizza e perde ogni efficacia.

    Nel 568 la discesa dei Longobardi e la conquista della Padania. Si ricrea quella separazione destinata a durare nel tempo fra i territori costieri da Venezia ad Ancona, e il resto della Padania.

    Un'altra frattura, destinata a durare oltre un millennio, doveva prodursi nell'Italia Centrale. I Bizantini riuscirono a mantenere il Lazio e una stretta fascia che, attraverso l'Appennino la collegava a Ravenna, mentre i Longobardi si stanziarono anche nelle regioni di Spoleto e Benevento.

    Nel 754 Papa Stefano e Pipino il Breve stringono un'alleanza anti-longobarda con il patto chiamato Promissio Carisiaca: come prezzo dell'accordo e della vittoria sui Longobardi, venivano donate al Pontefice le terre a mezzogiorno di una linea che da Luni per il passo della Cisa raggiungeva Parma, Reggio, Mantova, Verona, Vicenza e Monselice con tutta la Venetia e l'Istria, "cum omnibus civitatibus, castris, oppidis, vicis, parrochis, ecclesiis, eis substantibus" .................omissis
    Ma che cos'è, il nuovo Bignami rivisitato dal bosci?
    Comunque tibi prohibeo di usare parole che ti sono estranee, come "cum omnibus civitatibus, castris, oppidis, vicis, parrochis, ecclesiis, eis substantibus", et cetera! Esprimiti attraverso i suoni gutturali che ti sono più propri!

  9. #69
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    Citazione Originariamente Scritto da Safrana Visualizza Messaggio
    Vi ha detto male stasera.....





    La Padania è il cuore produttivo dell'Italia perché è qui che si crea la maggior parte del prodotto interno lordo. (Romano Prodi)

    Tutti si possono sbgaliare.
    Infatti Prodi andato al governo non ha mai paralato neanche vagamente di patagna.


    Ma poi, scusa...tu non mi pare che abbia grande stima di prodi.

    Ti attacchi proprio a tutto pur di sostenere il tuo piccolo sogno bagnato, vero?

  10. #70
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    Citazione Originariamente Scritto da Garat Visualizza Messaggio
    Citazioni cretine.
    Uno è un giornalista sportivi, l'altro è morto nell'82, ben prima che la petagna di bossi vedesse la luce.

    Safrana, la smetti di fare il cretino?
    Ragiona scemotto!! se la citazione è del 82 significa una cosa sola, che la Padania esisteva ben prima che nascesse la Lega e infatti questo dimostra che non è una invenzione della Lega.
    Comunque hai letto cos'ha detto Prodi?

 

 
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