Berlusconi tra pubblico e privato visto dai giapponesi - Il Sole 24 ORE
Negli ambienti diplomatici giapponesi lo ricordano per un primato mondiale: è stato l'unico ad avere "dato buca" all'Imperatore, ossia ad avere cancellato all'ultimo momento l'appuntamento con Sua Maestà il Tenno nel palazzo imperiale(accadde nel 2005: scusa ufficiale una tempesta parlamentare a Montecitorio, al nostro ambasciatore venne un mezzo coccolone nell'assolvere il compito di annunciare due giorni prima che la visita era annullata). Per il pubblico giapponese, è probabilmente una metafora dell'Italia: "flamboyant", sopra le righe, antitesi dell'understatement che è un obbligo sociale nel Sol levante, dove il solo mettersi in mostra è considerato sconveniente (da queste parti sarebbe inconcepibile possedere 7 ville nel solo Kyushu). Ed è certo il
prototipo del politico "maverick" che viene associato istintivamente con altri tycoon diventati premier (come il thailandese Thaksin, guai giudiziari inclusi) o per qualche verso allo stesso Koizumi per l'approccio mediatico al potere.
Proprio Koizumi, in fondo, ha importato il modello berlusconiano in Giappone: superamento del partito tradizionale con l'appello all'elettorato televisivo, visto che la più grande vittoria del partito liberaldemocratico (la Dc nipponica) è stata conseguita da Koizumi rinnegando le esigenze della
atavica base rurale con un programma liberista popolarizzato da giovani "star" dei media senza esperienze parlamentari, inserite nelle liste dei candidati al posto di vecchi mandarini. L'immagine dell'Italia nel Sol levante è sempre sul crinale di una simpatia per l'intemperanza, frenata da una sensazione di inaffidabilità: non è Berlusconi l'italiano più popolare, ma un certo Girolamo Panzetta da Napoli, quintessenza del maschio latino che esorcizza l'età che avanza con la "bella figura", il circondarsi di cose belle e l'esuberanza che impressiona le donne. Ha destato impressione dalle parti di Tokyo che Veronica Lario abbia scritto in passato una lettera aperta a un quotidiano per invitare il marito a comportamenti pubblici meno "latini" (la più recente vicenda delle intercettazioni telefoniche non è ancora approdata) : vista da Tokyo, l'Italia è un altro mondo davvero.
O forse l'altro mondo è il Giappone, dove - per esempio _ è inconcepibile che la principessa triste Masako possa divorziare e andare in tv a dire: "Sì, io adoravo il bel Maggiore della guardia", come fece lady Diana.
Però gli inglesi sottoposero Diana a visita ginecologica per accertare che fosse illibata prima del matrimonio. Mentre ai giapponesi nulla importa se Masako avesse avuto o no esperienze antecedenti, quando studiava negli Usa o si dava alla diplomazia internazionale: l'importante è seguire al 100% le regole quando si assume un ruolo pubblico. Che in Giappone è una camicia di
forza alla quale solo Koizumi è riuscito _ e solo in parte _ a sottrarsi.