Ho sempre guardato con interesse a questo movimento politico, che però ora sembra soffrire parecchio disagio nel PDL a causa del suo scarso peso specifico. Mi è piaciuta anche l'iniziativa di Parte Liberale.
18.11.08
Testamento biologico e estremismo bioetico
Prova di forza e segni di debolezza
di Carmelo Palma, da L’Opinione del 18 novembre 2008
Nella discussione in cui il Parlamento è impegnato rispetto alla complessa materia del “fine vita”, il sottosegretario Roccella ha schierato ufficialmente il Governo a sostegno di una legge che “disconosca” la natura sanitaria di alcuni trattamenti medici (idratazione e alimentazione artificiale), che renda relativamente derogabile la volontà dei pazienti (con poche differenze tra quella espressa in forma attuale e quella “anticipata”) e che burocratizzi l’espressione delle direttive anticipate di trattamento, in modo che anche la volontà più esplicita possa essere giudicata incerta, o perché troppo remota, o perché dichiarata in forme diverse da quelle “di legge” (e se ne può immaginare la natura, nel paese fondato sulla carta bollata).
Il sottosegretario Roccella mi sembra proporre l’esatto contrario di ciò che la maggioranza degli italiani si aspetta da una legge che disciplini la materia del “fine-vita”. Ma come la pensino gli italiani, malgrado i sondaggi convergenti, non è certo, né di per sé vincolante per il legislatore. E’ invece certo che il sottosegretario Roccella propone l’esatto contrario di quanto, nel luglio 2005, durante il precedente governo Berlusconi, l’esecutivo e la grande parte della maggioranza avevano deciso, contribuendo ad approvare presso la Commissione Sanità del Senato una proposta legislativa bipartisan, che affrontava la questione del “fine vita”, delle direttive anticipate di trattamento e del consenso informato all’insegna della prudenza e della concretezza. Una legge, per essere chiari, per cui la stessa Eluana sarebbe potuta morire, e la sua volontà essere riconosciuta (anche in assenza di testamento biologico), “tenendo conto della volontà espressa …. in precedenza, nonché dei valori e delle convinzioni notoriamente proprie della persona in stato di incapacità”. Così, testualmente, recitava non la “rivoluzionaria” sentenza della Cassazione dell’ottobre 2007, contro cui questo Parlamento è insorto, ma, più di due anni prima, una legge votata dalla maggioranza berlusconiana (oggi ridepositata, nella identica versione, alla Camera dei Deputati da una dozzina di deputati del Pdl, a partire da Benedetto Della Vedova e Margherita Boniver).
Ora, in una discussione parlamentare che sarà lunga e che, malgrado gli auspici di molti, mi sembra tutt’altro che scontata nei suoi esiti, ci sarà modo di ragionare sulle ragioni (ideologiche, di convinzione e di convenienza) di questa “inversione ad U”, che ha portato una maggioranza moderata a sposare un estremismo bio-etico che, come si è già dimostrato con la legge 40, non ha probabilmente uguali nel mondo avanzato. Ma in un confronto che voglia essere aperto la notizia o, per meglio dire, “il fatto” di questo radicale cambiamento di rotta andrebbe posto tra i capitoli della discussione, non sottaciuto per presentare l’attuale impostazione “biopolitica” come un’evoluzione lineare e coerente di posizioni storicamente consolidate. Insomma, la maggioranza berlusconiana può rinnegare, ma non negare di essere stata “relativista”.
Per intanto, si può notare che l’indurimento delle posizioni proibizioniste – nella dialettica tra maggioranza e opposizione e nella discussione interna ai diversi partiti – è un segno più di debolezza che di forza per i fautori dell’“assolutismo bioetico”. Il muro contro muro nel sistema politico riproduce quella spaccatura che non solo attraversa la società italiana, ma perfino all’interno di un’istituzione così tetragona come la Chiesa cattolica, sta mettendo in discussione il mito dell’unità morale e dottrinale.
Carmelo Palma
http://www.riformatoriliberali.it/20...ismo-bioetico/