IL PERSONAGGIO
Il ragazzo di Eton al "Number 10"
per mano con la moglie Samantha
Educato alla scuola dei re, 43 anni, una famiglia giovanissima, Cameron offre un'immagine di rinnovamento. Molte le analogie con il vice Clegg: stessa età, scuole private, figli piccoli
di Enrico Franceschini
la Repubblica, 12 maggio 2010
LONDRA - La prima telefonata è stata di Barack Obama, dieci minuti dopo il suo ingresso a Downing Street. Prima l'investitura della regina Elisabetta, con una stretta di mano, si scandalizzano i royal watchers, invece del tradizionale baciamano: ma la sovrana sprizzava una tale gioia dagli occhi che si capiva per chi facesse il tifo. Poi il colloquio con il presidente degli Stati Uniti. Succede tutto così in fretta, che un osservatore quasi stenta a crederlo. E mentre stringeva per mano la moglie Samantha, radiosa come la madre al quinto mese di gravidanza che è, camminando insieme sul marciapiede di Downing street, lei appoggiata a lui per non cadere sui tacchi vertiginosamente alti, David Cameron forse stentava a crederlo anche lui. Le ha mormorato qualcosa all'orecchio, lei ha sorriso, i cronisti non sono riusciti a sentire ma si poteva quasi leggere il labiale: "Succede davvero, ti rendi conto?".
Poi il nuovo primo ministro britannico è andato al microfono. Davanti a lui paparazzi e cameramen, il mondo politico e quello di tutti giorni incollati ai televisori. Ha cominciato con un elogio dello sconfitto, Gordon Brown: "Grazie per tutto quello che ha fatto nella sua lunga carriera al servizio di questo paese". Ecco come si fa politica, in Gran Bretagna. Quindi ha elencato i "profondi problemi" che il Regno Unito deve risolvere: l'economia ancora fragile, il deficit, la necessità di "cambiare in meglio, di rafforzare la famiglia e la società". Come altre volte, ha riecheggiato il famoso slogan di Kennedy, "non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, bensì quello che tu puoi fare per il tuo Paese". Ha detto: "Per cambiare c'è bisogno dell'impegno di tutti, tutti devono sentirsi responsabilizzati, devono dare il proprio contributo, devono sentirsi parte della società". Infine ha parlato col cuore in mano: "Sono entrato in politica non per sete di potere, ma perché amo questo paese e voglio fare tutto quello che posso per renderlo ancora migliore, ancora più grande. E' una grande sfida, ma tutti insieme possiamo vincerla. Sono fiducioso che ce la faremo".
Il plurale non è maiestatis: si riferisce al governo di coalizione con i liberaldemocratici. "Io e Nick", ha ripetuto Cameron un paio di volte: lui e Clegg, due 43enni insieme al potere, quasi due gemelli, usciti dalle migliori scuole private, bravi a comunicare, con giovani mogli e nidiate di figli piccoli. Ci saranno pannolini e biberon, a Downing Street, con la famiglia Cameron, a cui nascerà un figlio, il terzo, in autunno. Li portò anche Blair i pannolini a Downing Street, ma dopo qualche anno che era già al potere: David e Samantha iniziano il loro viaggio al potere con una nursery al seguito. Anche questo un segnale, un simbolo di rinnovamento.
Eton boy: il diciottesimo premier uscito dalla scuola dei re. Laureato a Oxford, dove militò nel controverso Bullingdon Club, quello dei rampolli bene che si ubriacavano nei pub e posavano per le foto in frac. Formidabile speechwriter: è stato scrivendo discorsi per la Thatcher e i leader che le sono seguiti, che il giovane Cameron ha cominciato a fare carriera. "Tory Blair", lo hanno chiamato in principio, per come ricordava da destra il premier laburista: telegenico, carismatico, moderno. E deciso a trasformare i conservatori, spostandoli al centro, come Blair ha fatto con il Labour. L'opera, nel suo caso, è appena cominciata, e del resto anche Blair incontrò non pochi ostacoli sul suo cammino. Ma se un'immagine vale più di mille parole, il bacio tra David e Samantha sulla porta di Downing street, prima di varcarla, dice tutto: una giovane coppia, felice di cominciare insieme una nuova vita, dovunque li porterà.
(12 maggio 2010) © Riproduzione riservata
Il ragazzo di Eton al "Number 10" per mano con la moglie Samantha - Repubblica.it