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    Resistenza privata, fallimento politico

    12 Nov 2008

    Filed under: piazzisti

    Author: Cloro







    Vado per caso sul sito di comunità proletarie resistenti e leggo questo documento di Costanzo Preve, teso a dirimere in modo definitivo un contenzioso sul concetto di “comunicare a sinistra” che mi sembra da leggere, in quanto è un significativo modo della riflessione.
    Riassumo per quel che ho capito: La Grassa e Preve avevano iniziato una collaborazione intelletuale, piu o meno sporadica, su temi specifici dedicati alle modalità di resistenza, data la struttura imperial-capitalistica del nostro mondo, toccando ciascuno temi suoi. La Grassa essendo piu’ legato ad ambienti e terminologia della sinistra tradizionale, Preve sembra piu’ aperto e meno pregiudizievole, ma si sente anche lui molto marxista.

    Su queste differenze si sono giocati problemi di comunicazione: La Grassa rimprovera Preve di essere amico di De Benoist, ex intellettuale di destra (quindi di “insozzarsi” con la sotocultura di destra) e di essere pregno di cultura borghese, della serie Hegel, Lukacks, Cassirer ecc..
    Preve rimprovera a La Grassa di essere piuttosto teologico che filosofico, che questi sono pregiudizi probabilmente generati da una visione ideologica e, aggiunge Preve, di fatto ha preso coscienza di aver raggiunto il limite di sopportazione verso quella sinistra senza identità, post Berlinguer, che ha bisogno di punti fermi che stanno su con lo sputo. E da qui l’interruzione di ogni futura collaborazione tra i due.
    Ora qualcuno obietterà: Ma te, una tazzina di cazzi tuoi, mai? No. Perchè questo caso, che ha la fenomenologia del caso di divergenza intellettuale ha un lato psicologico, nel senso che di sicuro hanno pure influenzato antipatie sopraggiunte per umanissimi motivi, lato che è obiettivamente poco interessante, se non per un certo gossip.
    Paradossalmente però è proprio quel lato personale che dischiude il suo antagonista: il lato “pubblico”, “politico”, comprensibile e comunicabile, della faccenda.
    Quello è interessante e quello mette in grado di capire, e forse trarre qualcosa, proprio da questa dicotomia che, alla fine, è sempre apparente. La dimensione comunicativa politica coesiste con quella privata.
    Nei media i temi sono tenuti separati e solo gli storici, nei loro libri piu’ belli, riescono a raccontare quegli aneddoti con prove testimoniali e scritte, che danno la dimensione di quanto il gossip (la sfera del privato) sia influente nelle decisioni politiche. Fermo restando le condizioni economiche al contorno.
    Come qualcuno sa, faccio il professore. Quando devo spiegare la prima guerra mondiale mi soffermo moltissimo prima sulla grande depressione, l’obsolescenza dei macchinari delle prime rivoluzioni industriali, la ricerca, in cui l’industria ha investito per partorire oltre a nuove armi e mezzi bellici come gli U-Boot, un mostro antropologico come il Taylorismo (che però ha permesso alla middle class americana di comprarsi l’automoile già nel 1903. Vi piace cio? Bravi), le nuove prospettive energetiche e territoriali del colonialismo ecc.. Tutto questo è la struttura. Sia marxianamente che, nel contesto didattico, la chiave interpretativa grossa. Il “nocciolo” della questione “cause” della prima guerra mondiale. Per poi spiegare i patti di Londra, (con cui Vittorio ha rischiato la guerra civile), per via sì delle falle istituzionali dello Statuto, ma anche per l’antica ossessione dinastica dei Savoia verso la terra d’ Albania.
    Quest’ultimo dato è privato, i filosofi direbbero è “contingente”. Ma cosa è contingente e cosa necessario nel “sistema” (sì, è quasi una bestemmia ) marxista è difficile dirlo. Se si vuole leggere Marx come la bbibbia, allora tutto è necessario, perchè promana dalla Sua parola. E la sua parola è “spazzate via la cultura borghese NECESSARIAMENTE”.
    Ma ciascuno di noi, anche se è proletario, se ha voglia, soldi e stimoli per leggersi Marx (e Althusser e Focault e Reich e Toni Negri) vuol dire che gli si è manifestata la cultura borghese nel senso che ha permeato il suo linguaggio in modo tale che puo capirla e comunicarla. E’ entrato dentro la cultura borghese (anche perchè oggiiin Italia ci è difficile appellarci ai valori contadini a mò di PPP, visto che la TV ha sostituito il linguaggio di quel mondo con il suo proprio) .
    E il grosso problema delle rivoluzioni è che sono autentiche solo se prendono le mosse da un “fuori” dalla cultura borghese. Altrimenti sono finte, segnano dei cambiamenti storici ma alla fine la borghesia rivince sempre (vedi 1989).
    E questo dato della cultura borghese che ristagna nella dimensione politica è evidentissimo se si guarda all’enorme discrepanza che c’è in molti personaggi politici (o storici) tra quello che dicono e come si comportano.
    Non sopporto Veltroni perchè è uno di quelli che, essendo additato come un leader poi, tra cosa dice e cosa fa c’è un abisso incolmabile. Stessa discrepanza che a livello di res cogitans è la disarmonia soprattutto logica tra le varie idee che nel PD (vedi Binetti) vengono espresse.
    La destra è avvantaggiata perchè è semplice: Italia agli italiani, piaceri a confindustria, zerbini con gli USA, autoritarismo mascherato da “ordine”..che ci vuole? si fa leva sulla paura degli extracomunitari che ci rubano il lavoro, sulla paura dei terroristi e via che, avendo avuto un ProdiVeltroniMastella dietro al culo, vincono le elezioni come bere un bicchier d’ acqua.
    Io non sono mai stata comunista, pur apprezzando molto Marx. Ci sono delle volte che però, specie quando parla del socialismo, dà una leggera impressione di prendere il lettore per il culo.
    Ho aperto su facebook un gruppo su Durruti perchè incarna il prototipo del guerriero limpido, coraggioso, con le palle, il cuore e gli ideali.
    Perchè ho scritto tutto questo? Per dire, come ho detto, che penso che gli strumenti per una rivoluzione sianno da ricercarsi fuori dal sistema. Magari in senso temporale, o soggettivo. Magari bisogna guardare di piu’ al presente, a come si evolvono le cose e prevenire il nemico avvicinando qualcosa che il futuro sembra portare. Una rivoluzione potrebbe cominciare con l’occupazione di un gruppo di cittadini, del Pirellone a Milano. O con la sistematica distruzione tramite fionde delle telecamere poste sui semafori. O magari il leader sarà uno sconosciuto senza passato che guarda a come viviamo noi come se lo vedesse per la prima volta.
    Comunque il post è venuto lunghissimo e neanche ho espresso fino in fondo quel che volevo dire. Ma mi premeva, piu’ che altro, copiare dal documento di Preve un periodo che contiene cose degne di profonda riflessione, soprattutto adesso che assistiamo quotidianamente ad un’opposizione che si dice “di sinistra” chiacchierare di tessere e di poltrone, quando il paese sta affondando nella merda. QUi urge riflessione collettiva e onesta e possiamo proprio partire dal percorso indicato da Preve: privato-politico-privato-fallimento della “politica”.
    La mia generazione non è certo arrivata al comunismo attraverso la lettura di Marx, ma attraverso processi sociali e cognitivi distinti (…) Parlo di figli della piccola e media borghesia che non avrebbe avuto nessun particolare motivo economico per aderirvi. In sintesi al comunismo si arrivava attraverso la percezione dello sfruttamento (per i meno privilegiati) con aggiunta della percezione dell’alienazione (i piu’ privilegiati, compresi quelli che sputazzano e scatarrano su questo concetto)
    In una fomula matematica percezione dell’alienazione+percezione dello sfruttamento=conczione di un modello di giustizia sociale alternativa. E così si diventava comunisti. Solo dopo il 10% dei comunisti si dedicava all’economia, alla filosofia, alla storia, alla sociologia.
    (…)si trattava dunque di un comunismo per reazione antiborghese. Ma poi si cominciava ad incontrare i comunisti reali, non Marx Engels e compagnia bella ma “compagni” del modello antropologico del togliattismo italiano. Ve ne erano naturalmente di molto buoni, ma il tipo “medio” (in senso weberiano) era un profilo: settario, dogmatico, intollerante, cognitivamente modestissimo, preilluministico nel senso dipendente dalla fiducia carismatica nel “capo”, qualunque esso fosse, insomma, salvo poche benemerite eccezioni un orrore antropologico.


    http://www.cloroalclero.com/?p=402#more-402


    COMMENTI




    bhishma


    secondo me , la rottura invece avviene per la diversa posizione strategica.
    LaGrassa è interessato (più o meno esplicitamente) ad un crollo verticale del Sistema. Considera inutili o dannosi tutti quei movimenti, quelle idee che vogliono proporre una costruzione sociale. DeBenoist non è respinto in quanto ex(?) fascio ma in quanto propugnatore di una costruzione sociale che LaGrassa giudica fumo negli occhi. Proprio per questo la teoria della Decrescita , diffusa a Destra ed a Sinistra, è stato uno degli obiettivi preferiti di LaGrassa . Discorso simile per l’ opinione lagrassiana sul comunitarismo.
    Anche a livello geopolitico(ma in questo campo non ne sono sicurissimo), credo ci siano due simpatie diverse: l’uno spietatamente filo-russo, l’altro molto interessato all’ Islam .
    La loro collaborazione era una “costrizione” dovuta all’esser contro qualcosa.
    Secondo me, questo è un tipico esempio di come i movimenti politici basati su visioni diverse del mondo sono estremamente instabili e quindi non affidabili ed un esempio di come non si possa costruire un movimento rivoluzionario(nel senso lato del termine) in assenza di una base sociale emergente interessata a modificare le istituzioni .




    Cloro


    Manca, come pensava Edmund Husserl, una gerarchia delle essenze. Laddove per essenze non intendo le forme platoniche ma la possibilità di pensare le cose.




    Cloro


    In altri termini, bishma, non si riesce piu a capire quel che è piu importante. Manca una fondatività del pensiero politico. Per esempio dici lagrassa è filo russo. Ma in che senso?




    bhishma


    nel senso che LaGrassa ritiene la Russia lo Stato fondamentale per contrapporsi all’ impero/imperialismo statunitense quindi un elemento geopolitico da favorire a qualunque costo sperando in una contrapposizione netta che porti alla rottura dell’ attuale Sistema politico-economco internazionale.
    Se non ricordo male, fino a qualche tempo fa, individuava nel Pakistan il punto dove i due interessi(statunitense e russo) sarebbero andati in collisione irreparabile.
    in caso di contrapposizione tra movimenti islamici/islamisti di liberazione ed imperialismo regionale russo, non è azzardato dire che l’attuale LaGrassa si schiererebbe con i russi.
    Da qui anche il suo interesse per il movimento eurasiatista che ha tentato di influenzare e la sua polemica contro la decrescita quando tale movimento se ne è interessato .
    credo che quando LaGrassa abbia visto calare in Preve l’interesse per l’ “elemento geopolitico di distruzione” del Sistema attuale(USA/elite dominanti collegate) siano cominciati i dolori e siano cominciate a divenire insopportabili le differenze di mentalità(l’uno molto legato all’analisi economia e sconfinante in un elitismo naif, l’altro un filosofo umanista con cadute idealistico/conservatori) già presenti all’inizio.
    poi… questa è la mia analisi basata solo su questioni di politica, fatta dal di fuori (sono assiduo lettore di LaGrassa , saltuario di Preve ma non seguo , anzi sono in contrapposzione, al pensiero dei due);
    chiaramente vi possono essere stati tanti fattori ad incidere , anche fattori personali( ed il loro scambio sul web non era cominciato come duello di fioretto tra gentiluomini)
    ciao
    p.s.1
    hai fatto bene a ri-spiegarmi il tuo commento usando un linguaggio più terra-terra a me più comprensibile
    p.s.2
    visto la tua , ahimè troppo piccola, foto su facebook: COMPLIMENTI !!




    Daniele Dellerba


    Ho realizzato un fantastico Linux per recuperare i pc vecchi:
    http://ogigia.altervista.org/index.p...&id=1225141791
    E’ tutto gratis, si scarica dal web.
    In questi tempi di crisi e’ utilissimo, ed evitera’ che si buttino migliaia di computer nei cassonetti.
    Buona serata.
    Daniele Dellerba.




    necroclerico


    Grazie ancora, Cloro.
    ho scoperto un filosofo che non conoscevo e per il quale provo l’impulso di scrivere una lettera di ringraziamento.
    sto divorando il suo piccolo testo. Preve è grandioso soprattutto per COME esprime i concetti che condivido e pure quelli che NON condivido. In breve il gusto del suo stile e la qualità delle sue argomentazioni anche quando - umilmente stando al mio sentire - portano a giudizi non condivisibili mi hanno conquistato.
    mi piacerebbe molto seguirne le lezioni di filosofia, se ne fa….
    è un piacere leggerlo.
    un piacere e un arricchimento. anche e soprattutto quando non si è d’accordo con lui.
    grazie a te per avermelo fatto conoscere.




    necroclerico


    poi ci sono le perle di saggezza e lucidità che condivido tipo:
    ”Il rito di un antifascismo in assenza totale di fascismo”
    ma questo è banale.

  2. #2
    email non funzionante
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Che carina..................



    ARDITI NON GENDARMI

  3. #3
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    ...beh, è una delle 4 blogger più seguite della rete...

  4. #4
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    sareste in grado di spiegare questa discussione o ve la cantate e ve la suonate inter vos?

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da terraeamore Visualizza Messaggio
    sareste in grado di spiegare questa discussione o ve la cantate e ve la suonate inter vos?
    Leggi quello che ho riportato. Si tratta di un post su uno dei blog più seguiti della rete, quello di cloroalclero. Si parla di Preve e di La Grassa.

 

 

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