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  1. #11
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    Ecco la proposta che sarà presentata dalla Francia all'ONU in nome dell'Unione Europea e che è già stata sottoscritta da oltre 50 nazioni:

    Il progetto di una depenalizzazione universale dell'omosessualità, presentato dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea e accolta da tutti i 27 Stati membri, verrà diffuso anche tra gli Stati membri ONU ed esposto a dicembre durante i lavori dell'Assemblea Generale. Il testo, che chiede che orientamento sessuale e identità di genere non siano in alcun caso alla base di pene di qualunque natura o motivo di violazione dei diritti umani, ha già raccolto l'adesione di altri 53 Stati membri dell'ONU (tra cui Andorra, Argentina, Armenia, Bosnia, Brasile, Capo Verde, Cile, Croazia, Ecuador, Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia (FYROM), Gabon, Georgia, Guinea Bissau, Islanda, Israele, Giappone, Liechtenstein, Montenegro, Norvegia, Nuova Zelanda, San Marino, Serbia, Svizzera, Ucraina, Uruguay e Venezuela), ma nuove adesioni potrebbero giungere nei prossimi giorni.



    Proposta dell’Unione Europea per una dichiarazione ONU che condanni formalmente le discriminazioni contro gli omosessuali

    Abbiamo l’onore di presentare questa dichiarazione sui diritti umani realtivamente all’orientamento sessuale e all’identità di genere da parte di […]



    Riaffermiamo il principio di universalità dei diritti umani, così come sancito nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo di cui quest’anno si celebra il 60esimo anniversario e che all’articolo 1 proclama che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”;



    Riaffermiamo che ogni individuo ha diritto a godere dei diritti umani senza distinzioni di alcun tipo, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione, così come stabilito nell’Articolo 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e nell’articolo 2 del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali e nell’articolo 26 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici;



    Riaffermiamo il principio di non-discriminazione che richiede che i diritti umani siano estesi a tutti gli esseri umani indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere;



    Siamo profondamente preoccupati per le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere;



    Siamo anche preoccupati che le persone di tutti i paesi del mondo siano oggetto di violenze, persecuzioni, discriminazioni, esclusioni, stigmatizzationi e pregiudizi a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere e che queste pratiche minino la loro integrità e dignità;



    Condanniamo tutte le violazioni dei diritti umani basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere ovunque avvengano ed in particolare la loro penalizzazione attraverso la pena di morte, le esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, la pratica della tortura, altre pene o trattamenti crudeli, inumani e degradanti, l’arresto o la detenzione arbitrarie e la privazione dei diritti economici, sociali e culturali, compreso il diritto alla salute;



    Richiamiamo la dichiarazione del 2006 emessa di fronte al Consiglio per i Diritti Umani da 54 paesi, per richiedere al presidente del Consiglio di fornire un’occasione per discutere di queste violazioni durante un’appropriata futura sessione del Consiglio;



    Accogliamo con favore l’attenzione conferita attraverso speciali procedure a questi temi dal Consiglio dei Diritti Umani e dai soggetti del trattato e li incoraggiamo a continuare a considerare, nell’esercizio dei loro mandati, le violazioni dei diritti umani basate sull’orientamento sessuale;



    Accogliamo l’adozione della Risoluzione AG/RES. 2435 (XXXVIII-O/08) su “Diritti umani, Orientamento Sessuale e Identità di Genere” dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani, emessa durante la 38esima sessione, il 3 giugno 2008;



    Richiamiamo tutti gli stati e i maggiori organismi per la protezione dei diritti umani ad impegnarsi a promuovere e proteggere i diritti umani di tutte le persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere;



    Esortiamo gli Stati a prendere tutte le misure necessarie, in particolare legislative o amministrative, per assicurare che l’orientamento sessuale o l’identità di genere non possano essere, in nessuna circostanza, la base per l’attuazione di pene criminali, in particolare di esecuzioni, arresti o detenzioni;



    Esortiamo gli Stati ad assicurare che le violazioni dei diritti umani legate all’ orientamento sessuale o all’identità di genere siano investigate e che gli autori siano perseguiti e tenuti a renderne conto in termini giudiziari;



    Esortiamo gli Stati ad assicurare un’adeguata protezione ai difensori dei diritti umani e a rimuovere gli ostacoli che impediscono loro di portare avanti il loro lavoro relativamente alla tutela dei diritti umani e alla lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.

  2. #12
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    ecco secondo me i punti ambigui (se questo è il testo che verrà presentato)

    Condanniamo tutte le violazioni dei diritti umani basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere ovunque avvengano ed in particolare la loro penalizzazione attraverso la pena di morte, le esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, la pratica della tortura, altre pene o trattamenti crudeli, inumani e degradanti, l’arresto o la detenzione arbitrarie e la privazione dei diritti economici, sociali e culturali, compreso il diritto alla salute;
    esempio : diritto alla reversibilità pensionistica nel caso di relazioni stabili. o diritto all'assitenza del compagno o la compagna.


    Siamo anche preoccupati che le persone di tutti i paesi del mondo siano oggetto di violenze, persecuzioni, discriminazioni, esclusioni, stigmatizzationi e pregiudizi a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere e che queste pratiche minino la loro integrità e dignità;
    questo può far pensare che io, cafone quanto volete ma pur sempre libero di esprimere il mio pensiero , non possa più dire "i froci mi fanno schifo", senza incorrere in sanzioni penali. e questo è un po' eccessivo, direi.


    allora, se QUESTO è il testo, il sospetto dell'uso di frasi ad hoc c'è.

  3. #13
    Becero Reazionario
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    e bravo Bottero!

  4. #14
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    E' giusto che si sanzionino le discriminazioni per motivi razziali o religiosi e non quelle basate sull'orientamento sessuale?

  5. #15
    ooooWAGLIONEoooo
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    Citazione Originariamente Scritto da Alex Bottero Visualizza Messaggio
    questo può far pensare che io, cafone quanto volete ma pur sempre libero di esprimere il mio pensiero , non possa più dire "i froci mi fanno schifo", senza incorrere in sanzioni penali. e questo è un po' eccessivo, direi.
    Non mi pare che il testo parli di ingiurie. Si possono avvicinare a ciò che dici tu le citate discriminazione e stigmatizzazione che comunque significano principalmente altro.

    Deduco dalle tua parole che vorresti ti venisse lasciata almeno la possibilità di diffamarli.

    Ma va bene, ho capito che vuoi fare bella figura coi tuoi compagni di merende.

  6. #16
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    waglione, waglione....quanto sei prevedibile.

    una persona che rifletta sulle cose senza preconcetti e pregiudizi per te è inconcepibile?

    uno che dica "guardate che in effetti esaminando il testo ci sono dei punti quantomeno ambigui", è a priori un venduto?

    non ti viene in mente che se uno vuole essere onesto, ha il dovere di riflettere sulle cose che legge e riconoscere quando ci sono delle ambiguità?

  7. #17
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    Come volevasi dimostrare, Mons. Migliore ha MENTITO dicendo che nel testo non si parlava di depenalizzazione, quando invece quello della depenalizzazione è l'elemento FONDANTE. In seconda battuta si parla invece in senso molto generale di non discriminazione dei gay sui diritti umani e fondamentali. VERGOGNA chiesa cattolica, VERGOGNA mons.Migliore.
    ..Perchè i giudici invece di applicare la legge la interpretano

  8. #18
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    In questa dichiarazione non mi pare proprio ci siano cavalli di troia, e qualora vi fossero sarebbero quantomeno simili, se non addirittura uguali o meno pregnanti di quelli presenti nella dichiarazione del 1948. Essa, però, non mi risulta abbia destato analoghe preoccupazioni e avversione da parte del Vaticano. Perché? Perché in quella non c’è alcun accenno all’omosessualità, qui, invece, è specifico il riferimento. Ciò la dice lunga in merito all’omofobia dilagante in quella parte del Tevere. La dichiarazione che verrà presentata all’Onu il prossimo 10 dicembre – sempre che il testo sia proprio questo - riafferma in modo più specifico e per quel che attiene al problema della discriminazione in base all’orientamento sessuale, un principio già contenuto nella carta dei diritti universali dell’uomo, firmata nel 1948. Chi rifiuta questa dichiarazione, rifiuta, implicitamente, anche l’altra che funge da fondamento della presente, almeno per quel che concerne la censura della discriminazione sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale.
    La premessa dei punti della dichiarazione inspiegabilmente e assurdamente giudicati ambigui, è contenuta nel combinato disposto degli articoli 2 e 12 della carta Universale dei diritti dell’uomo, ove è contenuta una censura formulata in modo più universale e generico (quindi anche più ambiguo) di quanto lo sia oggigiorno. Rifiutare l’attuale dichiarazione, significa, in soldoni, inserire surrettiziamente nella carta del 1948 un principio di esclusione, quindi un’eccezione, in forza della quale certi diritti spettino “Ad ogni cittadino[…], ad esclusione degli omosessuali”, ed anche “Nessun individuo, ad esclusione degli omosessuali, potrà essere sottoposto…”. In pratica inserisce un emendamento che di fatto esclude gli omosessuali dal novero dei cittadini cui la carta del 1948 è indirizzata. Quella del Vaticano è davvero un’iniziativa meritoria. Se a questa si somma anche l’altra lodevole iniziativa di opporsi alle discriminazioni che colpiscono i disabili, il nefando quadro del concetto di libertà e di umanità cui fa riferimento il Vaticano è ben chiaro e delineato.


    Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
    Convenzione adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948
    Articolo 2

    Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

    Articolo 12

    Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni

  9. #19
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    premesso che è un po' difficile portare avanti un discorso su due topic sostanzialmente identici, mi sento di dire questo

    1 - è evidente che il testo della risoluzione non parli solo di una "depenalizzazione"
    nei due punti che ho evidenziato, ossia laddove si parla di diritti economici, e anche di stigmatizzazioni, il discorso è un po' più ampio, volutamente (o astutamente?) ambiguo, e potrebbe dire davvero tutto e il contrario di tutto.

    anche perché, ad esempio, la formula "diritti economici" mi giunge nuova.
    quali sono questi "diritti economici?"
    bisognerebbe qui intendersi sul termine "diritto".
    per me "diritto" è un qualcosa che non si "concede", ma si riconosce, come proprietà/elemento costitutivo ed inalienabile della persona.

    in questo senso non esiste un "diritto al lavoro" , inteso nel senso "tu stato DEVI darmi un lavoro". esiste il "diritto alla libera ricerca personale del lavoro", ossia "tu stato non puoi OBBLIGARMI a fare il lavoro che tu hai scelto per me"

    devo quindi dire che "diritti economici" mi risulta un po' oscuro.

    non esiste un "diritto" alla reversibilità pensionistica. o un "diritto" ad una quota ereditaria.

    esistono SCELTE contigenti di legislazione, che sono sempre opinabili e migliorabili.
    io personalmente sono A FAVORE di una legislazione sulle coppie di fatto, che garantisca queste cose.
    ma non sono "diritti", come non è un "diritto" che la moglie o il marito abbiano una parte fissa di eredità.
    sono scelte legialstive.
    se tra 50 anni lo stato decidesse di modificare le leggi di successione dicendo "ciascuno liberamente decide a chi lasciare i suoi beni, senza alcun vincolo derivato da legami di parentela naturale od acquisita", si compie una SCELTA.
    non si lede alcun DIRITTO NATURALE.


    ma vabbé, era una digressione.

    comunque diciamo che il testo è un poco ambiguo

    2 - il discorso però è che è vero, come dice voyager, che il testo non fa che riprendere elementi della dichiarazione dei diritti dell'uomo.

    3 - allora il problema qual è? che sotto sotto gli omosessuali (GLBT) non sono considerati come "persone normali", a cui si applicano SENZA BISOGNO DI SPECIFICAZIONI, le stesse leggi e gli stessi diritti che sono riferiti a "tutti".

    in teoria questa risoluzione non sarebbe nemmeno necessaria.
    in un mondo dove il buon senso esistesse davvero una risoluzione del genere sarebbe una specificazione superflua.
    infatti i diritti e le leggi degli ETEROSESSUALI, sono gli stessi degli OMOSESSUALI.
    e come un ETEROSESSUALE non può essere discriminato/incarcerato/ucciso solo perché fa sesso con una donna, così un OMOSESSUALE non può (e non deve) essere discriminato/incarcerato/ucciso, perché fa sesso con una persona dello stesso sesso.

    ho detto "fa sesso" e non "ama", volutamente.
    infatti le leggi e la discriminazione condannano gli atti, non i sentimenti.

    la domanda da porsi, brutalmente, è: troveremmo stupido e inumano se arrestassero, o rifiutassero di dare lavoro a un nostro amico, solo perché va a letto con delle donne?
    credo di sì. e diremmo "è un sopruso!"

    e allora perché se capita a uno che va a letto con un uomo, la cosa tutto sommato ci sta bene? perché sotto sotto per molti di noi gli omosessuali non sono "normali", e quindi non hanno diritto alle leggi che regolano la vita delle persone "normali".

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da Alex Bottero Visualizza Messaggio

    e allora perché se capita a uno che va a letto con un uomo, la cosa tutto sommato ci sta bene? perché sotto sotto per molti di noi gli omosessuali non sono "normali", e quindi non hanno diritto alle leggi che regolano la vita delle persone "normali".

    Certo, è proprio così! Ciò emerge soprattutto quando si utilizza a profusione l’epiteto, offensivo anziché no, di ‘froci’ riferendosi a quanti hanno orientamenti sessuali diversi dai nostri. E non è tanto l’epiteto in sé a denunciare la riserva mentale, è piuttosto la forma mentis che sottostà a questa definizione, cioè la sua scaturigine… non si tratta certo di un malinteso senso del politicamente corretto, ma perché l’utilizzo del termine ‘froci’ è di per sé offensivo, come lo sarebbe qualsiasi altro normalmente utilizzato per offendere (vi risparmio l’elenco).

    Il discorso sui diritti economici è tanto vacuo quanto inconsistente, poiché, con ogni evidenza che il caso offre, mai le dichiarazioni di principi dell’Onu sono atte ad inserire una novazione giuridica o giurisprudenziale nella legislazione di ciascun singolo stato, non rappresentando, di fatto, una fonte di diritto che inerisca agli aspetti particolari delle relazioni interne fra cittadini e governi centrali. Non possono, quindi, essere mutuate pedissequamente per il particolare, anche quando ineriscono a materie di carattere economico e sociale, volendo, invece, solo stabilire un diritto universale; nella fattispecie quello che giuridicamente deve essere riconosciuto ad ogni cittadino del mondo di ricevere la giusta e correlata mercé per il lavoro prestato. Questo basilare principio è contenuto e reso esplicito proprio nella ‘Carta universale dei diritti dell’uomo’ del 1948 (alla quale l’attuale Dichiarazione esplicitamente si rivolge per attingere le ragioni sufficienti del suo pronunciamento), che proprio ai punti che vanno dal 22 al 27 si esprime in termini di diritti inalienabili (in quanto universali) attinenti a questioni di carattere economico e sociale.
    In maniera a dir poco tautologica, la Dichiarazione evidenzia che, in quanto diritti inalienabili (così, con il termine ‘diritti’ – ogni individuo ha diritto - si esprime la Dichiarazione universale), essi rappresentano dei veri e propri diritti, in forza di questo essere dei diritti, ciascun individuo ha ragione a pretendere per quel che concerne gli argomenti cui fanno riferimento quei diritti. Cade, pertanto, l’eccezione proposta da Bottero, sempre che Bottero non pretenda di modificare la terminologia utilizzata a suo tempo. L’aver voluto con forza stabilire dei diritti comuni a ciascun individuo su materie di carattere generale, non dispone in merito ai diritti particolari, cioè che entrano nel particolare di ciascuna materia trattata e affrontata dalla Dichiarazione, ciò è, inevitabilmente, compito di ciascuno Stato, nella sua piena e legittima autonomia.
    Articolo 22

    Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
    Articolo 23

    Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
    Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
    Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
    Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
    Articolo 24

    Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.
    Articolo 25

    Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
    La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
    Articolo 26

    Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
    L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
    I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.
    Articolo 27

    Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
    Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.

 

 
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