Pd senza idee e senza timone
Chiamparino apre alla Lega e D'Alema si prepara all'affondo
Di una «possibile alleanza» con la Lega parlava D’Alema in tempi non sospetti. E ora torna a proporla Sergio Chiamparino, in nome dell’autonomia politica del Nord
la cui specificità non può continuare ad essere ignorata e mortificata. In realtà siamo già oltre i proclami, perché il sindaco torinese lancia l’autoconvocazione di segretari regionali, sindaci, presidenti di provincia e regione. Potrebbe essere stilato un documento aperto alla sottoscrizione di tutti, tutti quelli che rientrano nel triangolo "Torino-Milano-Venezia". Anche la data è già fissata, prima della direzione del 19 dicembre. Ma non chiamatelo «Pd del Nord», per non offendere la sensibilità di nessuno sarà un semplice «coordinamento del Nord», con sede naturale a Milano in quanto «centro dei problemi». E da Madrid, Veltroni gli risponde prontamente: «Sono assolutamente aperto perché ritengo che un coordinamento del Nord possa essere utile, non da oggi, ad avere un ruolo e una funzione nell'elaborazione di linee, strategie e alleanze».
Nessuna messa in discussione della leadership di Veltroni, «decisa da milioni di italiani» sottolinea Chiamparino, il punto è un altro: «riportare lo spirito del Pd al Lingotto e dunque ad una forte impronta federalista/autonomista». Non si parla di scissioni ma si mettono sul tavolo i voti raccolti dal Pd in quest’area nel corso delle ultime elezioni politiche. Voti che pesano, visto che al Senato sono stati registrati il 33,2% in Piemonte, il 28,2% in Lombardia e il 27,2% in Veneto. Della «questione settentrionale», populisticamente sbandierata dalla Lega, si vuole appropriare il Pd vincente, quello che lavora e fa profitti. In fretta però, perché tra poche settimane dovranno definirsi le alleanze in vista delle elezioni provinciali di primavera.
Il tutto accade mentre D'Alema rassicura «il mio ruolo di guida nel Pd non è nell'ordine delle cose. Non è prevedibile, né ragionevole. E tantomeno si tratta di un'evoluzione che auspico». Tanti chiarimenti per sgombrare il campo da scomodi malintesi e - perché no - rilanciare vecchie e mai sopite ambizioni. Veltroni va aiutato nel portare avanti il carico di responsabilità di un grande progetto come quello del Pd - insiste D'Alema - e per quanto riguarda un nuovo leader «rimanda una persona di un'altra generazione». Almeno per ora, poi si vedrà.
(1.12.08)
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