Appalti, scontro Alemanno-Bertolaso


nel frattempo si prepara alla nomination anche Alemanno...
  



Il sindaco: basta procedure straordinarie. La replica: è lui a chiederle

I cento milioni di commesse al costruttore. Attacco dal Campidoglio: "Verificare se Roma ha pagato un costo"

di GIOVANNA VITALE

ROMA - Che non si siano mai amati, all´ombra del Cupolone, è un fatto noto. Ma le parole grosse volate ieri fra il sindaco di Roma e il direttore della Protezione civile vanno ben al di là della ruggine accumulata nell´ultimo paio d´anni. È bastato che Gianni Alemanno invocasse chiarezza sugli appalti affidati alla "cricca" («Vogliamo sapere se ci sono state scorrettezze e se la nostra città ha pagato un costo») perché Guido Bertolaso gli rinfacciasse, in un fax al vetriolo, tutti «gli stati di emergenza che interessano il territorio della capitale», suggerendo «un´attenta riflessione» sulla loro prosecuzione «considerata la sfiducia da Ella manifestata in merito alle procedure attuate dai commissari delegati». Ovvero dal sindaco stesso.
A dar fuoco alle polveri è stato, ieri mattina, l´inquilino del Campidoglio. Dopo aver letto l´inchiesta di Repubblica sui 100 milioni di lavori affidati al costruttore Diego Anemone (ben 21 opere solo nella capitale) Alemanno aveva tuonato: «Vogliamo che vengano passati al setaccio per valutare se emergono scorrettezze e altri aspetti che non conosciamo, perché Roma indubbiamente è stata teatro di molti interventi emergenziali e di protezione civile». Un j´accuse durissimo: «Chiediamo ai giudici di accertare la verità» anche per evitare in futuro «quelle procedure straordinarie che possono poi essere occasione per situazioni illecite o inaccettabili».
Apriti cielo. Bertolaso va su tutte le furie. E, col pretesto di esprimere «vivo stupore», inchioda Alemanno all´utilizzo di quegli stessi metodi, dal momento che «riveste attualmente l´incarico di Commissario delegato per l´emergenza traffico» per il quale ha persino «richiesto la proroga per tutto l´anno in corso, anche al fine di mantenere in vigore i numerosi contratti di lavoro a tempo determinato riguardanti il corpo di Polizia municipale e i collaboratori della struttura commissariale, superando le perplessità pur manifestate dallo scrivente». Implacabile, il sottosegretario, nel rammentare pure il «vigente stato di emergenza per l´alluvione del Tevere». Da qui l´ultimatum: «Precisi se la sfiducia nel sistema della Protezione civile costituisca il frutto di una cattiva interpretazione giornalistica o se le precedenti determinazioni amministrative debbano essere tutte rimeditate». Fermo restando che non basterà: «Le anticipo fin d´ora», conclude infatti Bertolaso, «che la chiusura degli stati emergenziali è obiettivo prioritario del Dipartimento». A partire da Roma. Tanto da costringere Alemanno alla retromarcia: «Ho fiducia in Bertolaso». Ma la frittata ormai è fatta

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