L'attacco terroristico a Mumbai porta alla ribalta internazionale cinque questioni su cui i politici e i militari dovranno riflettere nei prossimi mesi.
1-Il pericolo di una nuova guerra fra India e Pakistan nella quale il possesso dell'arma atomica dalle due parti appare, paradossalmente, come un elemento moderatore nella misura in cui crea un equilibrio di impotenza, mentre il rapporto demografico e di forza militare classica è in favore dell'India.
2-Il simbolismo del conflitto palestinese elevato, grazie ai media, a livello universale, apre uno nuovo tipo di scontro fra islam radicale e democrazia nelle misura in cui l'India - coi suoi cento e più milioni di musulmani in casa e con l'occupazione conflittuale del Kashmir musulmano - si trasforma paradossalmente in un nuovo “Israele“.
3-La possibilità che questo nuovo scontro destabilizzi internamente ancora di più il fragile Pakistan, mosaico di etnie tenute assieme più dal conflitto con l'India che dalle istituzioni governative, e rinvigorisca l'elemento religioso che legittima questo Stato privo di identità nazionale. L'emergere al potere di un fondamentalismo islamico capace di mobilitare le masse alla comune difesa della “patria in pericolo“ significa che la “bomba islamica“ in possesso di Islamabad diventa per Israele più pericolosa di quella ancora inesistente nelle mani del regime radicalizzato dell'Iran. Senza contare che la bomba pachistana è una bomba “sunnita“, dunque meno preoccupante per il mondo arabo (in particolare per l'Arabia Saudita) di una bomba “sciita“ iraniana.
4-Anche se il governo israeliano si è affrettato a congratularsi con quello indiano per la coraggiosa e efficace azione militare contro i terroristi, la reazione dell'opinione pubblica israeliana per il caos, l'incompetenza, le pastoie burocratiche con cui la dirigenza indiana ha reagito all'assalto islamico, hanno profondamente ferito l'orgoglio indiano rivelandone le deficienze militari. Deficienze che cerca di correggere con la discreta collaborazione militare di Israele, divenuto in questo campo uno dei più importanti fornitori di New Dehli.
5-L'assassinio dei nove ebrei israeliani del centro ortodosso Chabad di Mumbai colpisce al cuore le attività educative e sociali di questa organizzazione ebraica di grande influenza nel mondo ebraico, in particolare in quello americano. Trasformatosi grazie alla sua estesa rete internazionale in punto di appoggio religioso, culturale e famigliare anche per ebrei e israeliani non religiosi, questa organizzazione dotatasi di minime strutture di sicurezza, perché totalmente affidata alla protezione divina, solleva per la dirigenza di Gerusalemme il problema della protezione dei 40 mila e più suoi connazionali in Asia. Anche se inclusivi di molte centinaia di hippy, questi israeliani rinforzano la rete di contatti che ha permesso lo straordinario sviluppo delle relazioni commerciali di Israele col continente asiatico.